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Immunosoppressione nel microambiente tumorale

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L’ IMMUNOSOPPRESSIONE<br />

NEL MICROAMBIENTE TUMORALE<br />

(T.F. Gajewski, Y. Meng and H. Harlin; J.Immunother 2006; 29:233-240)<br />

Mara Binda


PERCHÈ STUDIARE I MECCANISMI DI RESISTENZA<br />

• Le cellule tumorali esprimono specifici antigeni;<br />

• Cellule T CD8 + di pazienti riconoscono questi antigeni e sono in grado<br />

di uccidere le cellule tumorali in vitro;<br />

• Strategie di immunizzazione attiva sono volte all’espansione e alla<br />

differenziazione di cellule T che riconoscano specifici antigeni tumorali<br />

in vivo;<br />

• La scoperta <strong>nel</strong> sangue di un elevato numero di cellule T anti-tumore<br />

solo raramente è associata alla regressione <strong>tumorale</strong> (melanoma).


• La fase iniziale d’innesco di una risposta immunitaria anti<strong>tumorale</strong> è<br />

incompleta; il vaccino dovrebbe incrementare la frequenza di cellule T<br />

effettrici che riconoscono specifici antigeni tumorali.<br />

Le ragioni per cui questo può essere vero (in sistemi murini):<br />

- assenza di agonisti dei TLR <strong>nel</strong> sito del tumore<br />

- scarsa attivazione e maturazione di cellule dendritiche<br />

- insufficiente antigene per cross presentazione<br />

-mancanza dell’espressione di ligandi costimolatori della famiglia B7<br />

-repertorio di cellule T parzialmente tolleranti nei confronti degli antigeni<br />

self.<br />

Contrariamente alle aspettative, si è osservato che una cross presentazione<br />

spontanea di antigeni tumorali può avvenire in sistemi tumorali di topo<br />

trapiantabili anche i tumori esprimenti antigeni estranei “forti“ cross<br />

presentati crescono progressivamente.<br />

Molti pazienti con melanoma metastatico hanno generato spontaneamente<br />

risposte immunitarie (alte frequenze di cellule T CD8 + , anticorpi specifici,<br />

anche senza immunizzazione attiva) nei confronti di specifici antigeni<br />

tumorali.


Infiltrati di cellule T <strong>nel</strong>la sede del tumore sono stati osservati in pazienti<br />

con melanoma, cancro al colon ed all’ovaio;<br />

tali infiltrati costituiscono un valore prognostico positivo<br />

i linfociti infiltranti il tumore (TILs) sono il punto di partenza per le<br />

terapie con le cellule T (Rosenberg).<br />

Queste osservazioni indicano che le cellule T potenzialmente efficienti<br />

sono già state innescate e sono migrate <strong>nel</strong>la sede del tumore sebbene<br />

rimangono inefficienti <strong>nel</strong> <strong>microambiente</strong> <strong>tumorale</strong><br />

bisogna cercare i meccanismi inibitori dell’immunità <strong>nel</strong> <strong>microambiente</strong><br />

<strong>tumorale</strong>, con la speranza di identificare processi o fattori utili per una<br />

manipolazione terapeutica.


DISFUNZIONI O ANERGIA DEI LINFOCITI INFILTRANTI IL<br />

TUMORE<br />

•TILs spesso presentano un’attività citolitica antigene-specifica incompleta.<br />

•In alcuni sistemi murini si ha un’inefficiente esocitosi di granuli.<br />

•In pazienti affetti da melanoma si osserva la mancanza di espressione di<br />

perforine.<br />

•TILs CD8+ che reagiscono con i tetrameri di antigene di melanoma<br />

possono non presentare granuli citotossici TILs potrebbero perdere<br />

l’attività citolitica a causa di fattori inibitori <strong>nel</strong> <strong>microambiente</strong> <strong>tumorale</strong>.<br />

•La scarsa espressione di granuli potrebbe far parte del normale ciclo delle<br />

cellule T CD8+ attivate.<br />

•L’espressione dei granuli può essere reindotta: cellule T CD8+ sortate da<br />

una metastasi di melanoma, che non presentano granuli, stimolate per 6<br />

giorni con biglie rivestite con anti-CD3/anti-CD28.


