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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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91. Duloxetina vs. placebo<br />

nella prevenzione delle ricadute<br />

del <strong>di</strong>sturbo depressivo<br />

M. Detke 1 2 , I. Gilaberte 3 , D.G. Perahia 4 , F. Wang 1 ,<br />

J.W. Clemens 1 , P. Tran 1 , C. Miner 1 , M. Mancini 5 , A. Barraco<br />

5 , A. Rossi 5 , S. Montgomery 6<br />

1 Eli Lilly and Company, Lilly Corporate Center, In<strong>di</strong>anapolis;<br />

2 Depts. of Psychiatry, In<strong>di</strong>ana University School of<br />

Me<strong>di</strong>cine; McLean Hospital, Belmont; and Harvard Me<strong>di</strong>cal<br />

School, Boston; 3 Eli Lilly and Company, Alcobendas,<br />

Spain; 4 Eli Lilly and Company, Erl Wood, United Kingdom;<br />

5 Eli Lilly Italia; 6 Imperial College School of Me<strong>di</strong>cine,<br />

London, United Kingdom<br />

Obiettivi: la duloxetina cloridrato (Cymbalta) è un inibitore<br />

potente e bilanciato <strong>della</strong> ricaptazione <strong>della</strong> serotonina<br />

e <strong>della</strong> noradrenalina.<br />

Diversi stu<strong>di</strong> hanno accertato l’efficacia e la sicurezza <strong>della</strong><br />

duloxetina nel trattamento acuto dei sintomi emotivi e somatici<br />

<strong>della</strong> depressione.<br />

Questo stu<strong>di</strong>o confronta il tempo <strong>di</strong> ricaduta nei pazienti con<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Depressione Maggiore (DM), trattati con duloxetina<br />

60 mg una volta al giorno verso quelli trattati con<br />

placebo.<br />

Meto<strong>di</strong>: in questo stu<strong>di</strong>o multicentrico, randomizzato, in<br />

doppio cieco, controllato con placebo, condotto in Europa e<br />

negli Stati Uniti, 533 pazienti ambulatoriali affetti da DM<br />

sono stati trattati con 60 mg <strong>di</strong> duloxetina una volta al giorno<br />

per un massimo <strong>di</strong> 12 settimane.<br />

I pazienti che hanno risposto sono stati randomizzati al trattamento<br />

con 60 mg/<strong>di</strong>e <strong>di</strong> duloxetina o con placebo per 26<br />

settimane (fase <strong>di</strong> continuazione). Per il confronto del tempo<br />

alla ricaduta, l’analisi principale <strong>di</strong> efficacia ha impiegato<br />

il log rank test.<br />

Risultati: alla fine del trattamento acuto 280 pazienti<br />

(52,5%) rispettavano i criteri per la fase <strong>di</strong> continuazione e<br />

278 <strong>di</strong> essi hanno partecipato a questa fase. Il tempo alla ricaduta<br />

è risultato significativamente più lungo per i pazienti<br />

trattati con 60 mg/<strong>di</strong>e <strong>di</strong> duloxetina rispetto a quelli trattati<br />

con il placebo.<br />

Durante la fase <strong>di</strong> continuazione un numero significativamente<br />

inferiore <strong>di</strong> pazienti trattati con la duloxetina (n = 23;<br />

17,4%) è andato incontro a ricaduta rispetto ai pazienti trattati<br />

con il placebo (n = 39; 28,5%).<br />

I pazienti del gruppo <strong>della</strong> duloxetina hanno riportato un<br />

punteggio migliore in quasi tutti (17/18) i criteri secondari<br />

<strong>di</strong> valutazione dell’efficacia nei domini <strong>della</strong> depressione,<br />

dell’ansia, dei sintomi somatici dolorosi e <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong><br />

vita.<br />

Complessivamente l’11 e il 4% dei pazienti rispettivamente<br />

nella fase acuta e in quella <strong>di</strong> continuazione hanno sospeso<br />

il trattamento con duloxetina.<br />

Conclusioni: nel corso del trattamento a lungo termine la<br />

duloxetina ha allungato significativamente il tempo alla ricaduta<br />

e ha ottenuto risultati migliori del placebo sui criteri<br />

<strong>di</strong> valutazione <strong>della</strong> depressione, dell’ansia, dei sintomi somatici<br />

dolorosi e <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita.<br />

Come nei precedenti stu<strong>di</strong> sul trattamento acuto, la duloxetina<br />

è risultata sicura e ben tollerata tanto nella fase acuta<br />

quanto in quella <strong>di</strong> continuazione a lungo termine.<br />

265<br />

POSTER<br />

92. Valutazione <strong>della</strong> variazione degli stili<br />

<strong>di</strong> coping in relazione al cambiamento<br />

<strong>della</strong> sintomatologia in pazienti affetti<br />

da <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> panico dopo trattamento<br />

cognitivo comportamentale <strong>di</strong> gruppo<br />

P. Di Fabio, E. Di Giovambattista, A. Di Pucchio<br />

Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in <strong>Psichiatria</strong>, Università de<br />

