XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

1. La consulenza psichiatrica nei reparti
di degenza di un ospedale generale: analisi
della richiesta formulata ad un servizio
psichiatrico di diagnosi e cura
D. Acri, R. De Sanctis, P. Roma * , M. Donnini *
SPDC Ospedale “Sandro Pertini” di Roma; * Clinica Psichiatrica
Università di Roma “La Sapienza”
Lo studio nasce dall’esigenza di articolare l’attività di consulenza
attraverso una più proficua e stretta collaborazione
con i colleghi di reparto che permetta di evitare, quanto più
possibile, domande ridondanti se non addirittura inutili ed
incongrue di consulenza. In particolare, gli obiettivi dello
studio possono essere così sintetizzati:
1. definire il profilo del paziente per cui più di frequente è
stata fatta richiesta di consulenza;
2. valutare la congruità e l’opportunità della domanda di
consultazione;
3. rilevare gli eventuali effetti del videat psichiatrico sull’andamento
della degenza.
Sulla base degli obiettivi proposti, è stata utilizzata la
“Scheda Rilevazione Dati-Consulenza Psichiatrica Ospedaliera”,
revisione italiana della Patient Registration Form
dell’European Consultation Liaison Workgroup (ECLW).
La scheda permette la standardizzazione e la confrontabilità
delle informazioni raccolte che riguardano varie aree quali,
tra l’altro, tipologia del paziente e della richiesta di consulenza,
urgenza della domanda e tempi di effettuazione del
videat, diagnosi psichiatrica eventualmente posta dal consulente,
intervento di collegamento effettuato e suggerimenti
di ordine farmacologico.
Finalità dello studio è stata quella di valutare nel suo complesso
l’attività di consultazione svolta dagli psichiatri del
SPDC dell’ospedale “S. Pertini” di Roma in un arco di tempo
compreso tra febbraio 2002 e settembre 2003. Le richieste
di consulenza riguardavano un totale di 526 pazienti ricoverati
nei diversi reparti ospedalieri; di questi 254 erano
maschi (48,3%) e 272 femmine (51,7%).
L’età media era per i maschi pari a 60,2 ± 19,1 a. (range 16-
102 a.) mentre per le femmine era eguale a 61,5 ± 18,8 a.
(range: 15-93 a.); più della metà del campione (50,9%) aveva
un’età compresa tra 65 e ≥ 85 a. La scolarizzazione era
per il 60,1% fino alla scuola dell’obbligo con una piccola
area di analfabetismo (0,6%); esiguo era il numero di pazienti
con diploma di scuola media superiore o diploma di
laurea (4,9%).
L’analisi statistica dei dati è stata condotta con il programma
SPSS versione 13,0. Per ogni singola variabile sono state
eseguite analisi descrittive (medie, deviazioni standard,
analisi delle frequenze). Sono state effettuate correlazioni di
Pearson tra la data della richiesta consulenza/data del ricovero
e data di dimissione/data del ricovero. Il livello di significatività
è stato fissato per valori di p < ,05 in ipotesi bidirezionale.
Il motivo che più di frequente ha indotto il medico di reparto
a sollecitare la consulenza psichiatrica è stata la diagnosi
di depressione (24,1%) seguita da agitazione (15,2%).
È stata trovata una correlazione statisticamente significativa
tra minor tempo intercorrente tra data del ricovero e la richiesta
di consulenza (r = 0,725; Sig. = < ,001) ed una minor
durata del ricovero. Da sottolineare che il 91% delle
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consulenze è stato realizzato entro 24 ore dalla domanda di
videat.
Anche se sono auspicabili ulteriori conferme, dai risultati
emersi in questo studio è ipotizzabile una riduzione della
durata della degenza attraverso un’attenta e precoce attività
di consulenza. In futuro, il servizio di psichiatria di consultazione
e collegamento dovrà essere in grado di dimostrare,
specie all’istituzione in cui opera, la propria utilità anche in
termini di costo-beneficio contribuendo, ad esempio, a ridurre
i tempi di degenza e rendere così meno gravoso il ricovero
per il paziente.
2. Sindrome da Discontrollo Emozionale
e patologia del lobo frontale: l’approccio
neuropsicologico
A.C. Altamura¸ S. Pozzoli, R. Bassetti
Cattedra di Psichiatria, Dipartimento di Scienze cliniche
“Luigi Sacco”, Università di Milano, Milano
Introduzione: dati clinici preliminari hanno evidenziato
che in soggetti con diagnosi di Episodio Depressivo Maggiore
o Disturbo Depressivo NAS esordito tra i 45 e i 65 anni
siano riscontrabili peculiarità nella presentazione clinica,
il che ha portato ad ipotizzare l’esistenza di una sindrome
specifica denominata “Sindrome da Discontrollo Emozionale”
(EDS), che si correla alla presenza radiografica di alterazioni
morfologiche cerebrali. Tali pazienti presentano
punteggi medi globali e parziali più elevati al baseline alle
scale di valutazione psichiatrica (HAM-D; HAM-A; CGI)
ed una peggiore risposta al trattamento antidepressivo standard.
Scopo: valutare se i pazienti con EDS presentano risultati
patologici alla somministrazione di test neuropsicologici.
Metodologia: ad un sottogruppo di pazienti è stata somministrata
una batteria di test di valutazione della memoria anterograda,
linguaggio, attenzione, intelligenza, abilità visuospaziale
e test mirati alla valutazione globale della funzioni
del lobo frontale, oltre al MMSE.
Risultati: da un’analisi descrittiva preliminare dei risultati,
non sembra siano evidenziabili grossolani deficit alle prestazioni
testali.
Discussione e conclusioni: il campione di pazienti testati
necessita di essere ampliato, così da raggiungere una numerosità
sufficiente per un’analisi statistica più approfondita,
che dovrebbe confermare o meno la presenza di specifici
deficit cognitivi in questo specifico gruppo di pazienti, essendo
la letteratura al riguardo scarsa.
Bibliografia
1 Altamura AC, Bassetti R, Santini A, Frisoni GB, Mundo E.
Emotional withdrawal, CT abnormalities and drug response in
late life depression. Progr Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry
2004;28:349-54.
2 Altamura AC, Bassetti R, Giansante M, Mundo E. Frontal lobe
pathology, depression and anxiety: early clinical signs and possible
therapeutic options. Int J Neuropsychopharmacol
2004;7(Suppl 1):S62.