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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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Aspetti etici e giuri<strong>di</strong>ci del concetto<br />

<strong>di</strong> libertà in psichiatria<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

M. Di Fresco<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Psichiatriche e Me<strong>di</strong>cina Psicologica,<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />

Bisogna innanzitutto precisare il significato <strong>di</strong> etica e giuri<strong>di</strong>cità<br />

del concetto <strong>di</strong> libertà <strong>di</strong> cui qui intendo parlare, perché<br />

in questa materia i due aspetti assumono una accezione<br />

totalmente speciale e <strong>di</strong>versa rispetto a quella comune.<br />

L’etica riguarda l’insieme <strong>di</strong> regole extralegislative ed autonome<br />

ovvero un co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> auto<strong>di</strong>sciplina con effetti esclusivamente<br />

interni, elaborate e riconosciute da una corporazione<br />

per l’esercizio moralmente lecito <strong>di</strong> una professione. In<br />

questo senso si innesta anche il significato <strong>di</strong> giuri<strong>di</strong>cità intesa<br />

non come rispetto delle leggi vigenti nella società <strong>di</strong> riferimento<br />

ma come rispetto <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>namento coscienziosamente<br />

e moralmente giusto entro cui elaborare principi<br />

fondamentali o assiomi morali.<br />

Per cui se una società non dovesse riconoscere la libertà <strong>di</strong><br />

un in<strong>di</strong>viduo, l’etica elaborata dallo stu<strong>di</strong>o dei principi fondamentali<br />

dell’uomo, tra cui rientra anche la libertà, imporrebbe<br />

al professionista <strong>di</strong> riconoscere tale <strong>di</strong>ritto al paziente<br />

anche se alieno all’or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co nazionale. In questo<br />

senso l’etica e la giuri<strong>di</strong>cità del me<strong>di</strong>co psichiatra deve<br />

trascendere la soggettività co<strong>di</strong>cistica e sostenere i valori<br />

umani universali.<br />

Purtroppo la storia italiana ha più volte <strong>di</strong>mostrato il contrario.<br />

Nel passato e nel presente, più volte, le autorità governative,<br />

hanno usato la malattia mentale come scusa per internare<br />

gli antagonisti politici ovviamente con la complicità<br />

<strong>della</strong> maggioranza degli psichiatri.<br />

Vorrei portare l’attenzione su tre casi relativi alla persecuzione<br />

subita dai testimoni <strong>di</strong> Geova durante il periodo fascista<br />

italiano. I testimoni <strong>di</strong> Geova, che si rifiutavano <strong>di</strong><br />

sostenere l’ideologia fascista e <strong>di</strong> imbracciare le armi, anziché<br />

essere condannati per i reati che il Co<strong>di</strong>ce Militare <strong>di</strong><br />

Guerra stabiliva per i tra<strong>di</strong>tori <strong>della</strong> Patria, venivano falsamente<br />

periziati da psichiatri compiacenti come “pazzi” e <strong>di</strong><br />

conseguenza internati nei manicomi cosicché rimanevano<br />

rinchiusi anche molti anni dopo la fine delle ostilità e comunque<br />

subivano una serie <strong>di</strong> torture psicologiche tra cui<br />

l’elettroshock introdotta solo dal 1938 ma comunque rimasta<br />

violenta e pericolosa per molti altri anni considerato<br />

che la quantità <strong>di</strong> elettricità veniva somministrata a dosi<br />

elevate ed a casaccio con, talora, effetti infausti (Cerletti,<br />

Bini, 1938).<br />

Breve lettura delle sentenze allegate<br />

alla presente riguardo i casi <strong>di</strong> Testimoni<br />

<strong>di</strong> Geova <strong>di</strong> cui si è potuto accertare<br />

la totale sanità <strong>di</strong> mente in giu<strong>di</strong>zio<br />

I sistemi <strong>di</strong> governo totalitari hanno visto una crescente ondata<br />

<strong>di</strong> intolleranza politica e razziale a cui hanno collaborato alcuni<br />

psichiatri. In verità i trattamenti psichiatrici nascondevano<br />

la sistematica eliminazione dei <strong>di</strong>ssidenti “nemici <strong>della</strong> Patria”<br />

ed erano finalizzati alla afflizione fisica e psichica degli<br />

internati politici e alla intimidazione <strong>di</strong> altri potenziali eretici<br />

ideologici. Tale attività persecutoria ha interessato una sola fe-<br />

de che si rifiutava, per motivi squisitamente religiosi, <strong>di</strong> sostenere<br />

i governi totalitari come quello fascista e comunista e cioè<br />

i testimoni <strong>di</strong> Geova che hanno sempre sostenuto la propria<br />

