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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

23 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA MONTEMARIO<br />

S44 - Salienza (salience), motivazione e antipsicotici:<br />

dalla psicopatologia alla molecole<br />

Ironia e sintomi psicotici nella Schizofrenia<br />

P. Stratta * , I. Riccar<strong>di</strong>, D. Mirabilio, S. Di Tommaso,<br />

M. Aniello, A. Rossi **<br />

U.O. <strong>di</strong> Psicologia Clinica, “Villa Serena”, Città S. Angelo<br />

(PE); * Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale, ASL L’Aquila;<br />

** Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sperimentale, Università dell’Aquila<br />

Introduzione: le persone affette da <strong>di</strong>sturbi schizofrenici<br />

mostrano sintomi eterogenei (es. deliri, allucinazioni, apatia,<br />

<strong>di</strong>sorganizzazione cognitiva) che potrebbero riconoscere<br />

<strong>di</strong>fferenti substrati <strong>di</strong>sfunzionali 1 . Un recente filone<br />

<strong>di</strong> ricerca riporta che questi pazienti hanno <strong>di</strong>fficoltà nell’apprezzare<br />

l’ironia, che potrebbe essere collegata ad una<br />

compromessa Teoria <strong>della</strong> Mente (ToM) 2 . L’apprezzamento<br />

dell’ironia esige la capacità <strong>di</strong> comprensione <strong>della</strong><br />

intenzionalità <strong>di</strong> primo or<strong>di</strong>ne, cioè ciò che l’interlocutore<br />

intende, per evitare <strong>di</strong> interpretare l’ironia in maniera erronea,<br />

cosi come una intenzionalità <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne riguardo<br />

le convinzioni <strong>di</strong> colui che parla rispetto alle credenze<br />

<strong>di</strong> chi ascolta per evitare <strong>di</strong> interpretare l’ironia come<br />

una menzogna.<br />

Metodologia: scopo del nostro stu<strong>di</strong>o è valutare indagare la<br />

capacità <strong>di</strong> apprezzare l’ironia e <strong>di</strong> ToM in un campione <strong>di</strong><br />

25 soggetti affetti da Disturbo Schizofrenico confrontato<br />

con un gruppo <strong>di</strong> controllo, e la loro relazione con la sintomatologia<br />

valutata con la Positive and Negative Symptoms<br />

Scale (PANSS).<br />

Abbiamo utilizzato delle vignette umoristiche secondo il para<strong>di</strong>gma<br />

<strong>di</strong> Marjoram et al. 3 . Sono state utilizzate due serie<br />

<strong>di</strong> vignette: una serie che non richiede capacità <strong>di</strong> ToM per<br />

comprendere l’ironia contenuta, ed una serie ToM in cui<br />

viene richiesta la comprensione degli stati mentali dei personaggi<br />

(false credenze e inganni).<br />

Risultati: il campione dei soggetti affetti da Disturbo Schizofrenico<br />

hanno una performance peggiore in entrambe le<br />

con<strong>di</strong>zioni rispetto al gruppo <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong> controllo. Il punteggio<br />

che in<strong>di</strong>ca la capacità <strong>di</strong> apprezzare l’ironia è significativamente<br />

correlata con il punteggio dei sintomi positivi<br />

<strong>della</strong> PANSS, mentre la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> comprensione delle vignette<br />

con il punteggio del cluster cognitivo.<br />

Conclusioni: i nostri dati evidenziano una compromissione<br />

delle capacità <strong>di</strong> ToM, che limita l’apprezzamento dell’ironia,<br />

correlata a specifiche componenti sintomatologiche.<br />

L’attribuzione del significato “psicotico” potrebbe essere<br />

parallela alla mancanza <strong>di</strong> capacità nella lettura “ironica”.<br />

Bibliografia<br />

1 Stratta, et al. BMC Psychiatry in press.<br />

2 Langdon & Coltheart. Psychiatry Res 2004;125:9-20.<br />

3 Marjoram, et al. BMC Psychiatry 2005:5-12.<br />

MODERATORI<br />

A. de Bartolomeis, A. Rossi<br />

Salienza e abuso <strong>di</strong> sostanze: implicazioni<br />

molecolari per le psicosi dell’uomo<br />

G. Marchese, G.L. Casu * , L. Pani *<br />

Neuroscienze-PharmaNess S.c.ar.l., Cagliari; * Istituto <strong>di</strong><br />

