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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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Prevenzione primaria dei <strong>di</strong>sturbi<br />

dell’alimentazione: uno stu<strong>di</strong>o sperimentale<br />

nella città <strong>di</strong> Rieti<br />

A. Eligi<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”, Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong><br />

Background: da tempo si cercano strategie d’intervento per<br />

la prevenzione dei <strong>di</strong>sturbi dell’alimentazione e dell’obesità.<br />

I modelli più spesso usati a tale scopo – lineari, razionale-<strong>di</strong>dattici,<br />

<strong>di</strong> tipo malattia-specifico – hanno dato risultati<br />

deludenti e talora si sono rivelati perfino dannosi.<br />

Sembrano più utili modelli basati, non sui fattori <strong>di</strong> rischio,<br />

ma sulla promozione e sulla tutela <strong>della</strong> salute, <strong>di</strong>retti soprattutto<br />

a potenziare i fattori <strong>di</strong> protezione attraverso strategie<br />

rivolte a vasti strati <strong>di</strong> popolazione.<br />

In tale prospettiva è stato progettato ed è in corso uno stu<strong>di</strong>o<br />

in collaborazione con il Servizio Materno-Infantile <strong>della</strong><br />

ASL <strong>di</strong> Rieti. Si presenteranno il <strong>di</strong>segno generale <strong>della</strong> ricerca<br />

e i dati raccolti dopo la prima fase.<br />

Metodo: lo stu<strong>di</strong>o complessivo, prevede una fase <strong>di</strong> ricognizione<br />

su una popolazione <strong>di</strong> circa 1.000 studenti <strong>di</strong> tutte<br />

le scuole superiori <strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> Rieti (fascia d’età 15-<br />

16 anni). Si prendono in considerazione peso e altezza, pattern<br />

alimentari, immagine del corpo, uso <strong>di</strong> alcool e sostanze;<br />

una fase <strong>di</strong> intervento rivolto alla metà <strong>della</strong> popolazione<br />

in stu<strong>di</strong>o, in cui <strong>di</strong>versi temi (alimentazione, mass-me<strong>di</strong>a,<br />

sessualità, immagine corporea, stima <strong>di</strong> sé) vengono affrontati<br />

in gruppi-classe me<strong>di</strong>ante un brain storming iniziale e<br />

una successiva <strong>di</strong>scussione interattiva; una fase conclusiva,<br />

ancora in itinere, <strong>di</strong> verifica dopo un anno attraverso il confronto<br />

fra gruppo sperimentale e gruppo <strong>di</strong> controllo.<br />

Strumenti: questionario generale appositamente costruito,<br />

BUT, EAT 26, questionario <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento degli interventi.<br />

Prevenzione integrata dell’obesità e dei<br />

<strong>di</strong>sturbi dell’alimentazione<br />

M. Cuzzolaro, V. De Luca, V. Pescosolido, S. Quattrino,<br />

G. Vetrone *<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”; * Università <strong>di</strong> Roma<br />

“Tor Vergata”<br />

Gli interventi <strong>di</strong> prevenzione primaria dell’obesità, in genere<br />

<strong>di</strong> tipo universale, che negli ultimi anni si sono moltiplicati<br />

in tutte le società industriali avanzate, dalla Scan<strong>di</strong>navia<br />

a Taiwan, si propongono <strong>di</strong> raggiungere la maggior parte degli<br />

in<strong>di</strong>vidui per promuovere mo<strong>di</strong>ficazioni <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong><br />

stile <strong>di</strong> vita, soprattutto nelle aree dell’alimentazione e dell’attività<br />

fisica. Per quanto riguarda queste iniziative ci si<br />

trova però <strong>di</strong> fronte a un paradosso analogo a quello messo<br />

in evidenza per quanto riguarda i messaggi me<strong>di</strong>atici. Solo<br />

da pochi anni 1 si è riconosciuto il fatto che nelle campagne<br />

<strong>di</strong> educazione sanitaria gli esperti <strong>di</strong> obesità tendono a dare<br />