•TILs presentano una scarsa produzione di citochine e proliferazione che<br />

fanno pensare a cellule T inattive (anergia). Anergia = stato iporesponsivo che<br />

risulta dal legame con TCR in assenza della costimolazione del B7.<br />

•Il <strong>microambiente</strong> <strong>tumorale</strong> del melanoma presenta pochi fattori costimolatori<br />

•Una strategia per mantenere la funzione anti-tumore delle cellule T consiste<br />

<strong>nel</strong> trasferimento in ospiti linfopenici<br />

•Un’altra strategia consiste <strong>nel</strong> ristabilire l’espressione di ligandi costimolatori<br />

all’interno del <strong>microambiente</strong> <strong>tumorale</strong> (tecnica di trasferimento genico<br />

intra<strong>tumorale</strong>)<br />

•L’iniezione intra<strong>tumorale</strong> di un vettore virale codificante per B7-1 ha portato<br />

alla regressione o alla stabilizzazione del tumore in tre pazienti e aumentate<br />

risposte di cellule T circolanti (Kaufman e colleghi)


POPOLAZIONI CELLULARI INIBITORIE<br />

• Cellule T regolatorie CD4+ CD25+ rivestono un ruolo importante <strong>nel</strong><br />

limitare le risposte immunitarie anti-tumore in vivo (esperimenti preclinici<br />

su topi)<br />

• In un sistema modello (Levitsky), cellule T CD4+ anergiche sono un mix<br />

di cellule effettrici CD4+ e di una popolazione di cellule T regolatorie<br />

indotte perifericamente queste cellule hanno un’attività<br />

soppressoria dominante<br />

• Metastasi di melanoma contengono cellule T regolatorie CD4+ CD25+<br />

che esprimono FoxP3<br />

• Cellule regolatorie di pazienti con tumore possono sopprimere<br />

l’attivazione in vitro di cellule T effettrici CD8+ specifiche per l’antigene<br />

<strong>tumorale</strong><br />

• Strategie per la deplezione clinica di cellule regolatorie T:<br />

- fusione della proteina Ontak con IL-2/tossina difterica (trattamento di<br />

cellule T CD25+ nei linfomi)<br />

- uso di biglie magnetiche accoppiate a mAb anti-CD25<br />

- legame di TLR8


•Altre popolazioni cellulari che infiltrano le lesioni metastatiche possono<br />

antagonizzare il rigetto del tumore mediato da cellule T<br />

•In modelli preclinici murini, cellule B hanno un effetto regolatorio negativo<br />

sul controllo in vivo del tumore immuno-mediato<br />

•Cellule soppressorie mieloidi infiltrano i tumori solidi ed inibiscono la<br />

funzione delle cellule T attraverso l’espressione di arginasi e l’eliminazione di<br />

arginina Schreiber e colleghi hanno dimostrato che la deplezione<br />

delle cellule mieloidi con mAb anti-Gr1 potrebbe essere terapeutico in vivo in<br />

modelli di tumore murino


I FATTORI SOLUBILI<br />

Il <strong>microambiente</strong> <strong>tumorale</strong> contiene fattori solubili, prodotti dalle cellule<br />

tumorali stesse o da cellule infiltranti lo stroma, che possono avere<br />

funzione inibitoria per le cellule T.<br />

IL-10:<br />

-blocca l’innesco, mediato da cellule dendritiche, delle cellule T in CTL<br />

effettori in vitro<br />

-la sua espressione <strong>nel</strong> siero ha un significato prognostico negativo in<br />

alcuni tumori<br />

-blocca il reclutamento di cellule dendritiche in risposta a vaccini tumorali<br />

basati su GM-CSF la fase di innesco della risposta immunitaria antitumore<br />

può essere antagonizzata anche da queste citochine<br />

TGF-β:<br />

l’importante azione inibitoria sulle cellule T anti-tumore è stata<br />

dimostrata attraverso l’uso di un recettore TGF-β dominante-negativo<br />

espresso sulle cellule T


La maggior parte dei tumori contiene cellule che esprimono IL-10 e/o TGFβ<br />

evasione immunitaria<br />

In pazienti con melanoma, positivi per IL-10 e TGFβ si sono osservate<br />

risposte cliniche a vaccini la vaccinazione può superare questa<br />

barriera.<br />

Un’altra strategia per bloccare l’attività di queste citochine potrebbe essere<br />

l’uso di specifici anticorpi monoclonali.


