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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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161<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

24 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA ELLISSE<br />

S70 - Efficacia <strong>della</strong> politerapia nel trattamento<br />

delle forme resistenti<br />

Strategie <strong>di</strong> trattamento <strong>della</strong> Schizofrenia<br />

resistente<br />

A. Rossi, M. Bustini *<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sperimentale, Università de L’Aquila;<br />

* DSM AUSL <strong>di</strong> Rieti<br />

Numerosi stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che la resistenza al trattamento<br />

farmacologico è un problema sostanziale nei pazienti<br />

schizofrenici con una percentuale del 20-30% <strong>di</strong> soggetti<br />

che rispondono solo parzialmente ed una percentuale <strong>di</strong> pazienti<br />

pari al 7% che non mostra risposta ad alcun tipo <strong>di</strong><br />

trattamento.<br />

Gli antipsicotici <strong>di</strong> seconda generazione, ed in particolare<br />

la clozapina, hanno evidenziato la loro efficacia in questi<br />

sottogruppi <strong>di</strong> pazienti per quello che riguarda il miglioramento<br />

sia dei sintomi positivi e negativi, che dei deficit cognitivi.<br />

Tuttavia nei pazienti schizofrenici in trattamento monoterapeutico<br />

ottimizzato che non presentano risposta oppure una<br />

risposta parziale al farmaco, si potrebbero utilizzare, come<br />

iniziano a mostrare recenti dati <strong>di</strong> letteratura, alcune combinazioni<br />

<strong>di</strong> antipsicotici atipici (clozapina-risperidone;<br />

clozapina-quetiapina; clozapina-aripiprazolo; clozapinaamisulpiride;<br />

clozapina-olanzapina; olanzapina-quetiapina;<br />

risperidone-quetiapina; risperidone-olanzapina; olanzapina-sulpiride):<br />

tali combinazioni sembrerebbero ben tollerate<br />

senza presentare effetti collaterali in percentuale statisticamente<br />

maggiore o più invalidante rispetto ai regimi monoterapeutici.<br />

Altre strategie <strong>di</strong> potenziamento farmacologico prevedono<br />

l’uso <strong>di</strong> benzo<strong>di</strong>azepine nel controllo dell’ansia, dell’insonnia<br />

e dell’agitazione (verosimilmente attraverso<br />

l’inibizione in<strong>di</strong>retta dell’attività dopaminergica mesolimbica),<br />

degli stabilizzatori dell’umore per il controllo<br />

dell’impulsività (probabilmente attraverso l’effetto antikindling<br />

che potrebbe <strong>di</strong>minuire l’ipersensibilità <strong>della</strong><br />

psicosi), degli antidepressivi SSRI per il miglioramento<br />

dei sintomi negativi e cognitivi, e la terapia elettroconvulsivante.<br />

Ulteriori possibilità <strong>di</strong> potenziamento prevedono l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> antagonisti del glutammato (ad esempio il topiramato),<br />

strategie dopaminergiche (bromocriptina, agonisti<br />

parziali dopaminergici D2), strategie noradrenergiche<br />

(propanololo ed altri β bloccanti), strategie peptidergiche<br />

(agonisti ed antagonisti oppiacei, pepti<strong>di</strong> correlati alla colecistochinina)<br />

ed, infine, l’utilizzo <strong>della</strong> terapia cognitivo<br />

comportamentale nel controllo a breve termine dei sintomi<br />

positivi.<br />

MODERATORI<br />

A. Tundo, G. Maina<br />

La politerapia nella profilassi dei <strong>di</strong>sturbi<br />

dell’umore<br />

A. Tundo, P. Cavalieri, F. Marchetti, I. Lega, N. Borioni,<br />

C. Di Pasquale<br />

Istituto <strong>di</strong> <strong>Psicopatologia</strong>, Roma<br />

Ad oggi non è <strong>di</strong>sponibile uno stabilizzatore dell’umore<br />

ideale, che sia cioè in grado <strong>di</strong> controllare almeno una delle<br />

fasi acute (mania, depressione, stato misto) e il rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve<br />

(frequenza dei cicli, numero <strong>di</strong> episo<strong>di</strong>, sintomi sottosoglia)<br />

senza peggiorare alcun altro aspetto 1 . Il gold standard<br />

nella gestione a lungo termine dei <strong>di</strong>sturbi bipolari rimane<br />

il litio (40% <strong>di</strong> risposte complete, più efficace sulle reci<strong>di</strong>ve<br />

espansive) seguito dall’acido valproico (superiore al<br />

placebo solo su variabili secondarie), dalla carbamazepina<br />

(2/3 <strong>di</strong> risposte complete o parziali), dalla lamotrigina (più<br />

efficace sulle reci<strong>di</strong>ve depressive) e dall’olanzapina (più efficace<br />

sulle reci<strong>di</strong>ve maniacali) 2-4 . In con<strong>di</strong>zioni cliniche <strong>di</strong><br />

routine nella metà dei casi nessuno <strong>di</strong> questi farmaci in monoterapia<br />

è sufficiente per ottenere una stabilizzazione ottimale<br />

per cui è necessario ricorrere a combinazioni “clinicamente<br />

razionali” tenendo conto delle caratteristiche longitu<strong>di</strong>nali<br />

e trasversali che il <strong>di</strong>sturbo assume nel singolo paziente<br />

come pure dell’eventuale presenza <strong>di</strong> altre patologie,<br />

psichiatriche e/o me<strong>di</strong>che, in comorbi<strong>di</strong>tà e del profilo <strong>di</strong> effetti<br />

collaterali che ciascun prodotto o combinazione può<br />

causare 5 . Per le forme resistenti alle combinazioni più comuni<br />

è opportuno valutare la possibilità <strong>di</strong> associare anche<br />

trattamenti off label come gabapentin, topiramato, antipsicotici<br />

atipici, nimo<strong>di</strong>pina, aci<strong>di</strong> grassi omega 3, ormoni tiroidei<br />

oppure <strong>di</strong> somministrare a lungo termine antidepressivi<br />

6 . Benché la politerapia sia ormai comunemente utilizzata<br />

nella pratica, la quasi totalità dei dati relativi all’efficacia<br />

degli stabilizzatori dell’umore deriva da stu<strong>di</strong> in monoterapia<br />

7 .<br />

In questo simposio saranno presentati i risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o,<br />

tuttora in corso, condotto su 140 pazienti affetti da Disturbo<br />

Bipolare I o II e seguiti per almeno 1 anno presso l’Istituto<br />

<strong>di</strong> <strong>Psicopatologia</strong> <strong>di</strong> Roma. Obiettivo dello stu<strong>di</strong>o è<br />

valutare, in con<strong>di</strong>zioni cliniche <strong>di</strong> routine: a) la frequenza<br />

del ricorso alla politerapia; b) le associazioni più frequenti;<br />

c) le variabili cliniche che più spesso rendono necessario<br />

questo tipo <strong>di</strong> intervento; d) i risultati ottenuti.<br />

Bibliografia<br />

1 Bowden CL. Trattamento farmacologico del Disturbo Bipolare:<br />

una review. In: Maj M, Akiskal H, Lopez-Ibor JJ, Sartorius N,<br />

eds. Disturbi bipolari. CIC E<strong>di</strong>zioni Internazionali 2004.<br />

2 American Psychiatric Association (APA). Practice guideline for<br />

treatment of patients with bipolar <strong>di</strong>sorder (revision). Am J Psychiat<br />

2002;159(Suppl):4.<br />

3 Bowden C, Calabrese J, Sachs G, et al. A placebo controlled 18-

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