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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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La stimolazione magnetica transcranica nel<br />

trattamento <strong>della</strong> Depressione Maggiore<br />

A. Lucca, D. Rossini, R. Zanar<strong>di</strong>, S. Giordani, E. Smeral<strong>di</strong>,<br />

L. Magri<br />

Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università “Vita-Salute”,<br />

Ospedale “San Raffaele Turro”<br />

La stimolazione magnetica transcranica (TMS) è un metodo<br />

non invasivo per la stimolazione <strong>della</strong> corteccia cerebrale<br />

tramite l’induzione <strong>di</strong> una corrente in grado <strong>di</strong> depolarizzare<br />

i neuroni sottostanti il coil. Introdotta nel 1985<br />

come strumento <strong>di</strong>agnostico in neurologia, negli ultimi anni<br />

è stata utilizzata per il trattamento <strong>della</strong> Depressione<br />

Maggiore con risultati incoraggianti 1 . Nel nostro <strong>di</strong>partimento<br />

abbiamo realizzato due trials randomizzati per valutare<br />

l’efficacia <strong>di</strong> tale terapia.<br />

Nel primo stu<strong>di</strong>o abbiamo trattato pazienti farmacoresistenti<br />

con due intensità <strong>di</strong>fferenti (80% e 100% <strong>della</strong> soglia<br />

motoria) o con stimolazione sham, ottenendo una <strong>di</strong>fferenza<br />

significativa tra il gruppo stimolato al 100% e il gruppo<br />

<strong>di</strong> controllo 2 . Nel secondo lavoro abbiamo somministrato<br />

la stimolazione magnetica (attiva o sham) associandovi fin<br />

dall’inizio un farmaco antidepressivo scelto tra Escitalopram,<br />

Sertralina e Venlafaxina. Il gruppo in trattamento attivo<br />

ha mostrato una risposta antidepressiva più rapida rispetto<br />

al gruppo <strong>di</strong> controllo, in<strong>di</strong>pendentemente dal farmaco<br />

utilizzato 3 . Ulteriori ricerche sono necessarie per ottimizzare<br />

i parametri <strong>di</strong> stimolazione ed eventualmente<br />

adattarli alla sintomatologia del singolo paziente. Una prospettiva<br />

interessante sembra essere rappresentata dalla<br />

Theta-burst stimulation, che ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> poter produrre<br />

effetti fisiologici superiori per intensità e durata sulla<br />

porzione <strong>di</strong> corteccia stimolata, suggerendo a livello<br />

speculativo la possibilità <strong>di</strong> ottenere maggiori effetti antidepressivi.<br />

Tra le altre tecniche <strong>di</strong> stimolazione cerebrale è<br />

stata recentemente reintrodotta la stimolazione con corrente<br />

<strong>di</strong>retta (tDCS), <strong>di</strong> cui è stata evidenziata la capacità <strong>di</strong><br />

modulare significativamente l’eccitabilità corticale. Nel<br />

nostro reparto abbiamo cominciato ad osservarne i primi<br />

risultati positivi nel trattamento <strong>della</strong> depressione farmacoresistente.<br />

Bibliografia<br />

1 Lucca A, Locatelli M, Rossini D, Catalano M. La stimolazione<br />

magnetica transcranica e le sue applicazioni in psichiatria.<br />

Quaderni Italiani <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong> 2003;12:51-60.<br />