neutralità politica.<br />

Dal libro Minoranze, coscienza e dovere <strong>della</strong> memoria nel<br />

capitolo sull’obiezione <strong>di</strong> coscienza si legge a pagina 17: “Particolarmente<br />

nel periodo 1939-1943 altri Testimoni (<strong>di</strong> Geova)<br />

furono condannati per aver rifiutato il servizio militare. Alcuni<br />

furono invece riformati perché considerati affetti da psicosi<br />

paranoide o paranoia religiosa.<br />

Ad esempio Gerardo <strong>di</strong> Felice fu riformato nel 1939 per psicosi<br />

paranoide e Francesco Zortea nel 1941 per sindrome delirante<br />

paranoidale basata su una insensata e fantastica concezione<br />

<strong>della</strong> vita in rapporto a credenze religiose” – (Archivio<br />

Centrale <strong>di</strong> Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale<br />

<strong>della</strong> P.S., 13.3.1940, categoria G1, busta 314). I Libri<br />

Bianchi “Intolleranza religiosa alle soglie del duemila”, P. Bellini<br />

e M. Mellini, Fusa E<strong>di</strong>trice, 1990, Roma e “Minoranze<br />

Coscienza e dovere <strong>della</strong> memoria”, M. Mellini, Jovene e<strong>di</strong>tore<br />

Napoli, 2001, affermano che in Italia, durante il periodo fascista,<br />

i testimoni <strong>di</strong> Geova che si rifiutavano <strong>di</strong> impugnare le<br />

armi erano sanzionati inizialmente con la pena detentiva; poi,<br />

per umiliarli e torturarli psicologicamente venivano <strong>di</strong>chiarati<br />

pazzi ed internati nei manicomi dove, necessariamente nel<br />

corso degli anni, purtroppo a causa <strong>della</strong> frustrazione e <strong>della</strong><br />

sofferenza psichica, degeneravano fino ad impazzire veramente.<br />

La follia è stata usata per dare un senso “non senso” alle offese<br />

contro la <strong>di</strong>gnità del duce, del re, del papa e <strong>di</strong> Hitler.<br />

Tacciando <strong>di</strong> pazzia chi gridava alla pace, alla giustizia ed<br />

alla tolleranza si ponevano automaticamente i contenuti delle<br />

affermazioni su un piano irreale, non <strong>di</strong>scutibile, non intelligente<br />

e si evitava lo scontro <strong>di</strong>alettico e il rischio <strong>di</strong> essere<br />

smentiti.<br />

Più volte e per molti secoli la follia è stata lo strumento preferito<br />

dai sistemi totalitari per togliere <strong>di</strong> mezzo e silenziosamente<br />

chi non si adeguava allo status quo creando il nulla<br />

attorno a chi presentava democraticamente idee <strong>di</strong>verse<br />

che poi, nel corso degli anni, si sono <strong>di</strong>mostrate prive <strong>di</strong> elementi<br />

alieni.<br />

È il caso <strong>di</strong> un altro Testimone <strong>di</strong> Geova, Ennio Alfarano,<br />

che fu condannato dal Tribunale Militare <strong>di</strong> Torino nel 20<br />

ottobre 1955 per aver rifiutato <strong>di</strong> firmare la cartolina precetto<br />

e <strong>di</strong> raggiungere la propria destinazione. Al Giu<strong>di</strong>ce<br />

Istruttore <strong>di</strong>chiarò: “I principi <strong>della</strong> religione da me professata<br />

mi vietano <strong>di</strong> uccidere e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> imparare ad uccidere<br />

e, poiché il servizio militare ha lo scopo d’istruire i citta<strong>di</strong>ni<br />

all’uso delle armi, io, aderendo a tale principio, contravverrei<br />

ai fondamenti <strong>della</strong> mia fede”.<br />

Queste parole erano chiaramente antitetiche all’epoca ma<br />

oggi sono il fondamento <strong>della</strong> legislazione, recepita dai paesi<br />

democratici <strong>di</strong> tutto il mondo, sull’obiezione <strong>di</strong> coscienza<br />

e certamente un considerevole merito alla sua elaborazione<br />

deve andare ai Testimoni <strong>di</strong> Geova, così come sostenuto più<br />

volte da varie personalità politiche.<br />

Non bisogna <strong>di</strong>menticare che le organizzazioni professionali<br />

degli psichiatri erano totalmente asservite al potere<br />

governativo dell’epoca, per cui il concetto etico-deontologico<br />

o giuri<strong>di</strong>co universale, che avrebbe dovuto guidare le<br />

scelte morali-assistenziali degli psichiatri, era caduto in<br />

oblio ed offuscato da <strong>di</strong>verse ideologie non parimenti nobili.<br />

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