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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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stenza dei malati <strong>di</strong> mente negli Ospedali psichiatrici pubblici<br />

e nelle strutture gestite <strong>di</strong>rettamente da religiosi sia per<br />

gli adulti che più spesso per minori sub normali – la benemerita<br />

Nostra Famiglia, ad esempio –, senza trascurare il<br />

contributo, talora antesignano, <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> assistenza psichiatriche<br />

create nel mondo islamico).<br />

Se è <strong>di</strong>scutibile l’assistenza e comunque la opportunità <strong>di</strong><br />

pensare ad una psichiatria cristiana credo che sia convincimento<br />

<strong>di</strong> molti che debba esistere un operare dello psichiatra<br />

cattolico nella prassi e persino nella ricerca psichiatrica.<br />

Lo psichiatra cattolico dovrebbe prendere posizione nelle<br />

scelte terapeutiche (farmaci, terapie <strong>di</strong> shock, psicoterapie<br />

reichiane o più chiaramente sessuali) così come non si presta<br />

a consentire l’aborto e chissà domani l’eutanasia, nelle<br />

scelte organizzative e nelle scelte legislative, avversando, ad<br />

esempio, i ricoveri brevi che hanno causato una scia interminabile<br />

<strong>di</strong> sangue, spesso all’interno delle famiglie che<br />

sopportano un onere assistenziale incre<strong>di</strong>bile, senza trascurare<br />

gli aspetti preventivi e riabilitativi, questi ultimi assai<br />

spesso affidati a privati senza scrupoli e ad organizzazioni,<br />

apparentemente senza scopo <strong>di</strong> lucro.<br />

Vi sono problemi <strong>di</strong> igiene mentale trascurati (prevenzione<br />

dei delitti e <strong>della</strong> delinquenza, specie quella minorile, la salute<br />

mentale nelle carceri, la scotomizzazione del problema<br />

dell’Ospedale psichiatrico giu<strong>di</strong>ziario, la lotta al commercio<br />

<strong>della</strong> droga, il degrado morale, il <strong>di</strong>ssesto ecologico – perché<br />

non intervenire preventivamente sui piromani? – il declino<br />

del ruolo sociale degli insegnanti). Anche il problema<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>fesa sociale (e non solo in<strong>di</strong>viduale), che sembra sia<br />

completamente <strong>di</strong>menticato dagli psichiatri che lavorano nel<br />

pubblico, non è più <strong>di</strong>fferibile e quin<strong>di</strong> lo psichiatra cattolico<br />

non può più rimanere inerte.<br />

Una lettura socio politica del nostro tempo, definito da Lyotard<br />

post-moderno, si impone e senza giungere alle strumentalizzazioni<br />

che ci hanno fatto pervenire ad una riforma<br />

affrettata e <strong>di</strong>scutibile, come comincia ad emergere da voci,<br />

anche autorevoli, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssenso, occorre prendere posizione,<br />

non solo in<strong>di</strong>vidualmente, ma, con una sorta <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nazione<br />

degli psichiatri credenti, anche dentro la SIP.<br />

Ma il <strong>di</strong>scorso travalica la nostra società scientifica e riguarda<br />

la presenza nella politica italiana, a partire dai Comuni<br />

e dalle Regioni sino al Parlamento nazionale e persino<br />

europeo, soprattutto me<strong>di</strong>ante documenti che spingano ad<br />

una migliore legislazione e gestione dei problemi sociali, tra<br />

cui quelli <strong>di</strong> cui si interessa la psichiatria non sono pochi, né<br />

marginali.<br />

A questo proposito occorre però far attenzione a non farsi<br />

trascinare in quel pericoloso orientamento che, per la lotta al<br />

relativismo, accomuna – così si vuole far apparire – il pensiero<br />

<strong>di</strong> non credenti come Pera e Ferrara con quello <strong>di</strong> Ratzinger<br />

e <strong>di</strong> Ruini. Se questi incontri sono lodevoli nello sforzo<br />

<strong>di</strong> avvicinare uomini alla fede non lo sono se utilizzati a<br />

scopo politico e non solo <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo culturale. A mio giu<strong>di</strong>zio<br />

ciò è una visione moderna <strong>della</strong> religione utilizzata come<br />

“instrumentum regni”.<br />

Infine una attenzione particolare viene rivolta alla scelta<br />

psicoterapeutica, tenendo conto che in Italia, come in Argentina<br />

e in Francia, ha un ruolo dominante la psicoanalisi<br />

la cui piena compatibilità con il cattolicesimo è ancora<br />

oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione, malgrado gli ammirevoli sforzi <strong>di</strong><br />

molti psicanalisti credenti, tra cui pregevole quello <strong>di</strong> Ancona<br />

che ha portato in Italia le esperienze <strong>di</strong> Lovanio e <strong>di</strong><br />