211<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

in<strong>di</strong>cazioni più o meno contrarie a quelle proposte dagli<br />

esperti <strong>di</strong> Disturbi dell’Alimentazione (DA). L’esempio più<br />

eclatante è costituito dalle <strong>di</strong>ete, considerate dai primi uno<br />

strumento necessario per la <strong>di</strong>minuzione e il mantenimento<br />

del peso e dai secon<strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong> rischio per l’anoressia e<br />

la bulimia.<br />

Un analogo conflitto <strong>di</strong> opinioni si ritrova per quanto riguarda<br />

l’insod<strong>di</strong>sfazione per l’immagine del corpo. Non pochi<br />

obesiologi la considerano una motivazione utile al calo<br />

ponderale ma, pensando ai DA, un’immagine negativa del<br />

corpo rappresenta non solo un fattore <strong>di</strong> rischio ma ad<strong>di</strong>rittura<br />

uno dei sintomi car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong> quelle patologie. Inoltre, in<br />

molti soggetti obesi e in particolare in quelli nei quali l’obesità<br />

si accompagna a binge eating <strong>di</strong>sorder, il <strong>di</strong>magrimento<br />

non porta sempre a un miglioramento dell’insod<strong>di</strong>sfazione<br />

per il proprio corpo e ciò aumenta il rischio <strong>di</strong> un<br />

abbandono del trattamento. È per questo che molti ricercatori<br />

sono attualmente impegnati nella progettazione <strong>di</strong> interventi<br />

integrati mirati alla prevenzione primaria <strong>di</strong> entrambe<br />

le patologie. Tali interventi, vantaggiosi anche dal punto <strong>di</strong><br />

vista economico, richiedono però un complesso riesame<br />

delle nostre conoscenze sui fattori bio-psico-sociali che intervengono<br />

nella regolazione delle condotte alimentari e del<br />

peso corporeo.<br />

Appaiono sempre più fondati i dubbi sull’efficacia <strong>di</strong> interventi<br />

basati su un approccio <strong>di</strong> tipo informativo-prescrittivo.<br />

Si va invece affermando un modello che punta soprattutto a<br />

potenziare i fattori <strong>di</strong> protezione. Questo modello, denominato<br />

in inglese Non-specific vulnerability-stressor-model<br />

(NSVS), mira alla promozione psicosociale <strong>della</strong> salute più<br />

che alla prevenzione <strong>di</strong> tipo me<strong>di</strong>co delle malattie. Sono stati<br />

messi in campo sia interventi <strong>di</strong>retti sugli adolescenti, sia<br />

interventi in<strong>di</strong>retti (azioni <strong>di</strong> tipo politico-legislativo, programmi<br />

rivolti a genitori e insegnanti). Nell’ambito <strong>di</strong> questo<br />

modello – particolarmente interessante per la prevenzione<br />

integrata dei DA e dell’obesità – è molto usato il concetto<br />

<strong>di</strong> empowerment. Seguendo la definizione <strong>della</strong> World<br />

Health Organization, la parola in<strong>di</strong>ca il potenziamento <strong>della</strong><br />

capacità <strong>di</strong> affrontare situazioni <strong>di</strong>fficili. A questo obiettivo<br />

concorrono la capacità <strong>di</strong> modulare emozioni e impulsi, la<br />

capacità <strong>di</strong> affrontare e gestire situazioni complesse e scelte<br />

problematiche (capacità <strong>di</strong> coping), la stima <strong>di</strong> sé. In questa<br />

prospettiva va segnalato per esempio un recentissimo e promettente<br />

stu<strong>di</strong>o pilota condotto su ragazzine <strong>di</strong> età compresa<br />

fra 8 e 12 anni. Merito particolare <strong>di</strong> questo programma è la<br />

sua impostazione che integra la prevenzione dell’obesità con<br />

quella dei DA 2 . Uno stu<strong>di</strong>o sperimentale sugli studenti <strong>di</strong><br />

Rieti (15-16 anni) presentato in questo stesso simposio si è<br />

ispirato al modello <strong>della</strong> prevenzione integrata.<br />

Bibliografia<br />

1 Irving LM, Neumark-Sztainer D. Integrating the prevention of<br />

eating <strong>di</strong>sorders and obesity: feasible or futile? Prev Med<br />

2002;34:299-309.<br />

2 Di Gioacchino De Bate R, Thompson SH. Improvements in selfesteem,<br />

body size satisfaction and eating attitudes/behaviors.<br />

Eating Weight Disord 2005;10:25-32.

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