XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

74. Depressione e sintomi fisici
POSTER
C. Contu, G. Carta, A.R. Collu, R. Girau, C. Spada,
A. Zucca, B. Carpiniello
Clinica Psichiatrica, Università di Cagliari
Introduzione: molti studi evidenziano l’importanza che i
sintomi fisici coprono nel quadro clinico complessivo del
paziente depresso. Tali sintomi sono più volte sottovalutati,
anche perché non ben conosciuti, con importanti ripercussioni
sull’esito a breve e a lungo termine della depressione.
Obiettivi: analizzare la rilevanza e la tipologia dei sintomi
fisici in pazienti depressi non ancora trattati e non affetti da
significativa comorbidità somatica.
Materiali e metodi: sono stati ammessi pz affetti da Disturbo
Depressivo Maggiore, D. Bipolare I e II in fase depressiva,
Distimia, D. depressivo NAS, D. dell’adattamento
con umore depresso, con o senza comorbidità per disturbi d’
ansia e non ancora trattati. Sono stati esclusi pz affetti da disturbi
dell’umore con sintomi psicotici, quelli con rilevante
comorbidità somatica e quelli già in trattamento. Il campione
in studio, costituito da 54 soggetti (10 m e 44 f) è stato
sottoposto ai seguenti strumenti di valutazione: CGI, HAM-
D, SCL-90-R, Questionario sui sintomi fisici, WHO-QOL
breve, SASS.
Risultati: l’83% dei pz lamenta mal di schiena e dolori alle
braccia gambe articolazioni, il 78% mal di testa, il 70% disturbi
dell’alvo, il 70% cuore in gola, il 65% mancanza di
fiato, il 63% mal di stomaco, il 59% dolore al torace, il 57%
nausea e flatulenza, il 48% capogiri, il 45,5% delle donne
dolori mestruali, il 24% dolore nel rapporto sessuale.
Conclusioni: in accordo con i dati della letteratura, emerge
la rilevanza che la sintomatologia somatica ha nel quadro
clinico del depresso; i nostri dati non sembrano per ora in
accordo con quelli correnti sulla maggiore prevalenza dei
sintomi fisici nelle donne.
75. Presentazione di un protocollo di studio
prospettico randomizzato controllato
sull’effetto di potenziamento della PCE su
pazienti depressi in terapia farmacologica
B. Corinto, E. Dinelli, D. Federico, M. Gardiolo, F. Masier,
F. Nifosì, C. Pavan, A. Piotto
Clinica Psichiatrica, Università di Padova
La Psicoterapia della Crisi Emozionale (PCE) è una forma
di psicoterapia a breve termine, eclettica, caratterizzata da
un incontro strutturato tra cliente e terapeuta e si rivolge a
soggetti spesso con una sintomatologia reattiva ansioso e/o
depressiva, che siano in grado di formulare una richiesta
d’aiuto urgente.
Lo studio si propone la valutazione del potenziamento della
PCE su pazienti depressi in trattamento farmacologico mediante
il confronto con un trattamento di sostegno aspecifico
(endpoint primario), e la verifica al follow-up a due anni
della frequenza di fruizione del servizio medico (endpoint
secondario).
Il campione sarà costituito da 60 pazienti che in progressione
temporale verranno inviati alla Clinica Psichiatrica dal
Pronto Soccorso Centrale e dai Medici di base di Padova.
Per l’inclusione allo studio si prevede un colloquio clinico
di assesment che si avvale della somministrazione delle seguenti
scale: MINI PLUS (asse I), PAYKEL (caratterizzazione
dell’evento stressante), HDRS, GAS.
I pazienti arruolati nello studio saranno inviati in modo randomizzato
al trattamento di PCE o al trattamento psicoterapico
di sostegno. Contestualmente saranno effettuati 5 controlli
farmacologici ambulatoriali alla 1 a , 2 a , 4 a , 8 a e 12 a settimana
a partire dall’inizio delle cure.
All’inizio dei trattamenti, alla fine e nei follow up (3, 6 e 12
mesi) verrà somministrata una batteria di test (BDI, HAM-
D, STAI, STAXI, SASS, SCID-II) per la valutazione delle
principali dimensioni psicopatologiche e per l’asse II.
Bibliografia
Ewing CP. Crisis intervention as brief psychotherapy. In: Handbook
of Brief Psychotherapy. New York: Walles 1990.
Mangini E, Marigo R, et al. Il tempo della separazione, 2001.
Pavan L, Banon D. Trauma, Vulnerabilità, Crisi. Il trattamento della
Crisi Emozionale. Torino: Bollati Boringhieri 1996.
76. Psicopatologia e disturbi sessuali
in pazienti affetti da discinesia
del pavimento pelvico
G. Corretti, C. Nisita, F. Mungai, S. Cortopassi, F. Lemmi,
C. Stasi * , M. Bellini *
Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia,
Biotecnologie, * Dipartimento di Gastroenterologia, Università
di Pisa
Introduzione ed oggetto: il pavimento pelvico è una struttura
muscolare comune agli apparati urogenitale e intestinale,
che costituisce un’unità funzionale a sé stante. La dissinergia
del pavimento pelvico è comunemente associata a
stipsi funzionale, disfunzioni sessuali e alterazioni psicopatologiche.
Queste ultime sono scarsamente caratterizzate ed
in letteratura, circa i disturbi funzionali del sistema gastroenterico,
vengono frequentemente utilizzati termini
aspecifici come “disturbi nevrotici” e “stress psicosociale”.
D’altro canto un trattamento dei disturbi da dolore sessuale,
come pure dei disturbi dell’orgasmo, si basa sulla rieducazione
del pavimento pelvico.
Obiettivo del nostro studio era quello di valutare le caratteristiche
psicopatologiche e sessuali in pazienti con dissinergia
del pavimento pelvico.
Materiali e Metodo: la nostra osservazione preliminare si
basa su di un campione di otto donne affette da dissinergia
del pavimento pelvico. Queste sono state valutate con
SCID-IV, ed SCL-90 per la sintomatologia psicopatologica
e ASEX (Arizona Sexual Experience Scale) per la componente
sessuale.
Risultati: l’intero campione presentava alti tassi di prevalenza
di disturbi di Asse I, come pure di psicopatologia in
generale. Tutte le pazienti presentavano una vita sessuale attiva:
4 presentavano scarsa soddisfazione relativa all’orgasmo.
Sono emersi inoltre tre casi di molestie sessuali ed una
paziente era stata vittima di un abuso sessuale.
Conclusioni: una disfunzione del pavimento pelvico può
rappresentare un indicatore di un sottostante disturbo della
sfera psichica. A questo di associa sovente una alterazione
258