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Anno Anno LV LV - N. 19 19 - - 15 ottobre 2008 2008 - Rivista Rivista quindicinale quindicinale - kn kn 14,00 14,00 - EUR EUR 1,89 1,89 - Spedizione in in abbonamento postale postale a tariff tariff a a intera - Tassa Tassa pagata pagata ISSN-0475-6401<br />

ISSN-0475-6401<br />

<strong>Panorama</strong><br />

www.edit.hr/panorama<br />

Delitto Hodak: proiettile<br />

contro la democrazia


Ciao<br />

Anna


In primo Rubrica piano<br />

Il taglio previsto nel quadro della manovra del Governo di Roma<br />

Fondi, ingiusta penalizzazione<br />

di Mario Simonovich<br />

Minoranza e taglio dei fi -<br />

nanziamenti da parte italiana,<br />

questo il tema che<br />

negli ultimi giorni sta calamitando<br />

l’attenzione delle nostre istituzioni.<br />

La notizia che a Roma, nel<br />

quadro degli sforzi e della manovra<br />

del Governo, sono stati decisi<br />

tagli “ai fi nanziamenti annuali”<br />

a favore degli italiani di Croazia e<br />

Slovenia, di contro a quanto potrebbe<br />

sembrare, presenta non uno ma<br />

almeno due capitoli preoccupanti.<br />

Quello che, a lume di naso, dovrebbe<br />

creare i danni maggiori alla minoranza,<br />

è il secondo in quanto volto<br />

al futuro. Un futuro, come è stato<br />

annunciato, che dai sette milioni<br />

e rotti di euro annui fi no al 2011,<br />

sarà cadenzato dall’elargizione di<br />

cinque milioni scarsi, con una riduzione<br />

di uno scarso 32 per cento,<br />

ossia poco meno di un terzo. Neppure<br />

il primo però si presenta alieno<br />

da strascichi per niente piacevoli.<br />

Come altrimenti commentare la<br />

riduzione di poco meno di 600 mila<br />

euro, 597.000 per la precisione, dei<br />

fi nanziamenti in questi ultimi anni,<br />

dal 2004 al 2008?<br />

In altre parole, si stava e si sta<br />

piuttosto male e si starà sicuramente<br />

peggio, e il fatto che nel contempo<br />

non se la passeranno meglio né<br />

gli esuli né la minoranza slovena<br />

non “molce le cure” dei rimasti e<br />

delle loro istituzioni.<br />

La notizia, che ha dato il tono<br />

della riunione della Giunta UI di<br />

venerdì 10 ottobre a Fasana. giunge<br />

tanto più sgradita quando si pensi<br />

che solo poco più di due mesi fa,<br />

il 29 luglio, il Governo erogatore<br />

aveva inviato dalle nostre parti un<br />

sottosegretario che, come riportato<br />

nero su bianco dalla stampa nei<br />

suoi resoconti, aveva fatto sapere<br />

uffi cialmente ai vertici dell’Unione<br />

che non c’era alcuna intenzione di<br />

tagliare i fondi in favore della comunità<br />

nazionale, ma anzi, se possibile,<br />

di riportarli ai livelli a cui si<br />

trovavano negli anni 2002-2003,<br />

ossia a 5,2 milioni di euro circa.<br />

Ironia della sorte, l’informazione<br />

in merito all’incontro è stata esaminata<br />

ed approvata, si suppone con<br />

comprensibile soddisfazione, alla<br />

sessione della Giunta del 17 settembre.<br />

Alla stessa riunione, riportava<br />

“La Voce del Popolo” del giorno<br />

successivo, la Giunta aveva appoggiato<br />

in toto la richiesta della scuola<br />

“Bernardo Benussi” di Rovigno per<br />

aprire una sezione a Valle stanziando<br />

un fi nanziamento straordinario.<br />

Sempre nella stessa data, in prima<br />

pagina, la fotografi a d’apertura riprendeva<br />

il sindaco e il console italiano<br />

a Fiume all’apertura del primo<br />

asilo nido italiano. Un tanto per<br />

far capire, se ce ne fosse ancora bisogno,<br />

quali sono le attività che ci<br />

impegnano e quali, a chiunque non<br />

soffra di miopia, possono essere le<br />

direttrici lungo cui, si spera, si affermeranno<br />

ed evolveranno a favore<br />

delle generazioni a venire. Noi lo<br />

abbiamo capito da tempo, ora bisogna<br />

però farlo intendere anche al<br />

Governo della nazione madre.<br />

Una grande responsabilità, non<br />

aliena da passi che talvolta si eviterebbero<br />

volentieri, spetta in questo<br />

contesto anche all’Unione ed ai<br />

suoi enti e istituzioni. Una responsabilità<br />

che può essere sintetizzata<br />

come l’adoperarsi a fondo perché la<br />

divisione della torta in fette sempre<br />

più trasparenti avvenga all’insegna<br />

della massima correttezza, ossia<br />

che all’atto di ogni esborso venga<br />

sempre tenuta d’occhio la situazione<br />

generale di cassa. Si sa che lo<br />

stilare la lista dei “più bisognosi”<br />

è stato un compito improbo da che<br />

mondo è mondo. Bisogna però accingersi<br />

all’opera tenendo accuratamente<br />

conto delle priorità (e i casi<br />

citati sopra sono lampanti esempi<br />

positivi) e dei benefi ci per la Comunità,<br />

sacrifi cando tutto quello che,<br />

quale sia il modo con cui può essere<br />

presentato, a conti fatti ha un’importanza<br />

e un valore di secondo ordine.<br />

Non meno intensa dev’essere<br />

l’opera per il ripristino dello stato<br />

precedente. ●<br />

Costume<br />

e scostume<br />

Borse al tappeto?<br />

Banche in diffi coltà?<br />

Comprate case<br />

A livello di pensiero l’affermazione<br />

era nell’aria già da<br />

qualche giorno, a tradurla in parole,<br />

per quel che si sa, è stato<br />

un funzionario del governo Sanader.<br />

Al linguacciuto giornalista<br />

che tratteggiava il quadro<br />

nero in cui si trovano le Borse<br />

e l’altro, solo leggermente più<br />

chiaro entro cui operano le banche<br />

e gli chiedeva quindi come<br />

i piccoli risparmiatori avrebbero<br />

potuto tutelare il valore dei<br />

soldi, ha risposto, senza battere<br />

ciglio, che avrebbero dovuto<br />

compare case. Il solerte funzionario<br />

non è entrato nei dettagli,<br />

per cui non è chiaro come<br />

possa pensare a comprarsi non<br />

una casa ma anche il più sciatto<br />

monolocale quella stragrande<br />

maggioranza di cittadini della<br />

Croazia che ha depositato in<br />

banca il controvalore massimo<br />

di uno, due o tre metri quadrati.<br />

Noi qualche idea ce l’avremmo:<br />

gli interessati si potrebbero riunire<br />

in cooperative e comprarsi<br />

ciascuno un pezzetto dell’abitazione.<br />

Riunirsi in cooperative? A<br />

pensarci meglio, l’idea è da<br />

mettere nel dimenticatoio. Le<br />

cooperative sono forme di aggregazione<br />

decisamente superate<br />

e strettamente connesse a<br />

quel regime a cui non si intende<br />

assolutamente ritornare. Chi<br />

vuol essere sicuro e magari moltiplicare<br />

in tempi brevi i propri<br />

risparmi, oggi ha a disposizione<br />

forme e sistemi più moderni ed<br />

adeguati a questi tempi di libero<br />

mercato. Quali? Le azioni di<br />

borsa ad esempio, no?<br />

<strong>Panorama</strong> 3


<strong>Panorama</strong><br />

www.edit.hr/panorama<br />

Ente giornalistico-editoriale<br />

EDIT<br />

Rijeka - Fiume<br />

Direttore<br />

Silvio Forza<br />

PANORAMA<br />

Redattore capo responsabile<br />

Mario Simonovich<br />

caporedattore-panorama@edit.hr<br />

Progetto grafico - tecnico<br />

Daria Vlahov-Horvat<br />

Redattore grafico - tecnico<br />

Vanja Dubravčić<br />

Collegio redazionale<br />

Bruno Bontempo, Nerea Bulva,<br />

Diana Pirjavec Rameša, Mario<br />

Simonovich, Ardea Velikonja<br />

REDAZIONE<br />

panorama@edit.hr<br />

Via re Zvonimir 20a Rijeka - Fiume,<br />

Tel. 672-128. Telefax: 051/672-151,<br />

direttore: tel. 672-153. Diffusione e<br />

pubblicità: tel. 672-119 int. 27<br />

ISSN 0475-6401 <strong>Panorama</strong> (Rijeka)<br />

ISSN 1334-4692 <strong>Panorama</strong> (Online)<br />

TIPOGRAFIA: “Helvetica” - Ri jeka-<br />

Fiume, tel. 682-147<br />

ABBONAMENTI: Croazia: an nuale<br />

(24 numeri) kn 300,00 (IVA inclusa);<br />

semestrale (12 numeri) kn 150,00<br />

(IVA inclusa); una copia kn 14,00 (IVA<br />

inclusa). Slovenia: annuale (24 numeri)<br />

euro 62,59 - semestrale (12 numeri)<br />

euro 31,30 - una copia euro 1,89. Italia:<br />

annuale (24 numeri) euro 70,00 una<br />

copia: euro 1,89.<br />

VERSAMENTI: per la Croazia sul<br />

cc. 2340009-1117016175 PBZ Riadria<br />

banka d.d. Rijeka. Per la Slovenia:<br />

Erste Steiermärkische Bank d.d.<br />

Rijeka 7001-3337421/EDIT SWIFT:<br />

ESBCHR22. Per l’Italia - EDIT Rijeka<br />

3337421- presso PBZ 70000 - 183044<br />

SWIFT: PBZGHR2X.<br />

Numeri arretrati a prezzo raddoppiato<br />

INSERZIONI: Croazia - retrocopertina<br />

1.250,00 kn; retrocopertina interna<br />

700,00 kn; pagine interne 550,00 kn;<br />

Slovenia e Italia retrocopertina 250,00<br />

euro; retrocopertina interna 150.00 euro;<br />

pagine interne 120,00 euro.<br />

PANORAMA esce con il concorso<br />

finanziario della Repubblica di Croazia<br />

e della Repubblica di Slovenia e viene<br />

parzialmente distribuita in convenzione<br />

con il sostegno del Governo italiano<br />

nell’ambito della collaborazione tra<br />

Unione Italiana (Fiume-Capodistria) e<br />

l’Università Popolare (Trieste)<br />

EDIT - Fiume, via Re Zvonimir 20a<br />

edit@edit.hr<br />

Consiglio di amministrazione: Tatjana<br />

Petrazzi (presidente), Ezio Giuricin<br />

(vicepresidente), Luigi Barbalich, Carmen<br />

Benzan, Doris Ottaviani, Donald<br />

Schiozzi, Fabio Sfi ligoi<br />

4 <strong>Panorama</strong><br />

Sommario<br />

IN PRIMO PIANO<br />

Il taglio previsto nel quadro della manovra<br />

del Governo di Roma<br />

FONDI, INGIUSTA<br />

PENALIZZAZIONE ............................ 3<br />

di Mario Simonovich<br />

Rimpasto di governo e legge antimafi a<br />

riusciranno a fermare l’ondata di violenza<br />

che sconvolge il paese?<br />

DELITTO HODAK:<br />

IL PROIETTILE CHE HA COLPITO<br />

LA DEMOCRAZIA .............................. 6<br />

a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />

ETNIA<br />

Riunita a Fasana la Giunta Esecutiva UI<br />

DRASTICI TAGLI<br />

A SPESE ED ATTIVITÀ ...................... 8<br />

a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />

ATTUALITÀ<br />

Convegno al “Diamant” di Parenzo<br />

PSICOLOGIA, E GIORNALISMO<br />

MUTERANNO LA CULTURA? ....... 10<br />

a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />

SOCIETÀ<br />

Vladimir Kosic, Assessore alla Salute del<br />

Friuli-Venezia Giulia<br />

IL LAVORO È PER ME TERAPIA<br />

CHE NON HA EGUALI .................... 12<br />

di Marino Vocci<br />

PERSONAGGI<br />

Ernie Gigante Dešković, giovane scrittore,<br />

saggista,politico e critico di costume<br />

L’INTELLIGENZA? DA NOI<br />

È ASSAI POCO CONSIDERATA ..... 14<br />

di Marianna Jelicich-Buić<br />

ARCHITETTURA<br />

Oscar Niemeyer è autore di alcune delle<br />

più belle creazioni del secolo scorso<br />

CENT’ANNI PIENI<br />

DI SOGNI E PROGETTI ................... 18<br />

di Maurizio Franolli<br />

ARTE<br />

A Zagabria esposizione sul tema stećci<br />

MONUMENTI-PONTE<br />

FRA ISLAM E CRISTIANESIMO ... 20<br />

di Erna Toncinich<br />

CINEMA E DINTORNI<br />

“Il matrimonio di Lorna” di Luc e Jean-<br />

Pierre Dardenne, miglior sceneggiatura<br />

a Cannes<br />

IMMIGRAZIONE: L’INFERNO<br />

DEL MONDO D’OGGI ..................... 22<br />

di Gianfranco Sodomaco<br />

In copertina: foto di Ardea Velikonja<br />

N. 19 - 15 ottobre 2008<br />

STORIA<br />

Una pagina sconosciuta della Grande<br />

Guerra: il battaglione di disertori<br />

jugoslavi al fronte italiano<br />

AIUTARE GLI ITALIANI<br />

A SCONFIGGERE L’AUSTRIA ....... 24<br />

di Gino Sergi<br />

REPORTAGE<br />

A Spilimbergo studenti di tutto il mondo<br />

frequentano la Scuola mosaicisti<br />

LA TECNICA MUSIVA<br />

UN’ARTE MILLENARIA ................. 28<br />

di Ardea Velikonja<br />

LETTURE<br />

“LA CASA DEL VESCOVO” ........... 34<br />

di Gianfranco Sodomaco<br />

LIBRI<br />

“A occhi spenti” di Aljoša Curavić<br />

UMANITÀ DOLENTE<br />

PROCEDERE INFINITO ................... 38<br />

di Mario Simonovich<br />

MUSICA<br />

Mina e Ornella Vanoni, due miti che hanno<br />

festeggiato cinquant’anni di carriera<br />

LA REGINA DEGLI URLATORI<br />

E LA SIGNORA DELLA MALA ...... 44<br />

a cura di Bruno Bontempo<br />

SPORT<br />

Valentino Rossi, ottava volta iridato,<br />

secondo pilota più vittorioso in assoluto<br />

nella storia del mondiale di motociclismo<br />

IL FOLLETTO SI SCUSA<br />

DEL “RITARDO” E TORNA<br />

IMPERATORE .................................... 46<br />

Ai mondali di ciclismo a Varese, la<br />

mezzapunta Ballan succede a Bettini:<br />

terzo successo consecutivo dell’Italia<br />

“NON SO QUALE ALTRO CAPITANO<br />

AVREBBE FATTO COSÌ” ................. 48<br />

a cura di Bruno Bontempo<br />

MULTIMEDIA<br />

Grande inchiesta di PC Word sul<br />

fenomenomolto popolare (1)<br />

SOCIAL NETWORKING PERCHÉ<br />

È MEGLIO DEL PORNO .................. 52<br />

a cura di Igor Kramarsich<br />

RUBRICHE ........................................ 54<br />

a cura di Nerea Bulva<br />

IL CANTO DEL DISINCANTO<br />

LOTTA ALLA MAFIA:<br />

VOLERE È POTERE.......................... 58<br />

di Silvio Forza


È<br />

partita la nuova iniziativa del Settore Educazione e<br />

Istruzione dell’Unione Italiana, che, con l’adesione<br />

di tutte le scuole elementari della Comunità Nazionale<br />

Italiana, ha suscitato interesse e curiosità fra i bimbi<br />

e gli insegnanti delle classi inferiori. Il 10 ottobre la<br />

scuola di Momiano, sezione periferica della Scuola elementare<br />

italiana di Buie, ha ospitato la I edizione de “I<br />

colori dell’autunno”, un’iniziativa che vuol essere un<br />

momento di incontro, di gioco, ma pur sempre in dimensione<br />

didattica. È stata una giornata di studio interdisciplinare,<br />

con percorso didattico integrato per tutti<br />

gli alunni delle III classi delle SEI della Repubblica di<br />

Croazia e delle IV classi delle SEI della Repubblica di<br />

Slovenia. Quest’anno i partecipanti sono stati 174 con<br />

assente solo la scuola di Rovigno. L’anno prossimo a<br />

fare gli onori di casa sarà la scuola di Parenzo.●<br />

Grande manifestazione domenica, 5 ottobre, a Lussinpiccolo<br />

per festeggiare la “Giornata del pane”.<br />

Lungo tutta la Riva dei capitani lussignani c’erano delle<br />

bancarelle (un centinaio) sulle quali scuole ed artigiani<br />

di oltre 20 Regioni della Croazia, della Bosnia, Vojvodina<br />

ed Ungheria hanno esposto i loro prodotti. Anche<br />

la locale Comunità degli Italiani ha aderito per la prima<br />

volta a questa manifestazione. L’insegnante Mirta<br />

Širola si è occupata dell’addobbo della bancarella, e 25<br />

socie della CI, invitate dalla sig.ra Gabriella Haithun<br />

Kancijanić, hanno preparato con molto entusiasmo<br />

pane e dolci tipici. Di pasta di pane è stata fatta anche<br />

la scritta “Comunità Italiana”. Sia la gente locale che i<br />

turisti di varie nazioni si sono fermati volentieri e con<br />

interesse degustando i nostri prodotti. Alle ore 10 è iniziato<br />

il programma con il saluto del Sindaco Gari Cappelli,<br />

dopodiché si è formata una processione con i rappresentanti<br />

delle varie regioni i quali portavano i doni<br />

al Duomo della Natività della B. V. dove si è celebrata<br />

I<br />

Agenda<br />

«I colori dell’autunno»: riuscito laboratorio didattico<br />

Giochi delle Comunità: con qualche sottile polemica<br />

Giochi sportivi delle Comunità degli Italiani si sono svolti l’11<br />

ottobre presso la pittoresca oasi verde della Zelena Laguna a Parenzo.<br />

Alla 17.esima edizione hanno aderito ben 32 Comunità con<br />

la prima assoluta per Kutina e Draga di Moschiena.<br />

La splendida giornata di sole è stata dedicata tutta allo sport e<br />

agli incontri conviviali all’aria aperta. Tantissimi i partecipanti, 630<br />

in tutto, che si sono cimentati in 7 discipline sportive per un totale<br />

di 15 titoli.<br />

La manifestazione, purtroppo, si è consumata tra una miriade di<br />

polemiche legate al mancato rispetto del regolamento under e over<br />

nei tornei di pallavolo femminile e tennis da tavolo femminile. L’anno<br />

prossimo probabilmente il regolamento verrà “rivisitato”. ●<br />

A Lussino festeggiata la «Giornata del pane»<br />

la S. Messa. Terminato il rito sacro, tutti i partecipanti<br />

sono ritornati in centro facendo una sfi lata lungo la<br />

Riva. Il parroco, don Ivan Brnić, ha dato la benedizione<br />

a tutti i prodotti ed alla fi ne c’è stato il programma culturale<br />

con canti e danze di vari gruppi (dai bambini dell’asilo<br />

alle pensionate). Il coro femminile della Comunità<br />

degli Italiani di Lussinpiccolo si è esibito con “Inno<br />

a Lussino” del maestro Craglietto. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 5


