30.05.2013 Views

XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

volvere del pensiero su ciò che è “organico” e ciò che è “psicologico”<br />

in psichiatria. Si può da un lato osservare che se<br />

uno dei motivi <strong>della</strong> creazione <strong>di</strong> un asse II era quello <strong>di</strong> riservare<br />

i <strong>di</strong>sturbi quivi inclusi ad un approccio psicoterapeutico,<br />

spesso <strong>di</strong> tipo psicoanalitico, ora questa posizione è<br />

stata ampiamente superata. Sappiamo infatti che molti pazienti,<br />

in gran parte borderline, sono attualmente trattati anche<br />

con farmaci, senza i quali non potrebbero “stare” all’interno<br />

<strong>della</strong> psicoterapia. E d’altronde i dati <strong>di</strong> neuroimaging<br />

iniziano a mostrare, ad un livello per ora ancora troppo poco<br />

raffinato, il tipo <strong>di</strong> alterazioni encefaliche funzionali dei<br />

pazienti borderline, creando così il ponte tra mente pensante<br />

e sofferente e corpo <strong>di</strong>sfunzionante.<br />

Dall’altro lato, la patologia bipolare è sempre stata <strong>di</strong> predominio<br />

<strong>della</strong> psichiatria organicista. Cosa c’è <strong>di</strong> più biologico<br />

<strong>di</strong> una malattia che alterna inspiegabilmente (cioè, in<br />

assenza <strong>di</strong> elementi esterni riconoscibili) fasi <strong>di</strong> annullamento<br />

e fasi <strong>di</strong> iperattivazione timica? Purtuttavia la gestione<br />

psicologica <strong>di</strong> questa malattia, fondata su aspetti cogniti-<br />

159<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

vi ed educazionali, è (o dovrebbe) essere entrata a far parte<br />

dello strumentario dello psichiatra evoluto. In assenza <strong>di</strong><br />

una capacità del paziente <strong>di</strong> percepire il cambiamento e mettere<br />

in atto comportamenti <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> aiuto e <strong>di</strong> gestione<br />

personale delle proprie crisi, non è possibile una reale gestione<br />

del Disturbo Bipolare.<br />

Allo stato attuale delle conoscenze un certo numero <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> farmacologia testimonia l’efficacia <strong>di</strong> varie classi <strong>di</strong> farmaci<br />

(antidepressivi, antipsicotici) nel <strong>di</strong>sturbo borderline.<br />

Al contempo gli anni recenti testimoniano un rinnovato<br />

grande interesse per il trattamento dei <strong>di</strong>sturbi bipolari con<br />

farmaci ad azione stabilizzante. Oltre ad una conferma dell’efficacia<br />

reale <strong>di</strong> questi farmaci nelle loro in<strong>di</strong>cazioni attuali,<br />

c’è un forte interesse per la loro possibile applicazione<br />

alla patologia borderline.<br />

Sul versante psicoterapeutico, c’è necessità <strong>di</strong> un confronto<br />

tra le varie scuole per mettere in atto tecniche “manualizzate”<br />

<strong>di</strong> intervento, che tengano in considerazione gli elementi<br />

comuni esistenti tra patologa borderline e <strong>di</strong>sturbi bipolari.<br />

24 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA CAVALIERI 3<br />

S69 - Diagnosi precoce dei Disturbi Pervasivi<br />

dello Sviluppo<br />

Diagnosi Precoce ed in<strong>di</strong>ci prognostici<br />

R. Militerni, B. A<strong>di</strong>nolfi, A. Frolli, L. Sergi<br />

Cattedra <strong>di</strong> Neuropsichiatria Infantile, Seconda, Università<br />

<strong>di</strong> Napoli<br />

La <strong>di</strong>agnosi precoce dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo<br />

risulta particolarmente importante per la possibilità che essa<br />

offre <strong>di</strong> avviare interventi tempestivi, in grado <strong>di</strong> incidere<br />

significativamente sulla storia naturale <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>sturbi. In<br />

tema <strong>di</strong> “storia naturale”, tuttavia, risulta ancor oggi problematico<br />

definire la “stabilità” <strong>di</strong> una <strong>di</strong>agnosi formulata in<br />

epoche molto precoci. Va infatti considerato che la <strong>di</strong>agnosi<br />

<strong>di</strong> un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo si basa su criteri<br />

esclusivamente comportamentali. Ciò comporta che quanto<br />

più piccolo è il bambino tanto maggiori sono le possibilità<br />

che tali “comportamenti” possano mo<strong>di</strong>ficarsi nel tempo.<br />

Vengono pertanto a prospettarsi due <strong>di</strong>fficoltà:<br />

a) la prima riguarda la scarsa applicabilità dei criteri abitualmente<br />

utilizzati per definire uno specifico sottogruppo<br />

all’interno dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo.<br />

Facendo riferimento al DSM-IV, prima dei tre anni <strong>di</strong><br />

età, sono preve<strong>di</strong>bili solo due sottocategorie <strong>di</strong>agnostiche,<br />

vale a <strong>di</strong>re, il Disturbo Autistico (DA) e il Disturbo<br />

Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato<br />

(DPS-NAS). Ne deriva che molti bambini nel corso dello<br />

sviluppo, pur rimanendo nella categoria dei DPS,<br />

possono “cambiare” etichetta nosografica;<br />

b) la seconda <strong>di</strong>fficoltà riguarda la possibilità che una quota<br />

significativa <strong>di</strong> bambini possa “uscire” dalla categoria<br />

dei DPS. Tale possibilità, riguarda non solo i bambi-<br />

MODERATORI<br />

F. Muratori, T. Charman<br />

ni che rientrano nei DPS-NAS, ma anche quelli con una<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> DA.<br />

Sulla base <strong>di</strong> tali considerazioni è stata effettuata una ricerca<br />

finalizzata a valutare la stabilità <strong>della</strong> <strong>di</strong>agnosi formulata<br />

in epoca precoce. In particolare, sono stati presi in considerazione<br />

96 soggetti per i quali era stata formulata la <strong>di</strong>agnosi<br />

<strong>di</strong> Disturbo Pervasivo dello Sviluppo ad un’età compresa<br />

fra i 2 anni e i 2 anni e mezzo. 69 soggetti presentavano un<br />

Disturbo Autistico (DA), mentre gli altri 27 rispondevano ai<br />

criteri <strong>di</strong> un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti<br />

Specificato (DPS-NAS). Tali soggetti sono stati seguiti<br />

in follow-up per un periodo <strong>di</strong> circa 6 anni. Oltre a valutare<br />

l’evoluzione nell’espressività <strong>della</strong> sintomatologia<br />

autistica, sono state prese in considerazione le variabili con<br />

possibile significato pre<strong>di</strong>ttivo. Sotto questo aspetto, l’attenzione<br />

congiunta ed il padroneggiamento dei co<strong>di</strong>ci comunicativi,<br />

oltre ad essere elementi utili per una <strong>di</strong>agnosi precoce<br />

sembrano porsi come variabili critiche per una formulazione<br />

prognostica.<br />

I segni precoci del Disturbo Autistico<br />

attraverso lo stu<strong>di</strong>o dei filmati familiari<br />

S. Maestro, F. Muratori, F. Apicella, P. Muratori,<br />

A. Petrozzi, C. Grassi A. Manfre<strong>di</strong>, L. Polidori<br />

IRCCS “Stella Maris”, Università <strong>di</strong> Pisa<br />

Introduzione: i A.S.D., caratterizzati da compromissione<br />

qualitativa dell’interazione e <strong>della</strong> comunicazione sociale e

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!