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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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Risultati: sono risultati positivi alla BDI (punteggio ≥ 16)<br />

77 soggetti (23,6)%. Il punteggio totale alla TAS-20 è risultato<br />

essere 54,8 ± 10,6 (range 16-90) e sono risultati positivi<br />

(punteggio ≥ 61) 97 soggetti (29,8%).<br />

Il confronto tra soggetti alessitimici e non (Tab. I) ha mostrato<br />

che gli alessitimici presentavano punteggi più alti alla<br />

BDI ed erano più positivi per depressione rispetto ai non<br />

alessitimici, con punteggi più elevati alla SCL-90-R e alla<br />

BIS-11 (sottoscale Attentiva e Motoria).<br />

Conclusioni: gli adolescenti alessitimici presentano più<br />

gravi sintomi depressivi e un generale maggiore <strong>di</strong>stress psicologico<br />

rispetto ai non alessitimici.<br />

84. TMS ad 1 Hz come terapia dell’acufene<br />

cronico. Stu<strong>di</strong>o randomizzato, cross-over,<br />

doppio-cieco, vs. placebo<br />

POSTER<br />

A. De Capua, M. Ulivelli * , S. Bartalini * , G. Filippone,<br />

B. De Capua ** , S. Rossi * , P. Castrogiovanni<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Sezione <strong>Psichiatria</strong>, * Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Neuroscienze, Sezione Neurologia, ** Istituto <strong>di</strong><br />

Clinica Otorinolaringoiatrica, Università <strong>di</strong> Siena<br />

L’acufene cronico è una con<strong>di</strong>zione scarsamente trattabile,<br />

spesso a associata a patologie psichiatriche più o meno<br />

gravi.<br />

Stu<strong>di</strong> sperimentali e <strong>di</strong> neuroimaging sull’uomo suggeriscono<br />

che, in analogia ad altre patologie <strong>di</strong> interesse neuropsichiatrico,<br />

l’acufene cronico può essere sostenuto da processi<br />

plastici maladattativi a livello corticale, con iperattivazione<br />

delle cortecce u<strong>di</strong>tive (AC) primarie e secondarie, soprattutto<br />

nell’emisfero dominante.<br />

Sono stati al momento inclusi 12 pazienti (9 maschi; età<br />

me<strong>di</strong>a 53,3), con acufene cronico (3 destri, 4 sinistri, 5 bilaterali),<br />

senza evidenza <strong>di</strong> patologie psichiatriche <strong>di</strong> asse<br />

I e con RMN normale.<br />

Tutti sono stati sottoposti a rTMS attiva e placebo (1 Hz,<br />

120% <strong>della</strong> soglia, 1200 stim./<strong>di</strong>e per 5 giorni) dello scalpo<br />

soprastante la AC secondaria <strong>di</strong> sinistra.<br />

I responder sono stati 7/12. Il miglioramento me<strong>di</strong>o del<br />

rating soggettivo dell’acufene (analogo visivo 0-100) era<br />

del 35% nelle due settimane seguenti la stimolazione attiva<br />

(del 62% dopo esclusione dei non-responders) e<br />

dell’8% nelle due settimane seguenti la rTMS placebo<br />

(14% dopo esclusione dei non-responders). Gli effetti<br />

sembrano essere specifici per l’acufene, dal momento che<br />

le scale <strong>di</strong> Hamilton somministrate per cogliere un’eventuale<br />

presenza <strong>di</strong> sintomi sottosoglia, non ascrivibili a sindromi<br />

categoriali, non sono variate in modo significativo.<br />

La presente analisi preliminare suggerisce che la rTMS ad<br />

1-Hz può essere transitoriamente utile nell’alleviare l’acufene<br />

cronico. Quin<strong>di</strong>, la corteccia u<strong>di</strong>tiva secondaria<br />

potrebbe rappresentare un target can<strong>di</strong>dato ad altri trattamenti<br />

