XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

effects of particular interventions at the individual level. Attribution
of inconsistent reductions in some national suicide
rates to increased use of antidepressants may overlook other
potentially important factors, such as better recognition
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SIMPOSI TEMATICI
of depressive and psychiatric disorders, greater awareness
of mood disorders and suicidal risk in juveniles as well as
adults, and advances in psychosocial interventions, as well
as improvements in overall access to health care.
25 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30
SALA CAVALIERI 2
S93 - Disfunzioni somatiche extracerebrali
nel Disturbo di Panico:
il Disturbo di Panico come malattia sistemica
Panico come disfunzione del cervello
omeostatico
G. Perna, D. Caldirola, S. Biffi, L. Bellodi
Centro per i Disturbi d’Ansia, Università “Vita-Salute”,
San Raffaele Turro, Milano
Da oltre un decennio esistono evidenze di una relazione tra il
fenomeno psicopatologico dell’attacco di panico ed il sistema
respiratorio, tuttavia soltanto recentemente, studiando la complessità
della fisiologia respiratoria, sono state osservate significative
irregolarità nel pattern respiratorio. L’origine di questa
abnorme irregolarità e le sensazioni spiacevoli respiratorie nei
pazienti con Disturbo di Panico non sono ancora state ben
chiarite. Questa anormalità potrebbe essere l’effetto di risposte
compensatorie a segnali respiratori anomali o a un’attività intrinseca
alterata nel sistema neuronale che governa il ritmo respiratorio.
Poiché le funzioni fisiologiche di base nell’organismo
sono strettamente interconnesse con complesse influenze
reciproche ed i pazienti con il Disturbo di Panico mostrano anche
anomalie nella funzionalità del sistema cardiaco e del sistema
dell’equilibrio, sistemi strettamente interconnessi con i
meccanismi di controllo respiratori, alla base di questo disturbo
potremmo ipotizzare esserci un anomalo funzionamento
più generale del cervello omeostatico. I circuiti cerebrali filogeneticamente
antichi processano le sensazioni/percezioni fisiologiche
legate alle funzioni omeostatiche, quali la respirazione,
ed il nucleo parabrachiale potrebbe filtrare ed integrare
le informazioni enterocettive che originano dalle funzioni
omeostatiche di base del corpo. Questi processi avvengono
continuamente sotto coscienza e solo raramente pervadono la
consapevolezza come emozioni primitive. Gli attacchi di panico
potrebbero essere l’espressione di un’emozione primitiva
derivante da una modulazione anormale delle funzioni omeostatiche/respiratorie.
Sebbene il panico possa essere visto come
un principio organizzatore del Disturbo di Panico solo la
sua complessa interazione con altre funzioni cerebrali in particolare
con i meccanismi del condizionamento potrebbe spiegare
lo sviluppo del disturbo nella sua completezza.
Bibliografia
1 Perna G, Caldirola D, Bellodi L. Panic Disorder: from respiration
to the homeostatic brain. Acta Neuropsychiatrica
2004;16:57-67.
MODERATORI
F. Pieraccini, P. Castrogiovanni
Disfunzioni dell’apparato oculare
nel Disturbo di Panico
L. Bossini, L. Padula, K. Paolini, E. Pellegrini, P. Castrogiovanni
Università di Siena, Dipartimento di Neuroscienze, Sezione
di Psichiatria
Introduzione: molti studi sul Disturbo di Panico (DP) riportano
una significativa rilevanza di fattori fisici ambientali
nella genesi e nel decorso di tale disturbo: quelli maggiormente
implicati sembrano essere gli stimoli luminosi.
L’ipersensibilità alla luce descritta nel DP ha sollevato l’interrogativo
su quali strutture, centrali e/o periferiche, possano
essere in grado di spiegare questo fenomeno. McIntyre 1
ha ipotizzato una disfunzione della ghiandola pineale, che
risulterebbe eccessivamente sensibile alle variazioni della
luminosità ambientale; quando i primi tre mesi di vita postnatale
coincidono con un periodo di ridotta stimolazione luminosa
potrebbe realizzarsi tale disfunzione 2 Anche il sistema
serotoninergico è stato chiamato in causa nel tentativo
di spiegare l’ipersensibilità alla luce dei pazienti con DP:
questo, infatti, subisce nel corso dell’anno delle variazioni
considerevoli in rapporto ad alcuni parametri climatico-ambientali,
soprattutto il fotoperiodo; Klein 3 ipotizza un coinvolgimento
di questo sistema nella patogenesi del DP mediante
una modulazione su altri sistemi neurotrasmettitoriali,
principalmente quello noradrenergico 4 .
Infine Alcuni Autori suggeriscono un coinvolgimento della
retina nella patogenesi del DP, correlato allo sviluppo del Sistema
Nervoso Centrale (SNC) e in particolare della corteccia
visiva primaria, con un’influenza specifica degli input
ambientali luminosi 5 , con un meccanismo probabilmente
mediato dalla dopamina 6 .
A livello retinico, il neurotrasmettitore più studiato è la dopamina,
la quale sembra rivestire un ruolo centrale nel processo
di decodifica degli stimoli luminosi 7 ; inoltre tutti i disturbi
in qualche maniera correlati ad una disfunzione del sistema
dopaminergico peggiorano d’estate: per esempio le
psicosi indotte da sostanze d’abuso 8 .
La luce potrebbe scatenare gli AP tramite la via dopaminergica;
è dimostrato, infatti, che sostanze dopamino-agoniste
hanno attività panicogenica (es. amineptina, L-DOPA, cocaina,
ecc.).