6 <strong>Panorama</strong><br />

In Primo piano<br />

Rimpasto di governo e legge antimafi a riusciranno a fermare l’ondata di viole<br />

Delitto Hodak: il proiettile che ha colpito<br />

di Diana Pirjavec Rameša<br />

Delitto di mafi a in pieno centro<br />

a Zagabria. Ivana Hodak, una<br />

giovane donna di 26 anni, fi -<br />

glia di Ljerka Mintas Hodak, ex vicepresidente<br />

del Governo Tuđman<br />

ed ex ministro croato delle Eurointegrazioni,<br />

e di Zvonimir Hodak, noto<br />

avvocato, è stata freddata sui gradini<br />

di casa da un killer. E l’ammonimento<br />

di stampo mafi oso è stato recepito<br />

immediatamente. “Provate a immaginare<br />

chi l’ha uccisa” - si è lasciato<br />

andare il padre, Zvonimir Hodak,<br />

avvocato difensore del generale a riposo<br />

Vladimir Zagorec, sotto accusa<br />

per affari illeciti e traffi co d’armi,<br />

estradato in Croazia solo qualche<br />

giorno prima del delitto.<br />

Ma aldilà delle accuse lanciate<br />

da un padre affranto dal dolore<br />

gli inquirenti seguono alcune piste.<br />

Una delle ipotesi è il delitto di mafi<br />

a, una vendetta all’avvocato che<br />

difende Zagorec o un’avvertimento<br />

allo stesso ‘Zagi’ che non ha mai negato<br />

di temere per la propria incolumità<br />

nelle cerceri zagabresi e che, se<br />

decidesse di svelare alcuni segreti di<br />

stato legati all’acquisto di armamenti<br />

agli inizi degli anni Novanta, mette-<br />

rebbe in diffi coltà parecchie persone.<br />

Un’altra ipotesi è il delitto passionale,<br />

ma anche qui gli inquirenti vanno<br />

cauti e intanto scavano nella vita privata<br />

della vittima.<br />

Il delitto della giovane donna è<br />

stato recepito come un colpo infran-<br />

Il giovane corpo è stato traslato all’Istituto di Medicina legale della capitale<br />

