XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

In letteratura è infatti riportato che pazienti con DP presentano
anche alterazioni ai test vestibolari ed audiologici 15 . In
particolare, nel 75% di soggetti con DP e nel 60% di soggetti
con AP sono state riportate anomalie della funzione vestibolare,
con ipersensibilità alla rotazione lenta della testa e
riflessi vestibolari oculari (nistagmo) più ampi 15 ed asimmetrici
3 . In particolare, uno studio del 2000 si è occupato di
studiare i movimenti oculari durante la prova di rotazione
passiva del corpo secondo un piano orizzontale ed al buio. I
risultati mostrano che la deviazione oculare media, causata
dalla fase veloce del nistagmo, differisce nei due gruppi, essendo
tipicamente in direzione anti-compensatoria nei soggetti
di controllo ed in direzione compensatoria nei pazienti
con DP. Gli Autori suggeriscono di interpretare questo comportamento
oculomotore come la messa in atto di differenti
strategie nell’auto-orientamento, che risulterebbe di tipo
egocentrico nei soggetti con panico, associato a perdita
d’interesse nei confronti del campo visivo circostante.
Sempre secondo Viaud-Delmon e collaboratori, questa
strategia egocentrica di auto-orientamento potrebbe appartenere
ad una meccanismo agorafobico sottosoglia, rivelando
l’esistenza di un modello fisiologico di orientamento alla
base dell’evitamento fobico. Tutto ciò potrebbe riallacciarsi
ai dati della letteratura secondo i quali le anomalie
del sistema dell’equilibrio sarebbero maggiormente connesse
all’Agorafobia piuttosto che al DP in se, ed inoltre risulterebbero
correlate al grado di severità dell’evitamento
fobico stesso 5 16 17 . A questo proposito è comunque opportuno
segnalare che Autori come Klein 18 affermano che l’Agorafobia
si manifesterebbe quasi costantemente in seguito
alla ripetizione di Attacchi di Panico, quindi un soggetto
agorafobico presenterebbe dapprima gli AP e poi diverrebbe
timoroso e conseguentemente svilupperebbe l’evitamento
fobico in relazione alle situazioni panicogene. Del resto,
il DP senza Agorafobia rappresenta spesso uno stadio precoce
destinato ad evolvere nel tempo in DP con Agorafobia
nei soggetti predisposti 19 .
Si potrebbe addirittura supporre che i sintomi vestibolari
rappresentino un elemento appartenente allo spettro panico-agorafobico
in grado di delineare uno specifico sottotipo
diagnostico di DP 20 maggiormente associato ad Agorafobia
e che pazienti con questa forma di disfunzione presentino
alterazioni vestibolari di tipo visuospaziale. Qualora
questa affascinante congettura fosse supportata da dati
scientifici, rimarrebbero comunque da chiarire vari
aspetti. Per esempio, sarebbe il Disturbo D’Ansia a fungere
da innesco nei confronti della sintomatologia otoneurologica
o piuttosto viceversa 21 ? In letteratura ci sono studi
discordanti in proposito. Uno di questi ipotizza che i soggetti
con DP esperiscano le vertigini in maniera clinicamente
significativa perché ne danno una interpretazione
catastrofica, così come sono abituati ad esasperare la percezione
di qualsiasi sensazione corporea 22 . Viceversa, secondo
altri Autori, i disturbi visivo-vestibolari sarebbero
antecedenti, benché comunque interpretati erroneamente
in modo catastrofico, in soggetti predisposti, creandosi un
circuito auto-alimentante vertigine-ansia 3 . A rimarcare la
stretta connessione che sembra unire panico e disfunzioni
vestibolari, esistono evidenze cliniche che sottolineano la
partecipazione del sistema vestibolare nel controllo autonomico,
sia attraverso il sistema vestibolare periferico cioè
il labirinto, che tramite il sistema vestibolare centrale, per-
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SIMPOSI TEMATICI
mettendoci di ipotizzare che alla base dell’associazione
panico-vertigini ci siano delle connessioni autonomo-vestibolari
23 . Tuttavia, le modalità con le quali avverrebbe la
regolazione autonomo-vestibolare non sono, allo stato attuale,
ancora note.
Analogie importanti sono evidenti anche sul piano terapeutico:
gli antidepressivi serotoninergici, terapia farmacologica
elettiva nel panico, sembrano infatti essere efficaci anche
in pazienti affetti da vertigine soggettiva cronica 24 . Inoltre,
è stata utilizzata con successo anche la terapia cognitiva nel
trattamento della sintomatologia vestibolare 7 . Questi dati riguardo
la risposta terapeutica sembrano confortanti circa la
possibilità di una patogenesi comune tra disturbi vestibolari
e panico.
Prendendo in considerazione, poi, la sindrome di Ménière,
patologia otoneurologica per la quale è nota una genesi organica,
ci troviamo di fronte ad un corteo sintomatologico
che riproduce perfettamente le caratteristiche di fondo dell’AP.
Infatti, essa si manifesta con vertigini, perdita del controllo
motorio, nausea, vomito e difficoltà a mantenere la
stazione eretta, che insorgono in modo acuto e subitaneo, oltre
che imprevedibile e si associano a sintomi di accompagnamento
quali ansia, imbarazzo e stato di allarme, permanendo,
a volte, anche una sintomatologia intercritica, che
saremo tentati di chiamare “ansia anticipatoria” 19 . Nonostante,
però, queste enormi similitudini sul piano clinico,
non sono riportate in letteratura associazioni di alcun tipo
fra DP e sindrome di Ménière o qualsiasi altra patologia vestibolare
grave e su base organica accertata. Un ulteriore
esempio di ciò è fornito dalla vertigine parossistica posizionale,
una delle cause più frequenti di vertigine, con cui il panico
condivide gran parte della sintomatologia. Quest’ultima
sindrome è infatti caratterizzata da episodi di vertigine
soggettiva/oggettiva di breve durata, associati a nausea e
vomito; inoltre, nei periodi intercritici è spesso presente la
sensazione di “camminare sulla gomma piuma” o di avere
“testa vuota” o “pesante” e si manifesta tipicamente con crisi
parossistiche, brevi ed intense.
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