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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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tezze alle scoperte. Le possibili strategie <strong>di</strong> cura si devono<br />

confrontare con limiti, ma anche con possibilità non sempre<br />

valutate nel loro senso più corretto. Nell’ambito <strong>della</strong> psichiatria<br />

Forense l’ospedale psichiatrico giu<strong>di</strong>ziario ha il suo<br />

significato più interessante e certamente più completo; ma anche<br />

gli aspetti criminologici, e quelli legati alle scienze <strong>della</strong><br />

devianza, o gli aspetti giuri<strong>di</strong>ci propri <strong>della</strong> giustizia si pongono<br />

con attenzione verso l’argomento.<br />

Nella relazione saranno presentati i dati del 2005 e degli anni<br />

precedenti relativi agli ingressi e <strong>di</strong>missioni, alle <strong>di</strong>agnosi<br />

e al trattamento, alle attività terapeutiche e ai risultati che<br />

si sono ottenuti nella riduzione degli atteggiamenti violenti<br />

ed degli atti auto ed eteroaggressivi.<br />

Il superamento dell’OPG e l’applicazione<br />

delle misure alternative<br />

E. Aguglia, D. Carlino, F. Ottolenghi, M. De Vanna<br />

U.C.O. <strong>di</strong> Clinica Psichiatrica, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Cliniche,<br />

Morfologiche e Tecnologiche, Università <strong>di</strong> Trieste<br />

La chiusura degli Ospedali Psichiatrici ha eliminato un punto<br />

<strong>di</strong> riferimento per il controllo sociale, normativo ed organizzativo<br />

che ha reso ancora più drammatica la contrad<strong>di</strong>zione<br />

sul ruolo dell’OPG, conteso tra necessità sanitarie e<br />

custo<strong>di</strong>alistiche.<br />

L’applicazione <strong>di</strong> modelli alternativi è stata presa in considerazione<br />

da una sentenza <strong>della</strong> Corte Costituzionale del<br />

18/7/2003 che sancisce l’illegittimità dell’art. 222 e che permette<br />

quin<strong>di</strong> al giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> inviare un paziente presso idonee<br />

strutture terapeutiche che garantiscano un progetto riabilitativo<br />

opportuno.<br />

Risulta tuttavia <strong>di</strong>fficile il rientro nell’ambiente sociale, che<br />

ostacola, spesso, sia involontariamente che volontariamente<br />

il reinserimento del soggetto, a causa del naturale, ed ormai<br />

storicamente ra<strong>di</strong>cato, processo <strong>di</strong> rifiuto e dello stigma che<br />

la società ha verso la follia in associazione con il fatto-reato.<br />

È molto <strong>di</strong>fficoltoso anche, è possibile comunque solo in<br />

un’esigua percentuale <strong>di</strong> casi, il rientro in ambito familiare,<br />

laddove presente, dati i vari gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregazione che non<br />

permettono <strong>di</strong> gestire psicologicamente e materialmente il<br />

proprio congiunto.<br />

La sede più idonea per il reinserimento è, quin<strong>di</strong>, un luogo,<br />

in genere esterno sia all’ambito familiare che sociale, che<br />

ospita altri soggetti con gli stessi problemi e la stessa storia<br />

ed in cui équipe sanitarie multi<strong>di</strong>sciplinari svolgono importanti<br />

funzioni <strong>di</strong> assistenza clinica e socio-riabilitativa. In altre<br />

parole, si fa riferimento a quelle “strutture interme<strong>di</strong>e”,<br />

“comunità”, “case alloggio”, “case <strong>di</strong> riposo”, ed altre ancora,<br />

tutte con proprie peculiarità riguardo alla strutturazione<br />

interna ed al tipo <strong>di</strong> trattamento, ma che, comunque, rappresentano<br />

una tappa interme<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> passaggio, ed oltremodo<br />

importante <strong>di</strong> quello che dovrebbe essere il definitivo<br />

reinserimento del soggetto nella società. Tale processo, infatti,<br />

non può che avvenire in modo graduale, progressivo e<br />

ciò rappresenta o dovrebbe rappresentare, appunto, la linea<br />

operativa guida e comune, con<strong>di</strong>visa sia dagli operatori dell’OPG<br />

che da quelli dei servizi psichiatrici territoriali.<br />

L’avvio del processo <strong>di</strong> rinnovamento sopra descritto ha, comunque,<br />

messo in luce con maggiore evidenza quelli che<br />

sono i problemi <strong>di</strong> maggior rilievo nell’ambito dell’attività<br />

