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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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tanto <strong>di</strong> far acquisire competenze adattive, ma anche <strong>di</strong> renderne<br />

possibile l’impiego in un sistema il più ampio possibile<br />

<strong>di</strong> transazioni relazionali e <strong>di</strong> situazioni psicosociali. La<br />

consapevolezza, benché spesso vaga, <strong>di</strong> questa necessità induce<br />

non <strong>di</strong> rado a confondere il criterio <strong>di</strong> educazione con<br />

quelli <strong>di</strong> riabilitazione e <strong>di</strong> terapia: errore che comporta molte<br />

conseguenze negative, fra cui l’incapacità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

precisi obiettivi e <strong>di</strong> perseguirli con i mezzi più efficaci. Per<br />

fare chiarezza in proposito occorre tenere a mente che il<br />

bambino <strong>di</strong>sabile dev’essere aiutato sia a comprendere i valori<br />

propri del contesto in cui vive sia ad integrarli nell’economia<br />

del Sé: solo a queste con<strong>di</strong>zioni, infatti, verrà messo<br />

in grado <strong>di</strong> gestire le proprie transazioni relazionali alla luce<br />

<strong>di</strong> tali valori.<br />

In altre parole, l’apporto educativo deve essere funzionale<br />

ad un progetto <strong>di</strong> sviluppo <strong>della</strong> persona e tale progetto non<br />

può prescindere dalla necessità <strong>di</strong> ampliare il Sé mettendolo<br />

in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ricevere, elaborare e manifestare, sotto<br />

forma <strong>di</strong> risposta, gli elementi <strong>della</strong> realtà. Lo strumento essenziale<br />

per la realizzazione <strong>di</strong> tale progetto è la relazione,<br />

intesa appunto come l’insieme delle transazioni significative<br />

che valgono a costituire il Sé ed a sostenere i suoi rapporti<br />

con gli altri.<br />

Nel caso del soggetto mentalmente ritardato, che in genere<br />

tende a <strong>di</strong>sinterpretare il rapporto con l’Altro, è tuttavia facile<br />

attivare una relazione scorretta: seduttiva, iper-protettiva<br />

o impositiva. Quando si verifica un’evenienza del genere<br />

il progetto educativo si deteriora o svanisce, lasciando<br />

spazio a gravi conseguenze come la retrazione, l’isolamento,<br />

l’aggressività. Gran parte <strong>della</strong> successiva <strong>di</strong>sarmonia e,<br />

talora, <strong>della</strong> vera e propria psicopatologia deriva proprio da<br />

questi errori. L’educazione del soggetto <strong>di</strong>sabile deve invece<br />

avvenire all’insegna dell’autenticità, assumendo tuttavia<br />

una connotazione molto attiva e propositiva: in questi casi<br />

educare non equivale infatti semplicemente ad insegnare,<br />

ma significa trasmettere il senso dei comportamenti adattivi<br />

anche a persone che non siano pienamente in grado <strong>di</strong> comprenderne<br />

il significato sociale.<br />

Quando si constata che la persona <strong>di</strong>sabile riesce a progre<strong>di</strong>re<br />

anche oltre l’età infantile, la ragione principale consiste<br />

nel fatto che il suo Sé si è mantenuto aperto, vitale, capace<br />

<strong>di</strong> scambi e ciò è sempre l’effetto <strong>di</strong> un corretto processo<br />

educativo. L’educazione, in questa ottica, ha quin<strong>di</strong> un fine<br />

esplicito <strong>di</strong> aiuto esistenziale, poiché oltre all’obiettivo dell’adattamento<br />

si prefigge anche “metaobiettivi” quali l’equilibrio<br />

emozionale, la tenuta psichica <strong>di</strong> fronte alle situazioni,<br />

la capacità <strong>di</strong> elaborare i messaggi: in altre parole, la<br />

possibilità <strong>di</strong> porsi come soggetto <strong>di</strong> rapporto e non solo come<br />

oggetto <strong>di</strong> accu<strong>di</strong>mento e terapia.<br />

La patologia <strong>della</strong> coscienza<br />

e dell’autonomia durante lo sviluppo<br />

P. Pfanner, M. Marcheschi<br />

IRCCS “Stella Maris”, Pisa<br />

Considerando l’autocoscienza e l’autonomia come le funzioni<br />

basali dello sviluppo umano, sia <strong>della</strong> specie che dell’in<strong>di</strong>viduo<br />

(questo è un ipotesi comune alle teorie psico<strong>di</strong>namiche<br />

e a quelle cognitiviste), ci doman<strong>di</strong>amo se anche la patologia<br />

<strong>di</strong> queste funzioni può essere considerata una porta d’ingres-<br />

137<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

so <strong>di</strong> tutta la psicopatologia e <strong>di</strong> tutte le terapie psicologiche.<br />

