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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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<strong>di</strong>zioni strutturali (economiche, sociali, politiche). La presente<br />

relazione rappresenta una revisione critica dei modelli<br />

esplicativi del terrorismo con l’intento <strong>di</strong> fornire possibili<br />

strategie <strong>di</strong> intervento.<br />

La <strong>di</strong>mensione antisociale nella sessualità<br />

A. Bruno, M.R.A. Muscatello, G. Pandolfo, R. Cambria,<br />

L. Cortese, R. Zoccali, M. Meduri<br />

U.O.C. <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università <strong>di</strong> Messina<br />

La sessualità è un campo multi<strong>di</strong>mensionale tra il biologico<br />

e lo psicologico, tra il privato e il sociale, tra scienza e cultura,<br />

soggetto non solo all’aspetto istintuale ma anche alle<br />

189<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

influenze ambientali che, nel corso del tempo, hanno stabilito<br />

norme, valori e immagini collettive cui fare riferimento.<br />

I <strong>di</strong>sturbi sessuali, caratterizzati da anomalie o <strong>di</strong>sfunzioni<br />

relative all’attività sessuale, possono essere <strong>di</strong>stinti in tre categorie<br />

<strong>di</strong>stinte: le <strong>di</strong>sfunzioni sessuali vere e proprie, le deviazioni<br />

del desiderio sessuale (parafilie), i <strong>di</strong>sturbi dell’identità<br />

<strong>di</strong> genere. L’antisocialità, come descritta dal DSM<br />

IV, include la <strong>di</strong>sonestà, la mancanza <strong>di</strong> rimorso, l’irresponsabilità,<br />

l’impulsività, l’aggressività e l’incapacità <strong>di</strong><br />

conformarsi alle norme sociali. La relazione esplora la <strong>di</strong>mensione<br />

dell’antisocialità nell’ambito <strong>della</strong> sessualità, in<br />

un continuum concettuale dalla normalità alla patologia,<br />

principalmente in riferimento alle parafilie, ma anche ai <strong>di</strong>sturbi<br />

dell’identità <strong>di</strong> genere, nel cui contesto l’antisocialità<br />

va intesa come devianza dalla norma sociale.<br />

25 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA LEONARDO<br />

S86 - La <strong>di</strong>sabilità intellettiva: dalla biologia al mito<br />

Aspetti neurobiologici <strong>della</strong> cognitività<br />

M. Popoli<br />

Centro <strong>di</strong> Neurofarmacologia, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Farmacologiche<br />

e Centro <strong>di</strong> Eccellenza per la Malattie Neurodegenerative,<br />

Università <strong>di</strong> Milano<br />

Con l’eccezione delle demenze, in particolare la Malattia <strong>di</strong><br />

Alzheimer, non sono attualmente <strong>di</strong>sponibili marcatori biologici<br />

per la <strong>di</strong>agnosi delle malattie mentali. In mancanza <strong>di</strong><br />

biomarcatori le definizioni attuali per queste patologie sono<br />

prevalentemente sindromiche.<br />

Tuttavia la ricerca clinica e preclinica in anni recenti ha gettato<br />

le basi per una ridefinizione del fenotipo patologico che<br />

vada al <strong>di</strong> là del puro approccio descrittivo e renda conto dei<br />

meccanismi biologici <strong>della</strong> malattia mentale.<br />

Per la Schizofrenia questo si è tradotto in una riduzione dell’enfasi<br />

tra<strong>di</strong>zionalmente posta sulla sintomatologia positiva<br />

e nella proposizione <strong>di</strong> un modello che considera come<br />

evento primario una <strong>di</strong>sfunzione dei processi cognitivi, con<br />

la successiva comparsa dei sintomi positivi.<br />

Il modello considera fattori multipli convergenti, che agiscono<br />

probabilmente in combinazione variabile, in particolare:<br />

1) geni <strong>di</strong> suscettibilità;<br />

2) infezioni virali, effetti <strong>di</strong> tossine e alterazioni <strong>della</strong> nutrizione<br />

in fase prenatale;<br />

3) eventi avversi ambientali in fase pre- post-natale;<br />

4) stress psicofisico. Bersaglio dell’azione <strong>di</strong> questi fattori è<br />

il processo <strong>di</strong> sviluppo del sistema nervoso dal concepimento<br />

all’adolescenza e probabilmente sino alla iniziale vita<br />

adulta. In quest’ottica la Schizofrenia è vista essenzialmente<br />

come una patologia del neurosviluppo e <strong>della</strong> connettività<br />

neurale.<br />

Gli eventi avversi ambientali, in combinazione con la suscettibilità<br />

genetica, inducono alterazioni del neurosviluppo<br />

MODERATORI<br />

G. La Malfa, A. Castellani<br />

(ad esempio nella formazione e migrazione dei neuroni e/o<br />

nella sinaptogenesi) che portano alla formazione <strong>di</strong> circuiti<br />

neuroanatomofunzionali alterati. Questo processo produce<br />

<strong>di</strong>sfunzioni nei processi cognitivi (attenzione, emozione,<br />

linguaggio, memoria), che sono poi seguite dalla comparsa<br />

<strong>di</strong> sintomi positivi (deliri, allucinazioni) e negativi (pensiero<br />

<strong>di</strong>sorganizzato, ecc.).<br />

I principali aspetti neurobiologici saranno analizzati, con<br />

particolare attenzione ad alcuni geni recentemente stu<strong>di</strong>ati<br />

per il loro ruolo nella neuroplasticità ed il probabile coinvolgimento<br />

nelle patologie in cui vi è una compromissione<br />

delle funzioni cognitive.<br />

C’è un metodo nella follia (delirio e ritardo<br />

mentale)<br />

R. Rossi<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze Oftalmologia e Genetica, Sezione<br />

<strong>Psichiatria</strong>, Università <strong>di</strong> Genova<br />

Si sottolinea come prima considerazione che il delirio va<br />

oggi considerato in una <strong>di</strong>mensione affettiva e non in un’area<br />

cognitiva.<br />

Avevamo cercato <strong>di</strong> definirlo come il massimo <strong>di</strong> realizzazione<br />

possibile in regime narcisistico.<br />

Ci pare allora che in questo senso il concetto <strong>di</strong> Propfpsychose,<br />

come concetto <strong>di</strong> innesto delirante nel tessuto del ritardo<br />

mentale vada profondamente rivisto, e sostituito dal<br />

concetto <strong>di</strong> tentativo <strong>di</strong> ricostruzione del se seguendo un<br />

particolare fil-rouge narrativo. Si tratta in realtà <strong>di</strong> un modo<br />

per articolare la theory of mind con modalità particolare per<br />

avere lo spazio per entrare in relazione, quando altrimenti<br />

non è possibile.<br />

Una sorta <strong>di</strong> “if I cannot prove to be a gentleman …” shakespeariano.

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