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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

25 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA MONTEMARIO<br />

S96 - Anoressie, bulimie, obesità: dati e controversie<br />

in materia <strong>di</strong> prevenzione<br />

Lo stile dell’AUSL <strong>di</strong> Reggio Emilia<br />

nella prevenzione dei DCA<br />

U. Nizzoli<br />

AUSL <strong>di</strong> RE, <strong>di</strong>rettore Sistema DCA<br />

La valutazione delle iniziative <strong>di</strong> prevenzione è oggetto<br />

quanto mai <strong>di</strong>scusso e ad esito scontato: è impossibile verificarne<br />

il tasso <strong>di</strong> efficacia <strong>di</strong>retta e si preferisce (ci si attesta<br />

<strong>di</strong> conseguenza) a valutarne la qualità dei meto<strong>di</strong> e/o il<br />

tasso <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione dei partecipanti.<br />

In questo <strong>di</strong>vario si incuneano le riflessioni, le perplessità e<br />

le originalità <strong>di</strong> chi si de<strong>di</strong>ca alla prevenzione.<br />

Esistono tuttavia linee-guida, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente valore <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to,<br />

che esplicitano cosa e come sia bene fare affinché la prevenzione<br />

sia “scientificamente basata”.<br />

Emerge un’in<strong>di</strong>cazione a pratiche a <strong>di</strong>mensione olistico-ambientale<br />

laddove vengono identificati tutti i possibili soggetti<br />

(abilitati e non) che attuano orientamento delle condotte<br />

in<strong>di</strong>viduali e si cerca poi <strong>di</strong> ingaggiarli nell’esercizio <strong>di</strong> un<br />

medesimo progetto preventivo; seguendo questa strada le<br />

iniziative <strong>di</strong> prevenzione tendono a <strong>di</strong>ventare multimodulari<br />

e assistenziali a lungo termine. In effetti il meglio consiste<br />

nel coinvolgere sia i genitori che i vari soggetti dell’educazione<br />

che infine i giovani in vari, <strong>di</strong>stinti ma coor<strong>di</strong>nati,<br />

progetti formativi usando meto<strong>di</strong> e materiali specifici per<br />

ognuno <strong>di</strong> essi.<br />

Questa ambiziosa metodologia non è praticamente quasi<br />

mai applicata sia per i gravosi sforzi economici e <strong>di</strong> continuità<br />

nel tempo che essa implica sia perché è impossibile ingaggiare<br />

tutti gli educatori visto il peso che hanno sorgenti<br />

formative esterne alla famiglia ed alla scuola.<br />

Inoltre frequentemente i committenti reali delle iniziative<br />

formative chiedono interventi brevi; sicché <strong>di</strong>venta essenziale<br />

aiutarli a riformulare la domanda che però, per quanto<br />

ampliata, non raggiungerà che rarissimamente gli standard<br />

<strong>di</strong> qualità suddetti.<br />

Il committente va analizzato in modo da descriverlo secondo<br />

i profili target-specifici con i relativi bisogni. Esisteranno<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi moduli <strong>di</strong> prevenzione adattati ai <strong>di</strong>versi<br />

contesti in cui si interviene.<br />

Le iniziative traggono molto beneficio dal confronto con<br />

quanto accade in settori limitrofi quali sono quelli dell’abuso<br />

e <strong>della</strong> <strong>di</strong>pendenza da sostanze. Tanto più che alcuni elementi<br />

dell’una e dell’altra <strong>di</strong>pendenza sono comuni e presentano<br />

aree <strong>di</strong> overlapping.<br />

Verranno presentate, infine, due iniziative <strong>di</strong> ricerca, <strong>di</strong>segnate<br />

e condotte entrambe in questi ultimi anni nella provincia<br />

<strong>di</strong> Reggio Emilia:<br />

– una, più specifica, mirata ai <strong>di</strong>sturbi dell’alimentazione<br />

adolescenziali e giovanili;<br />

– l’altra, più generale, rivolta alle condotte a rischio nelle<br />

stesse fasce d’età.<br />

MODERATORI<br />

M. Cuzzolaro, G. Vetrone<br />

Bibliografia<br />

1 Nizzoli U. Valutazione ed efficacia dei trattamenti dei Disturbi<br />

del Comportamento Alimentare. Padova: Piccin 2004.<br />

2 Nizzoli U, Colli C. Giovani che rischiano la vita. Capire e trattare<br />

i comportamenti a rischio negli adolescenti. Milano: Mc-<br />

Graw-Hill 2004.<br />

Prevenzione primaria dei <strong>di</strong>sturbi<br />

dell’alimentazione<br />

G. Vetrone, S. Quattrino * , F. Temperilli *<br />

Università <strong>di</strong> Roma “Tor Vergata”; * Università <strong>di</strong> Roma<br />

“La Sapienza”<br />

La prevenzione primaria è l’unica fra le attività volte a combattere<br />

l’insorgenza delle <strong>di</strong>verse malattie, la loro cronicizzazione<br />

e gli esiti deficitari permanenti da esse provocati,<br />

per la quale, d’accordo con quanto suggerito dal Committee<br />

on Prevention of Mental Disorders of the Institute of Me<strong>di</strong>cine<br />

degli USA, dovrebbe essere usato il termine <strong>di</strong> “prevenzione”<br />

in senso stretto.<br />

È però anche quella i cui risultati sono meno sod<strong>di</strong>sfacenti,<br />

soprattutto nel caso dei <strong>di</strong>sturbi mentali, la cui eziopatogenesi<br />

è descrivibile solo nei termini <strong>di</strong> interazioni complesse<br />

e <strong>di</strong>fferenti da caso a caso fra “fattori <strong>di</strong> rischio” e “fattori <strong>di</strong><br />

protezione”.<br />

Oltre che per questi motivi, l’efficacia degli interventi <strong>di</strong><br />

prevenzione primaria dei Disturbi dell’Alimentazione (DA)<br />

è ancora minore per il fatto che:<br />

– come rilevano Fairburn e Harrison in un articolo apparso<br />

nel 2003 su The Lancet, la loro classificazione nosografica<br />

è “unsatisfactory and anomalous, in that about half the<br />

cases seen in clinical practice are relegated to an atypical<br />

or not otherwise specified group”;<br />

– gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> screening sui DA (che dovrebbero fornire<br />

informazioni in<strong>di</strong>spensabili per approfon<strong>di</strong>re la conoscenza<br />

<strong>della</strong> loro psicopatologia, e quin<strong>di</strong> migliorare la<br />

vali<strong>di</strong>tà delle <strong>di</strong>agnosi e l’efficacia degli interventi <strong>di</strong> prevenzione<br />

primaria) sono poco numerosi in quanto il rapporto<br />

costi-benefici è considerato insod<strong>di</strong>sfacente, vista la<br />

bassa prevalenza <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>sturbi.<br />

Per approfon<strong>di</strong>re l’analisi <strong>di</strong> tali problematiche, nel nostro<br />

intervento cercheremo <strong>di</strong> rispondere, sulla base dei dati finora<br />

<strong>di</strong>sponibili, ai seguenti quesiti:<br />

– quali possono essere le popolazioni-bersaglio <strong>della</strong> prevenzione<br />

primaria?<br />

– quali sono i modelli generali <strong>di</strong> intervento?<br />

– la prevenzione primaria dei DA è teoricamente possibile?<br />

– è praticamente efficace, con un ragionevole rapporto costi-benefici?<br />

– può essere dannosa?<br />

– quali sono le linee future <strong>di</strong> ricerca?<br />

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