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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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L’anziano autore <strong>di</strong> reato: fattori<br />

criminologici e psichiatrico-forensi<br />

F. Scapati, F. Carabellese<br />

DSM AUSL TA/1, Sezione <strong>di</strong> Criminologia e <strong>Psichiatria</strong> Forense,<br />

Università <strong>di</strong> Bari<br />

È noto che il contributo dell’età senile alla criminalità è del<br />

tutto marginale: per certi versi l’incidenza <strong>di</strong> reati in rapporto<br />

all’età corre parallelamente all’andamento decrescente<br />

delle capacità psichiche e fisiche in<strong>di</strong>viduali dell’anziano,<br />

intese nella loro globalità. Tuttavia vi sono in<strong>di</strong>vidui che<br />

commettono per la prima volta reati in età avanzata ed in<br />

particolari alcuni specifici reati: si profila cioè una peculiarità<br />

del vecchio quale autore <strong>di</strong> reato che rinvia da un lato alla<br />

<strong>di</strong>versa tipologia <strong>di</strong> reati commessi e dall’altro alla con<strong>di</strong>zione<br />

stessa dell’anziano.<br />

La vecchiaia senza dubbio si caratterizzata per livelli <strong>di</strong><br />

adattamento psico-sociale particolari, specifici; vi sono poi<br />

una serie <strong>di</strong> fattori sociali, culturali, biologici, psicologici e<br />

psicopatologici, altrettanto peculiari dell’età senile. Gli uni<br />

e gli altri potrebbero svolgere pertanto un ruolo criminogenetico<br />

e crimino-<strong>di</strong>namico.<br />

L’esclusione dai circuiti produttivi; la percezione comune<br />

dell’anziano fatta <strong>di</strong> stereotipi che in pratica tendono ad isolarlo;<br />

l’appannarsi <strong>della</strong> capacità <strong>di</strong> fornire prestazioni fisiche<br />

e psichiche elevate; i vissuti <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta e <strong>di</strong> isolamento;<br />

le minori <strong>di</strong>sponibilità economiche, fattori tutti che caratterizzano<br />

la vecchiaia, sono solo alcuni fra i tanti che possono<br />

incidere sulla criminalità dell’anziano. A ciò si aggiungano,<br />

poi, il decadere delle funzioni sessuali quasi sempre associato<br />

ad un persistente desiderio <strong>di</strong> una vita intima appagante;<br />

il riassetto psicologico cui l’anziano è costretto; i tratti<br />

comportamentali talvolta inadeguati, segnati da labilità<br />

emotiva, reattività, che ne caratterizzano, spesso, la modalità<br />

<strong>di</strong> rapportarsi agli altri; fino ai veri e propri quadri psicopatologici<br />

per lo più intrecciati in maniera in<strong>di</strong>ssolubile<br />

alle evoluzioni psichiche tipiche dell’età senile (depressioni<br />

involutive, psicosi senili, demenze e pseudodemenze, abuso<br />

<strong>di</strong> sostanze alcoliche); tutto ciò contribuisce a rendere ragione<br />

<strong>di</strong> una specificità del fenomeno affrontato che, per<br />

quanto statisticamente trascurabile, non<strong>di</strong>meno riveste un<br />

suo precipuo interesse.<br />

A fronte così <strong>di</strong> una generalizzata riduzione dei reati commessi<br />

dall’anziano, più in particolare poco rappresentati sono<br />

quelli contro il patrimonio, per lo più reati <strong>di</strong> truffa; tendono<br />

invece ad essere maggiormente rappresentati i reati<br />

sessuali (violenza sessuale a danno <strong>di</strong> minori, atti osceni);<br />

come pure non in<strong>di</strong>fferente è il contributo fornito ai reati dolosi<br />

contro la persona (omici<strong>di</strong>, tentati omici<strong>di</strong>, lesioni personali).<br />