Il quesito è molto vasto ma può delineare un percorso speculativo<br />

per <strong>di</strong>stinguere (e integrare) un approccio <strong>di</strong> sostegno<br />

allo sviluppo, nel senso <strong>di</strong> aiutare tutte le potenzialità, e un<br />

approccio <strong>di</strong> cura, nel senso <strong>di</strong> correggere o prevenire le <strong>di</strong>storsioni.<br />

Sostegno e cura sono i compiti principali <strong>di</strong> una società<br />

organizzata nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza<br />

meritano pertanto un’analisi sempre aggiornata alle nuove<br />

conoscenze sullo sviluppo <strong>della</strong> mente umana. La coscienza<br />

o autocoscienza, è un percorso evolutivo che ha inizio nel sistema<br />

nervoso, e in particolare nelle strutture deputate all’integrazione<br />

dell’esperienza che rendono ogni animale vigile,<br />

reattivo, consapevole del suo corpo e dell’ambiente in cui vive<br />

(il sensorio). Nella nostra specie si sono poi sviluppate<br />

funzioni complesse che hanno reso possibile una memoria ed<br />

elaborazione del passato, una programmazione del futuro e<br />

tutti gli attributi del self, fino alle sintesi più elevate dell’appren<strong>di</strong>mento<br />

e alle costruzioni più originali <strong>della</strong> creatività<br />

umana. Si possono educare, e cioè sostenere, favorire, arricchire<br />

i percorsi dell’autocoscienza? Si possono curare psicologicamente<br />

le povertà primitive <strong>di</strong> questi percorsi, gli arresti,<br />

le <strong>di</strong>storsioni, le inibizioni, dovute a insufficienze neuronali,<br />

a povertà <strong>di</strong> esperienze, a eventi stressanti? I contributi delle<br />

scienze psicopedagogiche hanno <strong>di</strong>mostrato i vasti compiti e<br />

gli spazi dell’educazione, ma troppo poco <strong>di</strong> specifico è stato<br />

detto finora sulle strategie educative necessarie per affrontare<br />

i vari tipi <strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong>fettuale in risposta alla loro genesi, o<br />

meglio patogenesi. Ciò è avvenuto probabilmente perché si è<br />

fatta un’assi-milazione eccessiva ed errata fra i tempi e le modalità<br />

dello sviluppo normale con i tempi e i processi degli<br />

sviluppi devianti o patologici. Se ad esempio la costruzione<br />

del self si arresta o si <strong>di</strong>storce per il contrasto fra pulsioni interne<br />

ed esperienze <strong>di</strong> adattamento, e si va verso una sintesi<br />

povera o una “falsità” (nel senso <strong>di</strong> Winnicott), il sostegno<br />

dovrà essere in<strong>di</strong>rizzato verso stimoli nuovi, confronti, smascheramenti,<br />

accettazioni, da proporre all’interno <strong>di</strong> un rapporto<br />

educativo in forma calibrata sul tipo <strong>di</strong> devianza. Se invece<br />

il <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> applicazione e assimilazione nell’appren<strong>di</strong>mento<br />

sembra dovuto a insufficiente coscienza degli strumenti<br />

e dei successi potenziali del pensiero umano, le tecniche<br />

educative prioritarie saranno quelle <strong>della</strong> metacognizione.<br />

E ciò suggerisce l’adozione <strong>di</strong> strategie educative specifiche<br />

orientate verso la cura. Tutta la filosofia educativa, familiare,<br />

scolastica, sociale, spinge verso l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> nozioni,<br />

<strong>di</strong> capacità e <strong>di</strong> valori, ma la vera conquista sembra<br />

quella metacognitiva, che moltiplica, consolida e rende fecondo<br />

ogni appren<strong>di</strong>mento, trasmettendo gli strumenti <strong>di</strong> una<br />

meta coscienza e <strong>di</strong> una meta conoscenza. L’altra funzione<br />

basale che abbiamo citato in premessa è quella dell’autonomia<br />

intesa come quantità e qualità delle scelte <strong>di</strong>sponibili in<br />

rapporto ai con<strong>di</strong>zionamenti genetici, alle funzioni cerebrali,<br />

alle esperienze ambientali. La limitazione <strong>di</strong> queste scelte<br />

rientra nel range <strong>della</strong> norma, se sono attivi meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

e <strong>di</strong> compenso. Ma <strong>di</strong>venta patologica quando compromette<br />

in modo duraturo o permanente la libertà legata ai vertici<br />

<strong>della</strong> vita mentale, lasciando possibile solo i meccanismi<br />

<strong>di</strong> copia o <strong>di</strong> adattamento passivo. Educare alla libertà psicologica<br />

e alla democrazia sociale è in grande compito <strong>di</strong> tutta<br />

la società, ma c’è un compito preliminare, educativo e curativo,<br />

che è quello <strong>di</strong> rimuovere i con<strong>di</strong>zionamenti bio-psico-sociali<br />

che compromettono le scelte più elevate e quin<strong>di</strong> l’in<strong>di</strong>pendenza<br />

e l’originalità.

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