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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

24 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA NUREYEV<br />

S62 - Quante depressioni?<br />

Revisione critica <strong>di</strong> una <strong>di</strong>agnosi indefinita<br />

La neurobiologia <strong>della</strong> Depressione<br />

o delle Depressioni?<br />

C.M. Pariante<br />

Stress, Psychiatry and Immunology Laboratory (SPI-Lab),<br />

Institute of Psychiatry, King’s College London, London<br />

Sebbene le alterazioni endocrine ed immunitarie nella Depressione<br />

Maggiore siano state oggetto <strong>di</strong> molti stu<strong>di</strong>, ancora<br />

oggi il meccanismo biologico attraverso cui questi<br />

modulatori endogeni influenzano le emozioni ed inducono<br />

i sintomi depressivi costituisce un mistero. Inoltre, ancora<br />

non è chiaro se tutti questi meccanismi – neurobiologici,<br />

endocrinologici, immunitari – siano presenti in tutti i pazienti<br />

depressi, o viceversa se specifici meccanismi biologici<br />

conducano a specifiche sindromi depressive con un <strong>di</strong>verso<br />

profilo sintomatologico.<br />

È noto che i pazienti con Depressione Maggiore presentano<br />

un’iperattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che<br />

si manifesta con un aumento dei livelli <strong>di</strong> corticotropin-releasing<br />

hormone (CRH) a livello cerebrale e <strong>di</strong> cortisolo<br />

nel sangue. Sia il CRH che il cortisolo possono indurre,<br />

nell’uomo e nell’animale, cambiamenti nell’umore e nella<br />

funzione neurocognitiva simili a quelli caratteristici <strong>della</strong><br />

depressione.<br />

La presenza <strong>di</strong> depressione nei pazienti con Cushing conferma<br />

questo modello. La depressione può però comparire<br />

anche in situazioni <strong>di</strong> ridotta attività dell’asse ipotalamoipofisi-surrene,<br />

come nel caso dei pazienti con Ad<strong>di</strong>son.<br />

Come è possibile conciliare queste evidenze? Oltre al ruolo<br />

dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> supportano<br />

anche un ruolo <strong>di</strong>retto del sistema immunitario<br />

nella depressione. È infatti noto che i pazienti con Depressione<br />

Maggiore presentano un’elevata concentrazione sierica<br />

<strong>di</strong> citochine proinfiammatorie, come l’IL-6, ed un aumento<br />

delle proteine <strong>della</strong> fase acuta. Questo modello è sostenuto<br />

dal fatto che la somministrazione <strong>di</strong> citochine, come<br />

l’interferon-alfa nei pazienti con epatite C, a sua volta<br />

induce un <strong>di</strong>sturbo del comportamento (“sickness behaviour”)<br />

simile alla sindrome depressiva, con anedonia,<br />

apatia, <strong>di</strong>sturbi del sonno, alterazione dell’appetito e ritiro<br />

sociale.<br />

Che <strong>di</strong>fferenze vi sono, se vi sono, tra la depressione da<br />

stress, quella da Cushing, e quella da interferone-alfa? In<br />

questo intervento presenterò i risultati delle nostre ricerche<br />

che esplorano il ruolo dello stress, degli ormoni glucocorticoi<strong>di</strong><br />

e delle citochine proinfiammatorie nella patogenesi<br />

dei sintomi depressivi. Inoltre <strong>di</strong>scuterò la possibilità che<br />

la depressione non sia una specifica malattia, ma piuttosto<br />

un insieme <strong>di</strong> comportamenti potenzialmente adattativi<br />

che, come la febbre, può essere attivata da <strong>di</strong>verse cause in<br />

<strong>di</strong>versi soggetti, e condurre a <strong>di</strong>verse sfumature cliniche.<br />

MODERATORI<br />

M. <strong>di</strong> Giannantonio, M. Alessandrini<br />

I saperi e il sentimento. Storia e critica<br />

dei rapporti tra scienza e depressione<br />

M. Alessandrini<br />

Centro <strong>di</strong> Salute Mentale ASL Chieti;, Università “G. D’Annunzio”,<br />

Chieti<br />

Introduzione: la storia del concetto <strong>di</strong> depressione permette<br />

<strong>di</strong> “ripensare” la clinica <strong>di</strong> questo gruppo <strong>di</strong> affezioni. Pur<br />

se infatti le categorie <strong>di</strong>agnostiche attuali si presentano ra<strong>di</strong>cate<br />

nella realtà clinica “pura”, esse in realtà sono con<strong>di</strong>zionate<br />

da influssi culturali, me<strong>di</strong>ci ed extra-me<strong>di</strong>ci, sia presenti<br />

che passati. La realtà clinica “pura”, da questo punto <strong>di</strong><br />

vista, è in realtà ricca <strong>di</strong> presupposti impliciti, i quali, se non<br />

vengono resi evidenti e consapevoli, la rendono tutt’altro<br />

che “pura”.<br />

Metodologia: si è deciso <strong>di</strong> ricostruire, sul piano storico,<br />

soprattutto la gamma variegata <strong>di</strong> termini che nei secoli hanno<br />

in<strong>di</strong>cato i vissuti depressivi. In questo modo, i raggruppamenti<br />

nosografici sia recenti che attuali – quali, per esempio,<br />

le due gran<strong>di</strong> categorie delle depressioni nevrotiche e <strong>di</strong><br />

quelle psicotiche – rivelano <strong>di</strong> possedere al loro interno<br />

molte sud<strong>di</strong>visioni.<br />

Queste ultime, <strong>di</strong> solito, vengono considerate come implicite,<br />

e invece nella pratica clinica sono ignorate, perché se ne<br />

è perduta conoscenza.<br />

Risultati: le parole e il linguaggio, così come la razionalità,<br />

pur se hanno il compito <strong>di</strong> delimitare e <strong>di</strong> “or<strong>di</strong>nare” l’area<br />

delle sensazioni, devono poi però riavvicinarvisi, per mantenere<br />

vitalità e ricchezza. È quanto ormai accade per il termine<br />

“depressione”.<br />

Riscoprendo la gamma variegata <strong>di</strong> parole che nei secoli<br />

hanno in<strong>di</strong>cato i vissuti depressivi, ed esaminando il significato<br />

che queste parole hanno assunto nelle <strong>di</strong>verse epoche e<br />

nei vari contesti, traspare nuovamente la natura multiforme<br />

del sentire depressivo.<br />

Diventa così evidente una sorta <strong>di</strong> “altra psicopatologia”<br />

delle depressioni, capace <strong>di</strong> integrare quella attuale, altrimenti<br />

gravemente sterile e insospettatamente inefficace.<br />

Conclusioni: grazie alla suddetta ricostruzione, emergono<br />

sfaccettature del sentire depressivo che non corrispondono<br />

soltanto alle <strong>di</strong>namiche in<strong>di</strong>viduali messe in luce dalla psicoanalisi,<br />

bensì a movimenti dell’area delle sensazioni, movimenti<br />

che sono, in un certo senso, il motore generatore<br />

delle <strong>di</strong>namiche che la psicoanalisi ha focalizzato.<br />

L’area delle sensazioni, antecedente al loro strutturarsi in<br />

percezioni, e poi da qui in atti <strong>di</strong> pensiero sempre più desensorializzati<br />

e configurati, è la <strong>di</strong>mensione che riaffiora in<br />

ogni psicopatologia, ma ancor più nei quadri depressivi, ai<br />

quali conferisce sfaccettature fondamentali e tuttavia comunemente<br />

trascurate.<br />

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