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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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POSTER<br />

donne) con un’età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 71 anni ed un ricovero <strong>della</strong> durata<br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> venti giorni e mezzo.<br />

L’alcool è risultata la sostanza più frequentemente oggetto<br />

d’abuso (50% dei casi, 29 maschi e 21 femmine). Il 26% dei<br />

casi risultava invece correlato a Sedativi Ipnotici (9 maschi<br />

e 17 femmine). Il 17% dei soggetti faceva uso <strong>di</strong> altre sostanze<br />

psicotrope. 5% dei pazienti era poliabusatore. Il 2%<br />

dei pazienti presentava un <strong>di</strong>sturbo correlato all’uso <strong>di</strong> sostanze<br />

me<strong>di</strong>camentose non psicotrope.<br />

Solo 17 pazienti hanno presentato un’unica <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Disturbo<br />

Correlato a sostanze, 56 hanno rilevato in comorbi<strong>di</strong>tà<br />

altre patologie psichiatriche.<br />

La grande predominanza dell’alcool come sostanza oggetto<br />

<strong>di</strong> abuso e <strong>di</strong>pendenza e il secondo posto occupato dai sedativo-ipnotici<br />

è testimoniata anche negli stu<strong>di</strong> effettuati a livello<br />

internazionale.<br />

Rapportando le osservazioni relative all’Ospedale Generale<br />

con quelle riguardanti il Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Psichiatriche<br />

dell’Università <strong>di</strong> Genova, si è potuto notare nel primo<br />

una sottostima <strong>della</strong> patologia Dipendenza-Abuso <strong>di</strong> Sostanze.<br />

Dalla nostra osservazione emerge che il paziente anziano ricoverato<br />

con problemi <strong>di</strong> abuso e/o <strong>di</strong>pendenza da sostanze<br />

riceve sempre una terapia farmacologia finalizzata a curare<br />

le conseguenze organiche dell’abuso e frequentemente, ma<br />

non sempre, gli vengono somministrati dei farmaci per limitare<br />

l’assunzione o sostituire la sostanza abusata. Purtroppo,<br />

quasi mai a questi pazienti viene iniziato un trattamento<br />

psicoterapeutico, per la riduzione <strong>della</strong> prospettiva <strong>di</strong><br />

sopravvivenza, la <strong>di</strong>pendenza e la limitazione delle capacità<br />

cognitive.<br />

Oltre a tenere conto dei dati <strong>di</strong> realtà, un intervento <strong>di</strong> questo<br />

tipo vede mo<strong>di</strong>ficati gli obiettivi: non abbattere le <strong>di</strong>fese,<br />

ma, al contrario, ristabilire un senso del sé positivo, evitando<br />

per quanto possibile la <strong>di</strong>pendenza e mantenendo un<br />

buon livello <strong>di</strong> funzionamento.<br />

Non si possono infatti nascondere possenti ostacoli transferali:<br />

l’impercorribilità narcisistica del rapporto transferale,<br />

l’instaurarsi <strong>di</strong> un transfert magico, le intense istanze idealizzanti<br />

e pretenziose, ed infine il transfert erotico.<br />

Spesso però il fallimento psicoterapeutico, l’interruzione<br />

del trattamento o considerare solo la via farmacologica,<br />

vanno ricondotti alla complessa situazione controtransferale:<br />

nel terapeuta il paziente anziano rievoca le temute angosce<br />

<strong>di</strong> morte e la <strong>di</strong>pendenza da sostanza richiama la fantasia<br />

<strong>di</strong> un genitore vecchio e pieno d’o<strong>di</strong>o.<br />

30. Disturbi psichici nell’obesità e <strong>di</strong>fferenze<br />

<strong>di</strong> genere<br />

L. Bona, F. Pinna, S. Massa, G. Pillai, P.E. Fanni, A. Ferro<br />

Ingaglio * , P. Mancosu ** , F. Velluzzi * , A. Loviselli * ,<br />

W. Orrù ** , B. Carpiniello<br />

Clinica Psichiatrica, Università <strong>di</strong> Cagliari; * U.O. Dipartimentale<br />

<strong>di</strong> Obesità, Policlinico Universitario <strong>di</strong> Cagliari;<br />

