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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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maggiore sensibilità anche le false denuncie hanno acquisito<br />

una grande attenzione e sono state proposte <strong>di</strong>fferenti categorie<br />

per classificarle (false rivelazioni indotte; false rivelazioni<br />

causate da problematiche psicosessuali; false rivelazioni<br />

intenzionali; false rivelazioni con sostituzione del perpetratore).<br />

Molti paesi (ma non l’Italia) <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> statistiche<br />

in merito alle false denuncie. Questi stu<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cano<br />

come molto alta la possibilità <strong>di</strong> un falso positivo quando la<br />

denuncia sia effettuata come correlato ad una <strong>di</strong>sputa per<br />

l’affidamento. In questi casi circa il 30-35% delle denuncie<br />

215<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

risulta falso in<strong>di</strong>cando una alta probabilità che i genitori<br />

abusino dell’abuso per ottenere un vantaggio secondario<br />

non in<strong>di</strong>fferente che porta, in ultima analisi, all’alienazione<br />

dell’altra figura genitoriale. Inoltre dal punto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co<br />

non esistono modalità efficaci per punire chi produce<br />

false denuncie essendo sempre presunta la buona fede del<br />

denunciante. Peraltro anche togliere l’affidamento del minore<br />

al genitore che ha indotto la formulazione <strong>della</strong> denuncia<br />

appare spesso impossibile a causa dell’implicita e forte<br />

collusione che si è creata con il figlio.<br />

25 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA NUREYEV<br />

S99 - Telepsichiatria: nuove opportunità <strong>di</strong> ricerca,<br />

<strong>di</strong>agnosi e cura<br />

Il contributo <strong>della</strong> realtà virtuale ai modelli<br />

psicopatologici e agli interventi terapeutici<br />

G. Riva<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Psicologia, Università “Cattolica del Sacro<br />

Cuore”, Milano<br />

Introduzione: il termine “realtà virtuale – RV” viene normalmente<br />

usato per in<strong>di</strong>care “un ambiente tri<strong>di</strong>mensionale<br />

generato dal computer in cui il soggetto o i soggetti interagiscono<br />

tra loro e con l’ambiente come se fossero realmente<br />

al suo interno”. La sensazione <strong>di</strong> “essere” nell’ambiente<br />

virtuale viene realizzata me<strong>di</strong>ante particolari tecnologie come<br />

il casco immersivo (head-mounted <strong>di</strong>splay), i sensori <strong>di</strong><br />

posizione (trackers): da una parte isolano il soggetto dal<br />

mondo esterno e dall’altra consentono al computer <strong>di</strong> adattare<br />

il mondo tri<strong>di</strong>mensionale al punto <strong>di</strong> vista e alle azioni<br />

dell’utente.<br />

Un approccio Psicologico alla RV: analizzare la RV partendo<br />

dalla tecnologia su cui è basata non consente però <strong>di</strong><br />

comprendere a pieno le opportunità offerte da questo strumento<br />

in ambito terapeutico. Da un punto <strong>di</strong> vista psicologico,<br />

la RV può essere considerata una sofisticata interfaccia<br />

“esperienziale”, in cui la componente percettiva (visiva,<br />

tattile, cinestetica) si fonde con l’interattività. Come rileva<br />

Antinucci (1999), la realtà virtuale, permette <strong>di</strong> “conoscere<br />

il mondo” me<strong>di</strong>ante un appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> tipo senso-motorio,<br />

più naturale per l’essere umano, rispetto all’appren<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> tipo simbolico-ricostruttivo, me<strong>di</strong>ato dal linguaggio.<br />

Le principali caratteristiche dell’appren<strong>di</strong>mento sensomotorio<br />

sono le seguenti:<br />

non si opera sui simboli ma sulla realtà;<br />

non si opera all’interno <strong>della</strong> propria mente, ma all’esterno<br />

con la percezione e l’azione;<br />

può richiedere più tempo ma i contenuti appresi non vengono<br />

<strong>di</strong>menticati<br />

La RV in terapia: razionale: in generale la maggior parte<br />

degli interventi terapeutici si basano su una modalità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> tipo simbolico-ricostruttivo La principale<br />

opportunità offerta dalla RV è la possibilità per il terapeuta<br />

MODERATORI<br />

G. Ruggeri, P. De Giacomo<br />

<strong>di</strong> introdurre nella relazione con il paziente strumenti <strong>di</strong> tipo<br />

esperienziale. Grazie alla RV il paziente partecipa attivamente<br />

al processo <strong>di</strong> cambiamento e allo sviluppo <strong>della</strong> propria<br />

conoscenza: il cambiamento/appren<strong>di</strong>mento è legato allo<br />

“scoprire” e al “fare” in prima persona.<br />

La RV in terapia: la ricerca: a partire da tale contesto la<br />

relazione presenta gli ambiti clinici in cui questo approccio<br />

viene attualmente utilizzato – fobie, <strong>di</strong>sturbi d’ansia, <strong>di</strong>sturbi<br />

alimentari, <strong>di</strong>sturbo post-traumatico da stress, ecc. – <strong>di</strong>scutendo<br />

i risultati ottenuti e i possibili sviluppi futuri.<br />

Le communication technologies<br />

incontrano la clinica: lo sviluppo<br />

<strong>di</strong> interfacce patient-friendly<br />

F. Corsini, F. Davide<br />

Telecom Italia Learning Services (TILS), Roma<br />

La <strong>di</strong>ffusione dei computer ha contagiato negli ultimi anni<br />

un ampio ventaglio <strong>di</strong> attività e aree applicative che a prima<br />

vista sembravano poter esserne “immuni”. La psicoterapia è<br />

una <strong>di</strong> queste aree.<br />

Fin dagli anni Settanta si è infatti cercato <strong>di</strong> sviluppare programmi<br />

per computer rivolti a pazienti affetti da <strong>di</strong>verse forme<br />

<strong>di</strong> psicopatologia. Si pensi ad esempio al programma<br />

ELIZA, che permetteva all’utente <strong>di</strong> interagire utilizzando il<br />

linguaggio naturale con il computer attraverso la tastiera o,<br />

successivamente, ai programmi SHRINK o PARRY solo per<br />

citarne alcuni. Di derivazione strettamente cognitivo-comportamentale<br />

è invece il sistema DEPRESSION 2.0, un programma<br />

realizzato per abituare il paziente ad affrontare temi<br />

cruciali <strong>della</strong> propria vita in modo autonomo.<br />

Successivamente lo sviluppo <strong>della</strong> realtà virtuale ha creato<br />

nel mondo <strong>della</strong> psicoterapia un vivo interesse, in quanto è<br />

stata ravvisata in essa la possibilità <strong>di</strong> arricchire l’armamentario<br />

dello psicoterapeuta.<br />

Se l’integrazione <strong>della</strong> tecnologia nella pratica clinica presenta<br />

dati incoraggianti da un punto <strong>di</strong> vista dell’efficacia

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