XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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I dati sono stati elaborati al fine di valutare un eventuale
profilo caratteristico relativo ai due gruppi.
Conclusione: i valori medi ricavati nei due gruppi sono stati
confrontati tra di loro, per evidenziare eventuali differenze.
Bibliografia
Castellazzi VL. Il test della figura umana. Roma: LAS 2003.
Hathaway SR, McKinley JC. MMPI 2 Minnesota Multiphasic Personality
Inventory–2. Firenze: OS 1997.
Witkin HA. Psychological differentiation. New York: Wiley 1962.
69. Valutazione dell’efficacia
di escitalopram in un gruppo di soggetti
affetti da disturbo da uso di cocaina
in comorbilità con depressione: uno studio
di follow-up
A. Colaianni, L. Mapelli, A. Lucchini
Servizio delle Dipendenze, Unità Operativa Ser.T., Gorgonzola
Introduzione: la presenza di una condizione depressiva è
frequente nei soggetti cocainomani (Elman I; Karlsgodt
KH; Gastfriend DR, 2002). Può rappresentare un fattore che
determina e mantiene l’abuso di sostanza o che segue spesso
al consumo di cocaina.
Obiettivi dello studio: lo studio si propone di valutare l’efficacia
di una terapia antidepressiva nel trattamento di un
Episodio Depressivo, diagnosticato secondo i criteri del
DSM IV TR (Diagnostic and Statistical Manual of Mental
Disorders, Text Revision, 2000) in soggetti affetti da Disturbo
da uso di Cocaina in trattamento ambulatoriale presso il
Ser.T. (Servizio Tossicodipendenze).
Materiali e metodi: il campione oggetto dello studio è costituito
da soggetti con abuso di cocaina in comorbilità con un
episodio depressivo. I soggetti eligibili allo studio sono reclutati
se è stata formulata una diagnosi di comorbilità, per la
quale si ritiene necessaria la prescrizione di un antidepressivo.
Il farmaco considerato nello studio è l’escitalopram, la forma
racemica del citalopram, scelto per la selettività d’azione e la
bassa interazione con l’alcol. L’alcol è frequentemente abusato
dai cocainomani, sia per le proprietà sedative, che per la capacità
di aumentare il craving, mediante la formazione di un
metabolica attivo, il cocaetilene. Dopo aver formulato la diagnosi
di episodio depressivo avverrà la prescrizione del farmaco
e la somministrazione al paziente di una scheda raccolta
dati costruita ad hoc e due rating scale (tempo T0): BPRS
(Brief Psychiatric Rating Scale), HAM-D (Hamilton Scale for
Depression). Al tempo T1 (dopo 4 settimane), T2 (8 settimane)
T3 (12 settimane) la somministrazione delle scale verrà ripetuta.
Nel corso delle visite verranno registrate eventuali variazioni
di posologia del farmaco e la compliance.
Criteri di inclusione: nello studio sono inclusi soggetti in cura
presso il Ser.T. con diagnosi di abuso di cocaina e episodio
depressivo diagnosticati secondo i criteri del DSM IV TR.
Criteri di esclusione: sono esclusi dallo studio i soggetti
che presentano una comorbilità con psicosi maggiori (schizofrenia,
depressione maggiore, disturbo bipolare) e consumatori
di stimolanti. Non sono esclusi ma necessariamente
segnalati i pazienti che abusano di alcol. I risultati dello studio
verranno presentati.
Bibliografia
DSM IV TR. Diagnostic and statistical Manual of Mental Disorders.
American Psychiatric Association, 2000 Text Revision.
Elman I, Karlsgodt KH, Gastfriend DR, et al. Cocaine-primed craving
and its relationship to depressive symptomatology in individuals
with cocaine dependence. J Psychopharmacol
2002;16:163-7.
Overall JE, Gorham DR. BPRS Brief Psychiatric Rating Scale. Psychol
Rep 1962;10:799-812.
Hamilton M. A rating scale for depression. J Neurol Neurosurg
Psychiatry 1960;23,56-62.
70. Aggressività e psicopatologia in pazienti
che accedono ad un SPDC
A. Colasanti, A. Natoli, M. Rossattini, M.A. Brambilla,
M.C. Mauri
Unità di Neuropsicofarmacologia, IRCCS Ospedale Maggiore
Policlinico, Milano
Lo scopo dello studio è la valutazione della prevalenza e
della gravità dell’aggressività nei pazienti che accedono ad
un SPDC, con particolare riferimento ai correlati clinici, al
peso di ogni variabile clinico-diagnostica e socio-demografica
e all’eventuale potere predittivo di ciascuna di esse.
77 pazienti, di cui 52 maschi e 25 femmine, ricoverati
durante il trimestre giugno-agosto 2005 nell’SPDC dell’ospedale
Policlinico di Milano, sono stati inclusi nello studio.
Abbiamo utilizzato le scale BPRS e MOAS per la valutazione
della sintomatologia e dell’aggressività. 18 pazienti
(23% del campione totale) sono stati ricoverati in regime
di trattamento sanitario obbligatorio.
L’età media del campione è di 42,72 aa. La durata del ricovero
è variata da 1 a 50 gg (media 11,6 ± 8,9 SD). Nel
periodo di osservazione 45 pazienti (58,44%) hanno presentato
aggressività. Il 46,75% del campione ha messo in
atto comportamenti violenti. Vi è una correlazione negativa
tra l’età e l’aggressività, indicando nei giovani dai 19 ai
29 aa i soggetti più aggressivi (media = 3,55 ± 3,3 SD) e
nei soggetti tra i 50 e i 64 aa i meno aggressivi (media = 1
± 1,8 SD).
Non vi è una correlazione significativa tra la non volontarietà
del ricovero e l’aggressività. Risulta invece altamente
significativa la correlazione tra punteggi ottenuti alla
BPRS e il regime di ricovero (p < 0,005). Si è osservato
che gli individui con una storia anamnestica di abuso di sostanze
sono risultati significativamente più aggressivi dei
non abusatori (p < 0,05). Non è stata evidenziata una relazione
tra diagnosi ed aggressività, tranne i Disturbi di Personalità
di cluster b che hanno ottenuto i punteggi MOAS
più elevati (media 4,4).
In conclusione, i risultati dello studio sembrano evidenziare
che l’aggressività non sia un pattern legato alla malattia,
bensì sia definibile come un tratto di personalità.
Bibliografia
Archer J, Coyne SM. An integrated review of in direct, relational and
social aggression. Personality Soc Psychol Rev 2005;9:212-30.
Foley SR, Kelly BD, Clarke M, McTigue O, Gervin M, Kamali M,
et al. Incidence and clinical correlates of aggression and violence
at presentation with first episode pychosis. Schizofr Res Elsevier
2005;72:161-8.
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