** Istituto “I.H. Schultz”, Cagliari<br />

Introduzione: un approccio “gender-oriented” all’obesità<br />

può dare utili in<strong>di</strong>cazioni su specifici fattori <strong>di</strong> rischio nei<br />

due sessi e rappresentare un riferimento importante ai fini<br />

<strong>della</strong> prevenzione e del trattamento dell’obesità. Il nostro<br />

stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> valutare le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> genere nel quadro<br />

clinico, decorso e trattamento dei <strong>di</strong>sturbi psichici in un<br />

campione <strong>di</strong> pazienti afferenti ad un Centro per la cura dell’Obesità.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: campione <strong>di</strong> 106 pz (23 m e 83 f), 89<br />

obesi (BMI > 30) e 17 sovrappeso (BMI 25 < > 30). Il rilevamento<br />

dei dati è stato effettuato tramite una scheda <strong>della</strong><br />

socio-anagrafica e clinica del paziente. Come strumenti <strong>di</strong><br />

valutazione <strong>di</strong>agnostica, <strong>della</strong> gravità clinica e del funzionamento<br />

globale sono state utilizzate rispettivamente SCID I e<br />

SCID II, CGI e GAF.<br />

Risultati: sono state ha riscontrate <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> genere statisticamente<br />

significative nella <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> asse I in atto<br />

(44,3% dei m e 26,1% delle f), nell’età relativa al primo trattamento<br />

farmacologico (47 ± 13 nei m e 33,7 ± 11 nelle f),<br />

e nell’età d’esor<strong>di</strong>o delle problematiche relative al peso<br />

(29,32 ± 14 nei m e 23,14 ± 10,8 nelle f). Emerge, nel complesso,<br />

una maggiore prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> asse I, soprattutto<br />

<strong>di</strong>sturbi d’ansia e dell’umore, e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> asse<br />

II nelle f.<br />

Conclusioni: i risultati del nostro stu<strong>di</strong>o evidenziano, nel<br />

complesso, una maggiore prevalenza nelle donne obese, rispetto<br />

ai maschi obesi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> asse I e <strong>di</strong> asse II.<br />

31. Schizofrenia e menopausa<br />

L. Bona, F. Pinna, S. Massa, V. Mattana, B. Carpiniello<br />

Clinica Psichiatrica, Università <strong>di</strong> Cagliari<br />

Introduzione: da <strong>di</strong>versi anni la ricerca indaga sulla presenza<br />

<strong>di</strong> specifici fattori <strong>di</strong> rischio biologici e ambientali per<br />

la Schizofrenia nei due sessi. Di particolare interesse sono i<br />

dati relativi all’esistenza <strong>di</strong> un’associazione fra livelli <strong>di</strong><br />

estrogeni e psicosi, e ai potenziali effetti protettivi degli<br />

estrogeni nel decorso <strong>della</strong> schizofrenia. Il nostro stu<strong>di</strong>o si<br />

propone <strong>di</strong> valutare le <strong>di</strong>fferenze nel quadro clinico, gravità<br />

e funzionamento globale nelle donne con <strong>di</strong>sturbi dello spettro<br />

schizofrenico nei due sottogruppi “in menopausa” e<br />

“non in menopausa”.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: lo stu<strong>di</strong>o riguarda un campione <strong>di</strong> 32<br />

donne con <strong>di</strong>sturbi dello spettro schizofrenico, afferenti a<br />

un CSM Universitario, <strong>di</strong> cui il 37,5% (n = 12) è attualmente<br />

in menopausa, valutate me<strong>di</strong>ante PANSS, CGI e<br />

GAF.<br />

Risultati: le <strong>di</strong>fferenze alla CGI e alla GAF nei due sottogruppi<br />

<strong>di</strong> pazienti, pur non statisticamente significative,<br />

evidenziano punteggi più elevati nel sottogruppo in menopausa.<br />

I punteggi alla PANSS evidenziano <strong>di</strong>fferenze statisticamente<br />

significative nelle seguenti scale e sottoscale: <strong>di</strong>sorganizzazione<br />

concettuale, comportamento allucinatorio, ritiro<br />

sociale passivo, mancanza flui<strong>di</strong>tà colloquio, pensiero<br />

stereotipo, scala negativa; ai limiti <strong>della</strong> significatività statistica<br />

in deliri, <strong>di</strong>fficoltà pensiero astratto, scala positiva. In<br />

tutti i casi, i punteggi più elevati si riscontrano nel sottogruppo<br />

delle pazienti in menopausa.<br />

Conclusioni: i risultati del nostro stu<strong>di</strong>o concordano, nel<br />

complesso, con i dati <strong>della</strong> letteratura secondo cui, nelle<br />

donne schizofreniche, con il sopraggiungere <strong>della</strong> menopausa,<br />

si assisterebbe a un progressivo peggioramento del<br />

quadro clinico.<br />

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