183<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

e dell’organizzazione dell’OPG: far conciliare cura e custo<strong>di</strong>a,<br />

formare personale specializzato ed i rapporti con il servizio<br />

sanitario nazionale, sono temi che ricorrono spesso,<br />

destano quoti<strong>di</strong>anamente preoccupazione ed ostacolano<br />

l’attività degli operatori dell’OPG<br />

Bibliografia<br />

Flippini G, Romano CA. Prisoners sent to clinics or to ju<strong>di</strong>cial psychiatric<br />

hospitals for incompability with the jailing regulation due<br />

to psychiatric reasons. J Clin Forensic Med 1995;2(Suppl 1):4.<br />

Iwanami A, Nakatani Y, et al. Mentally abnormal offenders and <strong>di</strong>fficult<br />

patients in Japan – a survey in a psychiatric hospital. Eur<br />

Psychiatry 1996;11(Suppl 4):389s.<br />

L’intervento nell’OPG: dal trattamento<br />

istituzionale alla deistituzionalizzazione<br />

<strong>della</strong> misura <strong>di</strong> sicurezza<br />

F. Scarpa<br />

Ospedale Psichiatrico Giu<strong>di</strong>ziario <strong>di</strong> Montelupo Fiorentino<br />

La realtà degli OPG è composta da pazienti che hanno caratteristiche<br />

<strong>di</strong> instabilità e <strong>di</strong> passaggio all’atto, non sempre<br />

correlata <strong>di</strong>rettamente alla effettiva gravità del reato commesso,<br />

che richiedono un intervento <strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> specifico<br />

trattamento del <strong>di</strong>sturbo che determina la violenza e la conseguente<br />

valutazione <strong>di</strong> pericolosità sociale.<br />

In prima analisi occorre affrontare il problema <strong>della</strong> violenza<br />

con atteggiamento che prenda in considerazione sia il bisogno<br />

specifico <strong>di</strong> intervento sul problema psicopatologico<br />

<strong>di</strong> fondo e sulle caratteristiche <strong>di</strong> reazione e <strong>di</strong> passaggio all’atto,<br />

che può essere spesso tipico per tali pazienti, sia il bisogno<br />

più specifico <strong>di</strong> riabilitazione.<br />

La prima fase dell’internamento può essere caratterizzata<br />

dalla prevalenza <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> trattamento istituzionale che si<br />

giovano <strong>di</strong> presi<strong>di</strong> farmacologici, con somministrazione <strong>di</strong><br />

sostanze che mostrano un maggior effetto incisivo sugli<br />

aspetti reattivi e <strong>di</strong> acting-out del paziente, e <strong>di</strong> una costante<br />

attenzione alla <strong>di</strong>mensione contenitiva nelle fasi più<br />

drammatiche e reattive.<br />

Da questa fase è fondamentale passare successivamente ad<br />

una forma <strong>di</strong> trattamento basata sulla de-istituzionalizzazione.<br />

Si descrivono i risultati ottenuti con un trattamento basato<br />

sulla progettualità in<strong>di</strong>viduale terapeutica, finalizzata alla<br />

riacquisizione <strong>di</strong> autonomia e <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> autogestione all’eterno<br />

dell’Istituto, all’interno del territorio, con un intervento<br />

integrato basato sul lavoro, la socializzazione e, in ultima<br />

analisi, sulla riabilitazione psicosociale.<br />

È stato allestito un Centro Diurno, esterno all’OPG, dove<br />

sono stati realizzati trattamenti riabilitativi.<br />

I risultati ottenuti, sia sul piano meramente numerico delle<br />

iniziative attuate che sulla qualità <strong>di</strong> vita realizzata, e sulle<br />

realizzazione <strong>di</strong> percorsi <strong>di</strong> reale deistituzionalizzaizone,<br />

hanno sensibilmente favorito la <strong>di</strong>missione dei pazienti e<br />

possono <strong>di</strong>minuire i rischi <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va.<br />

Da tale esperienza comunque sono nate ipotesi <strong>di</strong> maggior<br />

sviluppo <strong>di</strong> percorsi ancora più avanzati tesi a mostrare una<br />

progressione verso l’autonomia e la responsabilizzazione dei<br />

pazienti che possono sperimentare e provare la propria capacità<br />

<strong>di</strong> ricostituire un rapporto corretto con la propria esistenza<br />

e con le regole sociali, elemento in<strong>di</strong>spensabile per ricostituire<br />

i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza e la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> trattamento.

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