LIGANDI INIBITORI: PD-L1 E B7.X<br />

Diversi fattori associati alla membrana, espressi dalle cellule tumorali<br />

inibiscono la funzione delle cellule T.<br />

PD-L1/B7-H1 occupa il recettore inibitorio PD-1 sulle cellule T attivate.<br />

L’espressione di PD-L1 <strong>nel</strong> melanoma metastatico è stata confermata da<br />

real- time RT-PCR, citometria a flusso ed immunoistochimica.<br />

L’analisi di un pan<strong>nel</strong>lo di linee cellulari tumorali di topo ha portato<br />

all’osservazione di un upregolazione dell’espressione di PD-L1 in seguito a<br />

trattamento con IFN-γ.<br />

L’assenza di PD-1 e la somministrazione di Ab policlonale diretto contro<br />

PD-L1 sono associate con un aumentato rigetto del tumore.<br />

B7.x/B7-H4 è un ligando inibitorio delle cellule T più recente.<br />

B7.x potrebbe essere espresso su una popolazione di cellule stromali<br />

infiltranti il tumore, ma non riveste un ruolo importante <strong>nel</strong>l’evadere la<br />

risposta immunitaria <strong>nel</strong> melanoma.


LA DISREGOLAZIONE METABOLICA<br />

IDO (indoloamino-2,3-diossigenasi):<br />

- si osserva nei melanomi;<br />

- la sua espressione è indotta da IFN-γ o IFN-α;<br />

-le analisi immunoistochimiche suggeriscono che è espressa da cellule<br />

infiltranti tipo macrofagi e da cellule dell’endotelio vascolare;<br />

-sopprime le risposte delle cellule T attraverso la deplezione del triptofano e<br />

la generazione di metaboliti pro-apoptotici;<br />

-l’inibizione dell’attività di IDO con 1-metiltriptofano migliora il controllo<br />

in vivo del tumore mediato da cellule T.<br />

ARGINASI:<br />

- frequentemente espresso in lesioni di melanoma metastatico;<br />

- depleta l’arginina;<br />

- l’inibizione dell’arginasi potrebbe essere uno stratagemma per ristabilire<br />

la funzione delle cellule T nei pazienti.


GLUCOSIO<br />

•Un altro aspetto della regolazione metabolica della fase effettrice della<br />

risposta immunitaria anti-tumore è che i CTL effettori richiedono glucosio.<br />

•La mancanza di glucosio inibisce la produzione di citochine effettrici come<br />

IFN-γ ma risparmia la produzione di IL-2.<br />

•Altre funzioni effettrici chiave, quali l’attività citolitica, la progressione del<br />

ciclo cellulare sono inibite dalla mancanza di glucosio.<br />

•L’avidità delle cellule tumorali nei confronti del glucosio può esaurire<br />

questo nutriente <strong>nel</strong> <strong>microambiente</strong> <strong>tumorale</strong>, impedendo così la funzione<br />

effettrice delle cellule T.<br />

•Strategie per rendere i CTL più capaci di competere per le quantità<br />

limitanti di glucosio e renderli resistenti agli effetti della mancanza di tale<br />

carboidrato sono allo studio con modelli preclinici.


