XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

Tab. I.
ta: AN 33,4%, BN 23,2%, BED 23,4%, DCA NAS 20%. I
pazienti sono stati sottoposti ad una intervista diagnostica
semistrutturata, al colloquio e alla somministrazione del
MMPI-2. Tra i soggetti drop-out sono state individuate tre
diverse tipologie nelle rispettive categorie diagnostiche: 1)
drop-out dopo miglioramento; 2) drop-out senza miglioramento;
3) drop-out precoce, valutati secondo i criteri previsti
dallo studio.
Risultati: la percentuale totale di drop-out è stata del
52,2%, distribuita per patologia come dettagliato in Tabella
I. Dai dati emersi si evidenzia una percentuale significativa
del 7,8% di pazienti con AN che abbandonano il trattamento
dopo miglioramento e del 5,6% di pazienti con BED che
presentano drop-out precoce. Il controllo al MMPI-2 di questo
gruppo di pazienti, ha evidenziato dati significati alla
Scala TRT con punteggi di T medio = 63.
Conclusioni: i dati percentuali più significativi riguardano
gruppi di pazienti affetti da AN e BED che presentano tipologie
diverse di drop-out: il comune denominatore è l’atteggiamento
negativo nei confronti del trattamento e al trattamento
psicologico in particolare. Questo gruppo di pazienti
è stato inoltre valutato, nell’ambito del colloquio e dell’intervista
di bassa motivazione, risultando questo un rilevante
fattore di predittività di drop-out.
Bibliografia
Butcher JN, Williams CL. Fondamenti per l’interpretazione del
MMPI-2 e del MMPI-A. Giunti 1996.
20. L’illusoria libertà della non cura:
anoressia e obesità
POSTER
Drop-out Drop-out Drop-out Non
dopo miglioramento senza miglioramento precoce drop-out
% AN 7,8 5,6 3,3 16,7
% BN 4,5 4,4 4,4 9,9
% NAS 4,4 1,1 4,5 10,0
% BED 4,4 2,2 5,6 11,2
% TOT 21,1 13,3 17,8 47,8
M. Bellomo, M. Dellepiane, F. Sibilla
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica,
Sezione di Psichiatria, Università di Genova
Questo lavoro è nato dall’osservazione clinica di pazienti
ambulatoriali con diagnosi di DCA, seguiti con trattamento
integrato presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di
Genova. I dati riguardano 90 pazienti (con età media di:
30,2) di cui 91,2% femmine e 8,8% maschi. Le diagnosi, secondo
i criteri del DSM IVTR, sono di: 31 AN, 20 BN, 18
DCA NAS e 21 BED. La percentuale di abbandono della terapia
è risultata sul campione totale del 52,2% con la seguente
distribuzione per sottogruppo diagnostico: AN
16,7%, BN 13,3%, NAS 10%, BED 12,2.
La più alta percentuale di drop out dopo miglioramento clinico
(incremento ponderale dopo riabilitazione nutriziona-
le) riguarda i casi di AN (7,8%). Il drop out precoce (entro
il primo mese) caratterizza i pazienti con BED (5,6%). I
soggetti con drop-out precoce presentavano tutti obesità di
grado medio o grave (BMI medio 40). All’MMPI 2 i pazienti
con obesità media/grave hanno presentato alta alexitimia
e atteggiamenti negativi al trattamento psicologico, risultati
analoghi si sono ottenuti nei pazienti con AN. Questi
rilievi concordano con le nostre osservazioni sull’assetto
psicodinamico di queste due tipologie di pazienti caratterizzato
da fragilità dell’autostima e mancata autoconsapevolezza
della propria immagine corporea. La scelta della non
cura che mantiene il corpo malato esprime un assetto difensivo
che si oppone al cambiamento e alla libertà alla cura.
Tali osservazioni suggeriscono la necessità di favorire nella
terapia di questi pazienti il raggiungimento di una maggiore
consapevolezza della propria immagine corporea.
Bibliografia
Bruch H. Patologia del comportamento alimentare. Feltrinelli
2000.
21. Comorbidità di asse I e di asse II
nel disturbo di panico notturno
C. Bergesio, V. Salvi, U. Albert, G. Maina, F. Bogetto
Servizio per i Disturbi Depressivi e d’Ansia, SCDU Psichiatria,
Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino
Introduzione: gli attacchi di panico notturni sono manifestazioni
comuni tra i pazienti con disturbo di panico, tuttavia
il loro significato rimane poco chiaro. Alcuni Autori suggeriscono
che il panico notturno (NP) rappresenti una variante
del disturbo di panico caratterizzata da maggiore gravità,
benché si tratti di un argomento ancora dibattuto. A sostegno
di quest’ipotesi vi è in alcuni studi il riscontro di una
maggior frequenza e gravità degli attacchi e dei sintomi associati
oltre che di una maggiore comorbidità con disturbi
d’ansia e affettivi. I dati di comorbidità osservati nei diversi
studi sono tuttavia discordanti e al momento attuale non
risulta in letteratura indagata la comorbidità con tutti i disturbi
di asse I, né con i disturbi di personalità.
Scopo dello studio: è confrontare la comorbidità di asse I e II
in pazienti con DP con e senza attacchi di panico notturno.
Metodi: sono stati selezionati 156 pazienti con diagnosi di
DP (DSM-IV), 46 con e 110 senza attacchi di panico notturno.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad un’intervista
semistrutturata con sezioni riguardanti 1) dati sociodemografici;
2) caratteristiche cliniche del DP. I disturbi in co-
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