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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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191<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

25 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA VERDE<br />

S87 - Libertà <strong>di</strong> cura … questione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> vista<br />

Sbatti il mostro in prima pagina<br />

C. Peccarisi * ** , R. Renzi ** *** , I. Merzagora Betsos **** ,<br />

** *****<br />

A. De Micheli<br />

* C. Reg. Cef., Ist. Naz. Neurol., IRCCS “C. Besta”, Milano;<br />

** *** Corriere Salute, Corriere <strong>della</strong> Sera, Milano; Dirett.<br />

Corriere Salute, Milano; **** Dirett. Catt. Criminologia Clinica,<br />

Med. & Chir., Università <strong>di</strong> Milano; ***** Catt. Criminol.<br />

Clin., Università <strong>di</strong> Milano<br />

Il ruolo assunto da noti talk-show televisivi nella gestione<br />

me<strong>di</strong>atica <strong>di</strong> temi psicosociosanitari rende in parte superato<br />

il titolo assegnato a questa relazione e forse più adatto<br />

sarebbe: SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA SERATA. Il<br />

mezzo televisivo sta assumendo un ruolo preponderante<br />

nella trattazione <strong>di</strong> queste tematiche, una volta riservate al<br />

<strong>di</strong>battito culturale e oggi finite invece nelle “conversazioni”<br />

<strong>di</strong> costume e <strong>di</strong> cronaca che gabellano dal piccolo<br />

schermo una lettura in chiave psichiatrica <strong>di</strong> avvenimenti<br />

<strong>di</strong> pertinenza <strong>della</strong> magistratura. Questa <strong>di</strong>lagante trattazione<br />

televisiva può definirsi libertà d’informazione sulla<br />

malattia mentale? È <strong>di</strong>fficile definire libera un’informazione<br />

che non offre un’adeguata riflessione <strong>di</strong> carattere sociale:<br />

dai <strong>di</strong>battiti TV non traspare la speranza <strong>di</strong> un recupero,<br />

né una sana autocritica che potrebbe aiutare a comprendere<br />

casi come la strage <strong>di</strong> Novi Ligure, il delitto <strong>di</strong><br />

Cogne o i sempre più numerosi infantici<strong>di</strong> commessi da<br />

madri presentate più come assassine, che come malate. La<br />

modalità <strong>di</strong> presentazione <strong>della</strong> notizia è fondamentale nel<br />

modulare l’atteggiamento verso la malattia mentale, alimentando<br />

o viceversa deamplificando i pregiu<strong>di</strong>zi e gli<br />

stereotipi negativi che notoriamente sono alla base dei processi<br />

<strong>di</strong> stigmatizzazione.<br />

Se la carta stampata offre un’informazione più ampia e<br />

multifocale, dando tempo per riflettere in<strong>di</strong>vidualmente, i<br />

programmi televisivi non lasciano invece spazio a una reale<br />

riflessione e, piuttosto che creare opportunità <strong>di</strong> vera <strong>di</strong>scussione,<br />

si focalizzano sugli aspetti formali ed esteriori<br />

<strong>della</strong> spettacolarizzazione scenica del testimonial e sulla<br />

<strong>di</strong>alettica insanabile e infruttuosa delle opinioni, che, nella<br />

loro stereotipia, finiscono con l’addormentare la ragione e,<br />

soprattutto, la valenza etica.<br />

Il festival <strong>della</strong> ripetitività dei talk-show deriva da una sorta<br />

