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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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MERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 2006 - ORE 9.15-12.00<br />

SALA CAVALIERI 1<br />

Sessione plenaria - La mattina delle libertà<br />

La libertà dal nostro cervello<br />

SESSIONI PLENARIE<br />

F. Bogetto<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Torino<br />

Parlare <strong>di</strong> libertà dal cervello significa occuparsi del tema<br />

<strong>di</strong> quanto sia possibile all’uomo elaborare pensieri, prendere<br />

decisioni, attuare comportamenti che, in qualche modo,<br />

non siano già stati pre<strong>di</strong>sposti e non siano totalmente determinati<br />

dall’organizzazione stessa del nostro cervello. È<br />

il tema che, in campo filosofico, fa riferimento all’esistenza<br />

o meno del libero arbitrio, in relazione ad una concezione<br />

più o meno determinista dell’essere umano. Senza dubbio<br />

l’uomo porta con sé ed è il risultato <strong>di</strong> pesanti fattori<br />

determinanti, biologici e ambientali. Il corredo genetico, la<br />

traduzione nell’organismo dello stesso, l’ambiente geografico,<br />

il regime alimentare, gli eventi micro e macrorelazionali,<br />

il livello economico, la con<strong>di</strong>zione sociale, la cultura,<br />

le concezioni etiche e religiose, sono fattori determinanti <strong>di</strong><br />

enorme potenza, per cui potrebbe essere ragionevole ritenere<br />

che non siamo altro che il risultato <strong>di</strong> tutto ciò. Lo<br />

strumento attraverso il quale questi fattori agiscono è la<br />

strutturazione stessa del cervello: i geni propongono un determinato<br />

assetto neuronale, l’ambiente biologico e culturale<br />

lo conferma, lo mo<strong>di</strong>fica, lo annulla. Il cervello, formato<br />

e continuamente rimo<strong>della</strong>to dall’interazione con<br />

l’ambiente, è così il nostro padrone assoluto, che elabora<br />

un’attività psichica e <strong>di</strong> conseguenza, comportamentale che<br />

non può, dati i presupposti, che essere quella? O possiamo<br />

concepire qualche spazio <strong>di</strong> libertà, che ci permetta <strong>di</strong> incidere<br />

con autonomia decisioni e volontà, (libero arbitrio)<br />

sulla nostra vita?<br />

La mia relazione si propone <strong>di</strong> esaminare quali contributi<br />

possa dare la moderna psichiatria alla risposta a questa antica<br />

e fondante domanda. La ricerca neuroscientifica ha<br />

fornito interessanti spunti, che non possono certamente rivestire<br />

il carattere <strong>di</strong> risposte decisive. Verranno approfon<strong>di</strong>ti<br />

alcuni contributi, a partire dai potenziali <strong>di</strong> Libet alla<br />

social cognition, quale modello <strong>di</strong> risposta relazionale altamente<br />

influenzata dai circuiti neurali, comunque intesi come<br />

caratterizzati da un ruolo aperto, senza contenuti prefissati.<br />

Un interesse particolare viene poi rivolto al problema<br />

<strong>della</strong> libertà <strong>di</strong> scelta in vari quadri clinici psichiatrici.<br />

Infatti, la volontà, il potere <strong>di</strong> scelta <strong>di</strong> fronte all’azione,<br />

può essere compromessa in svariati <strong>di</strong>sturbi mentali e, viceversa,<br />

la sua riacquisizione è in<strong>di</strong>ce del miglioramento e<br />

<strong>della</strong> risposta alle terapie. Basti pensare allo schizofrenico<br />

privato <strong>della</strong> sua volontà da voci imperative o da deliri <strong>di</strong><br />

influenzamento, al depresso grave nullificato nella sua volizione,<br />

all’ossessivo-compulsivo incapace <strong>di</strong> interferire<br />

sui suoi processi mentali e sui suoi rituali, e così via.<br />

Vengono, quin<strong>di</strong>, presi in esame alcuni risultati psichiatrico-forensi,<br />