solo dopo che la Scientifi ca ha fatto i primi prelievi<br />

Ivana Hodak con la madre Ljerka Mintas Hodak ad una partita. La ragazza,<br />

dopo esser stata colpita alla testa e al collo all’ingresso di casa, è<br />

spirata tra le braccia della madre<br />

to alla sicurezza del comune cittadino<br />

e alla labile democrazia croata<br />

che sta facendo grandi sforzi per<br />

stradicare la corruzione e avviare le<br />

tanto indispensabili riforme, in primo<br />

luogo quella della Giustizia.<br />

Ma come si fa a morire a Zagabria,<br />

sul pianerottolo di casa in pieno<br />

giorno e in un’area tapezzata da telecamere?<br />

È questa la domanda che<br />

si pongono i cittadini sconvolti dall’atroce<br />

omicidio di una ragazza che<br />

sognava di fare l’avvocato.<br />

Traffi co d’armi<br />

e preziosi trafugati<br />

In questa storia importante è capire<br />

chi sia Vladimir Zagorec, il cliente<br />

numero uno dell’avvocato Hodak.<br />

Zagorec ha vissuto per otto anni<br />

in Austria. Era stato arrestato nel<br />

marzo del 2007 a Vienna in base ad<br />

un mandato di cattura internazionale.<br />

Stando ai capi d’imputazione, al momento<br />

di lasciare l’incarico di Ministro<br />

aggiunto della Difesa nel 2000,<br />

avrebbe trafugato preziosi da una<br />

cassaforte del Ministero della Difesa<br />

croato che, nel 1993, gli erano stati


nza che sconvolge il paese?<br />

la democrazia<br />

consegnati da un commerciante tedesco<br />

di armi, quale garanzia per cinque<br />

milioni di dollari destinati all’acquisto<br />

di armi. La storia dei preziosi<br />

trafugati è emersa durante il processo<br />

ad un altro malavitoso, Hrvoje<br />

Petrač, anch’egli coinvolto in affari<br />

poco chiari che qualche anno fa aveva<br />

rapito suo fi glio e che per questo<br />

ora si trova in carcere.<br />

Il caso Zagorec ha una particolare<br />

rilevanza nel paese per via delle sue<br />

implicazioni con il mondo politico e,<br />

come sottolineano i media in questi<br />

giorni, con il mondo della mafi a<br />

croata. Il generale, infatti, aveva già<br />

ricevuto delle minacce da parte del<br />

suo peggior nemico, Hrvoje Petrač,<br />

che in questi giorni vive sotto stretta<br />

vigilanza della polizia penitenziaria<br />

del carcere di Lepoglava.<br />

Un amore proibito?<br />

A difendere Petrač è l’avvocato<br />

Ljubo Pavasović Visković, proprio<br />

l’uomo con cui la giovane Ivana<br />

Hodak, laureata in giurisprudenza e<br />

impiegata presso l’uffi cio del padre,<br />

aveva una relazione e con cui, stan-<br />

La stampa croata e straniera si occupa<br />

da anni del misterioso trasferimento,<br />

avvenuto agli inizi degli<br />

anni Novanta, di ingenti somme di<br />

danaro dalle casse dello Stato a conti<br />

bancari all’estero.<br />

do ad indiscrezioni, aveva intenzione<br />

di sposarsi. Questo rende la storia più<br />

complicata e dà addito a supposizioni<br />

secondo cui Petrač risulterebbe in<br />

cima alla lista dei possibili mandanti<br />

di questo omicidio.<br />

L’hanno uccisa perché non parlasse?<br />

Non svelasse magari qualche<br />

segreto che le due parti in confl itto<br />

tenevano per sé? Indubbiamente legandosi<br />

sentimentalmente all’avvocato<br />

“dell’altra parte” la giovane Ivana<br />

ha suscitato le ire dei propri genitori<br />

e del loro principale cliente Zagorec<br />

il quale, in Croazia, nonostante<br />

la latitanza pare avesse parecchi affari<br />

in corso, soprattutto di tipo immobiliare<br />

e di cui l’avvocato Hodak era<br />

a conoscenza.<br />

Un amore proibito in un momento<br />

sbagliato. Una meta di facile bersaglio<br />

e senza alcuna protezione - come<br />

hanno fatto notare i media -. Ed è per<br />

questo che Pavasović ha evitato i media.<br />

Non ha potuto evitare la polizia<br />

che lo ha interrogato per due volte.<br />

Figlio di un noto avvocato spalatino<br />

il 36.enne Pavasović aveva dichiarato<br />

che Ivana era la donna della<br />

sua vita.<br />

Centinaia sono le persone sentite<br />

dalla polizia, ma nulla di concreto è<br />

ancora trapelato.<br />

“Questo non è il primo delitto del<br />

genere. A questo punto i cittadini in<br />

Fondi neri e conti segreti. Scopriremo mai la verità?<br />

L’alto prezzo dell’indipendenza<br />

Il generale in congedo<br />

Vladimir Zagorec<br />

Centinaia di milioni di euro -<br />

scrive il settimanale “Globus” - sono<br />

stati depositati da persone vicine ai<br />

vertici di governo presso banche<br />

straniere. Il denaro serviva all’acquisto<br />

di armi necessarie per la difesa<br />

del paese. La Croazia, ricordiamolo,<br />

in quegli anni si trovava sotto<br />

embargo e non poteva acquistare<br />

armi sul libero mercato, bensì ha deciso<br />

di mettersi nelle mani di loschi<br />

faccendieri. Di quanti soldi si tratta<br />

probabilmente mai lo sapremo con<br />

esattezza, anche se le fonti citate da<br />

“Globus” parlano di 150 milioni di<br />

euro destinati all’armamento. Altre<br />

fonti vicine all’Avvocatura di Stato<br />

escono con cifre da capogiro: 360<br />

milioni di dollari depositati in ben 77<br />

conti esteri. Per non parlare del dena-<br />

In primo piano<br />

Croazia hanno diritto di avere paura<br />

e spero che il Ministero degli Interni<br />

e tutte le istituzioni che tutelano<br />

la sicurezza della cittadinanza prenderanno<br />

le più energiche misure per<br />

risolvere questo caso”, ha dichiarato<br />

Elisabeth Rech, l’avvocato austriaco<br />

di Zagorec. “A questo punto - ha aggiunto<br />

la Rech - il processo nei confronti<br />

del mio cliente non potrà più<br />

essere equo. Noi comunque non lasceremo<br />

sicuramente nulla al caso”,<br />

ha dichiarato alla stampa.<br />

Tra i primi a reagire in Croazia è<br />

stato il presidente della Repubblica,<br />

Stjepan Mesić, il quale ha detto che<br />

si tratta di “un crimine tremendo” ed<br />

ha prontamente convocato il Consiglio<br />

di Stato per la difesa.<br />

“Non tollereremo più la criminalità<br />

organizzata, né gli assassini<br />

di stampo mafi oso. Si tratta di una<br />

tragedia che merita tutte le possibili<br />

condanne”, ha detto il premier Sanader.<br />

“Il governo ha deciso di fare i<br />

conti con qualsiasi forma di criminalità<br />

organizzata. Non c’è più tempo,<br />

dobbiamo agire in fretta”.<br />

Il mondo politico ha reagito con<br />

grande prudenza, a parte il leader<br />

dell’SDP Zoran Milanović che, vista<br />

la complessità della situazioni e il<br />

rischio sicurezza che il Paese sta affrontando,<br />

ha chiesto elezioni straordinarie.<br />

La Dieta Democratica Istria-<br />

Zvonimir Hodak<br />

ro entrato nelle casse dello Stato a titolo<br />

di vendita degli appartamenti di<br />

proprietà sociale e poi impiegati per<br />

pagare armi e materiale bellico.<br />

Il caso del generale Zagorec, uffi<br />

cialmente sotto inchiesta dal febbraio<br />

2007, che ha diretto l’azienda<br />

“RH Alan” che comperava armi, può<br />

essere inteso come il tassello di mosaico<br />

in cui sono racchiusi numerosi<br />

segreti di Stato e della classe politica<br />

che ha guidato il paese agli inizi degli<br />

anni Novanta. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 7


Ed anche se per settimane il premier<br />

ha cercato di evitare il rimpasto<br />

di governo, pur cosciente che<br />

l’opposizione stava facendo grandi<br />

pressioni, dopo l’assassinio della<br />

giovane Ivana Hodak, Sanader ha<br />

tirato fuori i nomi dei nuovi ministri<br />

e del capo della polizia. Gli Interni<br />

sono stati affi dati a Tomislav Karamarko<br />

il quale ha annunciato grandi<br />

8 <strong>Panorama</strong><br />

In primo piano<br />

na si è limitata a chiedere, invece, un<br />

Governo di unità nazionale, ma nemmeno<br />

questa proposta è stata accolta<br />

con interesse dalle forze d’opposizione.<br />

Purtroppo questi non sono intrighi<br />

di corte, ma la triste conferma che il<br />

sistema di sicurezza nazionale ha fatto<br />

“fl op” e che lo Stato e i suoi servizi<br />

non riescono a mettere sotto controllo<br />

l’espansione e la violenza del sottobosco<br />

mafi oso infi ltrato molto più<br />

in alto di quanto un comune cittadino<br />

possa immaginare.<br />

Il premier ha cercato di parare il<br />

colpo e salvarsi la faccia destituendo<br />

il ministro della Giustizia, Ana Lovrin,<br />

il direttore della Polizia, Marijan<br />

Benko, e il ministro dell’Interno,<br />

Berislav Rončević, considerati<br />

quali persone fi dabili ma incapaci<br />

di risolvere i grandi problemi della<br />

corruzione, della fuga di notizie, di<br />

fare i conti con la criminalità organizzata.<br />

Per il leader dell’HNS, Radimir<br />

Čačić, l’uccisione di Ivana Hodak<br />

non è un caso o una questione di rapporti<br />

personali, bensì un’altra dimostrazione<br />

del rapporto di connivenza<br />

tra potere e criminalità organizzata,<br />

che si trascina da diciotto anni a questa<br />

parte, con quattro anni di interruzione.<br />

Secondo Ćačić, l’omicidio<br />

va ricondotto ai rapporti tra Hrvoje<br />

Petrač, Vladimir Zagorec e il potere<br />

dell’ex presidente Tuđman e dell’HDZ.<br />

Il leader dell’SDP, Zoran<br />

Milanović, ha asserito che “è giunta<br />

l’ora di occuparsi della mafi a, prima<br />

che questa si occupi di noi”. Dura anche<br />

la reazione del sindaco di Zagabria,<br />

Milan Bandić, il quale ha indicato<br />

che “sarà necessario innalzare al<br />

massimo il livello di responsabilità,<br />

professionalità e serietà in tutti i settori<br />

- della famiglia, delle istituzioni,<br />

dell’amministrazione, della polizia e<br />

della magistratura. La notizia dei due<br />

cambiamenti all’interno del suo dicastero:<br />

“Ho intenzione si cambiare<br />

parecchie cose nel sistema di polizia.<br />

Chi non sarà in grado di adeguarsi<br />

dovrà andarsene”.<br />

Il ministero della Giustizia sarà<br />

guidato da Ivan Šimonović il quale<br />

dopo una breve pausa dalle attività<br />

diplomatiche ritorna in politica. Il<br />

omicidi a Zagabria - ha aggiunto - mi<br />

ha mi lascia allibito. Dobbiamo fare<br />

in modo che la sicurezza torni a regnare<br />

nelle strade”.<br />

Il relatore del Parlamento europeo<br />

per la Croazia, Hannes Swoboda, ha<br />

dichiarato che l’assassinio di Ivana<br />

Hodak “è un pesante colpo inferto<br />

alla Croazia e ai suoi sforzi nel combattere<br />

la criminalità organizzata”.<br />

Ha detto che “questa è pure l’occasione<br />

per intraprendere iniziative ancora<br />

più decise per fermare il dilagare<br />

della criminalità”. Krisztina Nagy,<br />

la portavoce del Commissario per<br />

l’allargamento dell’UE, Olli Rehn,<br />

ha ribadito che l’UE continuerà a<br />

supportare sia in chiave fi nanziaria<br />

che tecnica e politica gli sforzi croati<br />

nella realizzazione della riforma della<br />

Giustizia.<br />

Alla riunione del Consiglio di<br />

sicurezza nazionale convocata dal<br />

Capo dello Stato Stjepan Mesić e<br />

a cui ha partecipato pure il premier<br />

Rimpasto di governo, lo zampino di Mesić<br />

Ivan Šimonović, ministro<br />

della Giustizia<br />

Tomislav Karamarko, ministro<br />

dell’Interno, ha guidato per<br />

anni i servizi segreti<br />

Vladimir Faber, a capo della Polizia<br />

a seguito del rimpasto di governo<br />

capo della polizia sarà Vladimir Faber,<br />

vicinissimo a Karamarko e poliziotto<br />

con una grande esperienza.<br />

Dalle nuove nomine si capisce<br />

che il presidente Mesić ha “prestato”<br />

a Sanader alcuni dei suoi collaboratori<br />

migliori. ●


Sanader è stata annunciata l’approvazione<br />

di una legge antimafi a che<br />

dovrebbe facilitare la comunicazione<br />

tra le istituzioni preposte alla sicurezza<br />

del Paese. La legge prevede<br />

anche il rilevamento del DNA a tutti<br />

i condannati il che fi nora in Croazia<br />

non veniva applicato a differenza<br />

della prassi vigente in numerosi<br />

Paesi europei. Sanader ha rilevato<br />

che “si procederà anche all’elaborazione<br />

di una nuova legge sulle<br />

competenze degli organi di Polizia<br />

e verrà accelerato l’addestramento<br />

dell’amministrazione statale quando<br />

si tratta dell’applicazione del<br />

codice personale d’identifi cazione<br />

(OIB)”.<br />

Il compito del nuovo ministro degli<br />

Interni e del nuovo direttore della<br />

Polizia, ha aggiunto il premier, sarà<br />

quello di rendere più effi ciente il lavoro<br />

dell’Uffi cio nazionale per la<br />

lotta alla criminalità organizzata e<br />

alla corruzione. ●<br />

La 26.enne Ivana Hodak, fi glia di<br />

Ljerka Mintas Hodak e di Zvonimir<br />

Hodak, è stata assassinata il 6<br />

ottobre in pieno giorno a colpi d’arma<br />

da fuoco, nell’atrio del palazzo<br />

in cui vivevano i suoi genitori, uno<br />

stabile in pieno centro di Zagabria,<br />

in via Hatz. Una zona in cui ci sono<br />

rappresentanze diplomatiche, il Ministero<br />

degli Esteri, nonché alcuni<br />

uffi ci della Questura. È stata colpita<br />

alla testa e al collo. L'assassino conosceva<br />

i suoi movimenti e sapeva<br />

che quella mattina sarebbe prima<br />

uscita e poi rientrata per uscire una<br />

seconda volta prima di mezzogiorno:<br />

l'ha attesa all'ingresso e le ha<br />

sparato, come rilevano i quotidiani<br />

croati.<br />

Agli inizi di ottobre l’ex generale<br />

in congedo Vladimir Zagorec<br />

è stato estradato in Croazia e il<br />

suo avvocato, Zvonimir Hodak, ha<br />

smentito tutte le tesi stando a cui<br />

Zagorec potrebbe vestire i panni<br />

del pentito e raccontare la verità<br />

sui diamanti scomparsi. “Temevamo<br />

che sarebbe stato un defunto,<br />

ma pentito non lo sarà in nessun<br />

caso”, ha osservato l’avvocato all’uscita<br />

dall’uffi cio del giudice, ribadendo<br />

che il suo cliente durante<br />

il primo interrogatorio si è avvalso<br />

della facoltà di non rispondere.<br />

I gioielli che il generale in congedo,<br />

stando all’atto d’accusa,<br />

avrebbe trafugato dalla cassaforte<br />

del Ministero della Difesa quando<br />

ha lasciato l’incarico di ministro<br />

aggiunto sono stati defi niti da Ho-<br />

In primo piano<br />

Hodak: «Andremo fi no in fondo»<br />

L’avvocato Zvonimir Hodak<br />

dak “un alibi per avviare il procedimento<br />

nei confronti di Zagorec”. Il<br />

giorno dopo l’assasinio della fi glia<br />

Hodak ha sentito la necessità di dichiarare<br />

ai media: “Andremo fi no<br />

in fondo e dimostreremo chi, in<br />

questa storia sia la vera vittima”.●<br />

I tanti quesiti sulla dinamica dell’omicidio<br />

Ma le testimonianze dei testimoni<br />

sono contraddittorie.<br />

Una persona ha dichiarato di<br />

aver notato verso le 11 un uomo,<br />

dall’apparente età tra i 30 e i 35<br />

anni vestito di grigio, uscire in fretta<br />

e furia dal portone della casa e dileguarsi<br />

in bicicletta. Non avrebbe<br />

sentito, comunque, gli spari. I colpi<br />

sarebbero stati uditi, invece, da una<br />

donna che abita nella casa di fronte.<br />

Pure lei ha dichiarato di avere visto<br />

un uomo allontanarsi di corsa. Altri<br />

testimoni avrebbero dichiarato alla<br />

polizia di aver sentito qualcuno gridare<br />

intorno a quell’ora nell’androne<br />

del palazzo, come se qualcuno<br />

stesse litigando.<br />

Appresa la notizia la capitale è<br />

stata presidiata dalla polizia, ma<br />

è durato solo per qualche ora. Sul<br />

luogo del crimine si sono recati immediatamente<br />

i massimi funzionari<br />

della Direzione di Polizia, decine di<br />

poliziotti e appartenenti alle Unità<br />

speciali. Il centro di Zagabria è stato<br />

bloccato: pattuglie armate di fucili<br />

sono state posizionate alle uscite<br />

della città e per l’intera giornata<br />

la capitale è stata sorvolata da elicotteri.<br />

Via Pavao Hatz 2, il palazzo dove<br />

si è consumato il crudele assassinio<br />

Contraddittorie sono pure le informazioni<br />

relative all'arma con cui<br />

è stata uccisa la giovane donna. Rimane<br />

il fatto che dal luogo del delitto<br />

la Polizia scientifi ca ha portato<br />

via numerosi scatoloni con materiale<br />

che servirà a chiarire la dinamica,<br />

il movente e i dettagli di cui per ora<br />

si sa ben poco.<br />

Da rilevare che tutta la zona è<br />

tappezzata da telecamere visto che<br />

in quell'area si trovano importanti<br />

istituzioni, e forse queste aiuteranno<br />

gli inquirenti a far luce sull'omicidio.●<br />

<strong>Panorama</strong> 9


Potrebbero essere anni di piombo quelli che attendono<br />

la Comunità nazionale italiana nel prossimo triennio<br />

(2009-2011). La riduzione dei fi nanziamenti destinati<br />

alle attività delle istituzioni CNI saranno ridotti del 30 p.c.,<br />

il che inciderà profondamente sulla programmazione delle<br />

attività realizzate dalla Comunità Nazionale Italiana.<br />

Razionalizzazione, tagli, risparmi sulle voci di bilancio,<br />

saranno questi gli argomenti che i dirigenti delle istituzioni<br />

CNI dovranno affrontare nei prossimi anni. Le riduzioni<br />

dei fi nanziamenti derivano dalla decisione del Governo<br />

italiano il quale, nel preventivare la Finanziaria 2009, ha<br />

operato un taglio lineare del trenta per cento che tocca tutti<br />

i dicasteri, Esteri compreso. Di conseguenza la CNI, che<br />

in passato ha potuto contare su 7,24 milioni di euro l’anno,<br />

si dovrà accontentare di 4,96 milioni di euro a disposizione<br />

per il prossimo, ma anche per i due successivi anni fi scali.<br />

La Giunta dell’Unione Italiana, presieduta da Maurizio<br />

Tremul, ha preso atto e posizioni sullo scottante argomento<br />

in occasione della 32.esima convocazione dell’Esecutivo<br />

ospitata il 10 di ottobre presso la CI di Fasana.<br />

La diminuzione dei fi nanziamenti è la seguente: Cap.<br />

4062 del MAE (Legge 19/91 e successive modifi che) da<br />

4.650.000,00 a 3.090.000,00 euro (- 34 per cento); Cap.<br />

4063 del MAE (contributo ordinario, Piano Permanente<br />

UI-UPT): da 2.597.000,00 a 1.872.600,00 euro (- 28<br />

per cento); Cap.4065 del MAE (Esuli): da 1.550.000,00 a<br />

1.391.000,00 euro (- 10 per cento). E dai tagli non saranno<br />

risparmiate neppure le istituzioni di proprietà dell’UI o comunque<br />

la cui attività dipende dai suoi fi nanziamenti, vale<br />

a dire EDIT, CRS, Dramma Italiano, scuole, asili che benefi<br />

ciano dei mezzi stanziati dall’Unione Italiana.<br />

I vertici dell’UI intanto corrono ai ripari. Il presidente<br />

Maurizio Tremul ha infatti dichiarato che bisognerà promuovere<br />

un’azione politica fi nalizzata a scongiurare l’applicazione<br />

di queste riduzioni, o a limitarle al massimo. Ha<br />

rilevato, tuttavia, anche la necessità di “preparaci al peggio,<br />

10 <strong>Panorama</strong><br />

Rubrica Etnia<br />

Riunita alla CI di Fasana la Giunta Esecutiva dell’UI<br />

Drastici tagli a spese ed attività<br />

a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />

Fasana, la locale Comunità degli Italiani ha ospitato<br />

la riunione della Giunta Esecutiva dell’UI<br />

La riunione della Giunta Esecutiva ospitata a Fasana<br />

ovvero di comprimere i preventivi proprio nella misura del<br />

32 per cento ipotizzata. Nella fattispecie si chiede fi n da<br />

ora a tutte le istituzioni della CNI, vale a dire EDIT, CRS,<br />

Dramma Italiano, scuole, asili eccetera, che benefi ciano dei<br />

mezzi stanziati dall’Unione Italiana, di rivalutare i propri<br />

piani e programmi di lavoro entro certi limiti, e di comunicare<br />

all’UI quali sono i margini di contenimento delle spese<br />

che possono sopportare continuando a operare come hanno<br />

sempre fatto”.<br />

La situazione è “tragica e politicamente molto pesante”<br />

è stato il parere di Claudia Millotti, responsabile del settore<br />

Programmazione quadri, la quale ha aggiunto: “Si vive<br />

prevalentemente dell’appoggio fi nanziario e morale della<br />

madrepatria e se questo viene a mancare noi ne moriamo!<br />

Tutta la CNI risentirà in modo terribile di questa riduzione.<br />

Abbiamo creato un sistema effi ciente lavorando nel migliore<br />

dei modi. Insomma, se non ci sono prospettive all’orizzonte,<br />

sia convocata d’urgenza l’Assemblea ed espresso il<br />

nostro estremo disappunto perché il 32 per cento non signifi<br />

ca né razionalizzare né ottimizzare bensì operare tagli<br />

enormi alle attività di vitale importanza della nostra Comunità<br />

Nazionale.<br />

Primo effetto tangibile della prossima riduzione dei fi -<br />

nanziamenti all’Unione Italiana è la messa ad acta del Protocollo<br />

esecutivo di collaborazione tra i Dipartimenti per gli<br />

studi in lingua italiana e per la formazione di maestri dell’Università<br />

di Pola ‘Juraj Dobrila’, l’Università degli studi<br />

di Trieste, l’Unione Italiana e l’Università Popolare di Trieste.<br />

Pur essendo stato regolarmente approvato alla seduta<br />

di Fasana, non va considerato operativo dal momento che<br />

la Giunta UI non può assumersi l’impegno di sostenere la<br />

somma (100 mila euro, lordi) inizialmente preventivata”.<br />

La Giunta esecutiva UI ha accolto anche un’informazione<br />

sull’esito del recente appuntamento con le urne per<br />

il rinnovo del Parlamento in Slovenia, complimentandosi<br />

con Roberto Battelli per la rielezione al seggio specifi co<br />

della minoranza.●


Interessante convegno ospitato all’albergo «Diamant» di Parenzo<br />

Psicologia, etica e giornalismo<br />

cambieranno la nostra cultura?<br />

Psicologia-etica-giornalismo. Come interferisce e<br />

dove fi nisce la libertà e l’eticità dell’uno e dove inizia<br />

quella dell’altro? Che cos’è più importante: tutelare<br />

la vita di un individuo oppure aumentare la tiratura di<br />

un quotidiano? E come difendere il diritto di una scelta “individuale”<br />

di fronte al criterio di “audience”, comunemente<br />

adottati da giornalisti e redattori? La libertà dei media può<br />

far male alle persone? Lo si può evitare?<br />

Sono queste alcune delle domande che gli psicologi riuniti<br />

nell’Associazione nazionale di categoria hanno rivolto<br />

ai giornalisti, ai direttori di giornali ed ai docenti universitari<br />

invitandoli a rifl ettere a più voci su un tema che oggi<br />

emerge nella sua stridente attualità. A parlarne ad un convegno<br />

ospitato a Parenzo nei primi giorni di ottobre e promosso<br />

dalla Società croata degli psicologi sono stati personaggi<br />

di spicco quali Mila Jelavić, Tutore dell’infanzia, il<br />

presidente dell’Ordine dei giornalisti, Zdenko Duka, Inoslav<br />

Bešker, corrispondente del quotidiano “Jutarnji List”<br />

da Roma, il docente universitario Zoran Sušanj, psicologi<br />

clinici, ricercatori. Una miriade di professionalità a cui interessa<br />

difendere i diritti dell’individuo rispetto a tutte quelle<br />

sfi de che arrivano dall’invadenza dei media che senza alcun<br />

scrupolo scavano nel privato di grandi e piccini.<br />

Nella seconda giornata della conferenza annuale, dedicata<br />

in gran parte al tema dell’infl uenza dei media sull’opinione<br />

pubblica, tra i vari interventi c’è stato uno particolarmente<br />

interessante e ben fatto soprattutto dall’aspetto<br />

metodologico-scientifi co. Nell’intervento è stata presentato<br />

una ricerca nella quale si è cercato di vedere se le smentite,<br />

anche se pubblicate così come lo impone la legge, cosa che<br />

peraltro raramente avviene, possono essere, ed in quale misura,<br />

effi caci nel modifi care un atteggiamento negativo del<br />

pubblico nei confronti di una persona, suscitato da una notizia<br />

apparsa in precedenza sul giornale.<br />

La ricerca, nella sua prima parte, ha preso in considerazione<br />

l’infl uenza di due fattori: a) chi è l’autore della smentita<br />

(la persona danneggiata, una terza persona o l’autore<br />

dell’articolo stesso); e b) il contenuto della smentita (vengono<br />

smentite soltanto le informazioni negative oppure si<br />

L’albergo Diamant ha ospitato i lavori del convegno<br />

Attualità<br />

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Zdenko Duka<br />

aggiungono alla smentita anche delle informazioni positive<br />

sulla persona). I soggetti dell’esperimento, dopo aver letto<br />

la prima notizia, esprimevano il loro atteggiamento nei confronti<br />

della persona in questione su una scala contenente 25<br />

caratteristiche bipolari di tipo etico (es. buono-cattivo, onesto-disonesto,<br />

ecc. inserite ai due lati di una scala di 5 gradi),<br />

e poi, divisi in tre gruppi, lo rifacevano dopo aver letto<br />

la stessa smentita, fatta da tre persone diverse, oppure dopo<br />

aver letto smentite fatte da persone diverse e con modalità<br />

diverse, come presentato nella parte iniziale.<br />

Nella seconda parte si è cercato di vedere invece qual è<br />

l’effetto delle informazioni negative dette su una persona<br />

che in precedenza era già stata presentata sotto una luce positiva<br />

o negativa e qual è in tal caso l’effi cacia della smentita.<br />

I risultati hanno indicato che l’effi cacia della smentita<br />

è quasi nulla se fatta dalla persona danneggiata. Le cose<br />

vanno un po’ meglio se la smentita viene fatta da una terza<br />

persona ed è maggiore se l’autore della smentita è il giornalista<br />

stesso, e se magari non si limita soltanto a smentire le<br />

affermazioni negative, ma ci aggiunge anche qualche informazione<br />

positiva. Inoltre se una persona viene inizialmente<br />

presentata sotto una luce positiva, e poi se ne danno delle<br />

informazioni negative l’effi cacia della smentita è minore,<br />

mentre se la persona era inizialmente presentata sotto una<br />

luce negativa, l’effi cacia è maggiore.<br />

Al convegno si è parlato pure delle necessità di educare<br />

i fruitori dei mass media invogliandoli a non sviluppare un<br />

rapporto di passività ma di (com)partecipazione alla creazione<br />

dell’informazione. Dal convegno sono emerse alcune<br />

conclusioni pubblicate su tutti i principali mass media<br />

locali. Questi riguardano per esempio l’inesistenza di una<br />

legge a tutela della privacy che lede i diritti dell’individuo<br />

soprattutto quelli dei bambini. Uno dei punti chiave elaborati<br />

nelle conclusioni riguarda pure le forme di prevenzione<br />

della cultura della violenza tante volte presente sia nei media<br />

elettronici che su quelli cartacei. In tal senso gli psicologi<br />

croati hanno espresso pure il loro supporto ai giornalisti<br />

che troppo spesso devono contestare le richieste degli editori<br />

di sviluppare argomenti fanno audience ma che violano<br />

i diritti fondamentali dell’uomo. ● (De. S. - D. P. R.)<br />

<strong>Panorama</strong> 11


Vladimir Kosic, Assessore alla Salute e alla protezione sociale della Region<br />

