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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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45. Utilizzo <strong>della</strong> mirtazapina in pazienti<br />

con anoressia nervosa tipo restricter:<br />

uno stu<strong>di</strong>o pilota<br />

POSTER<br />

A. Carano, C. Di Paolo, D. De Berar<strong>di</strong>s, D. Campanella,<br />

R. La Rovere, L. Penna, A. Cicconetti, L. Pelusi, F. Gambi,<br />

G. Sepede, G. Salini, M. Castrovilli, S. Spinella,<br />

E. Mancini * , A. Valchera ** , C. Cotellessa, R.M. Salerno,<br />

F.M. Ferro<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia e Neuroscienze, Cattedra <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>,<br />

Università “G. D’Annunzio” <strong>di</strong> Chieti; * Cattedra<br />

<strong>di</strong> <strong>Psicopatologia</strong> dello Sviluppo, Università <strong>di</strong> Urbino;<br />

** ASUR Marche 8, Civitanova Marche<br />

Introduzione: nel presente lavoro è stato valutato l’effetto<br />

a breve termine <strong>della</strong> mirtazapina sia sulla sintomatologia<br />

alimentare che sul vissuto depressivo <strong>di</strong> pazienti affette da<br />

Anoressia nervosa restricter (An-R).<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: nel nostro stu<strong>di</strong>o eseguito su un campione<br />

<strong>di</strong> 26 pazienti affette da An-R (DSM-IV), afferite<br />

presso il Centro Obesità e dei Disturbi del Comportamento<br />

Alimentare del Policlinico <strong>di</strong> Chieti nel periodo settembre<br />

2004-maggio 2005, sono state valutate l’evoluzione del <strong>di</strong>sturbo<br />

<strong>della</strong> condotta alimentare e l’incidenza <strong>della</strong> terapia<br />

farmacologica nel processo <strong>di</strong> remissione dei sintomi. La<br />

valutazione clinica è stata effettuata me<strong>di</strong>ante la Eating Disorders<br />

Inventory 2 (EDI-2), l’EDI-Symptom Check List, la<br />

Symptom Check List Revised (SCL-90-R), la Toronto<br />

Alexithymia Scale (TAS-20) e la Beck Depression Inventory<br />

(BDI). I soggetti in esame sono state trattate con mirtazapina<br />

ad un dosaggio me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 45 mg/<strong>di</strong>e. Su questo campione<br />

abbiamo valutato l’andamento del BMI all’entrata (T0) e al<br />

follow-up dopo 6 mesi (T1) sia in relazione alla terapia farmacologica<br />

che alla valutazione psicopatologica a me<strong>di</strong>o e<br />

breve termine <strong>della</strong> malattia.<br />

Risultati: al T1 è stato riscontrato un significativo aumento<br />

del BMI (p = 0,04). L’andamento del peso appare in crescita<br />

e in stretta relazione alle migliorate con<strong>di</strong>zioni psicopatologiche<br />

<strong>della</strong> paziente, evidenziabile in particolar modo, dalla riduzione<br />

dei punteggi alle sottoscale “impulso alla magrezza”<br />

e “consapevolezza enterocettiva” dell’EDI-2. Tutti i soggetti,<br />

inoltre, dopo 6 mesi <strong>di</strong> trattamento con mirtazapina, mostravano<br />

una netta <strong>di</strong>minuzione dei punteggi <strong>della</strong> BDI (p <<br />

0,001) e <strong>della</strong> sottoscala “depressione” dell’SCL-90.<br />

Conclusioni: i dati emersi dal nostro stu<strong>di</strong>o, anche se in via<br />

preliminare, <strong>di</strong>mostrano che il trattamento farmacologico con<br />

la mirtazapina in pazienti affette da AN-R induce: 1) miglioramento<br />

del quadro clinico e psicopatologico dell’An-R; 2)<br />

significativa riduzione <strong>della</strong> sintomatologia depressiva.<br />

46. Disturbi mentali <strong>di</strong> Asse I in un campione<br />

<strong>di</strong> 64 pazienti affetti da patologia tiroidea<br />

M. Carlini, R. Paggini, F. Golia, L. Novelli, C. Taponecco,<br />

L. Bevilacqua, M.N. Minuto, P. Miccoli, L. Dell’Osso<br />

Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Farmacologia, Neurobiologia<br />

e Biotecnologie, Università <strong>di</strong> Pisa<br />

Numerosi stu<strong>di</strong> hanno sottolineato l’elevata prevalenza <strong>di</strong><br />

sintomi e <strong>di</strong>sturbi psichiatrici nelle patologie tiroidee. Questo<br />