2 Rossini D, Lucca A, Zanar<strong>di</strong> R, Magri L, Smeral<strong>di</strong> E. Transcranial<br />

Magnetic Stimulation in treatment resistano depressed patients:<br />

a double blind placebo controlled trial. Psychiatry Res<br />

2005;137:1-2.<br />

3 Rossini D, Magri L, Lucca A, Giordani S, Smeral<strong>di</strong> E, Zanar<strong>di</strong><br />

R. May rTMS Hasten the response to Escitalopram, Sertraline,<br />

141<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

24 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA LEONARDO<br />

S60 - Opzioni terapeutiche “illiberali” tra pregiu<strong>di</strong>zi<br />

e prospettive<br />

MODERATORI<br />

G. Muscettola, G.C. Nivoli<br />

or Venlafaxine in Patients with Major Depressive Disorder? A<br />

Double Blind Sham-Controlled Trial. J Clin Psychiatry 2005, in<br />

press.<br />

Il TSO in me<strong>di</strong>cina generale: il caso<br />

Anoressia Nervosa<br />

M. Morlino, V. Cappiello *<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università “Federico II”,<br />

Napoli; * D.S.M. A.S.L. Napoli 5<br />

L’Anoressia Nervosa (AN) è il <strong>di</strong>sturbo mentale che, più <strong>di</strong><br />

ogni altro, si situa in un’area <strong>di</strong> confine tra la psichiatria e la<br />

me<strong>di</strong>cina interna.<br />

Il crescente numero <strong>di</strong> soggetti affetti da tale <strong>di</strong>sturbo nonché<br />

l’alto rischio <strong>di</strong> evoluzione letale (si calcola che l’in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> mortalità oscilli tra il 6 ed il 20%) e <strong>di</strong> refrattarietà ai<br />

trattamenti con conseguente elevato tasso <strong>di</strong> ricadute, la rendono<br />

una patologia dai complessi risvolti assistenziali, terapeutici,<br />

etici e giuri<strong>di</strong>ci<br />

Uno degli aspetti principali che caratterizza i soggetti affetti<br />

da AN è che essi appaiono conservare intatte le capacità<br />

<strong>di</strong> comprensione ed analisi <strong>della</strong> realtà, ma evidenziano una<br />

specifica <strong>di</strong>fficoltà nell’ambito <strong>della</strong> percezione e del vissuto<br />

del sé corporeo. Ciò comporta spesso la necessità <strong>di</strong> valutare<br />

la loro capacità <strong>di</strong> agire adeguatamente, in particolare<br />

rispetto alle proprie abitu<strong>di</strong>ni alimentari.<br />

Il presupposto <strong>di</strong> ogni trattamento sanitario è l’adesione e la<br />

collaborazione ad un progetto terapeutico da parte del paziente:<br />

ciò comporta la capacità del paziente stesso <strong>di</strong> esprimere<br />

un consenso o <strong>di</strong>ssenso (giuri<strong>di</strong>camente ed eticamente)<br />

valido.<br />

Quando un accordo sul progetto terapeutico risulta <strong>di</strong>fficile<br />

da raggiungere, può porsi il problema <strong>della</strong> adeguatezza <strong>della</strong><br />

capacità decisionale del paziente e dell’atteggiamento che<br />

deve assumere il me<strong>di</strong>co.<br />

Nel caso insorga un aggravamento <strong>della</strong> con<strong>di</strong>zione clinica<br />

tale da richiedere un intervento me<strong>di</strong>co urgente e si constati<br />

l’inadeguatezza nella capacità <strong>di</strong> valutazione dello stato <strong>di</strong><br />

salute da parte <strong>della</strong> paziente, si può configurare la necessità<br />

<strong>di</strong> un intervento sanitario anche in assenza <strong>di</strong> un consenso:<br />

si delinea, così, lo stato <strong>di</strong> necessità e/o il trattamento sanitario<br />

obbligatorio.<br />

Tali interventi soffrono comunque <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> limiti etici<br />

e giuri<strong>di</strong>ci che saranno <strong>di</strong>scussi nel corso <strong>della</strong> relazione<br />

e confrontati con le norme giuri<strong>di</strong>che presenti in altri stati<br />

europei.<br />

Per quanto attiene alla realtà italiana verranno presentati i<br />

dati attinenti al trattamento <strong>di</strong> pazienti affette da AN ricoverate<br />

negli ultimi 4 anni nel reparto <strong>di</strong> psichiatria dell’Azienda<br />

Ospedaliera Universitaria “Federico II” <strong>di</strong> Napoli.

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