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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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uso maggiore <strong>di</strong> farmaci ipnoinducenti nel mese precedente<br />

(0,9 ± 1,4 vs. 0,5 ± 0,2; p = 0,01) e una frequenza più elevata<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi del sonno rispetto ai controlli (1,4 ± 0,5 vs.<br />

1,0 ± 0,3; p = 0,01). Il cronotipo delle pazienti con AN si è<br />

rivelato notevolmente più mattutino rispetto ai soggetti <strong>di</strong><br />

controllo (35,5 ± 6,0 vs. 30,6 ± 4,4; p = 0,005). Un’aumentata<br />

prevalenza <strong>di</strong> RLS è stata riscontrata nelle pazienti anoressiche<br />

[5/20 (25%) vs. 2/20 (10%), punteggio me<strong>di</strong>o IRL-<br />

SRS: 19,0 ± 8,6 vs. 16,6 ± 9,9]. La qualità soggettiva del<br />

sonno risulta alterata nelle pazienti con AN. La frequente<br />

coesistenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo depressivo potrebbe spiegare il<br />

profilo cronotipico osservato nella AN. Futuri stu<strong>di</strong> sono necessari<br />

al fine <strong>di</strong> confermare l’associazione tra AN e RLS.<br />

6. Atrofia ippocampale nel Disturbo posttraumatico<br />

da stress (PTSD): correlazioni<br />

con il tipo <strong>di</strong> evento traumatico e la gravità<br />

del <strong>di</strong>sturbo<br />

P.M. Annese, S. Calossi, A. Lombardelli, N. Polizzotto,<br />

M. Tavanti, L. Bossini, F. Pieraccini, P. Castrogiovanni<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università<br />

<strong>di</strong> Siena<br />

I dati <strong>della</strong> letteratura in<strong>di</strong>cano la presenza <strong>di</strong> una riduzione<br />

del volume ippocampale nel Disturbo Post-Traumatico da<br />

Stress (valutato tramite tecniche <strong>di</strong> Brain Imaging) e che tale<br />

alterazione anatomica è correlata con deficit cognitivi e<br />

con la gravità dei sintomi. Scopo <strong>della</strong> nostra ricerca è confermare<br />

i dati <strong>di</strong> un nostro precedente stu<strong>di</strong>o relativo all’atrofia<br />

ippocampale presente in soggetti affetti da PTSD tramite<br />

un allargamento del campione (30 pazienti) e valutare<br />

se i dati morfovolumetrici correlano con: la tipologia del<br />

trauma tramite la sud<strong>di</strong>visione del campione in soggetti affetti<br />

da PTSD secondario ad eventi <strong>di</strong> vita civile (n° 20) e<br />

secondario ad attentati terroristici (n. 10); alcune caratteristiche<br />

cliniche; alcune funzioni cognitive.<br />

30 pazienti affetti da PTSD drug free sono stati valutati tramite<br />

test psicometrici e neuropsicologici e sono stati valutati<br />

con RM cerebrale per la misurazione degli ippocampi; 30<br />

soggetti sani paragonabili al campione dei pazienti per sesso,<br />

età, peso e altezza sono stati reclutati come campione <strong>di</strong><br />

controllo per le misurazioni morfovolumetriche.<br />

I risultati <strong>della</strong> nostra indagine sperimentale confermano la<br />

presenza <strong>di</strong> un grado significativo <strong>di</strong> atrofia degli ippocampi<br />

dei soggetti affetti da PTSD rispetto ai controlli, mentre<br />

non sembrano emergere correlazioni con gli altri parametri<br />

considerati. Verranno presentati i dati relativi alla specificità<br />

<strong>della</strong> tipologia dell’evento traumatico nel determinare il<br />

danno neurobiologico.<br />

7. Disturbi <strong>di</strong> Personalità e autolesionismo<br />

in ambito penitenziario<br />

N. Anselmi, A. Pacileo<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Psichiatriche e Me<strong>di</strong>cina Psicologica,<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />

Introduzione: l’area dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> personalità con il DSM-<br />