essendo la responsabilità subor<strong>di</strong>nata all’esistenza<br />

<strong>della</strong> possibilità <strong>di</strong> scelta. Possiamo <strong>di</strong>re <strong>di</strong> essere legati<br />

al nostro cervello, ma come strumento interattivo, con<br />

MODERATORI<br />

G. Muscettola (Napoli), P.L. Scapicchio (Roma)<br />

la possibilità <strong>di</strong> esercitare una certa libertà nella costruzione<br />

del nostro futuro, anche se partiamo da circostanze che<br />

non sono solo il frutto <strong>di</strong> nostre pregresse scelte ma <strong>di</strong> un<br />

gran numero <strong>di</strong> determinanti genetiche e ambientali. Il nostro<br />

“libero arbitrio” è molto relativo, forse più vicino ad<br />

un vissuto <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> forze interne ed esterne che ad<br />

una reale libertà <strong>di</strong> scelta.<br />

Si può ragionevolmente ritenere che con<strong>di</strong>zioni aperte, in<br />

cui l’agire può prendere strade <strong>di</strong>verse, coesistano con con<strong>di</strong>zioni<br />

cliniche, biologicamente e ambientalmente determinate.<br />

La psicopatologia del perito psichiatra<br />

e libertà decisionale<br />

G.C. Nivoli<br />

Clinica Psichiatrica, Università <strong>di</strong> Sassari<br />

L’Autore illustra i vari problemi cui può andare incontro lo<br />

psichiatra forense nella sua professione. Tali problematiche<br />

vengono illustrate attraverso le tecniche <strong>della</strong> descrizione<br />

<strong>di</strong> un “comportamento con errore” , e secondariamente attraverso<br />

l’offerta <strong>di</strong> una tra le varie ipotesi <strong>di</strong> “comportamento<br />

senza errore”. Inoltre vengono descritte alcune tecniche<br />

per manipolare, delegittimare, criticare e ridurre la<br />

cre<strong>di</strong>bilità dello psichiatra forense nell’aula giu<strong>di</strong>ziaria nel<br />

corso dell’esame e del controesame. Per ogni tecnica manipolatoria<br />

è illustrato un “esempio clinico” a scopo chiarificatore<br />

ed è prospettata “l’ipotesi <strong>di</strong> una possibile risposta”<br />

dello psichiatra per neutralizzare l’intervento manipolatorio.<br />

Infine vengono illustrate le più frequenti motivazioni che<br />

spingono lo psichiatra ad abbandonare il ruolo <strong>di</strong> terapeuta<br />

per acquisire il ruolo <strong>di</strong> psichiatra forense e le caratteristiche<br />

psicopatologiche che le <strong>di</strong>stinguono.<br />

Il fantasma <strong>della</strong> libertà nella prescrizione<br />

terapeutica<br />

P. Pancheri<br />

III Clinica Psichiatrica, Università <strong>di</strong> Roma «La Sapienza»<br />

La scheda tecnica <strong>di</strong> un farmaco riporta una serie <strong>di</strong> informazioni<br />

utili per impostare correttamente una terapia: in<strong>di</strong>cazioni,<br />

controin<strong>di</strong>cazioni, cautele particolari, range <strong>di</strong> dosaggio<br />

ed altre.<br />

Nella pratica, il clinico si trova, più spesso <strong>di</strong> quanto non si<br />

ritenga, <strong>di</strong> fronte alla opportunità o alla necessità <strong>di</strong> prescrivere<br />

un farmaco al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> quanto riportato nella scheda<br />

tecnica. Il caso più frequente è l’utilizzo <strong>di</strong> un farmaco<br />

al <strong>di</strong> fuori delle in<strong>di</strong>cazioni riportate in scheda tecnica.<br />

D’altra parte, come è evidente dalla “storia registrativa”<br />

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