ALTRI MECCANISMI DI EVASIONE DELLA RISPOSTA IMMUNE<br />

Perdita dell’espressione di antigeni, di componenti del proteasoma,<br />

TAP1/TAP2, MHC di classe I o β2-microglobuline sono tutti eventi che<br />

possono accadere, ma l’esperienza insegna che melanomi metastatici<br />

mantengono l’espressione di queste molecole sulla maggior parte delle cellule<br />

tumorali.<br />

La perdita del macchinario di processamento/presentazione dell’antigene<br />

non spiega molti casi di resistenza immunitaria spontanea.<br />

E’ stato osservato l’aumento di varianti senza antigene in pazienti con<br />

malattie allo stadio avanzato che rispondevano al trattamento con un vaccino<br />

peptide-specifico per il melanoma.<br />

La selezione di varianti tumorali può avvenire più tardi <strong>nel</strong>la malattia a<br />

dispetto di una potente pressione selettiva immunitaria.<br />

Un altro aspetto della selezione immunitaria a livello delle cellule tumorali è<br />

la diminuita sensibilità al signaling del IFN-γ.<br />

Diversi tipi di tumore mostrano difetti <strong>nel</strong> signaling del IFN-γ come risultato<br />

di specifiche mutazioni genetiche.


DOVREMMO COLPIRE LO STROMA TUMORALE<br />

TERAPEUTICAMENTE?<br />

Il gruppo di H.Schrieber ha recentemente riportato che il completo rifiuto<br />

del tumore da parte di cellule T CD8+ in sistemi murini dipende da cellule<br />

stromali infiltranti il tumore accoppiate al MHC.<br />

L’antigene cross-presentato dalle cellule stromali le rende bersagli per le<br />

cellule T e la distruzione immuno-mediata sia delle cellule stromali che di<br />

quelle tumorali è superiore rispetto alla singola.<br />

La cross-presentazione dell’antigene <strong>nel</strong> processamento di classe I ed il<br />

pathway di presentazione possono essere eseguiti dalle cellule dendritiche e<br />

dai macrofagi gli elementi stromali derivati dal midollo osseo sono i<br />

più importanti da eliminare.


IL FUTURO<br />

Per identificare fattori predittivi di risposta clinica si fanno profili di<br />

espressione genica di tumori metastatici pre e post-terapia.<br />

Marincola et al. sono stati i primi a studiare patterns di trascritti che<br />

potevano essere associati ad esito clinico favorevole in pazienti con<br />

melanoma trattati con vaccini. Usando cDNA arrays hanno identificato un<br />

set di trascritti presenti <strong>nel</strong>le lesioni prima del trattamento che<br />

sembravano essere associati ad una successiva completa risposta alla<br />

terapia. Questi includevano geni rilevanti immunologicamente, EBI3,<br />

TIA1, IRF2 e IFI27.<br />

Il rigetto del tumore può essere promosso antagonizzando diversi<br />

meccanismi di evasione:<br />

-attraverso l’inversione dell’anergia delle cellule T;<br />

-la deplezione delle cellule T regolatorie;<br />

-il blocco delle interazioni PD-1/PD-L1;<br />

-antagonizzando IDO.


AUMENTATA IMMUNITÀ NEI CONFRONTI DEL TUMORE DELLA<br />

MAMMELLA IN TOPI IMMUNIZZATI CON FIBROBLASTI<br />

TRASFETTATI CON UNA LIBRERIA DI ESPRESSIONE DI cDNA<br />

PROVENIENTI DA CELLULE DI TUMORE DELLA MAMMELLA<br />

(T.S.Kim, A. Chopra et al, J.Immunother 2006; 29:261-273)


Nel tumore della mammella, TAAs (antigeni tumore-associati) come MUC-<br />

1, HER-2/neu, MAGE-1, BAGE, mammaglobina e MENA sono stati<br />

identificati come potenziali targets di CTL.<br />

Per aumentare le loro deboli proprietà immunogeniche, i vaccini sono stati<br />

preparati introducendo geni competenti dell’espressione codificanti<br />

antigeni del MHC estraneo, molecole di adesione o costimolatorie o<br />

citochine in cellule maligne del paziente.<br />

Vaccini sono stati preparati anche introducendo derivati di cellule tumorali<br />

in cellule dendritiche (DC), dove TAAs sono espressi.<br />

Risposte immunitarie antitumore sono state indotte in topi immunizzati con<br />

DC con peptidi derivati dal tumore non frazionato, lisati cellulari, mRNA o<br />

corpi cellulari apoptotici. In ogni caso, solo una piccola proporzione degli<br />

estratti cellulari tumorali trasferiti specificava TAAs la gran parte<br />

delle molecole derivate dal tumore non era coinvolta <strong>nel</strong>lo stimolare la<br />

risposta immunitaria nei confronti del tumore.<br />

Questo studio investiga un approccio alternativo.


