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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

25 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA LEONARDO<br />

S97 - L’anziano vittima ed autore <strong>di</strong> reato<br />

Quali problematiche per il DSM?<br />

E. Pirfo, A. Pellegrino *<br />

Direttore DSM “G. Maccacaro”, ASL 3 Torino, Vice Responsabile<br />

Progetto “Il Sestante”, DSM “G. Maccacaro”,<br />

ASL 3 Torino<br />

La gestione dell’anziano autore <strong>di</strong> reato pone notevole problemi<br />

ai servizi sociali e sanitari in quanto ben <strong>di</strong>fficilmente<br />

lo stesso varca l’ingresso delle carceri e quin<strong>di</strong> la responsabilità<br />

<strong>della</strong> gestione ricade sui servizi stessi.<br />

Vengono analizzate, sulla base in particolare <strong>della</strong> esperienza<br />

del DSM “G. Maccacaro” che ha organizzato specifici<br />

progetti per la gestione delle problematiche psichiatriche all’interno<br />

ed all’esterno delle carceri, quali sono i possibili<br />

percorsi <strong>di</strong> cura interni ed esterni al DSM stesso, in considerazione<br />

anche degli aspetti peculiari, legati alla gestione<br />

<strong>della</strong> fragilità e quin<strong>di</strong> da una parte alle con<strong>di</strong>zioni socioeconomiche<br />

e dall’altro alle problematiche <strong>di</strong> carattere clinico.<br />

Vengono inoltre analizzate le specifiche problematiche <strong>della</strong><br />

gestione dell’anziano vittima <strong>di</strong> reato, delineando i possibili<br />

scenari ed anche i possibili percorsi <strong>di</strong> cura, tenuto conto<br />

che spesso i servizi socio-sanitari vengono assai tar<strong>di</strong>vamente<br />

a conoscenze <strong>di</strong> queste situazioni.<br />

Gli AA. esprimono infine alcune considerazioni sulla problematica<br />

complessiva gestionale che l’anziano pone ai servizi<br />

ed in particolare ai Dipartimenti.<br />

L’anziano vittima <strong>di</strong> reato: fattori<br />

criminologici e psichiatrico-forensi<br />

F. Carabellese, R. Catanesi<br />

Sezione <strong>di</strong> Criminologia e <strong>Psichiatria</strong> Forense, DiMIMP,<br />

Università <strong>di</strong> Bari<br />

L’aumento <strong>della</strong> vita me<strong>di</strong>a ed il progressivo invecchiamento<br />

<strong>della</strong> popolazione mon<strong>di</strong>ale, segnatamente dell’emisfero<br />

occidentale, pongono in una luce <strong>di</strong>versa e <strong>di</strong> rinnovato<br />

interesse il fenomeno del vecchio quale vittima <strong>di</strong><br />

reato.<br />

In generale si ha la percezione che il fenomeno dell’anziano<br />

quale vittima <strong>di</strong> reato sia in costante ascesa e senza dubbio<br />

suscita allarme sociale.<br />

Del resto, già da tempo ricerche condotte in territorio<br />

nord-americano 1 , dove peraltro sono stati messi a punto<br />

specifici programmi <strong>di</strong> prevenzione 2 e <strong>di</strong> assistenza in favore<br />

degli anziani vittime <strong>di</strong> reati, hanno messo in evidenza<br />

una serie <strong>di</strong> fattori, fisici, psicologici, sociali, culturali,<br />

economici, lavorativi, ecc., che sembrano in qualche modo<br />

favorire i processi <strong>di</strong> vittimizzazione dell’anziano. Le ricerche<br />

richiamate in<strong>di</strong>cherebbero non esservi una vulnerabilità<br />

specifica dell’anziano 3 , legata cioè a qualità intrin-<br />

MODERATORI<br />

F. Scapati, E. Pirfo<br />

seche; più spesso sarebbe l’azione congiunta <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi fattori<br />

a rendere il vecchio più accessibile ad una serie <strong>di</strong> reati<br />

commessi ai suoi danni, specie quelli contro il patrimonio.<br />

Le abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita (ad esempio vivere soli), le più<br />

frequenti occasioni <strong>di</strong> esposizione (andare tutti i mesi a<br />

prendere la pensione), costituiscono esempi para<strong>di</strong>gmatici<br />

in tal senso.<br />

Del resto non si può fare a meno <strong>di</strong> rilevare che l’anziano sia<br />

obiettivamente svantaggiato per due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> motivi: perché<br />

