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universita' degli studi di milano - Alessandro Guerini Rocco

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Normalmente i macrofagi dei tessuti non si moltiplicano, se non in certe<br />

circostanze <strong>di</strong> sovrastimolazione, hanno una lunga durata <strong>di</strong> vita (100<br />

giorni e più) e sono circa 30 volte più numerosi dei monociti del sangue.<br />

Nell'essudato infiammatorio il numero dei macrofagi comincia ad<br />

aumentare progressivamente quando si va esaurendo l'intervento dei<br />

granulociti neutrofili.<br />

Nell'essudato appena formato i macrofagi non si <strong>di</strong>stinguono praticamente<br />

dai monociti, ma dopo poco tempo cominciano a maturare, cioè cambiano<br />

morfologia ed attitu<strong>di</strong>ni funzionali rispetto ai monociti: aumenta il<br />

volume cellulare, il consumo <strong>di</strong> glucosio, la produzione <strong>di</strong> lattato,<br />

l'attività fagocitaria, la formazione dei lisosomi, l'attività <strong>degli</strong> enzimi<br />

idrolitici e la quantità <strong>di</strong> goccioline lipi<strong>di</strong>che. Monociti e macrofagi<br />

ricavano energia dalla respirazione e dalla glicolisi.<br />

Una caratteristica importante dei macrofagi è la loro capacità <strong>di</strong> fagocitare<br />

corpi estranei. La captazione del materiale da fagocitare può avvenire in<br />

due mo<strong>di</strong>: a) attraverso la chemiotassi, con la migrazione dei fagociti<br />

me<strong>di</strong>ante movimenti ameboi<strong>di</strong> verso le particelle da fagocitare, come<br />

avviene molto attivamente nei focolai infiammatori; b) attraverso il<br />

contatto casuale dei macrofagi con particelle da fagocitare presenti nel<br />

circolo sanguigno e linfatico. L'endocitosi del materiale da fagocitare<br />

avviene attraverso una trasformazione della membrana esterna del<br />

fagocita: vengono emesse delle propaggini <strong>di</strong>gitiformi tentacolari<br />

(pseudopo<strong>di</strong>), che prima circondano il materiale da fagocitare e poi si<br />

fondono perifericamente formando vescicole (vacuoli citotici o fagosomi)<br />

entro cui viene a trovarsi imprigionata la particella estranea. A questo<br />

punto i granuli (lisosomi) convergono sul fagosoma in formazione, si<br />

fondono con esso, e scaricano il loro contenuto enzimatico nel lume del<br />

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