stu<strong>di</strong>o ha lo scopo <strong>di</strong> valutare l’eventuale presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />

sturbi <strong>di</strong> Asse I in pazienti con patologia tiroidea ad in<strong>di</strong>cazione<br />

chirurgica.<br />

Un campione <strong>di</strong> 64 pazienti affetti da varie patologie tiroidee,<br />

tutti in eutiroi<strong>di</strong>smo, sono stati valutati alla vigilia dell’intervento<br />

chirurgico tramite SCID-P. I soggetti non dovevano<br />

presentare in anamnesi trattamento in atto o pregresso<br />

con sali <strong>di</strong> litio.<br />

Il 47% del campione era esente da patologia psichiatrica <strong>di</strong><br />

Asse I. Il 53% presentava invece un <strong>di</strong>sturbo mentale, secondo<br />

i criteri del DSM-IV, <strong>di</strong> cui: il 53% <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> panico,<br />

il 32% depressione maggiore ricorrente (non in atto), il<br />

15% episo<strong>di</strong>o depressivo in atto, il 17,6% <strong>di</strong>sturbo d’ansia<br />

generalizzata, il 15% fobia specifica, l’11,8% fobia sociale,<br />

l’11,8% <strong>di</strong>sturbo ossessivo-compulsivo e il 6% <strong>di</strong>sturbo da<br />

uso <strong>di</strong> sostanze. Inoltre in un caso la <strong>di</strong>agnosi era <strong>di</strong> anoressia<br />

nervosa e in uno <strong>di</strong> <strong>di</strong>stimia.<br />

I pazienti con patologia tiroidea in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> eutiroi<strong>di</strong>smo<br />

ad in<strong>di</strong>cazione chirurgica hanno un’elevata incidenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi psichiatriche con prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> panico<br />

e <strong>di</strong> depressione maggiore. Tali risultati suggeriscono che<br />

le malattie tiroidee e psichiatriche potrebbero essere espressione<br />

<strong>di</strong> un’alterazione a comune, ancora da identificare.<br />

47. Differenze <strong>di</strong> genere nello Spettro<br />

dell’Umore in un campione <strong>di</strong> pazienti<br />

con <strong>di</strong>sturbi dell’umore in remissione<br />

e in un gruppo <strong>di</strong> controllo<br />

M. Carlini, P. Rucci, L. Bevilacqua, M. Catena, A. Bal<strong>di</strong>ni,<br />

G. Consoli, L. Dell’Osso<br />

Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Farmacologia, Neurobiologia<br />

e Biotecnologie, Università <strong>di</strong> Pisa<br />

I sintomi lifetime dello spettro dell’umore si indagano me<strong>di</strong>ante<br />

l’“Intervista Clinica Strutturata per lo Spettro dell’Umore”<br />

(SCI-MOODS), comprendenti 140 item organizzati<br />

in 7 domini: umore, funzioni cognitive ed energia sia depressivi<br />

che maniacali, ritmicità e funzioni vegetative. Lo<br />

scopo dello stu<strong>di</strong>o consiste nel valutare le <strong>di</strong>fferenze nello<br />

spettro dell’umore in rapporto al genere.<br />

Sono stati valutati 102 pazienti bipolari in remissione, 117<br />

pazienti con depressione ricorrente in remissione e 114 controlli,<br />

con la MINI e lo SCI-MOODS.<br />

Il punteggio totale me<strong>di</strong>o dei controlli <strong>di</strong> sesso femminile è<br />

superiore rispetto a quelli <strong>di</strong> sesso maschile in modo significativo<br />

(p < 0,05). La me<strong>di</strong>a del punteggio per la componente<br />

depressiva è maggiore nelle donne, sia nei bipolari (p<br />

= 0,05) che nei controlli (p < 0,01). Nel dominio ritmicità e<br />

funzioni vegetative sono state rilevate <strong>di</strong>fferenze significative<br />

nelle donne <strong>di</strong> tutti e tre i gruppi.<br />

I dati ottenuti da questo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>mostrano che nei controlli<br />

la presenza <strong>di</strong> spettro dell’umore è con<strong>di</strong>zionata in modo significativo<br />

dal genere, con una chiara prevalenza per il sesso<br />

femminile. Ciò non si verifica in modo così netto nei due<br />

campioni affetti da patologia <strong>di</strong> Asse I. Questo in<strong>di</strong>ca che la<br />

presenza <strong>di</strong> una psicopatologia potrebbe ridurre l’impatto<br />

del genere sul quadro sintomatologico.<br />

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