“particolarmente debole sul piano sociale e giu<strong>di</strong>ziario” 4 e<br />

perché particolarmente fragile rispetto alle conseguenze fisiche<br />

e psichiche dei reati <strong>di</strong> cui rimane vittima, avendo minori<br />

capacità <strong>di</strong> recupero e ripresa. Per inciso, quest’ultimo<br />

aspetto costituisce importante problematica anche <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

valutativa, oltre che trattamentale.<br />

Nello stesso tempo non vi è dubbio che l’anziano, vuoi per<br />

fatti qualificabili quali “semplice” invecchiamento cerebrale,<br />

vuoi per l’insorgenza <strong>di</strong> malattie cerebrali degenerative o<br />

vascolare, possa <strong>di</strong>venire vittima privilegiata del reato <strong>di</strong><br />

circonvenzione <strong>di</strong> persona incapace.<br />

Da questo punto <strong>di</strong> vista la vecchiaia può costituire fattore<br />

<strong>di</strong> vulnerabilità specifica, che espone il vecchio al rischio <strong>di</strong><br />

rimanere vittima <strong>di</strong> suggestioni, pressioni ambientali, influenze<br />

esterne, tali da indurlo a compiere atti con sensibili<br />

ripercussioni economiche.<br />

D’altra parte questi stessi aspetti <strong>di</strong> “fragilità” vengono a<br />

volte strumentalizzati anche da chi, apparentemente, si pone<br />

a tutela dell’anziano; pensiamo ad esempio ai casi in cui<br />

viene chiesto l’annullamento <strong>di</strong> atti che un anziano ha effettuato<br />

in un dato momento, sulla scorta magari <strong>di</strong> una relazione<br />

affettiva caricata da particolari significati, ma che si<br />

pongono in contrasto con interessi ed aspettative <strong>di</strong> qualche<br />

familiare.<br />

Nel valutare la capacità <strong>di</strong> un anziano <strong>di</strong> poter incidere con<br />

atti <strong>di</strong> volontà nelle scelte <strong>della</strong> sua esistenza è necessario<br />

tener conto <strong>di</strong> tutto questo, evitando l’enfatizzazione degli<br />

aspetti <strong>di</strong> impoverimento cognitivo – quasi le scelte <strong>di</strong> un<br />

uomo si riducano a puro esame del funzionamento intellettivo<br />

– tenendo conto invece <strong>della</strong> globalità <strong>della</strong> persona,<br />

<strong>di</strong> ciò che per quell’in<strong>di</strong>viduo ha significato, valore,<br />

senso e <strong>di</strong> come tutto questo si combini con le residue risorse<br />

cognitive.<br />

Bibliografia<br />

1 Singer SI. Elderly as victims of crime: a study of crime against<br />

the elderly in an urban environment. Northeastern University<br />

Masters Thesis 1974.<br />

2 Singer SI. Concept of vulnerability and the elderly in an urban<br />

environment. In: Scott JE, Dinitz S, eds. Criminal justice planning.<br />

NY: Praeger Pubblishers 1977.<br />

3 Rifai M. Older Americans’ crime prevention research project.<br />

Portland: community affairs/crime prevention unit 1976.<br />

4 Ban<strong>di</strong>ni T, Gatti U, Marugo MI, Verde A. Criminologia. Il contributo<br />

<strong>della</strong> ricerca alla conoscenza del crimine e <strong>della</strong> reazione<br />

sociale. Milano: Giuffrè 1991.<br />

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