Le percentuali tendono, infine, ad aumentare per altre tipologie<br />

<strong>di</strong> reati (ingiurie, <strong>di</strong>ffamazione) per i quali per <strong>di</strong> più<br />

sembra incidere maggiormente la percentuale <strong>di</strong> coloro i<br />

quali commettono per la prima volta una condotta-reato.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista più squisitamente psichiatrico-forense,<br />

si pone innanzi tutto la questione dell’imputabilità dell’anziano.<br />

È evidente che la vecchiaia non può rappresentare <strong>di</strong><br />

per sé motivo <strong>di</strong> esclusione dell’imputabilità che andrà invece<br />

attribuita solo a quelle infermità che incidono sullo stato<br />

<strong>di</strong> mente del vecchio al momento stesso in cui ha commesso<br />

un reato.<br />

213<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

Nello stesso tempo, a nostro modo <strong>di</strong> vedere, non potrà farsi<br />

a meno <strong>di</strong> prendere in considerazione, con tutta la necessaria<br />

attenzione, le particolarità fisio-psico-patologiche <strong>della</strong> vecchiaia<br />

che, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ben definiti quadri psicopatologici, pur<br />

tuttavia la caratterizzano alterandone gli assetti in senso quali/quantitativo:<br />

significativamente quelle che rimandano alla<br />

sfera affettivo-emotiva che, più o meno intensamente, appaiono<br />

quasi costantemente turbate nell’anziano.<br />

Così come non si potrà fare a meno <strong>di</strong> considerare l’influenza<br />

<strong>di</strong> tutti quei fattori, culturali, sociali, biologici, ecc.,<br />

spesso coesistenti, che, pur non rivestendo semmai uno specifico<br />

rilievo me<strong>di</strong>co-legale, possono contribuire comunque<br />

a fornire una chiave interpretativa importante a proposito<br />

<strong>della</strong> genesi e <strong>della</strong> <strong>di</strong>namica del comportamento delittuoso<br />

dell’anziano.<br />

Problematiche psicofarmacologiche<br />

dell’anziano autore <strong>di</strong> reato<br />

G. Di Sciascio, A. Papazacharias, A. Rampino, S. Calò,<br />

M. Nar<strong>di</strong>ni<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Università<br />

<strong>di</strong> Bari<br />

L’invecchiamento <strong>della</strong> popolazione è un fenomeno in continua<br />

crescita. Nel 1995, 371 milioni <strong>di</strong> persone, il 5% <strong>della</strong><br />

popolazione mon<strong>di</strong>ale, avevano un età superiore ai 65 anni.<br />

Questo valore raddoppierà nel 2020, quando il 9% <strong>della</strong> popolazione<br />

mon<strong>di</strong>ale avrà un’età superiore ai 65 anni.<br />

Nell’anno 2050, nei Paesi industrializzati una persona su 4<br />

avrà più <strong>di</strong> 65 anni, mentre nei Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo tale<br />

rapporto sarà <strong>di</strong> uno a sette.<br />

L’invecchiamento <strong>della</strong> popolazione porta almeno a tre conseguenze:<br />

l’aumento in numero assoluto <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong> età<br />

uguale o superiore ai 65 anni, l’aumento <strong>della</strong> prevalenza<br />

degli anziani all’interno <strong>della</strong> popolazione generale, l’aumento<br />

degli oldest-old rispetto alla fascia <strong>di</strong> età composta da<br />

soggetti <strong>di</strong> età superiore ai 65 anni.<br />

Accanto alle patologie somatiche nell’età anziana si manifestano<br />

in misura particolarmente frequente anche alterazioni<br />

<strong>della</strong> sfera psichica e cognitiva la cui sintomatologia molto<br />

spesso si intreccia confondendosi reciprocamente.<br />

Spesso, all’interno <strong>di</strong> questa popolazione, si realizzano determinati<br />

quadri psicopatologici, il più delle volte su base<br />

“involutiva”, che non raramente appaiono sottesi alla commissione<br />

<strong>di</strong> reato.<br />

Appare assolutamente evidente che l’anziano autore <strong>di</strong> reato<br />

e affetto da rilevanti quadri psicopatologici, ben <strong>di</strong>fficilmente<br />

finisce in carcere; nella stragrande maggioranza delle<br />

volte la gestione del caso viene affidata ai servizi territoriali;<br />

parimenti evidente dovrebbe apparire la necessità che<br />

in tali con<strong>di</strong>zioni ad un progetto terapeutico globale sarebbe<br />

utile che concorrano tutte le <strong>di</strong>verse agenzie deputate<br />

(DSM, centri UVA, RSA ecc.).<br />

Cionon<strong>di</strong>meno all’interno <strong>di</strong> tale progetto un ruolo <strong>di</strong> rilievo<br />

viene assunto dal trattamento psicofarmacologico, che<br />

pone al clinico alcune problematiche nell’impiego dei composti<br />

psicotropi.<br />

Infatti, nonostante gli importanti progressi compiuti dalla ricerca<br />

negli ultimi anni, il trattamento psicofarmacologico<br />

del paziente anziano con malattie mentali è ancora pervaso

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