Neurogenetica e Neurofarmacologia, CNR, Cagliari<br />

Introduzione: recenti teorie mettono in relazione lo sviluppo<br />

delle psicosi con il tentativo, da parte del paziente, <strong>di</strong> razionalizzare<br />

stimoli derivanti da un <strong>di</strong>sturbo nell’attribuzione<br />

<strong>della</strong> salienza ad eventi esterni o interni. Lo sviluppo <strong>di</strong><br />

uno stato <strong>di</strong> salienza aberrante deriverebbe dalla <strong>di</strong>sregolazione<br />

del sistema dopaminergico indotta dall’assunzione <strong>di</strong><br />

sostanze d’abuso o dalla patologia psichiatrica. In questo<br />

quadro, l’azione anti-dopaminergica degli antipsicotici produrrebbe<br />

una riduzione <strong>della</strong> salienza motivazionale portando<br />

così alla remissione dei sintomi psicotici.<br />

Sebbene questa teoria possa spiegare i meccanismi <strong>di</strong> base<br />

che portano all’insorgenza e all’estinzione dei sintomi psicotici,<br />

tuttavia, il ruolo <strong>della</strong> componente cognitiva, intesa come<br />

capacità <strong>di</strong> rielaborare degli eventi salienti, risulta sottostimata.<br />

Esiste, infatti, la possibilità che lo sviluppo <strong>della</strong> psicosi<br />

avvenga quando un’alterazione <strong>della</strong> salienza si accompagna<br />

ad una perturbazione dei sistemi cognitivi ed, in ultima analisi,<br />

all’incapacità <strong>di</strong> razionalizzare correttamente gli stimoli.<br />

Metodologia: allo scopo <strong>di</strong> verificare quest’ipotesi nel presente<br />

stu<strong>di</strong>o è stata condotta un’analisi dei livelli <strong>di</strong> attivazione<br />

<strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong> trascrizione (CREB) notoriamente implicato<br />

nei processi cognitivi (appren<strong>di</strong>mento, memoria,<br />

plasticità neuronale), in animali da laboratorio trattati con<br />

amfetamina e/o con antipsicotici tipici (aloperidolo) o atipici<br />

(risperidone, olanzapina, quetiapina e clozapina). Negli<br />

stessi gruppi sperimentali è stata analizzata l’attività locomotoria<br />

come in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> agitazione psicomotoria.<br />

Risultati: l’amfetamina ha prodotto un’elevata attivazione<br />

del fattore <strong>di</strong> trascrizione CREB nella corteccia pre-frontale<br />

<strong>di</strong> ratto. La co-somministrazione <strong>di</strong> aloperidolo, pur riducendo<br />

l’iperattività locomotoria indotta da amfetamina, non<br />

ha antagonizzato la stimolazione <strong>di</strong> CREB. Al contrario la<br />

co-somministrazione degli antipsicotici atipici ha bloccato<br />

l’effetto dell’amfetamina sia sull’attività locomotoria che<br />

sull’attivazione <strong>di</strong> CREB in corteccia pre-frontale.<br />

Conclusioni: l’amfetamina produce nell’uomo e nell’animale<br />

da laboratorio una spiccata alterazione <strong>della</strong> salienza,<br />

portando (nell’uomo) all’insorgenza <strong>di</strong> sintomi psicotici. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o del fattore <strong>di</strong> trascrizione CREB dopo somministrazione<br />

<strong>di</strong> amfetamina, in<strong>di</strong>ca che l’alterazione <strong>della</strong> salienza<br />

può essere accompagnata da una mo<strong>di</strong>ficazione dei sistemi<br />

cognitivi. Simili alterazioni <strong>della</strong> sfera cognitiva sono antagonizzate<br />

degli antipsicotici atipici, ma non dall’aloperidolo,<br />

in<strong>di</strong>cando probabilmente che la superiorità degli antipsicotici<br />

atipici sulla componente cognitiva può riflettersi anche<br />

nel controllo dei sintomi psicotici.<br />

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