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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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premotoria laterale, il cingolato anteriore rostrale e il nucleo<br />

caudato dorsale. Mentre gli stu<strong>di</strong> neuropsicologici che utilizzano<br />

il TOL nei pazienti con schizofrenia sono numerosi<br />

ed evidenziano una compromissione specifica <strong>della</strong> memoria<br />

<strong>di</strong> lavoro in questi soggetti (Thienel et al., 2000), un solo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> neuroimmagine è stato sinora condotto in modo<br />

specifico sul TOL negli schizofrenici (Rasser et al., 2005) e<br />

sembra in<strong>di</strong>care un aumento <strong>di</strong> attivazione a livello <strong>della</strong><br />

DLPC e <strong>della</strong> corteccia frontale e una riduzione a livello del<br />

giro temporale superiore <strong>di</strong> destra, con inversione del pattern<br />

<strong>di</strong> attivazione all’aumento <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> lavoro rispetto ai<br />

controlli normali. Lo stu<strong>di</strong>o delle funzioni esecutive nella<br />

schizofrenia è <strong>di</strong> estrema importanza in quanto il funzionamento<br />

cognitivo è compromesso, non sembra essere una<br />

conseguenza <strong>della</strong> sintomatologia o del trattamento, e sembra<br />

essere uno dei pre<strong>di</strong>ttori principali dello scarso outcome<br />

dei pazienti. Nel presente stu<strong>di</strong>o ci siamo proposti <strong>di</strong> indagare<br />

una popolazione <strong>di</strong> soggetti schizofrenici (DSM-IV<br />

TR) tramite fMRI utilizzando il task TOL, confrontandoli<br />

con una popolazione <strong>di</strong> soggetti sani selezionati per età e genere.<br />

Attualmente l’indagine è stata condotta su 8 soggetti<br />

schizofrenici e altrettanti controlli sani. I pazienti attivano lo<br />

stesso circuito dei controlli, che include bilateralmente la<br />

DLPC, il giro parietale inferiore, il precuneo e il cervelletto.<br />

Nelle mappe <strong>di</strong> confronto tra gruppi, i pazienti presentano<br />

una maggiore attivazione <strong>della</strong> DLPC, che si osserva già a<br />

carico <strong>di</strong> lavoro ridotto. Questi primi dati sembrano confermare<br />

l’inefficienza dei circuiti cerebrali a<strong>di</strong>biti alla memoria<br />

<strong>di</strong> lavoro nei soggetti affetti da schizofrenia, come già<br />

evidenziato da altri stu<strong>di</strong>. È nostra intenzione valutare le <strong>di</strong>fferenze<br />

<strong>di</strong> attivazione delle mappe cerebrali tra questi due<br />

gruppi e correlare le aree <strong>di</strong> anomala attivazione con l’outcome<br />

funzionale dei pazienti.<br />

Bibliografia<br />

Rasser PE, Johnston P, Lagopoulos J, Ward PB, Schall U, Thienel<br />

R, et al. Functional MRI BOLD response to Tower of Loindon<br />

performance of first-episode schizophrenia patients using cortical<br />

pattern matching. Neuroimage 2005;26:941-51.<br />

Thienel R, Butorac M, Schall U, Bender S, Wolstein J, Dittmann-<br />

Balcar A, et al. Tower of London performance in first to third<br />

episode patients withy schizophrenia: a follow-up study on executive<br />

function. Schizoph Res 2000;41(Suppl):294.<br />

53. La “social cognition” nella schizofrenia:<br />

correlati neuropsicologici<br />

F. Castagna, F. Marino, C. Mingrone, T. Mongini,<br />

D. Perrone, P. Rocca<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Torino<br />

Il termine “social cognition” viene utilizzato per in<strong>di</strong>care la<br />

capacità <strong>di</strong> costruire rappresentazioni delle relazioni esistenti<br />

tra sé e gli altri e <strong>di</strong> usare queste rappresentazioni per<br />

guidare in modo flessibile i comportamenti sociali. Per stu<strong>di</strong>are<br />

questa abilità sono stati usati <strong>di</strong>versi para<strong>di</strong>gmi, tra cui<br />

lo stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> Teoria <strong>della</strong> Mente (ToM) e lo stu<strong>di</strong>o sulla<br />

percezione delle emozioni facciali. Numerose ricerche hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato che i pazienti affetti da schizofrenia sono<br />

compromessi nella capacità <strong>di</strong> attribuzione <strong>di</strong> stati mentali e<br />

in quella <strong>di</strong> riconoscimento delle emozioni, tuttavia il legame<br />

tra queste due abilità rappresenta un campo ancora poco<br />

249<br />

POSTER<br />

esplorato. Il crescente interesse nell’indagare la <strong>di</strong>mensione<br />