125<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

Montreal. Lo stesso Musatti finiva per ammettere pubblicamente<br />

che la Weltshaung freu<strong>di</strong>ana, con il suo innegabile<br />

ateismo, viene trasmessa – presto o tar<strong>di</strong> – al paziente<br />

nel setting terapeutico.<br />

Cultura, psicopatologia e Religione:<br />

tra obiettività ed ermeneutica<br />

S. Zipparri<br />

IHG, Istituto <strong>di</strong> scienze neurologiche e psichiatriche, Italian<br />

Hospital Group, Guidonia, Roma<br />

Come altre scienze, anche la psicopatologia ha a che fare<br />

con eventi e fatti suscettibili <strong>di</strong> una conoscenza scientifica<br />

obiettiva. Allo stesso tempo, però, essa ha a che fare anche<br />

con i significati che possono essere attribuiti a tali eventi. E<br />

questi ultimi non sono mai univoci e tendono perciò a reintrodurre<br />

un elemento <strong>di</strong> soggettività che rimane invece molto<br />

più marginale in altre <strong>di</strong>scipline. Alla luce <strong>di</strong> tali premesse<br />

vengono <strong>di</strong>scusse le tre gran<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni <strong>della</strong> psicopatologia<br />

contemporanea (dall’in<strong>di</strong>rizzo fenomenologico fino<br />

all’approccio empirico-descrittivo confluito nelle varie e<strong>di</strong>zioni<br />

del DSM, passando per il filone psicoanalitico) con<br />

specifico riferimento al grado variabile con cui queste stesse<br />

tra<strong>di</strong>zioni sono <strong>di</strong>sposte ad accogliere una prospettiva ermeneutica<br />

più o meno <strong>di</strong>rettamente collegabile a visioni del<br />

mondo non <strong>di</strong>mostrabili né, tanto meno, falsificabili tra le<br />

quali rientrano a pieno titolo le visioni del mondo <strong>di</strong> tipo religioso.<br />

E se fino ad ora è avvenuto che siano state le <strong>di</strong>scipline<br />

psicopatologiche (e, prima fra queste, la psicoanalisi<br />

freu<strong>di</strong>ana) ad indagare i fenomeni <strong>della</strong> religione da una<br />

prospettiva razionalistica e scientifica, con il presente contributo,<br />

invertendo i termini <strong>della</strong> questione, si intende invece<br />

dare conto <strong>di</strong> quegli orientamenti che, al contrario, hanno<br />

cercato <strong>di</strong> arricchire la comprensione dei fenomeni psicopatologici<br />

attraverso lo stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> religione, <strong>della</strong> mitologia<br />

o dell’arte. Si tratta <strong>di</strong> un rovesciamento metodologico<br />

– anch’esso inscrivibile nell’ambito <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong> libertà<br />

per il ricercatore (in questo caso <strong>di</strong> libertà dalle strettoie<br />

<strong>di</strong> un certo tipo <strong>di</strong> riduttivismo scientista) – che, senza<br />

pretendere <strong>di</strong> sostituire i ben più soli<strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> indagine<br />

propriamente scientifici, inteso nelle sue giuste <strong>di</strong>mensioni<br />

può costituire un’interessante ed euristicamente feconda<br />

prospettiva <strong>di</strong> indagine. Piuttosto che spiegare la religione<br />

si accosteranno allora i simbolismi <strong>di</strong> cui abbondano le<br />

narrazioni religiose (assieme a tutta la mitologia, l’arte, la<br />

letteratura ecc.) nel tentativo <strong>di</strong> enucleare contenuti <strong>di</strong> verità<br />

che, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni forma <strong>di</strong> letteralità, possono avere ancora<br />

qualcosa da <strong>di</strong>re persino allo psicopatologo contemporaneo.<br />

Bibliografia<br />

1 Andreoli V. Follia e santità. Genova-Milano: Marietti 2005.<br />

2 Jervis G. Contro il relativismo. Bari: Laterza 2005.<br />

3 Mill JS (1859). Saggio sulla libertà (a cura <strong>di</strong> Giorello G, Mondadori<br />

M). Milano: Il Saggiatore 1984.<br />

4 Popper K. La società aperta e i suoi nemici (a cura <strong>di</strong> Antiseri<br />

D). Roma: Armando 1996.<br />

5 Zipparri S. Nel nome del Padre e <strong>di</strong> E<strong>di</strong>po. Appunti <strong>di</strong> psicoanalisi<br />

e religione per il nuovo millennio (Presentazione <strong>di</strong> Leonardo<br />

Ancona). Roma: Armando 2000.<br />

6 Zipparri S. Psicoanalisi e cultura. Roma: Armando 2003.

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