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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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ilizzante il tono dell’umore) in pazienti ritenuti resistenti<br />

o parzialmente responsivi al trattamento con antipsicotici.<br />

Sebbene non sostenuta da linee guida ufficiali tale<br />

pratica appare notevolmente <strong>di</strong>ffusa e sottolinea la necessità<br />

<strong>di</strong> considerare da un canto le basi molecolari <strong>della</strong> polifarmacoterapia<br />

e dall’altro l’esplorazione <strong>di</strong> nuovi potenziali<br />

target al centro <strong>di</strong> multiple interazioni molecolari.<br />

3. L’interazione dopamino-glutammatergica rappresenta<br />

un possibile rilevante target delle polifarmacoterapie ed<br />

evidenze precliniche e cliniche suggeriscono l’appropriatezza<br />

dell’esplorazione <strong>di</strong> tale interazione 1 .<br />

4. La densità post-sinaptica (PSD) glutammatergica rappresenta<br />

lo scenario morfofunzionale per il quale recenti<br />

osservazioni precliniche e stu<strong>di</strong> post-mortem in pazienti<br />

psicotici in<strong>di</strong>cano un potenziale e per molti versi<br />

inesplorato ruolo nella fisiopatologia delle psicosi.<br />

5. Anomale interazioni molecolari <strong>di</strong> proteine post-sinaptche<br />

con funzioni polimorfe (per esempio clustering,<br />

adaptors) sono state suggerite nella fisiopatologia dei<br />

<strong>di</strong>sturbi psicotici, e numerose proteine <strong>della</strong> PSD sono<br />

state considerate possibilmente coinvolte nell’azione <strong>di</strong><br />

farmaci psicotropi 2 .<br />

6. Recentemente, la famiglia <strong>di</strong> proteine denominata Homer<br />

e il relativo signaling <strong>di</strong> trasduzione del segnale ha<br />

assunto particolare interesse per le putative implicazioni<br />

in patologie psichiatriche e per la modulazione delle<br />

stesse a seguito <strong>di</strong> trattamenti farmacologici 3 . Di tale<br />

proteine si conoscono multiple isoforme costitutive (o<br />

long forms: Homer1b/c; Homer2; Homer3) e una forma<br />

inducibile (o short form: Homer 1 e sua relativa variante<br />

<strong>di</strong> splicing Ania3). Le forme costitutive in virtù<br />

<strong>della</strong> presenza <strong>di</strong> una specifica sequenza aminoaci<strong>di</strong>ca<br />

all’estremità COOH possono multimerizzare e formare<br />

un ponte fisico tra recettori glutammatergici metabotropici<br />

<strong>di</strong> tipo I e meccanismi effettori <strong>della</strong> trasduzione<br />

del segnale (tra i quali il recettori endocellulari per<br />

la regolazione dei livelli <strong>di</strong> calcio del citosol). Le forme<br />

inducibili mancando dell’estremità COOH non<br />

possono multimerizzare e quando sono inattivate (ad<br />

esempio da trattamenti farmacologici) <strong>di</strong>sassemblano<br />

153<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

le forme costitutive mo<strong>di</strong>ficandone la trasduzione del<br />

segnale.<br />

7. Nel para<strong>di</strong>gma sperimentale qui presentato trattamenti<br />

acuti e cronici per via sistemica (i.p.) con antipsicotici a<br />

<strong>di</strong>fferente profilo recettoriale in ratti maschi Sprague-<br />

Dowley sono in grado <strong>di</strong> attivare in maniera <strong>di</strong>fferenziale<br />

e in <strong>di</strong>verse aree cortico–sottocorticali i trascritti delle<br />

forme inducibili e delle forme costitutive <strong>di</strong> Homer.<br />

In particolare, trattamenti acuti con antipsicotici <strong>di</strong> prima<br />

