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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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vamente zone del cingolo perigenuale e <strong>della</strong> corteccia orbitofrontale,<br />

strutture coinvolte nella genesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong><br />

emozioni. È stato qui indagato se l’anticipazione del dolore<br />

è in grado <strong>di</strong> indurre gli stessi effetti, e se l’attività delle porzioni<br />

rostrali <strong>della</strong> corteccia del cingolo correla con la spiacevolezza<br />

percepita in un modello <strong>di</strong> dolore sperimentale.<br />

Metodologia: gli stu<strong>di</strong> sono stati condotti in volontari sani<br />

previo consenso informato, utilizzando un sistema <strong>di</strong> risonanza<br />

magnetica GE 1,5 T e sequenze <strong>di</strong> acquisizione ecoplanare<br />

BOLD-pesate. Il protocollo sperimentale prevedeva<br />

un segnale <strong>di</strong> avvertimento, precedente <strong>di</strong> 10-60 s l’inizio <strong>di</strong><br />

uno stimolo doloroso <strong>di</strong> tipo meccanico o chimico. L’intensità<br />

sensoriale del dolore e/o la spiacevolezza percepita sono<br />

stati registrati on-line nel corso degli esperimenti, ed il<br />

loro profilo temporale è stato correlato con la me<strong>di</strong>a dei segnali<br />

fMRI in regioni selezionate <strong>della</strong> corteccia cerebrale.<br />

L’analisi dei dati fMRI è stata effettuata me<strong>di</strong>ante i pacchetti<br />

<strong>di</strong> analisi SPM e AFNI.<br />

Risultati: è stata riscontrata una <strong>di</strong>somogeneità nelle variazioni<br />

<strong>di</strong> attività del cingolo nella fase <strong>di</strong> anticipazione, con<br />

incremento <strong>di</strong> segnale fMRI nel cingolo me<strong>di</strong>o-anteriore e<br />

nella regione dorsale del cingolo perigenuale, e decrementi<br />

<strong>di</strong> attività in regioni ventrali. Durante dolore prolungato, il<br />

segnale fMRI me<strong>di</strong>o dei clusters identificati del cingolo me<strong>di</strong>o-anteriore<br />

ha mostrato una correlazione significativa con<br />

l’intensità percepita in 18/18 soggetti (r me<strong>di</strong>o = 0,825), e<br />

con la spiacevolezza percepita in 17/17 soggetti (r me<strong>di</strong>o =<br />

0,798). Al contrario, l’attività del cingolo perigenuale ha<br />

mostrato prevalentemente correlazioni negative con l’intensità<br />

(18/18, r = -0,766) e con la spiacevolezza (17/17, r = -<br />

0,745).<br />

Conclusioni: i risultati <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> fMRI <strong>di</strong>mostrano che<br />

l’anticipazione e la percezione del dolore sono legate a variazioni<br />

<strong>di</strong> attività del cingolo anteriore. Questa regione corticale<br />

appare tuttavia una struttura complessa in cui <strong>di</strong>verse<br />

porzioni sono <strong>di</strong>versamente implicate nella rappresentazione<br />

mentale e nella co<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> eventi dolorosi. Ricerche in<br />

corso mirano ad indagare il grado <strong>di</strong> sovrapposizione tra la<br />

rappresentazione corticale del dolore e <strong>di</strong> altre emozioni come<br />

il <strong>di</strong>sgusto e la paura.<br />

<strong>Psicopatologia</strong> e dolore cronico: ruolo<br />

<strong>della</strong> psicoterapia<br />

A. Lamberto<br />

A.S.O. “Santa Croce e Carle”, Cuneo<br />

Il dolore e la psicopatologia: il tentativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere il<br />

dolore oggettivo da quello psicogenico è inevitabilmente<br />

destinato al fallimento, perché il dolore cronico ha come caratteristica<br />

fondamentale la multi<strong>di</strong>mensionalità, vale a <strong>di</strong>re<br />

la stretta ed intensa correlazione fra le <strong>di</strong>mensioni fisiche,<br />

psicologiche e sociali. Il paziente che soffre <strong>di</strong> dolore cronico<br />

da molti anni sviluppa facilmente atteggiamenti ed<br />

espressioni <strong>di</strong> ansia e/o <strong>di</strong> depressione, senso <strong>di</strong> impotenza,<br />

rabbia, che sono il frutto <strong>di</strong> anni <strong>di</strong> inutile e frustrante ricerca<br />