Il lavoro è per me una terapia che n<br />

Avuta la conferma uffi ciosa della<br />

sua elezione a presidente della<br />

Regione Friuli Venezia Giulia,<br />

nella serata di lunedì 14 aprile, nella<br />

sua prima dichiarazione uffi ciale Renzo<br />

Tondo indicò immediatamente un<br />

solo nome di un probabile assessore e<br />

annunciò tra la sorpresa generale quello<br />

di Vladimir Kosic, che sarebbe stato<br />

nominato poi Assessore alla Salute e<br />

alla Protezione sociale.<br />

È nata proprio il quel preciso istante<br />

l’idea di fare un’intervista all’amico<br />

Miro. Era un momento per me di delusione<br />

per la sconfi tta di Riccardo Illy<br />

per il quale avevo votato ma del quale<br />

avevo purtroppo previsto la sconfi tta,<br />

ma anche di gioia e di apprezzamento,<br />

che ho espresso anche pubblicamente,<br />

per la scelta da parte di Tondo di una<br />

persona brava e onesta. Di questo mi<br />

sono pubblicamente complimentato.<br />

Poi i tempi della politica e il diffi cile<br />

avvio del lavoro istituzionale, ne hanno<br />

ritardato i tempi, ma oggi con Miro<br />

Kosic esce, in assoluto, la mia prima<br />

intervista per “<strong>Panorama</strong>”.<br />

Perché con Vladimir Kosic? Perché<br />

si è assunto un compito non certamente<br />

facile e perché è una persona con radici<br />

profonde nella nostra terra istriana<br />

che guarda con rispetto e lungimiranza<br />

al futuro<br />

La Sanità si occupa spesso di<br />

“soggetti deboli” (malati e/o persone<br />

a rischio) e “mangia” oltre la metà<br />

del bilancio della Regione FVG.<br />

Come garantire in futuro i diritti di<br />

questi “soggetti deboli”?<br />

“Il tema è: rinnovare i servizi in<br />

base ai bisogni reali della popolazione,<br />

di tutte le fasce di età. Tenendo ben<br />

presente che oggi la sfi da è l’aumento<br />

della vita media. È una cosa bellissima,<br />

beninteso, ma da essa derivano bisogni<br />

crescenti di persone che, con l’avanzare<br />

dell’età, appaiono sempre più deboli<br />

e bisognose di attenzioni da parte del<br />

sistema salute. Pertanto si tratta di fare<br />

una profonda rifl essione su un modello<br />

di servizi sanitari che, al momento, non<br />

ha ben intercettato questi aspetti e non<br />

li considera ancora una priorità.<br />

12 <strong>Panorama</strong><br />

di Marino Vocci<br />

Società<br />

L’impegno della Giunta regionale<br />

guidata dal presidente Renzo Tondo<br />

va proprio in questa direzione: elevare<br />

l’offerta di servizi sanitari ed assistenziali<br />

in Friuli Venezia Giulia, seguendo<br />

i progressi della scienza medica<br />

e delle tecnologie, garantendo le<br />

eccellenze dando risposte alla cronicità.<br />

Dobbiamo dimostrare competenza<br />

nell’affrontare le problematiche crescenti<br />

legate all’età, e dunque alle malattie<br />

croniche ed a quelle connesse alle<br />

persone con disabilità. Sono problemi<br />

la cui soluzione prevede l’intervento<br />

di una pluralità di ‘attori’, che nelle diverse<br />

fasi devono anche sapersi raccordare<br />

e coordinare sotto un’unica regia.<br />

Per questa ragione il nostro obiettivo è<br />

una forte integrazione tra sanità e sociale,<br />

che oggi viaggiano in maniera<br />

asincrona.<br />

Non basta. È anche fondamentale<br />

che le associazioni che rappresentano<br />

le persone più deboli sappiano passare<br />

dalla denuncia alla proposta, sappiano<br />

condividere progettualità, sappiano<br />

assumersi responsabilità sui contenuti.<br />

Insomma, da loro ci aspettiamo proposte<br />

che contribuiscano ad innovare i<br />

servizi, nell’interesse di tutti”.<br />

Come giustamente hai evidenziato,<br />

la nostra è una società sempre più<br />

vecchia, fatta spesso di vecchi che<br />

stanno proprio male. Una domanda<br />

diffi cile: vivono una vita che merita<br />

di essere vissuta?<br />

“Se considero la mia condizione<br />

(l’assessore Kosic è costretto su una<br />

sedia a rotelle da 44 anni per un incidente,<br />

ndr) dire che la vita non merita<br />

di essere vissuta sarebbe blasfemo: per<br />

quanto ci siano momenti di crisi nella<br />

vita di tutti, la vita merita di essere vissuta<br />

perché la morte non è un’alternativa,<br />

per defi nizione. Si tratta naturalmente<br />

di renderci conto che anche un<br />

vecchio che sta male è, prima di tutto,<br />

una persona, con le proprie emozioni,<br />

i propri sentimenti, le proprie sensibilità.<br />

E quindi queste persone, vanno<br />

valorizzate, vanno aiutate ad affrontare<br />

il peso dei loro problemi. Sono le<br />

premesse indispensabili per dare non<br />

solo ‘più anni alla vita, ma più vita agli<br />

anni’.”<br />

Vladimir Kosic (Assessore alla Salute<br />

e Protezione sociale)<br />

Spesa ospedaliera e spesa per la<br />

prevenzione, che spesso signifi ca un<br />

sistema territoriale adeguato: come<br />

intervenire?<br />

“È ovvio che non ci deve essere<br />

contrapposizione. Si tratta di creare<br />

percorsi virtuosi di presa in carico dei<br />

pazienti, partendo dall’ospedale per fi -<br />

nire nel territorio. C’è, invece, e non mi<br />

stanco di ripeterlo, un problema di comunicazione<br />

tra strutture. Solo garantendo<br />

il dialogo tra i diversi livelli - attraverso<br />

lo scambio di informazioni, di<br />

cartelle cliniche, di progetti terapeutici<br />

- si può assicurare la necessaria continuità<br />

gestionale ed organizzativa. In un<br />

percorso omogeneo, senza soluzione di<br />

continuità, che veda il coinvolgimento<br />

attivo e partecipe di tutte le diverse<br />

componenti del sistema: sanitario, e<br />

quindi ospedale e territorio; ma anche<br />

sociale, e dunque servizi dei Comuni,<br />

offerta residenziale, iniziative per favorire<br />

la permanenza a casa propria, in<br />

famiglia, di quei pazienti deboli di cui<br />

abbiamo appena parlato.<br />

Ripeto, la contrapposizione non<br />

ha senso, perché altrimenti si fi nisce<br />

per affrontare le urgenze nella maniera<br />

sbagliata e non si è in grado di sostenerle”.<br />

Il cittadino/consumatore e quindi<br />

portatore di diritti e di doveri come<br />

può essere coinvolto?<br />

“Prima di tutto dandogli informazioni<br />

adeguate, e anche la possibilità di<br />

esprimere il maggiore o minore gradimento<br />

per il servizio, attraverso la co-


e Friuli-Venezia Giulia<br />

on ha eguali<br />

siddetta ‘customer satisfaction’. Voglio<br />

sottolineare a questo proposito che la<br />

logica pianifi catoria e gestionale che ci<br />

sta guidando ha il suo valore aggiunto<br />

nella scelta del presidente Tondo di<br />

prestare maggiore ascolto alla comunità<br />

e ai suoi bisogni, cercando le risposte<br />

più opportune proprio attraverso il<br />

dialogo con i cittadini e le associazioni.<br />

Insomma, condividiamo le tecniche<br />

del ‘benchmarking’, quale strumento<br />

di miglioramento organizzativo basato<br />

sul confronto”.<br />

Viviamo lungo un confi ne che non<br />

c’è più, come dobbiamo adeguare la<br />

“politica” e gli “strumenti della politica?<br />

“Guardando insieme all’Europa e ai<br />

suoi valori. La strategia di Lisbona rimane<br />

secondo me il punto da cui partire<br />

e dal quale proseguire, perché vi<br />

sono indicati con chiarezza i percorsi<br />

per ogni sistema e per ogni settore. Rimane<br />

questo, per me, il momento fondante<br />

dell’Unione Europea…”<br />

… e la tua opinione sulla costituenda<br />

Euroregione?<br />

“È evidente che quando parliamo di<br />

Euroregione dobbiamo pensare ad una<br />

istituzione non declinata su modalità<br />

che negano le sovranità nazionali, perché<br />

il diritto internazionale va rispettato.<br />

È quindi una realtà da costruire con<br />

progetti ma anche con percorsi giuridici<br />

attenti all’aspetto internazionale.<br />

Detto questo, sono convinto che si possano<br />

concretizzare progetti importanti,<br />

anche su aree quali quelle della sanità,<br />

che a mio parere può diventare uno<br />

straordinario terreno di collaborazione.<br />

Una prospettiva che va perseguita con<br />

maggiore attenzione e soprattutto con<br />

una maggiore programmazione”.<br />

Da persona diversamente abile,<br />

come vivi questa tua importante<br />

sfi da politica di governo di una Regione?<br />

“La vivo come tutte le sfi de della<br />

mia vita. Cercando di studiare, di aggiornarmi,<br />

di imparare ciò che non so,<br />

di capire ciò che è più opportuno fare,<br />

entrando sempre nel merito delle questioni,<br />

senza condizionamenti ideologici<br />

che non consentono di trovare né<br />

la strada più adeguata né i compagni di<br />

strada migliori. Mi appoggio su validi<br />

collaboratori, indispensabili!<br />

Attraverso il lavoro riesco a dare<br />

un senso alla mia vita e alla mia condizione.<br />

Anzi, il lavoro ha rappresentato,<br />

in questi 44 anni di paralisi, la<br />

mia ‘terapia’. Mi ha salvato il ‘potermi<br />

impegnare’. Insomma, vivo questa<br />

esperienza con grande gioia, con entusiasmo,<br />

con soddisfazione, con tanta<br />

voglia di fare, cercando di non farmi<br />

condizionare troppo dalle mie diffi coltà<br />

motorie. Con questo intendo dire anche<br />

che è fondamentale garantire diritti<br />

e opportunità a tutte le persone con disabilità.<br />

Il diritto di far emergere le capacità<br />

residue, e quindi di studiare e di<br />

lavorare, e non solo il diritto di ottenere<br />

uno stato di salute accettabile e il dirit-<br />

L’Assessore durante una seduta<br />

to all’assistenza. Chi lavora non prende<br />

la pensione: paga le tasse ed è più felice.<br />

È il valore aggiunto della persona,<br />

essere protagonisti malgrado la sorte, a<br />

volte, avversa. Un valore che ‘gli ultimi’<br />

affermano con la loro ‘diversità’.”<br />

Tu non sei certamente un uomo<br />

di destra e sei nella Giunta di un governo<br />

regionale di centrodestra; cosa<br />

sono per te oggi destra e sinistra?<br />

“Perdonami ma su questo no, non ci<br />

sto. Sono temi di cui si poteva occupare<br />

Giorgio Gaber nelle sue canzoni di<br />

vent’anni fa. Per me sono veramente<br />

questioni fuori tempo, non mi interessano<br />

più, non hanno più senso. Perché<br />

le ideologie sono crollate per la zavorra<br />

negativa che si sono trascinate con<br />

sé: dove resistono ancora servono solo<br />

a ‘conservare’, non certo ad innovare.<br />

Bisogna sempre entrare nel merito delle<br />

questioni. Il confronto non può essere<br />

solo tra posizioni politico-faziose diverse,<br />

che in genere sono piene di pre-<br />

Società<br />

concetti. L’orizzonte è il mondo intero,<br />

non può esaurirsi su questioni di carattere<br />

ideologico né su questioni di schieramenti<br />

precostituiti.<br />

Il mondo ci insegna che le soluzioni<br />

migliori, quelle che hanno dato benessere<br />

ed equità, sono le scelte di merito<br />

che hanno saputo investire nell’intelligenza,<br />

nel sapere, nella scienza. Sono<br />

un uomo che fondamentalmente crede<br />

alla scienza e alle sue soluzioni. È<br />

la scienza che ha salvato l’uomo, non<br />

l’economia. L’economia stessa è scienza:<br />

Marx l’avevo capito, i suoi discepoli<br />

meno, molto meno”.<br />

Siamo come sommersi dalla solitudine,<br />

riesci a vivere l’amicizia?<br />

“Non ne potrei fare a meno. Tuttavia<br />

l’amicizia è stata sempre anche<br />

condivisione di progetti, di impegni di<br />

lavoro, di scelte. Ho molti amici con i<br />

quali ho condiviso percorsi che mi hanno<br />

riempito di soddisfazione. E credo<br />

di aver anche condiviso con Marino<br />

Vocci e gli amici del circolo Istria grandi<br />

speranze, orizzonti lungimiranti che<br />

ricordo sempre con entusiasmo. Ricordo<br />

una serata in una trattoria di via Madonna<br />

del Mare, nel ’94 credo, quando<br />

riaccompagnandomi alla macchina<br />

per aiutarmi a salire ci dicemmo che<br />

le dichiarazioni di Fini a Fiuggi aprivano<br />

una stagione politica nuova. Da<br />

allora in poi ho scoperto che, nel merito<br />

e con crescente frequenza, ero spesso<br />

d’accordo con Fini. Con altrettanta<br />

franchezza, ciò che non ho gradito nel<br />

Circolo sono stati alcuni (comprensibili)<br />

toni nostalgici, pittoreschi, a volte<br />

quasi caricaturali”.<br />

Le tue impressioni dopo i primi<br />

mesi alla guida di uno degli Assessorati<br />

più importanti?<br />

“Ho cercato di avviare processi di<br />

collaborazione, di responsabilizzazione<br />

e di confronto con gli enti locali,<br />

con le aziende, con i professionisti e<br />

con le associazioni. Credo che si tratti<br />

di ritrovare in questi incontri, in questi<br />

momenti di condivisione e di responsabilizzazione<br />

di ciascuno, le motivazioni<br />

per sostenere le scelte politiche che<br />

il Presidente Renzo Tondo proporrà e<br />

condividerà con la maggioranza e con<br />

Colleghi della Giunta, fi nora totalmente<br />

accolte. Per essere puntuali, tutte le<br />

delibere sono state votate all’unanimità,<br />

il che dimostra un grande coraggio,<br />

una grande coerenza, la conferma di essere<br />

‘connessi’ con i valori della nostra<br />

comunità regionale”. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 13


14 <strong>Panorama</strong><br />

Personaggi<br />

Ernie Gigante Dešković, giovane scrittore, saggista musicista, politico<br />

L’intelligenza? Da noi è assai poco<br />

di Marianna Jelicich-Buić<br />

Ho avuto il piacere e l’onore<br />

di conoscere Ernie Gigante<br />

Dešković di Abbazia al Simposio<br />

sull’Istria e l’Istrianità organizzato<br />

dall’Accademia istriana per<br />

le scienze e la cultura “Histrianitas<br />

XXI” a Umago.<br />

Pur essendo piuttosto informata<br />

sulle personalità<br />

e le “autorità” del mondo<br />

culturale nostrano, questo<br />

nome così imponente mi<br />

è risultato completamente<br />

nuovo. A questo nome<br />

aggiungete “culturologo e<br />

scrittore” ed ecco che nella<br />

mente si crea l’immagine<br />

di un signore in età avanzata,<br />

una bella barba bianca,<br />

che ha trascorso almeno<br />

una cinquantina d’anni<br />

in biblioteche desolate e<br />

polverosi archivi ad analizzare<br />

manoscritti medievali.<br />

Il che giustifi ca il fatto<br />

di non averne mai sentito<br />

parlare. Invece no: con<br />

grande sorpresa, mia e di<br />

chi (spero siate in pochi)<br />

ne sentono parlare per la<br />

prima volta, si tratta di un<br />

giovane di 29 anni ancora<br />

da compiere e dall’aspetto<br />

più che gradevole. La<br />

sorpresa sarà poi ancora<br />

maggiore sapendo che ha<br />

alle sue spalle la pubblicazione<br />

di diversi romanzi<br />

e saggi e che, se può sembrare<br />

poco, è attivo in diversi settori<br />

della vita politica e culturale. Sorpresi?<br />

Io molto ed è per questo che<br />

ho deciso di presentarlo anche a voi,<br />

cari lettori.<br />

A 22 anni il primo<br />

romanzo<br />

Inizieremo parlando della sua<br />

attività di scrittore. In questa, meglio<br />

che altre, si riconosce e si sente<br />

più appagato, ritenendola la sua<br />

vocazione primaria. Ernie ha ini-<br />

ziato a scrivere a 13 anni pubblicando<br />

il suo primo romanzo a 22.<br />

Creatio, questo il titolo, è un romanzo<br />

horror composto da due<br />

unità a sé stanti, “Pandora” e “Presenze”.<br />

L’azione prende il via dalla<br />

biografia fittizia del pittore fiam-<br />

Ernie Gigante Dešković<br />

mingo Hieronymus Bosch, il quale,<br />

usando il sangue di un neonato<br />

morto, dipinse il quadro intitolato<br />

“Pandora”, che diventerà fonte<br />

del male per tutti i suoi futuri proprietari,<br />

le cui tragiche disavventure<br />

vengono presentante attraverso<br />

cronache che si snodano lungo<br />

alcuni secoli. Presenze invece ci<br />

porta, a seguire le vicende di alcuni<br />

personaggi uniti da sottili legami<br />

di sangue secolari, ma anche da<br />

incubi, alla presenza inconscia ma<br />

anche materiale, di un demone.<br />

Quali sono i tuoi ricordi legati<br />

alla stesura di “Creatio”? Come<br />

valuti quest’opera a distanza di 6<br />

anni?<br />

“’Creatio’ è un tipico lavoro da<br />

principiante e mi fa più che altro sorridere.<br />

Se penso però all’età che avevo<br />

quando l’ho scritto, alla sua<br />

struttura e alla sua mole (333<br />

pagine!), comprendo che in<br />

realtà è stato un mio interessante<br />

intento di scrivere, ovviamente<br />

per me, un’opera<br />

monumentale che continuerà<br />

a snodarsi attraverso gran parte<br />

della mia attività letteraria.<br />

Cosa che, in effetti, sta accadendo”.<br />

Potresti identifi care “un<br />

modello”, un’opera o uno<br />

scrittore, che hanno infl uito<br />

in modo particolare sugli<br />

inizi del tuo percorso da<br />

scrittore?<br />

“Per ciò che riguarda i<br />

nomi noti, non ho un ‘modello’<br />

in particolare, tanto più<br />

che la gente ha l’abitudine di<br />

prendere a modello le persone<br />

che in realtà non conosce<br />

e di cui non sa niente. In questo<br />

caso parlerei piuttosto di<br />

stima verso l’opera piuttosto<br />

che verso l’autore (tralasciando<br />

il fatto che con l’importanza<br />

di un’opera si può manipolare<br />

molto abilmente). A<br />

proposito di questo, su di me<br />

ha infl uito il libro ‘Cosmos’<br />

di Carl Sagan che leggevo<br />

quand’ero tredicenne e che,<br />

in qualche modo, è stato uno stimolo<br />

aggiuntivo che mi ha portato<br />

a interessarmi di astronomia e letteratura.<br />

Infatti, la mia prima novella<br />

è stata di genere fantascientifi co, e<br />

il mio primo libro una sorta di copia<br />

di ‘Cosmos’. Ovviamente, non<br />

ho fatto pubblicare nessuno dei due.<br />

Un’altra cosa che mi ha affascinato<br />

particolarmente in questo mio periodo<br />

giovanile è stata la visione<br />

della scienza e del mondo di Christiaan<br />

Huygens, un genio poliedrico<br />

del XVII di cui leggevo con gran-


e critico di costume<br />

considerata<br />

de piacere le posizioni e considerazioni”.<br />

Ad un anno di distanza da<br />