L’Aquila<br />

Introduzione: il Disturbo <strong>di</strong> Panico (DP) è una patologia<br />

invalidante che presenta una frequenza nella popolazione<br />

generale compresa tra 0,4 e 1,5%. La Practice Guideline for<br />

the treatment of Patients with Panic Disorder dell’American<br />

Psychiatric Association (1998) identifica la terapia cognitivo-comportamentale<br />

e la farmacoterapia come entrambi efficaci<br />

nel DP. Il Trattamento Cognitivo-Comportamentale <strong>di</strong><br />

gruppo trova sempre maggiore applicazione nel trattamento<br />

del <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> panico in quanto permette <strong>di</strong> integrare al trattamento<br />

farmacologico, non sempre sod<strong>di</strong>sfacente, un intervento<br />

rapido, <strong>di</strong> provata efficacia (anche nei follow-up a<br />

lungo termine). Il successo del trattamento, attraverso la ristrutturazione<br />

cognitiva e l’acquisizione <strong>di</strong> tecniche che permettono<br />

<strong>di</strong> gestire la sintomatologia ansiosa, comporta la<br />

possibilità <strong>di</strong> utilizzare <strong>di</strong>fferenti e più efficaci strategie <strong>di</strong><br />

coping <strong>della</strong> situazione temuta. Con il presente lavoro ci<br />

proponiamo <strong>di</strong> valutare la variazione degli stili <strong>di</strong> coping in<br />

relazione al cambiamento <strong>della</strong> sintomatologia in pazienti<br />

affetti da DP dopo Trattamento Cognitivo-Comportamentale<br />

<strong>di</strong> gruppo e al follow-up a sei mesi.<br />

Metodo: sono stati arruolati 15 pazienti, 9 femmine e 6 maschi,<br />

con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 32,4 anni (ds 9,6), affetti da Disturbo<br />

<strong>di</strong> Panico (DSM-IV, APA 1999), afferenti presso il Day-Hospital<br />

<strong>della</strong> Clinica Psichiatrica trattati con Terapia Cognitivo-Comportamentale<br />

<strong>di</strong> gruppo secondo il metodo <strong>di</strong> G. Andrews<br />

(Andrews et al., 1994; Lyndsay, Crino & Andrews,<br />

1997). I gruppi, <strong>di</strong>retti da tre psichiatri, vengono svolti, con<br />

cadenza settimanale, in 12 incontri, ognuno <strong>della</strong> durata <strong>di</strong><br />

60 minuti nell’arco <strong>di</strong> 3 mesi. All’inizio del trattamento<br />

(T0), alla fine (T1) e dopo sei mesi (T2) a tutti i pazienti sono<br />

stati somministrati i seguenti strumenti <strong>di</strong> valutazione:<br />

Jalowiec Coping Scale (JCS), per la valutazione degli stili<br />

<strong>di</strong> fronteggiamento, “coping”; Panic Attack and Anticipatory<br />

Anxiety Scale (PAAAS) e STAY-1 e STAY-2 per la valutazione<br />

<strong>della</strong> sintomatologia ansiosa; la Disability Scale<br />

(DISS) per la valutazione del funzionamento sociale; il questionario<br />

Short Form Health Survey 36 (SF-36) per la valutazione<br />

<strong>della</strong> qualità <strong>di</strong> vita correlata alla salute. All’inizio<br />

del trattamento tutti i partecipanti assumevano terapia farmacologica<br />

SSRI, spesso associati con BDZ (70% dei casi).<br />

Risultati: i dati ottenuti sono in<strong>di</strong>cativi <strong>di</strong> significativi miglioramenti<br />

sul piano clinico: infatti, tutti i partecipanti, a fine<br />

trattamento (T1), e al follow-up dopo sei mesi (T2) non<br />

hanno manifestato nuovi attacchi <strong>di</strong> panico. Si è osservata<br />

una correlazione statisticamente significativa tra l’acquisizione<br />

<strong>di</strong> alcuni stili “positivi” <strong>di</strong> coping (“confronto attivo”,<br />

“ottimista”, “supportivo” ed “fare affidamento su se stessi”),<br />

il miglioramento <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita, nelle principali<br />

aree indagate dall’SF-36, e <strong>della</strong> <strong>di</strong>sabilità (minore interferenza<br />

dei sintomi sul funzionamento sociale <strong>della</strong> persona,<br />

aumentata percezione <strong>di</strong> supporto sociale e <strong>di</strong>minuzione dei<br />

livelli <strong>di</strong> stress percepito), indagata dalla DISS. A T2 tutti i

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