<strong>di</strong> filtro omologante che tende ad amplificare alcuni avvenimenti<br />

a <strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> altri, con una sorta <strong>di</strong> riduzione pilotata<br />

degli argomenti da <strong>di</strong>ffondere che ha ben poco a che<br />

vedere con la libertà.<br />

Sulla base <strong>di</strong> queste premesse, verranno illustrate le modalità<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle notizie e in particolare lo spazio riservato<br />

loro e la cadenza con cui si evidenziano elementi<br />

troppo spesso raccolti da fonti non significative.<br />

L’effetto finale è come un’“eco” che risuona da angolazioni<br />

<strong>di</strong>verse, ma tutte finalizzate a tener desto l’interesse per<br />

il fatto criminale.<br />

MODERATORI<br />

G. Messina, A.R. Andretta<br />

Anche se non vengono autoperpetuate le scene <strong>di</strong> violenza<br />

che richiamavano le folle nel Colosseo, il sangue, sia pure<br />

per il tempo <strong>della</strong> lettura <strong>della</strong> notizia, richiama comunque,<br />

con percorsi prevalentemente inconsci, a <strong>di</strong>ventare spettatori.<br />

Ciò non libera dai segnali ancestrali e inconsci che ci riportano<br />

alla lotta e al sangue, ma fornisce simbolicamente<br />

un terreno <strong>di</strong> catarsi verso i meccanismi <strong>di</strong> aggressività e<br />

violenza comunque presenti in ogni persona. La violenza<br />

esterna paradossalmente silenzia quella interna, quando<br />

non arriva invece a farla emergere, innescando situazioni <strong>di</strong><br />

emulazione (come ad esempio nel suici<strong>di</strong>o degli adolescenti)<br />

dove la “libertà” d’informazione può <strong>di</strong>ventare una pericolosa<br />

cassa <strong>di</strong> risonanza.<br />

Ci può essere un punto d’equilibrio tra informazione visiva,<br />

verbale o scritta, dove quest’ultima non <strong>di</strong>venta elemento<br />

privilegiato sulla scena <strong>della</strong> vita? Il numero <strong>di</strong> articoli,<br />

<strong>di</strong> servizi e <strong>di</strong> testi pubblicati in una ristretta casistica<br />

<strong>di</strong>mostrano la presenza <strong>di</strong> una sproporzione <strong>di</strong> risonanza<br />

me<strong>di</strong>atica.<br />

La psichiatria del 2000: qualità e risposte<br />

concrete<br />

A.R. Lugli Andretta<br />

Fondazione “Mario Lugli” ONLUS<br />

Lo sfondo in cui si colloca l’attuale fase <strong>della</strong> psichiatria in<br />

Italia è caratterizzata da una progressiva trasformazione dell’organizzazione<br />

dei servizi e delle pratiche assistenziali, ma<br />

anche da una profonda riflessione critica sui modelli teorici<br />

<strong>di</strong> riferimento.<br />

La pratica <strong>di</strong> questi anni, se da una parte ha consentito lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> molteplici esperienze particolarmente incisive<br />

ed innovative, dall’altra ha mostrato anche limiti e <strong>di</strong>storsioni<br />

che, se non adeguatamente valutati, rischiano <strong>di</strong> riprodurre<br />

nuove aree <strong>di</strong> separatezza e perpetuazione <strong>della</strong> cronicità.<br />

Non sempre il lavoro sul territorio è stato ed è in grado <strong>di</strong><br />

dare delle risposte terapeutiche utili ai pazienti con <strong>di</strong>sturbi<br />

mentali gravi; non sempre i <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> cura messi<br />

in atto sono in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare non solo le esigenze<br />

dei pazienti, ma soprattutto quelle <strong>di</strong> coloro che, a qualunque<br />

titolo, ne con<strong>di</strong>vidono la quoti<strong>di</strong>anità soprattutto i<br />

familiari.<br />

Quello che manca ancora alla psichiatria in Italia è qualcosa<br />

<strong>di</strong> più pratico ed intendo <strong>di</strong>re una programmazione a lungo<br />

termine che tradotta vuol <strong>di</strong>re fon<strong>di</strong>, attenzione amministrativa<br />

e politica dagli enti locali alle problematiche <strong>della</strong><br />

salute mentale, sapendo sviluppare quel teorema che si<br />

compen<strong>di</strong>a in tre elementi “bisogni - costi - risultati”.

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