“Creatio”, viene pubblicato “Caduti”<br />

(Posrnuli) che tratta di uno<br />

studente di medicina che, in seguito<br />

alla tragica morte dell’amata,<br />

sperimenta con un gruppo di<br />

amici la morte indotta. Da queste<br />

esperienze nell’aldilà di cui i protagonisti<br />

non serbano alcun ricordo<br />

al risveglio, affi orano nei loro<br />

sogni e incubi. Il desiderio di conoscenza<br />

li porterà a superare i limiti,<br />

conducendoli verso una tragica<br />

fi ne. Questa storia ricorda molto il<br />

fi lm “Linea mortale” di Joel Schumacher,<br />

con Julia Roberts e Kiefer<br />

Sutherland. Come mai?<br />

“Il tema certo non è nuovo, tanto<br />

che, oltre al fi lm, sono stati scritti<br />

altri sette romanzi sulla stessa falsariga.<br />

Io l’ho fatto per il semplice motivo<br />

che la storia mi è piaciuta e ho<br />

voluto interpretarla a modo mio. Mi<br />

sono preso un po’ di tempo e presto<br />

il romanzo era fi nito. Alcune persone<br />

se ne sono interessate reputandolo<br />

molto valido e l’opera è stata pubblicata”.<br />

Facciamo un salto temporale<br />

che ci porterà ai giorni nostri<br />

e alla recente pubblicazione del<br />

tuo ultimo romanzo, “L’enigma<br />

di Sereni”. Nel frattempo hai<br />

pubblicato una raccolta di saggi<br />

politologici e culturologici intitolata<br />

“Discrepatio” (2006), il<br />

romanzo breve “La scomparsa”<br />

(Iščeznuće) nonché numerosi racconti<br />

fantascientifi ci, diversi articoli<br />

e saggi. Molti dei tuoi scritti<br />

inoltre sono stati tradotti in varie<br />

lingue e anche premiati. Cosa<br />

vuol dire essere scrittore oggi,<br />

quali le diffi coltà e quali i piaceri<br />

del mestiere?<br />

La letteratura<br />

subordinata a mercato<br />

e marketing<br />

“Scrivere per me non è un lavoro,<br />

piuttosto una cosa che fa parte di<br />

me. È semplicemente quello che fac-<br />

Ernie Gigante Dešković è vicepresidente<br />

della Società letteraria<br />

croata OSVIT, con sede a Fiume<br />

la quale ha pubblicato recentemente<br />

la raccolta di saggi Fiume per<br />

i curiosi Fiumanologia I. In essa<br />

sono contenuti anche quattro saggi<br />

scritti di sua mano su fi gure caratteristiche<br />

della Fiume di ieri: il<br />

primo su Riccardo Gigante, che fu<br />

per lunghi anni sindaco di Fiume;<br />

l’altro su Antonio Grossich, politico<br />

e uomo di scienze fi umano di<br />

fama mondiale; poi D’Annunzio a<br />

Fiume e infi ne l’intrigante "Piccolo<br />

segreto fi umano" di Tin Ujević e<br />

Benito Mussolini.●<br />

Personaggi<br />

Quattro saggi sui protagonisti della Fiume del passato<br />

cio e per questo non ho una particolare<br />

visione sulle diffi coltà e i piaceri<br />

che lo scrivere comporta. I viaggi,<br />

gli incontri con i lettori e i diversi avvenimenti<br />

letterari, erano all’inizio<br />

qualcosa di veramente speciale, ma<br />

dopo un po’ di tempo, anche se tutto<br />

questo continua a far piacere, diventa<br />

qualcosa di consueto. In generale la<br />

cosa che mi sembra più avvilente oggigiorno<br />

è che la letteratura si sia alquanto<br />

sottoposta al capitalismo neoliberale<br />

che ne ha fatto un prodotto,<br />

dove nulla è importante se non un<br />

buon marketing”.<br />

Come hai detto poco prima, i<br />

motivi presenti in “Creatio”, continuano<br />

ad accompagnare il tuo lavoro<br />

letterario. Infatti ne “L’enigma”<br />

di Sereni ritroviamo il quadro<br />

“Pandora” di Bosch e alcuni personaggi<br />

noti ai lettori dei tuoi romanzi<br />

precedenti.<br />

“L’’Enigma di Sereni’ è nato<br />

come risposta all’attacco (presunto)<br />

di controversi (indubbiamente) bestseller,<br />

come ad esempio “Il codice<br />

da Vinci” e altri. È un romanzo scritto<br />

senza grandi pretese e visto che<br />

mi sono divertito molto a scriverlo,<br />

ha già soddisfatto tutte le mie aspettative.<br />

La prima idea sulla nascita<br />

di questo libro risale al 2001 e fi no<br />

al 2007 si protraeva costantemente<br />

come un insieme di frammenti, per<br />

questo non è strano che parte di questi<br />

frammenti siano presenti anche in<br />

altri miei lavori precedenti.<br />

Scrivere vuol dire...<br />

Anche se la domanda sembra<br />

semplice, nel corso del passato (e del<br />

presente) questa è stata motivo per la<br />

stesura di innumerevoli discussioni,<br />

saggi critici, premesse fi losofi che.<br />

Senza teorizzazioni superfl ue, credo<br />

che la scrittura sia un gioco intellettuale<br />

nel quale, accanto alla creazione<br />

e all’estetica, ci sono tanta passione<br />

e fatica”.<br />

Scrivere per sé o pensando al<br />

lettore?<br />

“Scrivere per il lettore è la creazione<br />

di un compromesso e la trasformazione<br />

dello scrittore in una<br />

fabbrica che crea un prodotto con<br />

lo scopo che il prodotto piaccia a<br />

un dato gruppo di persone che lo<br />

acquisteranno. A me non piace questo<br />

modo di scrivere e quindi scrivo<br />

per me stesso, ma non disdegno<br />

di esporre ciò che ho scritto alla luce<br />

del giorno. Allora il lettore entra in<br />

contatto con il mio lavoro e indipendentemente<br />

da come lo giudicherà, il<br />

mio lavoro è esposto dinanzi a lui in<br />

modo completamente sincero. Questo<br />

mi sembra corretto”.<br />

Ho letto da qualche parte che<br />

hai avuto diffi coltà nella pubblicazione<br />

dei tuoi scritti.<br />

“Questo è vero in parte. Quando<br />

ho iniziato a pensare alla pubblicazione,<br />

ho avuto diffi coltà a farlo in<br />

Croazia perché semplicemente non<br />

c’era spazio per un novo scrittore.<br />

Per questo motivo mi sono rivolto all’estero<br />

dove le cose si sono sistemate<br />

molto in fretta. I miei lavori veni-<br />

<strong>Panorama</strong> 15


16 <strong>Panorama</strong><br />

Personaggi<br />

vano pubblicati, arrivavano premi e<br />

contratti. Ovviamente, dopo questo,<br />

i miei lavori hanno iniziato a essere<br />

pubblicati anche in Croazia. Da quello<br />

che ne so, anche altri che si occupano<br />

d’arte o di scienza hanno avuto<br />

la stessa sorte. Sembra che da noi le<br />

cose debbano andare così, secondo il<br />

processo illogico dell’incapacità di<br />

tenersi i propri quadri”.<br />

Se il titolo del tuo libro fosse<br />

“Un giorno come un altro” di che<br />

cosa parlerebbe?<br />

“Sarebbe l’avventura di un ragazzo<br />

che è scappato di casa e ha compreso<br />

che il mondo è un luogo magico,<br />

ma qualcosa lo spinge a ritornare<br />

a casa sua. Una volta tornato, capirebbe<br />

che la sua casa non è più quella<br />

abitazione, ma tutto il mondo”.<br />

Passiamo ora alla politica. Sei<br />

vicepresidente del Consiglio della<br />

Dieta Democratica Istriana, presidente<br />

della sezione cittadina di Abbazia<br />

della stessa nonché membro<br />

del Consiglio cittadino. Come è iniziato<br />

il tuo percorso politico e come<br />

C ome<br />

si conciliano l’arte e la politica nel<br />

tuo mondo?<br />

“Ho iniziato a interessarmi all’impegno<br />

sociale prima della maggiore<br />

età e di fatti, una volta maggiorenne,<br />

mi sono iscritto al partito dove,<br />

lentamente, sono arrivato a ricoprire<br />

i ruoli elencati prima. La letteratura<br />

e la politica fanno entrambe parte<br />

dell’attività sociale, questo il motivo<br />

per il quale numerosi scrittori hanno<br />

la tendenza a dibattere e discutere sui<br />

temi che riguardano la società che li<br />

circonda e a occuparsi direttamente di<br />

politica. In un dato modo, le due cose<br />

sono inevitabilmente collegate”.<br />

Parlando di politica, parliamo<br />

di Abbazia, tua città natale. Tra<br />

voi, possiamo dire, c’è un rapporto<br />

d’amore-odio. Quali i motivi dell’uno<br />

e dell’altro?<br />

“Credo che tutti abbiano questo<br />

rapporto con la propria città natale.<br />

Le persone hanno l’abitudine di attribuire<br />

alle città caratteristiche umane:<br />

così a volte considero la mia città<br />

la più bella del mondo e a volte ho<br />

determinate aspettative nei suoi confronti<br />

che non sempre si realizzano, e<br />

allora, di conseguenza arriva la delusione.<br />

Accanto a ciò, è molto discutibile<br />

quello che che viene percepito<br />

come ‘la propria città’. Sono gli edifi<br />

ci, le persone, il senso di apparte-<br />

Abbazia: un ciarlatanesco revival austroungarico<br />

è cambiata Abbazia negli ultimi 20<br />

anni? Cosa ti manca per essere o tornare<br />

ad essere ciò che eri prima?<br />

“Abbazia è cambiata molto negli ultimi<br />

vent’anni. Da città dinamica è diventata periferia.<br />

Le idee con le quali si cerca di far rivivere la<br />

città sono sbagliate. I motivi di ciò, come al solito,<br />

sono le persone sbagliate al posto sbagliato.<br />

Non ho paura di dire chiaramente che buona parte<br />

di queste persone hanno un potenziale intellettuale<br />

molto limitato e, vista la funzione che ricoprono,<br />

si comportano in modo molto maleducato<br />

e presuntuoso, e il risultato è una città inerte. Abbazia<br />

è cambiata dal punto di vista demografi co,<br />

culturale e sociologico in modo tale da renderla,<br />

per molti aspetti, una città più (diciamola così)<br />

balcanica. I giovani non si ritrovano nei rock-bar<br />

perché i rock-bar non ci sono più. Ora ci sono, letteralmente,<br />

ritrovi sotterranei in cui si ascoltano i<br />

‘narodnjaci’. Una città con 24 ore di vita al giorno<br />

è stata sostituita da una città-museo con abitanti<br />

come statue di cera. Il rapporto tra la città e i suoi<br />

abitanti è pessimo, e al posto di creare idee nuove<br />

e sane che facciano riattivare la città si cerca di<br />

perpetuare in maniera ciarlatanesca e irresponsabile<br />

la storia austroungarica di Abbazia. La cosa si<br />

dimostra essere una gran stupidaggine. Per dirla in<br />

breve, Abbazia si trova in un momento di crisi dal<br />

quale bisogna risvegliarla”. ●


nenza o qualcos’altro? (chi l’avrebbe<br />

detto che la cosa è così complicata,<br />

vero?)”.<br />

Ecco un altro tema: sei stato<br />

eletto presidente della fi liale per<br />

l’Istria, il Quarnero e la Lika della<br />

Mensa, ossia l’associazione internazionale<br />

che riunisce le persone<br />

che hanno un altissimo quoziente<br />

d’intelligenza. Quindi, in parole<br />

povere, sto parlando con una persona<br />

che fa parte dell’1% della popolazione<br />

mondiale il cui QI supera<br />

150…<br />

“Se non fossi stato a capo della<br />

Mensa per un periodo, e quindi presente<br />

pubblicamente, credo che non<br />

avrei mai detto di avere un QI superiore<br />

alla media, per il semplice fatto<br />

che siamo una società che reputa<br />

queste cose una vanità oppure, per<br />

altri, una cosa di poco conto. Ovviamente<br />

a questo c’è una spiegazione<br />

perché è molto frustrante trovarsi<br />

davanti a qualcosa su cui le persone<br />

NON possono infl uire, e l’intelligenza<br />

è una di queste. Ma ormai il danno<br />

è fatto e ora padroneggio con questo<br />

dato come con ogni mio altro dato<br />

personale”.<br />

Ultimo capitolo che tratteremo<br />

è quello legato all’attività dell’Accademia<br />

istriana per le scienze e la<br />

cultura “Histrianitas XXI”, dalla<br />

quale è nato questo nostro incontro.<br />

Ho letto un tuo saggio che mi<br />

è piaciuto molto e che parla della<br />

“sindrome istriana”.<br />

La «Sindrome istriana»<br />

nasce dai grandi traumi<br />

“Questa è una questione molto<br />

complessa ed è diffi cile spiegarla in<br />

un paio di frasi. In breve, questa sindrome<br />

(la chiamo così in mancanza di<br />

un termine migliore) è lo stato di oppressione<br />

presente nelle società che<br />

hanno subito grandi traumi. L’Istria,<br />

solo durante lo scorso secolo, ha vissuto<br />

qualcosa di simile a più riprese:<br />

negli anni 1918, 1943, 1945, 1947,<br />

1991. Traumi di questo tipo portano<br />

al disinteresse per alcuni ‘grandi’<br />

temi e hanno come conseguenza<br />

il ritiro delle persone nel quotidiano,<br />

nel vivere tranquillo e appartato. Qui<br />

si inserisce la questione del frequente<br />

mutamento dei sistemi statali dove<br />

nel corso di una vita si susseguono<br />

l’uno all’altro. Dopo un po’ di tem-<br />

po, l’individuo non sente nessuno di<br />

questi come proprio ma li percepisce<br />

come qualcosa di passeggero, fragile<br />

e addirittura pericoloso in cui è meglio<br />

non immischiarsi. Qui arriviamo<br />

anche alla questione dell’identità<br />

perché sembra che in momenti come<br />

questi il fulcro venga posto sulla terra<br />

natia, e non più su una di queste<br />

condizioni di passaggio. In teoria qui<br />

si riconoscono gli elementi del colonialismo,<br />

dei discorsi nazionali, ecc.<br />

Questo è un tema molto grande che<br />

non è stato ancora suffi cientemente<br />

elaborato e che sto appunto approfondendo<br />

per un mio lavoro futuro”.<br />

Hai parlato a più riprese di società.<br />

Qual è il male maggiore del<br />

nostro tempo?<br />

“Tutto quello che ostruisce l’acquisizione<br />

del cosiddetto ‘sapere<br />

puro’, o, per dirla con gli illuministi,<br />

la ‘repubblica del sapere’, perché<br />

il sapere è l’unica cosa che porta<br />

al progresso, e con il progresso o si<br />

arriverà a un mondo migliore o all’autodistruzione<br />

del genere umano.<br />

Perciò mi sembra non ci siano grosse<br />

possibilità di scelta. Questa non è<br />

una questione solo del nostro tempo,<br />

è una cosa che segue il genere umano<br />

dall’inizio”.<br />

Già che abbiamo parlato di società,<br />

parliamo di un suo segmento<br />

molto importante, i giovani.<br />

Secondo te, è vero che ai giovani<br />

d’oggi non interessa più niente?<br />

“No, non sono d’accordo. I giovani<br />

di ogni tempo sono esattamente<br />

così come esige e permette loro di essere<br />

il tempo in cui vivono. Dunque<br />

non si tratta di interesse o meno, bensì<br />

di possibilità”.<br />

La tua più grande speranza?<br />

“Mi consolerò dicendo che questa<br />

sarà una dichiarazione molto coraggiosa:<br />

che Dio non esiste, perché,<br />

se così non è, abbiamo dei seri problemi.<br />

Conformemente al mondo<br />

nel quale viviamo questo vorrebbe<br />

dire che siamo nelle mani di un’entità<br />

con dei seri disturbi psichici con<br />

tendenze sadistiche che non ha la<br />

più pallida idea di cosa sia l’etica, la<br />

morale e l’umanità. Mi sembra più<br />

probabile e più sopportabile che sia<br />

la stupidità umana, in effetti, il problema<br />

cruciale di questo mondo”.<br />

Prima di porti l’ultima domanda,<br />

volevo ringraziarti per il tempo<br />

concesso formulandoti i migliori<br />

Personaggi<br />

auguri di ancora tanti successi nella<br />

tua vita professionale e, perché<br />

no, anche privata.<br />

Cito qui Ingrid Benussi che nella<br />

presentazione de “L’enigma di<br />

Sereni”, parlando di tutte le cose<br />

che fai, conclude con “più che suffi<br />

ciente anche per una persona con<br />

il doppio della sua età”. C’è comunque<br />

qualcosa che vorresti fare<br />

e che non sei riuscito ancora a realizzare?<br />

“Da bambino avevo tre sogni. Il<br />

primo era diventare scrittore, il secondo<br />

suonare in una rock band, e<br />

il terzo diventare astronauta - cosa<br />

che probabilmente sogna di diventare<br />

ogni bambino. Dopo un numero<br />

considerevole di libri pubblicati e<br />

anni dedicati alla letteratura, gli altri<br />

hanno iniziato a chiamarmi scrittore,<br />

e dunque probabilmente lo sono.<br />

Quand’ero adolescente suonavo attivamente<br />

in diversi gruppi musicali,<br />

ho avuto qualche concerto e ho persino<br />

registrato qualcosa sicché ho provato<br />

in una certa misura il fascino del<br />

rock in prima persona. L’unica cosa<br />

che mi rimane è il viaggio al di fuori<br />

della Terra. Ho letto recentemente<br />

che i biglietti di classe turistica per<br />

questo tipo di viaggi hanno subito<br />

dei forti ribassi e quindi ho di nuovo<br />

iniziato a sperare (sorride). In effetti,<br />

credo che la cosa più importante sia<br />

non rinunciare ai propri sogni, perché<br />

questi, in una certa misura, fanno<br />

di noi degli uomini”. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 17


Oscar Niemeyer è uno degli architetti<br />

viventi più carismatici,<br />

autore di alcune delle più belle<br />

creazioni architettoniche del XX secolo<br />

sparse per le principali città del Brasile<br />

e del mondo. Elegantemente fuori<br />

moda, eroico paladino della modernità,<br />

politicamente impegnato, ha scritto un<br />

pezzo della storia dell’architettura e a<br />

cent’anni compiuti continua a far parlare<br />

di sé.<br />

Nato nel quartiere delle Laranjeiras<br />

a Rio de Janeiro il 14 dicembre 1907,<br />

si laurea in architettura alla Scuola Nazionale<br />

di Belle Arti nel 1934. Professionalmente<br />

si forma nello studio del<br />

suo amico Lucio Costa, che acquistò<br />

fama mondiale come urbanista vincendo<br />

nel 1957 il concorso internazionale<br />

per la nuova capitale del Paese, Brasilia.<br />

Inizialmente razionalista di ispirazione<br />

Lecorbusiana, Niemeyer ha<br />

sviluppato nel tempo uno stile inedito<br />

e personale che ha accompagnato le<br />

sue realizzazioni durante tutto il secolo<br />

passato; ha conosciuto Le Corbusier<br />

nel 1936, quando il maestro svizzerofrancese<br />

venne invitato in veste di consulente<br />

alla costruzione del nuovo Ministero<br />

dell’Educazione e della Sanità a<br />

Rio. Da Le Corbusier, con il quale proseguirà<br />

la collaborazione per la realizzazione<br />

del Palazzo delle Nazioni Unite<br />

di New York, apprende l’uso del cemento<br />

armato. Con Lucio Costa costruì<br />

il padiglione brasiliano per l’esposizione<br />

mondiale di New York del 1939, ma<br />

si espresse al pieno della sua personalità<br />

solo nel 1942, quando realizza una<br />

18 <strong>Panorama</strong><br />

Architettura<br />

Oscar Niemeyer è autore di alcune delle più belle creazioni del secolo scorso<br />