<strong>della</strong> “social cognition” è legato al fatto che alcune aspetti<br />

psicopatologici ed alcune problematiche <strong>di</strong> funzionamento<br />

sociale potrebbero essere compresi alla luce delle compromissioni<br />

sopra citate. Il presente stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> indagare<br />

se il deficit <strong>di</strong> ToM costituisca un tratto specifico del<br />

<strong>di</strong>sturbo schizofrenico o se faccia parte <strong>di</strong> una compromissione<br />

intellettiva generalizzata o, ancora, se sia la risultante<br />

<strong>di</strong> specifiche alterazioni cognitive <strong>di</strong> base. Inoltre, sono state<br />

valutate le possibili relazioni tra abilità richieste dal processamento<br />

dell’espressività facciale e funzioni cognitive.<br />

Un campione <strong>di</strong> pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> schizofrenia (n =<br />

28) secondo i criteri del DSM IV-TR, in fase stabile, reclutati<br />

presso la SCDU <strong>Psichiatria</strong> e il DSM Torino 1 Sud, è<br />

stato valutato me<strong>di</strong>ante il test <strong>di</strong> “Attribuzione delle intenzioni”<br />

per indagare la ToM e il Comprehensive Affect Testing<br />

System (CATS), che valuta <strong>di</strong>fferenti aspetti delle funzioni<br />

emotive. La valutazione neurocognitiva ha compreso<br />

la somministrazione <strong>di</strong> un’ampia batteria <strong>di</strong> test neuropsicologici<br />

e una prova sul livello intellettivo globale premorboso<br />

(Test Intelligenza Beve, TIB). Non sono emerse relazioni<br />

significative tra le variabili cognitive esaminate, il livello<br />

intellettivo premorboso e le due prove <strong>di</strong> “social cognition”.<br />

Il deficit <strong>di</strong> ToM non sembra essere secondario alla compromissione<br />

cognitiva presente nei pazienti – <strong>di</strong>mostrato dal<br />

confronto con un gruppo <strong>di</strong> controlli sani –, suggerendo una<br />

relativa specificità <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo nella schizofrenia. Per<br />

quanto riguarda il riconoscimento delle emozioni, è stata<br />

confermata la natura non cognitiva dell’elaborazione degli<br />

stimoli emotivi. La “social cognition” nella schizofrenia<br />

sembrerebbe configurare un modulo in<strong>di</strong>pendente dell’intelligenza,<br />

separata dalle abilità cognitive generalizzate.<br />

Bibliografia<br />

Brüne M. Emotion recognition, “Theory of Mind” and social behavior<br />

in schizophrenia. Psychiatry Res 2005;133:135-47.<br />

Ab<strong>di</strong> Z, Sharma T. Social cognition and its neural correlates in<br />

schizophrenia and autism. CNS Spectr 2004;9:335-43.<br />

Frith U, Frith CD. The biological basis of social interaction. Current<br />

Direction in Psychological Science 2001;10:151-5.<br />

54. Efficacia <strong>di</strong> un programma psicoeducazionale<br />

per il controllo<br />

dell’incremento ponderale in pazienti in<br />

terapia con antipsicotici<br />

S. Castrogiovanni, M. Simoncini, N. Iovieno, D. Cecconi,<br />

G. Dell’Agnello * , P. Donda * , M. Quadrigli * , A. Rossi<br />

* , M. Mauri<br />

Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Neurobiologia, Farmacologia<br />

e Biotecnologie, Università <strong>di</strong> Pisa; * Eli Lilly Italia S.p.A.<br />

Obiettivi: la terapia antipsicotica (AP) può essere associata<br />

ad incremento ponderale (IP).<br />

Benché siano stati utilizzati <strong>di</strong>versi interventi per la gestione<br />

dell’IP, sono poco conosciuti gli effetti <strong>di</strong> interventi comportamentali,<br />

<strong>di</strong>etetici ed educativi su pazienti psichiatrici<br />

per la gestione dell’IP associato con AP.<br />

In questo stu<strong>di</strong>o è stata valutata l’efficacia <strong>di</strong> un programma<br />

psicoeducazionale (PPE) nella gestione dell’IP in pazienti in<br />

terapia con olanzapina (olz).

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