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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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139<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

24 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA MONTEMARIO<br />

S59 - Psiconeuroendocrinologia per la pratica clinica<br />

Antipsicotici atipici e Sindrome Metabolica<br />

R. Pasquali<br />

U.O. <strong>di</strong> Endocrinologia, Az. Policlinico “S. Orsola-Malpighi”,<br />

Università <strong>di</strong> Bologna<br />

Gli antipsicotici <strong>di</strong> seconda generazione (AII) offrono indubbi<br />

vantaggi rispetto ai neurolettici tra<strong>di</strong>zionali (NT).<br />

Gli AII sono meglio tollerati in quanto hanno minore probabilità<br />

<strong>di</strong> indurre EPS e “tossicità comportamentale”;<br />

inoltre, sono più efficaci dei NT, possono migliorare i deficit<br />

cognitivi e sono associati con una maggiore compliance<br />

al trattamento.<br />

Tuttavia, gli AII possono indurre effetti collaterali non meno<br />

significativi <strong>di</strong> quelli dei NT, in particolare aumento del<br />

peso corporeo, alterazioni metaboliche e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni endocrini.<br />

Da tempo è noto che pazienti con <strong>di</strong>sturbi mentali gravi, in<br />

particolare Schizofrenia e <strong>di</strong>sturbi dell’umore, presentano<br />

spesso anomalie del metabolismo gluci<strong>di</strong>co, con maggiore<br />

frequenza <strong>della</strong> popolazione generale.<br />

È possibile che tale suscettibilità sia favorita da una vulnerabilità<br />

genetica comune e <strong>della</strong> maggiore aggregazione<br />

<strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio, inclusi gli stili <strong>di</strong> vita, spesso profondamente<br />

alterati in questi pazienti. L’uso degli AII (e degli<br />

AT) determina un peggioramento <strong>di</strong> tali alterazioni. Di per<br />

sé, comunque, gli AII sono maggiormente associati a questo<br />

tipo <strong>di</strong> effetti collaterali rispetto ai NT.<br />

Alcuni stu<strong>di</strong> epidemiologici hanno confermato una certa<br />

responsabilità degli AII nell’indurre la comparsa <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete,<br />

che pare relativamente in<strong>di</strong>pendente dal tipo <strong>di</strong> AII utilizzato.<br />

Gli AII possono anche favorire un significativo incremento<br />

del peso corporeo ed alterazioni del metabolismo lipi<strong>di</strong>co,<br />

con uno specifico rischio a seconda del farmaco usato,<br />

particolarmente evidente per quelli derivati dalla <strong>di</strong>benzo<strong>di</strong>azepina.<br />

Le alterazioni del metabolismo costituiscono un<br />

gruppo <strong>di</strong> effetti collaterali non meno grave degli effetti<br />

extrapiramidali associati ai NT.<br />

Esse sono infatti correlate ad un aumento <strong>di</strong> mortalità per<br />

cause car<strong>di</strong>ovascolari, in particolare quando si aggregano<br />

nel contesto <strong>della</strong> cd “Sindrome Metabolica” (caratterizzata<br />

da resistenza insulinica e dalla presenza <strong>di</strong> almeno tre<br />

delle seguenti con<strong>di</strong>zioni: obesità addominale, ipertrigliceridemia,<br />

<strong>di</strong>minuzione del colesterolo HDL, <strong>della</strong> pressione<br />

arteriosa ed iperglicemia a <strong>di</strong>giuno.<br />

I dati <strong>di</strong>sponibili sembrano anche suggerire una <strong>di</strong>fferente<br />

prevalenza dei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni metabolici in ralazione al sesso.<br />

L’utilizzazione <strong>di</strong> questi criteri dovrebbe quin<strong>di</strong> essere comunemente<br />

effettuata in ambito psichiatrico, sia prima che<br />

durante il trattamento, pur tenendo in considerazione che<br />

esistono <strong>di</strong>fferenti formulazioni <strong>della</strong> stessa definizione <strong>della</strong><br />

sindrome.<br />

MODERATORI<br />

G.A. Fava, F. Brambilla<br />

I trattamenti ormonici come terapie<br />

associate in ambito psichiatrico<br />

F. Brambilla<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale, Ospedale “Sacco”, Milano<br />

Introduzione: alterazioni ormoniche sono frequentemente<br />

presenti in corso <strong>di</strong> psicopatologie e possono influire sul loro<br />

aspetto sintomatologico, sull’andamento e sulla prognosi<br />

delle malattie e sulle risposte ai trattamenti psicofarmacologici.<br />

Esse possono agire interferendo centralmente sulla secrezione<br />

dei neurotrasmettitori cerebrali, sulla risposta dei loro<br />

recettori, sulla anatomia <strong>di</strong> specifiche aree cerebrali e sullo<br />

stato <strong>di</strong> funzionalità dei neuroni stessi, e perifericamente influendo<br />

sull’assorbimento dei farmaci.<br />

La somministrazione <strong>di</strong> ormoni, associati ai trattamenti psicoterapeutici<br />

e psicofarmacologici, trova quin<strong>di</strong> un significato<br />

oltre che clinico anche eziopatogenetico nella correzione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni anatomici e funzionali a carico <strong>di</strong> specifiche<br />

aree cerebrali.<br />

Metodologia: vengono esaminati e riportati i dati, propri e<br />

<strong>della</strong> letteratura, concernenti gli effetti clinici dei trattamenti<br />

con estrogeni, progestinici, androgeni e farmaci antigona<strong>di</strong>ci,<br />

con ormoni tiroidei, cortisonici e anticortisonici, vasopressina,<br />

neurotensina, colecistochinina, oppioi<strong>di</strong> ed antioppioi<strong>di</strong><br />

endogeni, somministrati in associazione a terapie psicofarmacologiche<br />

nella depressione, Schizofrenia, malattie<br />

d’ansia, e in altre patologie psichiatriche.<br />

Risultati: gli effetti clinici degli ormoni somministrati in<br />

associazione a psicofarmaci sono significativi, in particolare<br />

in soggetti anziani e in pazienti resistenti alle usuali terapie.<br />

Conclusioni: il trattamento associato <strong>di</strong> psicofarmaci e ormoni<br />

sembra fornire un approccio terapeutico che si propone<br />

come modello particolarmente valido in corso <strong>di</strong> psicopatie<br />

specifiche e in specifici pazienti.<br />

Inibizione <strong>della</strong> steroidogenesi<br />

nel trattamento <strong>della</strong> Depressione<br />

N. Sonino<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Salute Menale, Padova, e Dipartimento <strong>di</strong><br />

Scienze Statistiche, Università <strong>di</strong> Padova<br />

In parte dei pazienti con Depressione Maggiore, e soprattutto<br />

nelle forme più gravi e con psicosi, è stata <strong>di</strong>mostrata<br />

un’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA)<br />

con alterazioni sia funzionali che morfologiche a <strong>di</strong>versi livelli<br />

del complesso sistema <strong>di</strong> regolazione a feed-back.<br />

L’associazione <strong>di</strong> tali alterazioni con la depressione presenta<br />

delle similitu<strong>di</strong>ni con la sindrome <strong>di</strong> Cushing, in cui la re-

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