Cent’anni pieni di sogni e progetti<br />

di Maurizio Franolli “Non è importante l’architettura, importante è la vita, importanti sono gli<br />

amici e la nostra voglia di cambiare questo mondo sbagliato”<br />

Oscar Niemeyer<br />

serie di edifi ci che s’ispirano al barocco<br />

brasiliano: casinò, club e chiesa di Sao<br />

Francisco a Pampulha. Saranno questi<br />

infatti i primi edifi ci al mondo a distaccarsi<br />

dal razionalismo internazionale,<br />

tendenza dominante dell’architettura<br />

moderna europea negli anni ‘30.<br />

Niemeyer all’epoca ha meno di<br />

40 anni ed è già considerato un eretico.<br />

Afferma infatti che “l’architettura<br />

non deve essere funzionale, ma bella”.<br />

Prende per mano la Rio de Janeiro barocca,<br />

incastonata in uno dei paesaggi<br />

naturali più belli al mondo e la restituisce<br />

alla contemporaneità. Niemeyer interpreta<br />

l’architettura in modo del tutto<br />

inedito, su basi consapevolmente<br />

non utilitaristiche, usando un linguag-<br />

Piazza dei Tre Poteri (Brasilia)<br />

Cattedrale (Brasilia)<br />

gio estremamente espressivo che ben<br />

si adatta al contesto brasiliano; una<br />

sorta di rifi uto del razionalismo che si<br />

riscontra pure negli edifi ci di Le Corbusier<br />

successivi alla seconda guerra<br />

mondiale.<br />

Nel 1945 Niemeyer aderisce al partito<br />

comunista, nel 1955 fonda la rivista<br />

Modulo, nel 1956 viene nominato<br />

consulente architettonico dell’organizzazione<br />

Nova Cap istituita per realizzare<br />

la nuova capitale del paese e nel<br />

1957 ne divenne architetto in capo. Ha<br />

progettato oltre 600 edifi ci sparsi in tutto<br />

il mondo, ma è l’unico architetto ad<br />

aver progettato in pratica una capitale<br />

intera, Brasilia, l’invenzione, il progetto<br />

politico di Juscelino Kubitschek<br />

e urbanistico di Lucio Costa. Brasilia<br />

sorge su un altopiano desertico nello<br />

stato di Golas, dove fu eretto un gigantesco<br />

cantiere nel quale lavorarono migliaia<br />

di operai che in meno di tre anni<br />

presentarono al mondo la realizzazione<br />

di un sogno. “Brasilia sorge come una<br />

magia - racconta oggi Niemeyer - noi<br />

dicevamo lì il Congresso, là un teatro,<br />

e quelli crescevano. Lavorammo molto.<br />

Ogni progetto era buttato giù in pochi<br />

giorni e il lavoro cominciava subito<br />

con la pianta delle fondamenta indi-


Oscar Niemeyer<br />

spensabili. Ricordo con nostalgia tutto<br />

ciò, la terra rossa che ci entrava nella<br />

pelle e quella determinazione che gli<br />

ostacoli rendevano ancor più ostinata.<br />

Ci sentivamo come in una grande<br />

crociata: costruire la Capitale di questo<br />

paese”.<br />

Un’operazione costata circa due<br />

miliardi di dollari, per dirigere la quale<br />

e per aver progettato la maggior parte<br />

degli edifi ci importanti (il Congresso<br />

Nazionale, il Palazzo del Planalto,<br />

la Corte Suprema Federale, il Palazzo<br />

Arcos, la Cattedrale e il Museo Juscelino<br />

Kubitschek) Niemeyer percepì non<br />

una parcella ma lo stipendio di un normale<br />

impiegato. Culmine della composizione<br />

architettonica della capitale è la<br />

piazza dei Tre Poteri, con i palazzi delle<br />

due Camere, il primo dotato di cupola,<br />

l’altro di una copertura a forma di<br />

ciotola aperta verso l’alto, e i due grattacieli<br />

per uffi ci che vi sono interposti.<br />

Niemeyer continua a lavorare a<br />

Brasilia fi no al 1964, quando a seguito<br />

del golpe militare, la sua appartenenza<br />

politica al Partito Comunista<br />

lo costringe a trascorre diversi anni in<br />

esilio, andando a vivere a Parigi, dove<br />

apre uno studio. Sarà questa una nuova<br />

e importante fase della sua vita durante<br />

la quale realizzò alcune delle sue opere<br />

più importanti fuori dall’amato Brasile;<br />

la Sede del Partito Comunista Francese<br />

a Parigi, la sede della Mondadori<br />

a Milano, l’Università di Costantino<br />

ad Algeri. Opere che creando sorpresa<br />

divennero punto di attrazione architettonica.<br />

Alla fi ne degli anni ‘60 con la<br />

fi ne della dittatura in Brasile e dopo più<br />

di dieci anni di esilio, Niemeyer viene<br />

richiamato a lavorare per la capitale e<br />

ad insegnare all’Università di Rio de<br />

Janeiro.<br />

Le sue opere sono state oggetto di<br />

molte esposizioni internazionali, nel<br />

corso della sua vita ha ricevuto moltis-<br />

simi premi prestigiosi, fra cui il Premio<br />

Pritzker per l’architettura nel 1988, il<br />

Praemium Imperiale per l’architettura<br />

nel 2004, il Premio Lenin per la pace.<br />

Il mondo di Niemeyer è precedente<br />

al mondo dello star-system, dell’immagine,<br />

delle teorizzazioni fumose;<br />

appartiene piuttosto al mondo dei rapporti<br />

personali, delle amicizie con Le<br />

Corbusier, con Kubitschek, P. L. Nervi,<br />

Arnoldo e Giorgio Mondadori. Come i<br />

suoi maestri Lucio Costa e Le Corbusier,<br />

Niemeyer è un Modernista, ma la<br />

sua ricerca di architettura grandiosa legata<br />

alle radici della sua terra, lo porta<br />

a elaborare nuove forme per un inedito<br />

lirismo architettonico; forme leggere,<br />

pronte a spiccare il volo, complesse<br />

e sofi sticate, anche se basate sulla<br />

composizione di geometrie elementari.<br />

Una volta costruite, sembrano semplici<br />

e spontanee, al pari dei ponti e degli<br />

acquedotti romani a cui nel profondo<br />

sembrano ispirarsi. In realtà questa apparente<br />

semplicità richiede competenze<br />

altamente specializzate, tecniche sofi<br />

sticate, realizzazioni millimetriche.<br />

Il materiale con il quale Niemeyer<br />

ha sviluppato il suo stile scultoreo<br />

creando strutture sensazionali come<br />

quello che molti considerano uno dei<br />

suoi capolavori, il Museo di arte contemporanea<br />

di Niteroi, progettato a 89<br />

anni, è il cemento armato; “il cemento<br />

è il nostro materiale preferito: fl essibile,<br />

generoso, adatto ad ogni fantasia.<br />

Per esprimere queste possibilità l’architettura<br />

dovrà essere varia, differente,<br />

imprevedibile. Mai ripetitiva, fredda<br />

e rigida...”.<br />

Niemeyer è l’architetto che forse<br />

più di ogni altro ha dedicato la propria<br />

vita all’architettura; con passione,<br />

con la consapevolezza dell’importanza<br />

del ruolo sociale dell’architetto e<br />

Architettura<br />

con la preoccupazione di creare bellezza,<br />

da sempre in stretta relazione con<br />

l’architettura. “Quando mi ordinano il<br />

progetto di un edifi cio pubblico, cerco<br />

di farlo il più bello possibile, differente,<br />

che susciti sorpresa. Perché so bene<br />

che i più poveri non avranno modo di<br />

approfi ttarne, ma perlomeno potranno<br />

fermarsi a guardarlo, e voglio dar loro<br />

un attimo di piacere, di sorpresa. Questo<br />

è un modo in cui l’architettura può<br />

rendersi utile”.<br />

Il progetto di trasformazione della<br />

società attraverso la bellezza è accaduto<br />

veramente e come la maggior parte<br />

delle utopie e delle ideologie poetiche<br />

e rivoluzionarie era destinato a fallire<br />

ma, di questa sconfi tta, Niemeyer non<br />

si cura e continua a lavorare nel suo<br />

studio di Copacabana, a Rio de Janeiro,<br />

in uno dei luoghi più incantevoli al<br />

mondo, dal quale si ammirano le curve<br />

delle montagne, delle onde del mare,<br />

delle donne belle e sensuali che tanto<br />

lo hanno inspirato. Forse la miglior<br />

defi nizione del pensiero e dell’opera di<br />

Niemeyer è quella dello scrittore uruguayano<br />

Eduardo Galeano: “Si sa che<br />

Museo di arte contemporanea (Niteroi)<br />

Oscar Niemeyer odia il capitalismo e<br />

odia l’angolo retto. Contro l’angolo<br />

retto ha creato un’architettura lieve<br />

come le nuvole, libera, sensuale, simile<br />

ai paesaggi delle montagne di Rio de<br />

Janeiro, montagne che sembrano corpi<br />

di donne sdraiate, disegnate da Dio<br />

in un giorno che Dio pensava di essere<br />

Niemeyer”.<br />

“Oscar, tu hai le montagne di Rio<br />

negli occhi”, gli disse un giorno Le<br />

Corbusier. E con le montagne di Rio<br />

negli occhi, Niemeyer continua a lavorare<br />

e pensare che “l’architettura<br />

e il comunismo siano i due strumenti<br />

migliori per costruire un mondo migliore”.<br />

●<br />

<strong>Panorama</strong> 19


Dopo tre anni di lavoro, a Zagabria aperta fi no a novembre una grande esposizione<br />

Monumenti-ponte fra l’islam e il cr<br />

di Erna Toncinich<br />

Il breve viaggio compiuto in Bosnia<br />

il maggio scorso, mi ha visto<br />

per parecchie ore girare per<br />

le sale del Museo Nazionale di Sarajevo.<br />

Gli stećci, pietre sepolcrali di<br />

origine non ancora completamente<br />

accertata, pietre squadrate con ornamenti<br />

ed epitaffi o dalle facce nude,<br />

unici del genere in Europa, sparsi su<br />

prati, pascoli e monti della Bosnia,<br />

da me visti, “scoperti”, per la prima<br />

volta più di trent’anni fa, hanno<br />

continuato negli anni a destare la<br />

mia curiosità (tanto da inserirli come<br />

motivo dei miei lavori fi gurativi e da<br />

leggere tutto ciò che li riguarda). Ed<br />

eccomi a sostare, per prima cosa, appena<br />

entrata nell’edifi cio museale,<br />

dinanzi a questi singolari sarcofagi,<br />

molto a lungo dinanzi a quello che è<br />

ritenuto il più bello, il più noto, il più<br />

ornamentato, ma privo di qualsiasi<br />

iscrizione, quello di Donja Zgošća<br />

(località presso Kakanj), purtroppo<br />

danneggiato in uno dei numerosi attacchi<br />

che durante l’ultimo confl itto<br />

hanno devastato tanto la bella capitale<br />

bosniaca.<br />

Masso squadrato a due spioventi,<br />

dal peso intorno alle trenta tonnellate,<br />

lo stećak di Donja Zgošća, proba-<br />

20 <strong>Panorama</strong><br />

Arte<br />

bilmente tomba sepolcrale di qualche<br />

personaggio importante, quasi<br />

sicuramente di quel Sefano I fondatore<br />

della dinastia dei Kotromanić,<br />

è tramato, su tutte le sue facce, da<br />

ornamenti ricorrenti in questi monumenti<br />

medievali: rosette, spirali,<br />

motivi geometrici, cavalli e cervi e<br />

alberi e case, fi gure animali e umane<br />

in scene di caccia, danze, tornei, il<br />

tutto ordinato entro fregi che abbracciano<br />

l’intero volume.<br />

Il più bello, il più noto, il più ornamentato, ma privo di qualsiasi iscrizione,<br />