Il vaccino è stato preparato trasferendo una libreria di espressione di cDNA<br />

derivata da un piccolo numero di cellule di tumore della mammella in una<br />

linea cellulare altamente immunogenica.<br />

Il numero delle cellule del vaccino può essere espanso in vitro per successive<br />

immunizzazioni poiché il cDNA trasferito si integra spontaneamente <strong>nel</strong><br />

DNA cellulare ed è replicato quando le cellule si dividono.<br />

cDNA derivato da tumore della mammella è stato scelto perché specifica<br />

TAAs che caratterizzano la neoplasia, enfatizza quei geni upregolati <strong>nel</strong>le<br />

cellule maligne ed elimina le sequenze non codificanti.<br />

Come “recipienti” del cDNA sono stati scelti dei fibroblasti, perché come le<br />

DC hanno la capacità di presentare l’antigene.<br />

I fibroblasti esprimono anche determinanti MHC di classe I e molecole<br />

costimolatorie richieste per l’attivazione delle cellule T.<br />

L’immunizzazione di topi C3H/He suscettibili alla crescita di cellule del<br />

tumore della mammella con cellule di una popolazione arricchita risultava<br />

in robuste risposte immunitarie mediate dalle cellule T dirette contro cellule<br />

di tumore della mammella.


Un vaccino per il tumore della mammella è stato preparato trasferendo<br />

una libreria di espressione di cDNA da cellule SB5b in una linea<br />

cellulare di fibroblasti di topo.<br />

Modificazione di fibroblasti di topo LM per la secrezione di IL-2 e<br />

l’espressione di determinanti di classe I H-2K b .<br />

Le proprietà immunogeniche del vaccino arricchito sono state<br />

determinate in topi C3H/He. I risultati indicano che le proprietà<br />

immunogeniche delle cellule trasfettate derivate da ogni pool non sono<br />

le stesse. Le cellule provenienti da SP6 presentano proprietà<br />

immunogeniche maggiori; quelle da SP10 minori.<br />

Vengono fatti dei sottopool di SP6 e SP10. I livelli di IL-2 e di<br />

espressione dei determinanti MHC di classe I sono equivalenti. Le<br />

proprietà immunogeniche dei sottopool valutate con i saggi ELISPOT<br />

IFNγ e la citotossicità di rilascio del 51 Cr sono diverse. Il numero degli<br />

spot di cellule che si sviluppano in coltura da topi immunizzati con<br />

cellule provenienti dal sottopool con alta immunità è più grande<br />

rispetto a quello che deriva da cellule del sottopool a bassa immunità.


Un numero inferiore di cellule del sottopool ad alta immunità (rispetto a<br />

quello a bassa) occorre per avere una risposta maggiore.<br />

La risposta citotossica più alta si ha in topi immunizzati con cellule<br />

provenienti dal sottopool di SP6.<br />

mAbs per CD8+, CD4+ o cellule NK1.1 sono stati usati per determinare le<br />

classi di cellule che mediano l’immunità nei confronti delle cellule SB5b in<br />

topi immunizzati con cellule del sottopool di SP6.<br />

La progressione del tumore alla mammella è inibita in topi immunizzati con<br />

cellule del sottopool SP6-6 ad alta immunità.<br />

La deplezione di cellule T CD8+ abroga la resistenza alla crescita <strong>tumorale</strong><br />

in topi C3H/He immunizzati con cellule provenienti dal sottopool ad alta<br />

immunità SP6-6 cellule CD8+ sono il tipo predominante di cellule<br />

effettrici che mediano l’immunità al tumore della mammella in topi<br />

immunizzati con cellule provenienti dal sottopool ad alta immunità.

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