III del 1980 è emersa con preminenza imponendosi sui rag-<br />

231<br />

POSTER<br />

gruppamenti sindromici e sulla <strong>di</strong>agnosi. In regime detentivo<br />

questa <strong>di</strong>agnosi è particolarmente frequente, soprattutto<br />

“borderline” e “<strong>di</strong>sturbo antisociale”.<br />

Metodologia: la nostra osservazione <strong>di</strong>retta in ambito penitenziario<br />

ci ha consentito un’analisi del fenomeno autolesionistico<br />

nei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> personalità.<br />

Risultati: su 100 pazienti visitati, il 75% presenta un <strong>di</strong>sturbo<br />

<strong>di</strong> personalità, <strong>di</strong> cui 55% “borderline” e 20% “<strong>di</strong>sturbo<br />

antisociale”. Il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> personalità borderline passa<br />

più sotto silenzio che non l’antisociale per gli atti autolesionistici<br />

e i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> comportamento. L’atto autolesionistico<br />

più frequente è la ferita da taglio, seguita dall’ingestione<br />

<strong>di</strong> corpi estranei e con minor frequenza bruciature e<br />

infissione <strong>di</strong> oggetti appuntiti.<br />

Conclusioni: il fenomeno dell’autolesionismo viene ad essere<br />

esasperato dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ristrettezza, dal sovraffollamento,<br />

dalla scarsa o nulla risposta ai farmaci e da<br />

altre caratteristiche contestuali. Questa scelta comportamentale<br />

nelle sue qualità manipolative, recriminative, accusatorie,<br />

autoterapeutiche e <strong>di</strong> strumento chiaramente finalizzato<br />

all’ottenimento <strong>di</strong> vantaggi, resta un messaggio che lo psichiatra,<br />

lo psicologo, l’agente <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a, non può non raccogliere.<br />

Bibliografia<br />

De Leo D, Pavan L, Baconcini E. Suici<strong>di</strong>o. In: Pancheri P, Cassano<br />

GB, et al., eds. Trattato Italiano <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Seconda E<strong>di</strong>zione.<br />

Milano: Masson Italia 1999.<br />

Tatarelli R, Mancinelli T, Taggi F, Polidori G. Suicide in Italian prisons<br />

in 1996 and 1997. A descriptive epidemiologicalstudy. Int<br />

J Offender Ther Comp Criminol 1999;43:438-47.<br />

8. Valutazione delle <strong>di</strong>mensioni<br />

ostilità/impulsività in pazienti gravi<br />

in carico ai servizi territoriali<br />

C. Anzallo, D. Ferrara<br />

CSM <strong>di</strong> Pordenone, USL n. 6 Friuli Occidentale<br />

Introduzione: la valutazione clinica <strong>della</strong> <strong>di</strong>mensione ostilità/impulsività,<br />

rappresenta un target nel monitoraggio<br />

comportamentale e dell’andamento dei programmi terapeutici<br />

<strong>di</strong> pazienti gravi. Obiettivo dello stu<strong>di</strong>o è stato valutare<br />

le <strong>di</strong>mensioni ostilità/impulsività in pazienti schizofrenici e<br />

bipolari in trattamento con antipsicotici atipici e/o stabilizzatori<br />

del tono dell’umore, con rivalutazione posologica<br />

<strong>della</strong> quetiapina.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: lo stu<strong>di</strong>o ha coinvolto 32 pazienti affetti<br />

da patologia psichiatrica grave: 16 con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> schizofrenia<br />

e 16 con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo bipolare in base al<br />

DSM IV. Utilizzata la BPRS versione 4.0 e due questionari<br />

<strong>di</strong> autosomministrazione: Barrat Impulsivness scale, version<br />

11 (BIS-11#758); Aggression Questionnaire (AQ-<br />

#753), al tempo T0 all’inizio dello stu<strong>di</strong>o, al tempo T1 a <strong>di</strong>stanza<br />

<strong>di</strong> due mesi, al tempo T2 a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quattro mesi.<br />

La posologia <strong>di</strong> quetiapina è stata riaggiusta dopo la valutazione<br />

T0 in un range compreso tra 400 e 800 mg/<strong>di</strong>e.<br />

Risultati: è stato evidenziato un miglioramento del quadro<br />

psicopatologico (variazione del punteggio BPRS al T2 rispetto<br />

a T0), e delle <strong>di</strong>mensioni aggressività e impulsività<br />

(BIS-11 e AQ, T2 rispetto a T0) in relazione alle modalità <strong>di</strong><br />

trattamento farmacologico.

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