è quello di Donja Zgošća (località presso Kakanj)<br />

Oggigiorno, l’aspetto originario<br />

di questo sarcofago lo possiamo conoscere,<br />

purtroppo, solo attraverso<br />

fotografi e e la copia in gesso, perfetta,<br />

eseguita decenni or sono e custodita<br />

in permanenza, tra le copie<br />

di tanti altri, a Zagabria, nella Gipsoteca<br />

(Gliptoteka) dell’Accademia<br />

croata delle Arti e delle Scienze.<br />

Cosa sono gli stećci, a quando<br />

risale la loro apparizione in queste<br />

zone, che sono soprattutto quelle<br />

della Bosnia ed Erzegovina, dove<br />

si trova il novanta per cento di tutte<br />

queste pietre giunte fi no ai nostri<br />

giorni (si tratta di circa sessantamila<br />

esemplari, poco più di cinquemila<br />

quelli ornati), l’altro dieci per cento<br />

in Croazia, alle spalle della Dalmazia,<br />

in Montenegro ed in Serbia?<br />

Diverse le risposte a queste domande,<br />

nessuna di esse defi nitiva.<br />

Dagli epitaffi , qualche centinaio<br />

scritti in cirillico, altri nella cosiddetta<br />

bosančica, si può dedurre con<br />

certezza quale era la religione professata<br />

dal defunto, quella cattolica,<br />

ortodossa o la religione della chiesa<br />

bosniaca. Molti studiosi ritengono il<br />

fenomeno stećci opera dei bogomili,<br />

i “cari a Dio” cristiani del medioevo,<br />

originari, probabilmente, dell’Asia<br />

Minore e trapiantati nella penisola


sul tema dei misteriosi stećci<br />

istianesimo<br />

balcanica intorno al X secolo. Ipotesi<br />

sostenuta per il loro uso di seppellire<br />

i defunti in natura, lontano dagli<br />

insediamenti abitativi. Questi bogomili<br />

appartenevano alla chiesa bosniaca,<br />

non riconoscevano il potere<br />

di Cristo né i simboli della cristiani-<br />

tà, la croce, i sacramenti, le immagini<br />

sacre e le reliquie, erano contrari<br />

ad ogni forma di ricchezza, negavano<br />

l’esistenza sia della Chiesa cattolica<br />

che di quella protestante, credevano<br />

in un Dio, pregavano rivolti al<br />

sole ben cinque volte al giorno e rispettavano<br />

i digiuni. E questi erano<br />

in effetti i principi della religione<br />

islamica. Interessato dal fenomeno<br />

stećci, lo scrittore Miroslav Krleža<br />

vedeva negli elementi scolpiti di<br />

Un momento della mostra dedicata<br />

agli “stećci” ai Klovićevi Dvori<br />

di Zagabria<br />

queste lapidi sepolcrali chiare attinenze<br />

con l’antica scultura del Baltico,<br />

del Caucaso e di quella degli Sciti<br />

e dei Sarmati.<br />

Una grande esposizione sul tema<br />

degli stećci è in atto a Zagabria (dal<br />

4 settembre al 2 novembre) presso<br />

i Klovićevi dvori dove sono esposti<br />

otto pezzi provenienti esclusivamente<br />

da località della Croazia,<br />

mentre altri quattordici sono perfette<br />

copie in gesso dei più noti dislocati<br />

nella Bosnia Erzergovina, esposti<br />

permanentemente nella Gipsoteca<br />

dell’Accademia croata delle Arti e<br />

delle Scienze, a Zagabria. Un’ottantina<br />

di reperti appartenenti ai corredi<br />

funerari trovati nelle stesse sepolture,<br />

bracciali, orecchini, collane, spade<br />

ed altre armi, completano l’immagine<br />

del mondo degli stećci; per<br />

la prima volta poi, in assoluto, viene<br />

presentato fuori della Bosnia un corredo<br />

funerario completo proveniente<br />

dalla tomba del re bosniaco Tvrtko,<br />

prestigioso prestito del Museo Nazionale<br />

di Sarajevo.<br />

A conoscere vieppiù questi curiosi<br />

monumenti del lontano medioevo<br />

hanno contribuito numerose, ottime<br />

fotografi e, opera di due eccellenti<br />

autori, Damir Fabijanić e Toso Dabac,<br />

quest’ultimo con una ventina<br />

Arte<br />

Jasminka Poklečki Stošić<br />

ha curato la mostra<br />

di lavori eseguiti in situ molti anni<br />

or sono.<br />

La mostra, curata da Jasminka<br />

Poklečki Stošić, del museo che ospita<br />

l’esposizione, ha richiesto una<br />

lunga preparazione, ben tre anni di<br />

intenso e complesso lavoro, di studi<br />

sul tema stećci in suolo croato<br />

ce ne sono pochi e poco approfonditi.<br />

L’esposizione zagabrese, oltre<br />

a far conoscere questa importante<br />

e poco nota eredità culturale, vuole<br />

anche lanciare un grido d’allarme<br />

per la situazione di degrado in cui la<br />

maggior parte dei monumenti si trova,<br />

sottoposti come sono a deleteri<br />

fattori meteorologici e a noncuranza<br />

umana, causa del loro lento ma inesorabile<br />

degrado. O sparizione. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 21


Nell’introdurre Il matrimonio<br />

di Lorna, dei fratelli Luc e<br />

Jean-Pierre Dardenne (Belgio,<br />

2008, premio a Cannes per la migliore<br />

sceneggiatura), dichiaro il mio accordo<br />

totale con Roberto Nepoti (‘la<br />

Repubblica’, 19 settembre): “Poche<br />

volte abbiamo visto rappresentare con<br />

tanta forza sullo schermo la tragedia<br />

dell’immigrazione, il traffi co di corpi<br />

e identità, la nuova schiavitù che<br />

coinvolge tante vittime e tanti carnefi -<br />

ci in uno dei peggiori inferni del mondo<br />

globalizzato”. Con una precisazione<br />

dei due, ormai, Maestri (dopo aver<br />

vinto la Palma d’Oro a Cannes per ben<br />

due volte con “Rosetta” e “L’enfant”):<br />

“Nonostante la dimensione drammatica<br />

della storia, ci teniamo a sottolineare<br />

che c’è una dolcezza che viene<br />

dalla scelta dell’attrice albanese, Arta<br />

Dobroshi. Il suo viso, la sua voce, la<br />

sua andatura, il suo accento particolare<br />

quando parla francese, danno un<br />

tocco di speranza”.<br />

Cioè a dire, insomma, che siamo<br />

nel pieno della problematica contemporanea<br />

e che i registi la rappresentano<br />

partendo da una precisa scelta realistica,<br />

“una forma di realismo anche<br />

interiore alta, mai vista prima” (Lietta<br />

Tornabuoni, ‘L’espresso’, 25 settembre).<br />

La storia. Lorna (Arta Dobroshi)<br />

è una giovane albanese immigrata<br />

a Liegi. Per ottenere la cittadinanza<br />

si è messa nelle mani del malavitoso<br />

italiano (italiano!) Fabio (Fabrizio<br />

Rongione). Costui le ha procurato un<br />

matrimonio con Claudy (Jerémie Renier),<br />

un ragazzo tossicodipendente, e<br />

Lorna ha ottenuto ciò che desiderava.<br />

Ora vorrebbe poter aprire un bar con<br />

il suo fi danzato Sokol (Alban Ukaj)<br />

che è sempre via, fa il pendolare da<br />

una frontiera all’altra impegnato in<br />

traffi ci facilmente intuibili. Per ottenere<br />

la somma necessaria deve però<br />

portare a compimento il piano di Fabio,<br />

deve cioè poter ottenere un rapido<br />

divorzio per risposarsi nuovamente:<br />

questa volta con un mafi oso russo<br />

22 <strong>Panorama</strong><br />

Il matrimonio di Lorna di Luc e Jean-Pierre Dardenne, miglior scene<br />

Immigrazione: l’inferno del mon<br />

di Gianfranco Sodomaco<br />

Cinema e dintorni<br />

I fratelli Dardenne registi de “Il<br />

silenzio di Lorna”, premiato al Festival<br />

di Cannes come miglior sceneggiatura<br />

che ha, a sua volta, bisogno della cittadinanza<br />

belga. Le procedure rischiano<br />

però di essere troppo lente a causa di<br />

Claudy, che cerca di uscire dal tunnel<br />

della droga, ha crisi dolorose di astinenza,<br />

ha bisogno di tutto, e comincia<br />

ad aver bisogno veramente di lei fi no a<br />

pensare di veramente amarla (tra l’altro,<br />

la giovane ritiene di essere incinta<br />

di Claudy, non lo nasconde a nessuno<br />

e inizia a rifi utare l’ipotesi di un aborto,<br />

scontrandosi con Fabio). A questo<br />

punto Fabio mette in atto la soluzione<br />

che già aveva in mente: eliminare<br />

Claudy con un’overdose. E infatti... lei<br />

mantiene il silenzio con la polizia ma<br />

subirà il rimorso per l’azione criminale<br />

di cui è stata complice comprendendo,<br />

inoltre, che l’unica persona che<br />

l’ha veramente amata non è il fi danzato<br />

Sokol (che a un certo punto rivela<br />

tutto il suo maschilismo “balcanico”)<br />

ma il disgraziato Claudy. Fabio, siccome<br />

Lorna continua a vaneggiare sulla<br />

sua maternità (le fa fare una visita<br />

medica e si scopre che non è incinta),<br />

temendo che “parli”, medita l’uccisione<br />

anche della giovane che però riesce<br />

ad intuirlo e scappa: in campagna, tra<br />

i boschi, rifugiandosi in una casupola<br />

di legno perché, dice parlando da sola,<br />

deve salvare il suo bambino... Fine.<br />

Ragazzi e pubblico, numeroso, ammutolito.<br />

Ma, con i Dardenne, è sempre<br />

così: pugno allo stomaco, respiro<br />

affannoso, voglia di piangere frenata<br />

dal bisogno di capire freddamente,<br />

passando per l’apparente “freddezza”<br />

stilistica, il messaggio. I Dardenne<br />

parlano dell’”andatura” di Lorna/<br />

Arta: ebbene Lorna, durante tutto il<br />

fi lm, non sta ferma un minuto, deve rispondere<br />

ai bisogni, soprattutto fi nanziari,<br />

dei quattro uomini della sua vita<br />

(Fabio, il protettore, che fa il tassista<br />

e non la molla mai, considerandola la<br />

sua fonte di ricchezza; il russo che pagherà<br />

bei soldi; il marito drogato che<br />

ha bisogno di tutto compresi i soldi;<br />

l’innamorato albanese che è talmente<br />

innamorato che... non muove un dito<br />

per farle cambiar vita, in attesa anche<br />

lui della sua parte di torta), deve correre<br />

a prendere le medicine per i crampi<br />

allo stomaco dell’astinente Claudy<br />

che non ce la fa neanche ad uscire di<br />

casa (farà anche l’amore con lui, inebetito,<br />

per “scuoterlo”!), deve ballare<br />

con il russo perché li vedano assieme<br />

e nessuno possa sospettare il (futuro)<br />

matrimonio combinato, ecc. ecc., e fa<br />

tutto ciò per comprarsi il bar che ha<br />

già individuato e già immagina come<br />

“addobbarlo”, conquistarsi il suo posto<br />

al sole, il suo diritto ad un pizzico<br />

di felicità. Ma non servirà a nulla: ripeto,<br />

andrà fuori di testa e si “curerà”<br />

da sola, illudendosi di avere dentro di<br />

sé una sua creatura. Non lo vediamo,<br />

ma fi nirà male, se qualcuno non la ucciderà<br />

si perderà, per difendere la “sua<br />

creatura” continuerà a mettere a repentaglio<br />

la sua vita fi no alle estreme<br />

conseguenze.<br />

Viene in mente, inevitabilmente (il<br />

Belgio confi na con la Francia...), la<br />

“Mouchette” (1967) di Robert Bres-


ggiatura a Cannes<br />

do d’oggi<br />

son (da Bernanos) , Maestro “cattolico-esistenzialista”<br />

dei due “laici”<br />

maestri (amatissimo dal sottoscritto,<br />

che appena può lo cita), la ragazza di<br />

campagna che, maltrattata dal padre e<br />

violentata da un bracconiere, orfana di<br />

madre e diventata subito vittima dei<br />

pettegolezzi di paese, si lascia rotolare<br />

nel fi ume quasi per gioco: insomma,<br />

fi n dall’inizio, giovane vittima predestinata<br />

della cattiveria degli uomini<br />

adulti, nel senso di maschi....<br />

Dire che il fi lm è una storia fatta di<br />

solitudine, tristezza, disperazione, che<br />

i due fratelli fi lmano con uno sguardo<br />

profondamente umano, con tutta la<br />

volontà di comprendere e nessuna di<br />

giudicare... è ancora poco. Vengono in<br />

mente tante cose, tante immagini che<br />

riguardano (come ricordava Nepoti all’inizio)<br />

l’immigrazione ed io ho associato<br />

il fi lm ad una splendida inchiesta<br />

televisiva (ovviamente RaiTre) del<br />

giornalista Riccardo Iacona su “La<br />

guerra infi nita”, su quella guerra balcanica<br />

che continua in altre forme, le-<br />

L’Istituto Italiano di Cultura di<br />

Zagabria, in collaborazione con altri<br />

Istituti Italiani di Cultura dell’area<br />

dell’Europa centro-orientale<br />

e la Fondazione Festival Pucciniano<br />

bandisce il concorso “Voci Nuove<br />

Pucciniane”, in occasione del<br />

150.esimo anniversario della nascita<br />

di Giacomo Puccini.<br />

Sono invitati a partecipare giovani<br />

cantanti lirici di nazionalità croata<br />

che alla data del 30 ottobre 2008<br />

non abbiano superato il 35°.esimo<br />

anno di età.<br />

Al concorso si partecipa inviando<br />

(via posta o recapitate a mano)<br />

entro e non oltre il 30 ottobre<br />

2008 all’Istituto Italiano di Cultura<br />

- Preobraženska 4 - 10000 Zagabria:<br />

a) scheda di adesione, scaricabile<br />

dal sito www.iiczagabria.esteri.it,<br />

debitamente compilata;<br />

Jèremie Renier (Claudy) ed Arta<br />

Dobroshi (Lorna)<br />

gata al traffi co di droga, armi, persone<br />

umane, in particolare nel Kosovo, e<br />

che lega la “Balcania” con l’Afghanistan<br />

(l’antica “via della seta” sostituita<br />

dalla “via dell’oppio”), dove niente ormai<br />

è sicuro, dove gli amici di ieri possono<br />

diventare i nemici di oggi, dove i<br />

“cattivi” di ieri (serbi) sono diventati i<br />

perseguitati di oggi (dai kosovari indipendentisti<br />

fi loalbanesi), dove la Serbia<br />

vuole ulteriormente fare a pezzetti<br />

la regione formando un Kosovo del<br />

nord serbo e uno del sud indipendente,<br />

dove i cuori sono “spezzettati” ormai<br />

da quasi vent’anni, dove non si scappa<br />

solo perché non c’è più un soldo per<br />

poterlo fare, dove convivi con la disperazione<br />

ormai senza accorgertene,<br />

sennò vai fuori di testa, ti lasci andare<br />

giù per una collina...<br />

b) curriculum artistico del concorrente<br />

e repertorio;<br />

c) spartito per pianoforte di ciascun<br />

brano presentato;<br />

d) fotocopia di un documento di<br />

identità valido.<br />

Le selezioni avverranno nei giorni<br />

5 e 6 novembre 2008, presso il<br />

Museo Mimara di Zagabria, Roosveltov<br />

Trg. (II piano) l’orario sarà<br />

comunicato in seguito. Le spese di<br />

viaggio e di eventuale soggiorno a<br />

Zagabria saranno a carico dei partecipanti.<br />

Ciascun candidato dovrà presentare<br />

tre brani del repertorio pucciniano<br />

per una audizione complessiva<br />

della durata massima di<br />

15/20 minuti. L’organizzazione<br />

garantisce la presenza di un pianista<br />

accompagnatore, tuttavia i candidati<br />

possono presentarsi con un<br />

proprio pianista.<br />

Cinema e dintorni<br />

Concorso «Voci Nuove Pucciniane» 2008<br />

Ecco, Lorna/Arta, è capace di comunicare,<br />

indirettamente, tutto questo<br />

“entroterra” storico-politico e psicologico,<br />

di far comprendere che la<br />

gran parte degli immigrati che ormai<br />

da tutto il mondo arrivano in Europa<br />

(e in Italia) questo semplicemente<br />

vogliono: un lavoro (tutti quei lavori<br />

che noi occidentali, “rincoglioniti” da<br />

consumismo, ecc. ecc., non vogliamo<br />

più fare), una casa, un riconoscimento,<br />

prima ancora che di cittadinanza, di<br />

“umanità”, nel loro desiderio di “abitare<br />

il mondo”, di farsi una vita senza<br />

tagliare le radici con quella terra dove<br />

una vita non è stato permesso loro di<br />

farsela. Ma questo desiderio semplice<br />

diventa immediatamente complicato<br />

per la semplice ragione che l’Occidente,<br />

dagli immigrati vagheggiato come<br />

“terra promessa”, è già “ammalato” di<br />

suo e dunque è assai poco disponibile<br />

alla semplice accoglienza ed integrazione.<br />

Nessuna semplifi cazione del<br />

problema, anzi, ma la constatazione<br />

che Europa ed America, insomma<br />

la società capitalistica, siano implosi<br />

per l’illusione di poter creare ricchezza<br />

senza lavorare, senza sporcarsi le<br />

mani, è davanti agli occhi di tutti. Povera<br />

Lorna, per assurdo ma mica tanto,<br />

l’abbiamo tutti sulla coscienza...●<br />

Il vincitore<br />

del concorso<br />

avrà l’opportunità<br />

di esibirsi una volta nel corso<br />

della stagione 2008-09 nella trasmissione<br />

Box Opera della HRT e potrà<br />

partecipare alla selezione internazionale<br />

per la scelta del vincitore assoluto<br />

del concorso. La sede e i tempi<br />

della fase fi nale del concorso verranno<br />

indicati successivamente. Le spese,<br />

da Zagabria verso la sede di svolgimento<br />

della fase fi nale del concorso<br />

saranno a carico dell’Istituto Italiano<br />

di Cultura di Zagabria.<br />

Il vincitore assoluto verrà invitato<br />

ad esibirsi in occasione della edizione<br />

2009 del Festival Pucciniano di<br />

Torre del Lago che si terrà dal 10 luglio<br />

al 22 agosto.<br />

A tutti i partecipanti al concorso<br />

sarà rilasciato un attestato di partecipazione.<br />

<strong>Panorama</strong> 23


A Spilimbergo studenti di tutto il mondo frequentano la Scuola mosaicisti<br />

La tecnica musiva, un’arte millennaria<br />

testo e foto di Ardea Velikonja<br />

In ogni società ci sono ragazzi con<br />

un particolare estro artistico che<br />

magari non hanno modo di esprimersi.<br />

In Croazia esistono scuole superiori<br />

di arte applicata, accademie d’arte<br />

e disegno però non c’è una scuola professionale<br />

in cui un ragazzo potrebbe<br />

approfondire il proprio amore per<br />

l’arte. Forse non tutti sanno che l’unica<br />

scuola professionale per mosaicisti<br />

in Italia si trova a Spilimbergo, ad una<br />

trentina di chilometri da Udine, quindi<br />

vicinissima all’Istria ed alla regione litoranea.<br />

E qui si ritrovano ragazzi appassionati<br />

di mosaico provenienti da<br />

tutto il mondo.<br />

“Attualmente la scuola mosaicisti<br />

ha 90 studenti facenti capo a oltre 20<br />

nazioni diverse che vanno dalla Corea<br />

agli Stati Uniti all’Australia, e in questi<br />

ultimi anni sono ben rappresentati i<br />

paesi dell’Est europeo che prima non<br />

conoscevano la nostra scuola”, ci ha<br />