(aloperidolo) e seconda generazione (olanzapina, risperidone<br />

quetiapina, ziprasidone) inducono l’attivazione<br />

<strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> Homer1a e Ania3 in caudato-putamen<br />

e accumbens e con apparente correlazione al grado<br />

<strong>di</strong> occupancy dei recettori dopaminergici D2, e non mo<strong>di</strong>ficano<br />

in maniera significativa le forme costitutive.<br />

8. Di contro, il trattamento cronico con stabilizzanti il tono<br />

dell’umore (litio e acido valproico) con livelli plasmatici<br />

comparabili alle dosi terapeutiche nell’uomo,<br />

mo<strong>di</strong>ficano in maniera <strong>di</strong>fferenziale l’espressione genica<br />

delle forme costitutive ma non <strong>di</strong> quelle inducibili.<br />

9. In definitiva, il signaling <strong>di</strong> Homer costituirebbe un sistema<br />

<strong>di</strong> trasduzione del segnale <strong>di</strong> tipo multimodale all’intersezione<br />

tra meccanismi dopaminergici e glutammatergici,<br />

con possibili rilevanti implicazioni nel meccanismo<br />

d’azione <strong>di</strong> farmaci antipsicotici o stabilizzanti<br />

dell’umore e <strong>di</strong> utile ulteriore esplorazione nella polifarmacoterapia<br />

delle psicosi<br />

Bibliografia<br />

1 de Bartolomeis A, Fiore G, Iasevoli F. Dopamine-glutamate interaction<br />

and antipsychotics mechanism of action: implication<br />

for new pharmacological strategies in psychosis. Curr Pharm<br />

Des 2005;11:3561-94.<br />

2 de Bartolomeis A, Fiore G. Postsynaptic density scaffol<strong>di</strong>ng proteins<br />

at excitatory synapse and <strong>di</strong>sorders of synaptic plasticity:<br />

implications for human behavior pathologies. Int Rev Neurobiol<br />

2004;59:221-54.<br />

3 de Bartolomeis A, Aloj L, Ambesi-Impiombato A, Bravi D, Caraco<br />

C, Muscettola G, et al. Acute administration of antipsychotics<br />

modulates Homer striatal gene expression <strong>di</strong>fferentially.<br />

Brain Res Mol Brain Res 2002;98:124-9.<br />

24 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA SAN PAOLO<br />

S66 - Psico<strong>di</strong>namica dell’agire terapeutico nell’ambito<br />

dei Disturbi <strong>della</strong> Condotta Alimentare<br />

L’approccio psico<strong>di</strong>namico alla <strong>di</strong>agnosi<br />

<strong>di</strong> DCA<br />

G. Turrini<br />

Ospedale privato accre<strong>di</strong>tato “Villa Maria Luigia”, Monticelli<br />

Terme, Parma<br />

Negli ultimi anni l’egemonia del modello cognitivo-comportamentale<br />

nel campo dei Disturbi <strong>della</strong> Alimentazione (e<br />

non solo) sembra avere posto in secondo piano il ruolo del<br />

pensiero psico<strong>di</strong>namico nella comprensione, nella <strong>di</strong>agnosi<br />

e nel trattamento <strong>di</strong> tali patologie.<br />

MODERATORI<br />

G. Borsetti, G. Turrini<br />

Tuttavia vi sono alcuni punti sui quali il modello psicoanalitico<br />

sembra poter ancora rappresentare un punto <strong>di</strong> vista<br />

costruttivo e almeno complementare a quello cognitivocomportamentale.<br />

Il successo <strong>di</strong> quest’ultimo, peraltro fondato<br />

su una teoria certo non banale né semplicistica, appare<br />

legato in buona parte alla misurabilità degli esiti, rivolgendosi<br />

in larga parte al trattamento dei sintomi, ovvero delle<br />

manifestazioni clinicamente apprezzabili <strong>della</strong> malattia. Tale<br />

fattore è probabilmente quello che ha determinato il declino<br />

del modello psicoanalitico, nel quale la valutazione<br />

degli esiti sintomatici appare non solo o non tanto <strong>di</strong>fficol-

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