XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

80. L’incidentarsi: studio di variabili
psicologiche correlabili alla gravità
e alla ripetizione dell’incidente
S. D’Ambrosio, M. Zordan, M. Civiero, M. Romenghi,
M. Pierri
Dipartimento di Neuroscienze, Sezione Psichiatrica, Università
di Padova
Introduzione/scopo: i fattori psicologici sono importanti
nella genesi degli incidenti 1-3 . Qui valutiamo eventi di vita
recenti e passati, anamnesi per incidenti e dissociazione in
vista di definire l’incidente grave e l’incidente ripetuto (almeno
due incidenti in due anni).
Metodologia: campione: soggetti incidentati, età: 25-60.
Primo confronto: incidente lieve (dimessi dal P.S., n = 76)
[IL] vs. grave (ricoverati presso la Traumatologia, n = 36)
[IG]. Secondo confronto: incidente lieve ripetuto [ILR] vs.
grave singolo [IGS]. Strumenti: intervista semistrutturata;
Scala di Paykel; DES.
Risultati: associazioni statisticamente significative: IG e incidenti
in famiglia pregressi; IG e propri incidenti entro i 15
anni d’età; IL e propri incidenti negli ultimi due anni. Il numero
di eventi di vita recenti è significativamente maggiore
nell’ILR rispetto all’IGS. La dissociazione è significativamente
maggiore negli IL e ILR rispetto agli IG e IGS. Nell’IL
e nell’ILR la dissociazione è correlata in modo significativo
agli eventi di vita recenti; nell’IG e nell’IGS ad eventi
più distanti (es. gravidanze interrotte); nell’IGS emerge
una correlazione inversa fra dissociazione ed età al primo
incidente familiare.
Discussione: nell’incidente grave le radici psicologiche dell’incidente
sembrano approfondirsi nel passato; l’incidente
lieve soprattutto ripetuto appare legato a una fase attuale
della vita.
Conclusioni: l’incidente grave e l’incidente ripetuto si delineano
come fenomeni particolari.
Bibliografia
1 Lawton R, Parker D. Individual differences in accident liability:
a review and integrative approach. Human factors 1998;4:655-
72.
2 Carbone P. Le ali di Icaro, rischio e incidenti in adolescenza.
Torino: Bollati Boringhieri Publ 2003.
3 Sumer N. Personality and behavioral predictors of traffic accidents:
testing a contextual mediated model. Accident Analysis
and Prevention 2003;35:949-64.
81. Peso e Disturbo Bipolare: correlazioni
e confronto con un gruppo di pazienti
affetti da Disturbo ossessivo-compulsivo
POSTER
V. D’Ambrosio, A. Vitalucci, G. Maina, F. Bogetto
Servizio per i Disturbi Depressivi e d’Ansia, SCDU Psichiatria,
Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino
Introduzione: gli studi sul rapporto tra peso corporeo e Disturbo
Bipolare (DB) sono prevalentemente focalizzati alla
valutazione degli effetti dei farmaci psichiatrici sul peso
corporeo. Recentemente alcuni studi 1 , focalizzati sulla fenomenologia,
sulla comorbilità, sulla storia familiare, sulle
caratteristiche biologiche e sulla risposta al trattamento far-
macologico, hanno invece dimostrato una stretta associazione
tra DB e disturbi alimentari (DCA) sia negli adolescenti
che negli adulti. In particolare è stato osservato che i
soggetti con DB presentano più elevati tassi di obesità e sovrappeso
rispetto ai controlli 2 e che pazienti con DCA hanno
maggior frequenza di disturbi dell’umore compreso il
DB 3 . Scopo della presente ricerca è confrontare le caratteristiche
metaboliche di un campione di pazienti con DB (tipo
I e II) con un campione di pazienti con Disturbo Ossessivo-Compulsivo
(DOC) prima dell’inizio del trattamento
farmacologico.
Metodo: il campione in studio comprende 112 soggetti (56
DOC, 26 BPI e 26 BPII). Per ogni soggetto a t0 (pre-trattamento)
sono stati rilevati il peso corporeo, l’altezza ed è stato
calcolato il Body Mass Index (BMI). Il criterio per la diagnosi
di sovrappeso era la presenza di un BMI > 25.
Risultati: il BMI medio è risultato pari a 24,01 ± 3,66 per
i BPI, 24,2 ± 33,92 per i BPII e 20,34 ± 3,66 per i DOC (p
< 0,000). La percentuale di pazienti in sovrappeso è di
46,4% per i BPI, 42,9% per i BPII e 10,7% per i DOC (p
< 0,000). Inoltre, la percentuale di soggetti sottopeso è significativamente
superiore (p < 0,012) nel gruppo di pazienti
DOC (28,6%) rispetto al gruppo di BP (7,1% per
BPI e II).
Conclusioni: in accordo con i dati di letteratura, abbiamo riscontrato
una tendenza al sovrappeso tra i pazienti affetti da
BD. Non vi sono però al momento differenze significative
per quanto riguarda il BMI in base alla tipizzazione del BD
(BPI e II).
Bibliografia
1 McElroy et al. Are mood disorders and obesity related? A review
for the mental health professional. J Clin Psychiatry
2004;65:634-51.
2 McElroy et al. Correlates of overweight and obesity in 644 patients
with Bipolar Disorder. J Clin Psychiatry 2002;63:207-13.
3 McElroy et al. Comorbidity of Bipolar Disorder and eating disorders:
distinct or related disorders with shared dysregulations?
J Affect Disord 2005;86:107-27.
82. Impiego di quetiapina in acuto,
in una coorte di pazienti ospedalizzati
per episodio maniacale nel corso
di disturbo bipolare
E. D’Antonio
SPDC DSM ULSS n. 7, Conegliano (TV)
Introduzione: la letteratura evidenzia come i nuovi antipsicotici
atipici possano essere utilizzati oltre che nella Schizofrenia,
anche nel Disturbo Bipolare, da soli o in add-on.
Suggestivi sono i dati preliminari circa l’efficacia sui sintomi
maniacali, fin dai primissimi giorni di terapia, relativi alla
quetiapina fumarato; lo scopo di questo studio longitudinale
è la verifica d’efficacia e tollerabilità della quetiapina
nel paziente bipolare in fase maniacale, quando si esegue
una rapida titolazione, alla ricerca di una risposta incisiva
sui sintomi fin dai primi giorni di terapia.
Materiali e metodi: pazienti con diagnosi di Disturbo Bipolare,
in fase maniacale, d’età compresa tra 18 e 65 anni,
sono stati trattati con quetiapina, da sola o associata a
stabilizzatori dell’umore, o antidepressivi, ad un dosaggio
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