<strong>della</strong> soluzione del proprio problema algico.<br />

Rilevanza <strong>di</strong> psicopatologia nel dolore: alcuni ricercatori<br />

francesi hanno esaminato un campione <strong>di</strong> 330 pazienti ambulatoriali<br />

con Low Back Pain non specifico. Dalla valutazione,<br />

secondo i parametri del DSM III, è emerso che il 41%<br />

147<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

dei pazienti rientravano nella classificazione come portatori<br />

<strong>di</strong> problemi psichiatrici.<br />

Altri autori anglosassoni hanno compiuto una review dei lavori<br />

che si sono occupati <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> personalità nei pazienti<br />

con dolore cronico e hanno riscontrato percentuali che<br />

vanno dal 31 al 59%.<br />

I dati riportano percentuali elevatissime che però non <strong>di</strong>scriminano<br />

se la patologia era preesistente o meno all’insorgenza<br />

del dolore.<br />

All’interno <strong>di</strong> questo insieme <strong>di</strong> pazienti si <strong>di</strong>stinguono due<br />

gran<strong>di</strong> gruppi. Il primo è costituito da pazienti che, in seguito<br />

alla cronicità del dolore, hanno sviluppato un Disturbo <strong>di</strong><br />

Personalità ed un secondo gruppo <strong>di</strong> pazienti nei quali il Disturbo<br />

<strong>di</strong> Personalità era già stato riscontrato prima del problema<br />

relativo al dolore. Da questa considerazione si evince<br />

l’esistenza <strong>di</strong> una notevole percentuale <strong>di</strong> pazienti ai quali la<br />

cronicità del dolore ha provocato conseguenze psicologiche<br />

e <strong>di</strong> un altrettanto grande gruppo <strong>di</strong> pazienti per i quali il dolore<br />

si è inserito nella complessità <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo psichiatrico<br />

preesistente. Per tutti questi è preve<strong>di</strong>bile una notevole refrattarietà<br />

alle terapie esclusivamente focalizzate sulla sintomatologia<br />

dolorosa e alle procedure terapeutiche <strong>di</strong> carattere<br />

farmacologico, chirurgico o <strong>di</strong> elettrostimolazione.<br />

Importanza <strong>della</strong> valutazione psicologica e psichiatrica<br />

nel dolore: la cognizione precisa delle caratteristiche <strong>di</strong> personalità<br />

precedenti l’insorgenza del dolore comporta una serie<br />

<strong>di</strong> vantaggi sia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>agnostico che successivamente<br />

per l’implementazione <strong>della</strong> terapia. Il primo è <strong>di</strong><br />

offrire al clinico una cornice concettuale all’interno <strong>della</strong><br />

quale inserire la situazione generale e globale del paziente<br />

sempre tenendo in conto la caratteristica <strong>di</strong> multi<strong>di</strong>mensionalità<br />

del dolore. Una chiarezza sulla personalità del paziente<br />

permette al clinico <strong>di</strong> non incorrere in errori <strong>di</strong> sovrao<br />

sottostima rispetto a questo importante elemento così essenziale<br />

nella terapia del dolore. Il secondo vantaggio è la<br />

possibilità <strong>di</strong> impostare un piano terapeutico <strong>di</strong>segnato sulle<br />

caratteristiche complessive del paziente. Infatti una <strong>di</strong>agnosi<br />

accurata e una formulazione concettuale aiutano il clinico<br />

a sviluppare le tecniche più in<strong>di</strong>cate per risolvere il<br />

problema <strong>di</strong> dolore del paziente. Infine non è da trascurare<br />

il piano scientifico perché da un’accurata <strong>di</strong>agnosi compiuta<br />

con strumenti testistici e <strong>di</strong> colloquio si hanno dei quadri<br />

idonei a stu<strong>di</strong>are ulteriormente l’interazione fra caratteristiche<br />

<strong>di</strong> personalità e percezione e mantenimento del dolore.<br />

Risulta fondamentale <strong>di</strong>stinguere fra il paziente che prima del<br />

dolore aveva già un problema <strong>di</strong> psicopatologia rispetto al paziente<br />

che, come conseguenza del dolore, ha sviluppato una<br />

serie <strong>di</strong> problematiche come, ad esempio, ansia e depressione.<br />

Secondo Merskey ci sono ben sei possibilità <strong>di</strong> rilevare dolore<br />

nella popolazione psichiatrica.<br />

Si osserva la prima quando il dolore si presenta come un’allucinazione<br />

e ciò avviene in particolare quando il paziente<br />

soffre <strong>di</strong> Schizofrenia o <strong>di</strong> depressione endogena. Si tratta <strong>di</strong><br />

un’evenienza piuttosto rara soprattutto nella patologia schizofrenica.<br />

La seconda è la classica “isteria <strong>di</strong> conversione”. Molto<br />

spesso i pazienti con dolore cronico presentano una elevata<br />

quantità <strong>di</strong> sintomi che sembrano avere caratteristiche ipocondriache<br />

o isteriche. Gli stessi profili MMPI (Minnesota<br />

Multiphasic Personalità Inventory) in<strong>di</strong>cano che queste ultime<br />

due espressioni <strong>di</strong> personalità sono assai comuni in tutti<br />

coloro che soffrono <strong>di</strong> dolore da molto tempo.

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