più invasivi <strong>di</strong> neuromodulazione cronica in pazienti<br />

selezionati.<br />

85. Genetica dei Recettori Serotoninergici<br />

nei Disturbi del Comportamento Alimentare<br />

V. De Luca, R.D. Levitan, O. Bellini, M. Masellis,<br />

G. Muscettola, A. de Bartolomeis, J.L. Kennedy<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università<br />

<strong>di</strong> Napoli “Federico II”<br />

I <strong>di</strong>sturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati<br />

da alterazioni <strong>della</strong> neurotrasmissione serotoninergica.<br />

Molti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione genetica del recettore 5HT2A<br />

hanno analizzato prevalentemente il polimorfismo C102T<br />

con risultati contrastanti. Lo scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è l’analisi<br />

del polimorfismo -1438 G/A nel promotore; tale polimorfismo<br />

è in completo linkage <strong>di</strong>sequilibrium con il polimorfismo<br />

C102T nella co<strong>di</strong>ng region del gene 5HT2A. Utilizzando<br />

questo marcatore genetico sono stati esaminati 80<br />

pazienti <strong>di</strong> sesso femminile affetti da Bulimia Nervosa, <strong>di</strong>agnosticata<br />

secondo i criteri del DSM-IV, ed 80 controlli <strong>di</strong><br />

sesso femminile. L’analisi allelica non mostra nessuna associazione<br />

tra la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Bulimia Nervosa e il polimorfismo<br />

del promotore del recettore 5-HT2A, infatti i due alleli<br />

A e G sono egualmente rappresentati nel gruppo affetto<br />

da <strong>di</strong>sturbi alimentari e nel gruppo <strong>di</strong> controllo (χ 2 = 0,49;<br />

p = 0,48). I risultati <strong>di</strong> tale stu<strong>di</strong>o sembrano escludere il recettore<br />

5-HT2A nella patogenesi <strong>della</strong> Bulimia Nervosa,<br />

tuttavia, considerando l’eterogeneità genetica dei recettori<br />

<strong>della</strong> serotonina, altri stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione su questo sistema<br />

devono essere sviluppati nei <strong>di</strong>sturbi del comportamento<br />

alimentare.<br />

86. Diagnosi psichiatrica: sfida e risorsa<br />

nel trattamento <strong>della</strong> tossico<strong>di</strong>pendenza<br />

S. De Persis, A. Vicarini, S. De Filippis, M. <strong>di</strong> Giannantonio<br />

Centro Diurno “Stella Polare”, ASL RME, Roma; Università<br />

“G. D’annunzio”, Chieti; Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”,<br />

II Facoltà <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina Ospedale “S. Andrea”<br />

Introduzione: rispetto alla possibilità <strong>di</strong> strutturare progetti<br />

terapeutici adeguati alle reali risorse interne del paziente e alla<br />

contemporanea necessità <strong>di</strong> ridurre il drop-out, appare sempre<br />

più una necessità formulare <strong>di</strong>agnosi psichiatriche approfon<strong>di</strong>te,<br />

che orientino le successive scelte terapeutiche.<br />

Metodologia: il nostro stu<strong>di</strong>o prende in esame un gruppo <strong>di</strong><br />

55 pazienti che dal 2000 al 2005 hanno effettuato un programma<br />

terapeutico riabilitativo presso il Centro Diurno<br />

“Stella Polare”, struttura semiresidenziale per pazienti tossico<strong>di</strong>pendenti<br />

<strong>della</strong> ASL RME (Roma). In particolare sono<br />

stati messi a confronto un primo gruppo <strong>di</strong> pazienti (A) che<br />

hanno effettuato il percorso terapeutico senza che fosse elaborata<br />

una <strong>di</strong>agnosi psichiatrica, con un secondo gruppo <strong>di</strong><br />

pazienti (B) che hanno svolto lo stesso programma, ma dopo<br />

un inquadramento <strong>di</strong>agnostico.<br />

Risultati: al confronto statistico il numero dei pazienti del<br />

gruppo B che hanno concluso il programma con esito positivo<br />

è significativamente maggiore rispetto ai pazienti del<br />

gruppo A.<br />

Discussione: il dato relativo agli esiti positivi del gruppo A<br />

è in linea con la me<strong>di</strong>a nazionale evinta in letteratura. L’e-<br />

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