raccontato molto cordialmente il presidente<br />

Alido Gerussi. “Sto parlando<br />

di Slovenia, Croazia, Bulgaria, Romania,<br />

Polonia e Repubblica Ceca. Quest’anno<br />

abbiamo avuto delle nuove entrate<br />

che sono la Russia, la Moldava e<br />

l’Uzbekistan. Il nostro non è un’istituto<br />

28 <strong>Panorama</strong><br />

Il maestro mentre taglia il marmo<br />

Reportage<br />

d’arte ma è una scuola per professionisti<br />

in quanto da qui escono i professionisti<br />

del mestiere, quelli che poi nella<br />

vita si guadagneranno da vivere facendo<br />

il mosaicista. La nostra scuola negli<br />

ultimi anni ha subito una trasformazione<br />

notevole in quanto mentre una volta<br />

era una scuola destinata agli studenti<br />

che poi facevano i piastrellisti oppu-<br />

Il presidente Alido Gerussi<br />

re altro ancora, quelli che comunque<br />

non ce la facevano in altre scuole. Negli<br />

anni questa scuola ha avuto anche<br />

400 studenti, ma solo un’esigua mino-<br />

ranza di essi facevano quindi i mosaicisti.<br />

Oggi invece quasi l’80 per cento<br />

dei nostri studenti prima prendono una<br />

diploma di scuola superiore o addirittura<br />

una laurea e poi vengono qui. Questa<br />

una volta era una scuola maschilista in<br />

un modo incredibile: la prima studentessa<br />

che abbiamo avuto, una signora<br />

danese che oggi ha ottant’anni, mi<br />

ha raccontato che il maestro le aveva<br />

detto: ‘Mi raccomando venga dopo le<br />

cinque quando i maschi hanno fi nito’.<br />

Anche gli insegnanti avevano questo<br />

pregiudizio. Oggi invece sono i maschi<br />

che sono in minoranza, ci sono 70 per<br />

cento di donne e devo dire anche con<br />

ottimi risultati. L’unica diffi coltà che<br />

una donna può incontrare e nell’installare<br />

il mosaico che viene messo in un<br />

cantiere di lavoro, ma nell’esecuzione<br />

devo dire che sono bravissime.<br />

Noi siamo una scuola per professionisti,<br />

in Italia esistono ancora<br />

la scuola del mosaico di Ravenna e<br />

quella di Monreale. Questi sono Istituti<br />

d’arte. Qual è la differenza sostanziale:<br />

noi privilegiamo la pratica<br />

rispetto alla teoria, la differenza è che<br />

le nostre ore di pratica tra mosaico e<br />

terrazzo e le ore di laboratorio sono<br />

circa 23 su 38 ore settimanali di lezione,<br />

invece in un Istituto d’arte le<br />

ore di pratica sono 5 alla settimana.<br />

Questa è la differenza, e diciamo che


La Pietà di Michelangelo<br />

riprodotta in mosaico<br />

Slovenia<br />

L’emblema originale della scuola che risale al 1922, è stato<br />

portato nei nuovi ambienti<br />

La maestra Evelina Della Vedova, che ci ha gentilmente fatto<br />

fare il giro della scuola<br />

Entro la scuola c’è pure una galleria con i lavori dei ragazzi che<br />

si possono acquistare<br />

<strong>Panorama</strong> 29


Nelle aule ci sono tutti i lavori dei ragazzi<br />

Si inizia così, sul cartoncino<br />

Il secondo corso è molto impegnativo<br />

Ascolto musica e lavoro, cosa si vuole di più dalla vita<br />

Il martelletto fa anche venire i calli<br />

Il terzo corso è quello fi nale in cui si lavora con lo<br />

smaltato<br />

I saggi fi nali possono venir portati a casa o lasciati<br />

in mostra a scuola<br />

Il primo corso appena iniziato<br />

Clara Kinkela (in piedi) è una delle ragazze della<br />

Croazia che ha iniziato quest’anno<br />

Ragazze e ragazzi di tutte la nazionalità parlano la<br />

stessa 30 <strong>Panorama</strong> lingua: il mosaico<br />

Tra gli studenti alla fi ne vengono scelti i sei migliori<br />

per un quarto corso<br />

Un tempo la scuola veniva frequentata da soli maschi<br />

mentre oggi le ragazze non hanno paura di sporcarsi<br />

le mani<br />

<strong>Panorama</strong> 31


I vari materiali usati per il mosaico sono in mostra<br />

ovunque<br />

I terrazzi o pavimenti si distinguono da corridoio<br />

a corridoio<br />

Bella la combinazione tra opaco e lucido<br />

Non si direbbe che questo è un pavimento in vetro<br />

32 <strong>Panorama</strong><br />

Il pavimento originale del 1922 è stato “portato”<br />

nella nuova sede<br />

Colori ovunque<br />

I corriodoi sono una vera galleria


chi esce da quelle scuole sa tutto sul<br />

mosaico, ma ho dei dubbi che sappia<br />

farlo.<br />

La scuola è organizzata in tre anni<br />

di corso, poi abbiamo un quarto corso<br />

che noi chiamiamo l’anno di perfezionamento,<br />

che è destinato però solo ad<br />

un massimo di sei studenti. Vengono<br />

selezionati i migliori delle terze. È un<br />

anno che addirittura non solo è gratis<br />

come del resto i primi tre anni (si paga<br />

solo 200 euro la tassa d’iscrizione) ma<br />

gli studenti hanno anche una borsa di<br />

studio di 500 euro al mese per frequentare<br />

questo ultimo corso. Quello che<br />

ci manca attualmente è una scuola di<br />

restauro, ed io che sono il presidente<br />

del Consiglio di amministrazione della<br />

scuola cercherò di lavorare in questo<br />

senso. Siamo riconosciuti a livello<br />

mondiale come mosaicisti e molti dei<br />

nostri ex allievi hanno anche fatto restauri”.<br />

La maestra di mosaico Evelina Della<br />

Vedova ci ha fatto fare il giro di tutta<br />

la scuola spiegandoci tutti i corsi e i<br />

mosaici che riempiono i corridoi, addirittura<br />

anche i servizi. “Per quanto riguarda<br />

i soggetti da realizzare, ci ha<br />

spiegato cordialmente la signora, c’è<br />

una programmazione didattica. Chiaramente<br />

andando avanti con la conoscenza<br />

si amplia anche il margine<br />

di libertà che si può concedere ad un<br />

alunno. Hanno anche la possibilità di<br />

partecipare a dei concorsi con le loro<br />

idee. Nel terzo anno c’è un programma<br />

abbastanza rigido ma nel contesto molto<br />

creativo. Qui sono liberi di affrontare<br />

il saggio fi nale con un tema a loro<br />

scelta e qui si vedono le differenze di<br />

stile, di capacità. Nel primo anno i ragazzi<br />

imparano ad utilizzare il materiale,<br />

nel secondo sono già esperti mentre<br />

nel terzo si affi nano a lavorare lo smaltato.<br />

Il materiale lo abbiamo da Carrara,<br />

da Verona, tutti materiali naturali. E<br />

poi abbiamo il nostro fornitore classico,<br />

che è il fi ume Tagliamento dove periodicamente<br />

andiamo a fare una scelta<br />

dei sassi colorati o meno. Da Venezia<br />

invece ci forniscono i vetri di Murano<br />

per i nuovi pavimenti”, ha concluso la<br />

maestra Della Vedova.<br />

Da rilevare infi ne che presso la<br />

Scuola mosaicisti di Spilimbergo si<br />

può anche frequentare un corso estivo<br />

di una settimana in cui tutti coloro che<br />

anno l’hobby del mosaico o vogliono<br />

imparare a farlo possono frequentarlo<br />

senza limiti di età. ●<br />

Reportage<br />

Un centro di formazione<br />

di fama internazionale<br />

La Scuola Mosaicisti del Friuli è nata a Spilimbergo nel 1922. Qui e<br />

non altrove per la radicata tradizione del mosaico e del terrazzo presente<br />

nel mandamento. Infatti per tutto il ‘500, il ‘600, il 700 e l’800 dallo<br />

Spilimberghese ci fu una forte emigrazione stagionale a Venezia, bivio<br />

artistico per eccellenza tra Oriente ed Occidente, tra Roma e Bisanzio e<br />

quindi naturale erede della tradizione musiva romana e bizantina che qui<br />

mirabilmente si fondono. La Serenissima offrì alle maestranze friulane<br />

un lavoro e diede loro anche un’idea brillante: utilizzare i sassi dei loro<br />

fi umi. Con questi gli artigiani di Sequals, Colle, Solimbergo, Arba, Fanna,<br />

Cavasso Nuovo e Spilimbergo - dopo averli raccolti e selezionati sui<br />

greti del Meduna e del Tagliamento - partivano verso Venezia. Dalla prima<br />

metà dell’800 i mosaicisti cominciarono ad andare oltre Venezia: dalla<br />

Francia agli Stati Uniti; dal Canada al Venezuela; dall’Argentina all’Australia...<br />

Molti di loro fecero grandi fortune. Basti pensare agli impresari<br />

come gli Odorico, i Ciani, i Del Turco, i Tramontin ed in particolar modo<br />

quel Gian Domenico Facchina che, nato a Sequals nel 1826, operò inizialmente<br />

a Venezia dove fondò anche una fabbrica per la produzione di<br />

“smalti veneziani” (le tessere che servono per fare un mosaico).<br />

Successivamente trasferitosi a Parigi eseguì opere di grande prestigio<br />

che andarono ad abbellire municipi, chiese, moschee, palazzi a Bucarest,<br />

l’Aia, a Smirne, a Lourdes, a Buenos Aires, a Tokio oltre che al Teatro<br />

Operà a Parigi.<br />

Sin dagli esordi la Scuola Mosaicisti del Friuli ottenne un primo importante<br />

riconoscimento: l’assegnazione del diploma d’onore della Prima<br />

Mostra Internazionale Arti decorative di Monza per una fontana eseguita<br />

su cartone dell’architetto Raimondo D’Aronco. Successivamente fu<br />

chiamata ad eseguire tutto il ciclo musivo del Foro Italico a Roma: quasi<br />

10.000 metri quadri eseguiti su cartoni di Angelo Canevari, Giulio Rosso,<br />

Gino Severini e Achielle Capizzano. In epoca più recente importanti<br />

furono le realizzazioni musive del Monastero di Sant’Irene vicino ad Atene<br />

(oltre 1000 metri quadri), del Kawakyu Hotel in Giappone ed i lavori<br />

di restauro dei mosaici del Foro Italico in Roma. Tutte opere realizzate<br />

in collaborazione con i laboratori musivi gestiti da ex allievi della Scuola<br />

di Spilimbergo. Il rivestimento musivo della cupola del Santo Sepolcro a<br />

Gerusalemme (345 metri quadri circa) è invece un’opera interamente realizzata<br />

all’interno della scuola. ●<br />

Il mosaico del Foro Italico a Roma di quasi 10.000 metri quadrati<br />

<strong>Panorama</strong> 33


Collana «Lo scampo gigante»: A occhi spenti di Aljoša Curavić<br />

Umanità dolente: procedere infi nito<br />

La conosce quando viene incaricato<br />

da una delle tante tv<br />

commerciali nate come funghi<br />

dopo la pioggia di farle un'intervista<br />

per cui lei chiede subito d'essere pagata,<br />

400 euro, precisa. Maria ha 24<br />

anni, capelli corvini, seno pronunciato<br />

ma, pare, quel che al momento lo<br />

colpisce di più sono le sopracciglia<br />

affi late come rasoi. Mezz'ora di colloquio<br />

gli frutteranno un'intervista da<br />

teletrasmettere, una nuova conoscenza<br />

e, un mese dopo, come puntualizza,<br />

un incontro intimo.<br />

Maria, anzi Mariuška, come si addice<br />

a un diminutivo-vezzeggiativo<br />

di stampo sloveno, sarà la fi gura in<br />

cui per diversi aspetti s'annodano i<br />

fi li che compongono la trama di A occhi<br />

spenti il libro di "storie" di Aljoša<br />

Curavić, terzo della collana Lo scampo<br />

gigante con cui l'<strong>Edit</strong> si adopera<br />

a dare nuovo maggior respiro a quell'attività<br />

editoriale che costituisce una<br />

delle due colonne portanti che so-<br />

stengono tutta la sua attività. Maria<br />

che ha lasciato la seppur benestante<br />

natia Žalec per muovere alla volta di<br />

Lubiana e poi si fa intervistare dopo<br />

aver fatto una puntata fi no in California<br />

dove s'era guadagnata da vivere<br />

dapprima lavorando nei locali notturni,<br />

poi girando pellicole hard e anche,<br />

si direbbe, facendosi pagare le interviste.<br />

Di Maria s'innamorerà Mikele<br />

(occhio ai nomi, Mikele, non Michele),<br />

un uomo che sta perdendo progressivamente<br />

la vista, ben cosciente<br />

38 <strong>Panorama</strong><br />

Libri<br />

che è un processo che lo condurrà al<br />

buio completo. Sarà proprio lui che<br />

ricostruirà in maniera piuttosto discontinua<br />

ma non per questo meno<br />

drammatica, il susseguirsi di fatti che<br />

portano, illuminando di volta in volta<br />

singoli episodi, a costruire una piccola<br />

ma organica "storia di vita". Un costante<br />

movimento concentrico di personaggi<br />

provenienti da parti anche discoste<br />

della vecchia compagine statale,<br />

di cui in genere in Slovenia poco<br />

o nulla si sapeva nei decenni della<br />

"non democrazia", tranne che era da<br />

"da lì" che arrivavano quelli che nel<br />

nuovo ambiente "nordico"per decenni<br />

s'arrabattarono a vivere, posti forse<br />

sì all'interno della società, ma vicinissimi<br />

ai suoi margini, anzi con un piede<br />

ancora fuori.<br />

In questo schema l'autore inserisce<br />

una serie di fi gure che se hanno<br />

quale caratteristica dominante - ma<br />

non assoluta - di far capo a quella che<br />

Verga ha defi nito molto bene come la<br />

categoria dei "vinti", dall'altra si adoperano<br />

con mille artifi ci, incontrandosi,<br />

scontrandosi e allontanandosi,<br />

proprio come le palle del biliardo,<br />

gioco qui più volte citato, a mostrare<br />

la loro sanguigna diversità, a scoprire<br />

quel fondo d'umanità dolente, quella<br />

volonta d'essere in armonia con se<br />

stessi che non riescono a raggiungere.<br />

Riandando ai fatti della loro vita<br />

reale come si è snodata realmente all'interno<br />

di questa società di benpensanti,<br />

rendono sicuramente più diffi -<br />

cile e franta la quotidianità di tale società,<br />

mostrando che è sempre aperto<br />

nei loro confronti il suo debito di<br />

attenzioni e sensibilità che prima ha<br />

completamente trascurato sforzandosi<br />

al massimo di favorire un'assimilazione<br />

da cui era essa e non loro a trarre<br />

i maggiori utili. Del resto, dei loro<br />

reali problemi, dei travagli e diffi coltà,<br />

si è occupata poco o nulla.<br />

Su quest'onda di una diversità che<br />

fi nora era tenuta accuratamente in<br />

sottofondo, come su un tavolo di biliardo<br />

di cui talvolta si rileva fi nanco<br />

la collocazione nel panorama, si incrociano<br />

Mišo, il marittimo ungherese,<br />

Azmir, musulmano proveniente<br />

da una Bosnia in cui "il primo Maggio<br />

si festeggiava due giorni", Djuro,<br />

un magnaccia che, evviva i nomi,<br />

proviene pure dalla Bosnia, Antonio,<br />

che a cinquantacinque anni è stufo di<br />

insegnare letteratura e che, da tempo<br />

divorziato, si è visto scaricare anche<br />

dalla fi glia in cui, come si suol dire<br />

aveva riposto le sue compiacenze,<br />

Franjo, il gastarbeiter (bella parola,<br />

eh?) che, unito da una specie di<br />

sindrome di Stoccolma nei confronti<br />

della madre, era riuscito a far fortuna<br />

come odontoiatra in Germania,<br />

per mollare tutto e ritirarsi in pensione<br />

già a cinquant'anni, il benzinaio<br />

Mirko con le sue irremovibili fi ssazioni<br />

per la toponomastica, Tadeo<br />

(niente doppie, eh), costretto a vivere<br />

con madre, sorella e padrigno, fi ero<br />

"come un falco della sua nidiata" di<br />

tutti i tipi di cactus che aveva raccolto<br />

nella sua collezione, e alcuni esponenti<br />

della nuova-vecchia classe politica.<br />

In questo quadro, quasi come una<br />

patina che ammorbidisce i concetti,<br />

ma senza privarli dell'intrinseca<br />

drammaticità e della "pietas", si stendono<br />

le rifl essioni dello scrittore, che<br />

all'apparenza distante e disincantato,<br />

di fatto esprime una partecipazione e<br />

un coinvolgimento tanto intellettuali<br />

che etici. ● M. S.


Paulo Coelho<br />

BRIDA<br />

“In Brida, il mio terzo romanzo<br />

che ho scritto appena dopo ‘L’Alchimista’,<br />

racconto l’iniziazione di una<br />

ragazza al mondo della magia attraverso<br />

diverse tradizioni esoteriche.<br />

In esso esploro svariati temi che mi<br />

sono cari, come la Grande Madre, le<br />

religioni pagane e l’amore. Quando<br />

ho scritto ‘Brida’ e l’ho pubblicato in<br />

Brasile più di 18 anni fa, alcune tematiche<br />

come il volto femminile di<br />

Dio erano ancora estranee alla maggior<br />

parte delle persone. Tuttavia ho<br />

notato, con il passare del tempo, un<br />

cambiamento della percezione, una<br />

crescente apertura della gente nei<br />

confronti di un approccio intuitivo<br />

alla conoscenza, accompagnata da<br />

una maggiore insofferenza verso le<br />

rigide regole sociali. Come ho scritto<br />

nel libro, ‘la cosa più nobile che<br />

un essere umano può sperimentare<br />

è l’accettazione del mistero’. Ho la<br />

sensazione che il mondo stia sempre<br />

più prendendo coscienza del mistero,<br />

così, cari lettori, vi faccio oggi<br />

dono della storia di questa giovane<br />

donna”: Paulo Coelho.<br />

La storia si svolge in Irlanda e<br />

prende avvio dall’incontro di una<br />

giovane di ventun’anni di nome Brida<br />

con il mago di Folk, Maestro nella<br />

Tradizione del Sole, che vive in<br />

solitudine nella foresta, sulle montagne<br />

non lontano da Dublino. A lui<br />

si rivolge Brida nella sua ricerca spirituale,<br />

affi nché le insegni la magia,<br />

quel ponte che collega il mondo visibile,<br />

la realtà, con ciò che è irreale.<br />

Novità in libreria<br />

Il Mago le spiega che ciascun essere<br />

umano deve scoprire da solo il proprio<br />

cammino per attraversare quel<br />

ponte, e che esistono due modi: la<br />

Tradizione del Sole, che insegna i<br />

segreti attraverso lo spazio e le cose<br />

che ci circondano; e la Tradizione<br />

della Luna, che insegna i segreti attraverso<br />

il Tempo e le cose che sono<br />

imprigionate nella memoria<br />

<strong>Edit</strong>ore Bompiani<br />

Pagine 263. Prezzo 18,00 euro<br />

Paolo Rumiz<br />

ANNIBALE. UN VIAGGIO<br />

Quanto pesano le ceneri di Annibale?<br />

Si chiedevano i romani al<br />

termine della seconda guerra punica.<br />

Niente, era la risposta. Eppure<br />

lo spauracchio si trasformò in eroe,<br />

l’eroe in mito e il mito in leggenda.<br />

Ed è questa leggenda che invade il<br />

Mediterraneo fi no a lambire le porte<br />

dell’Asia. Quella che ci viene incontro<br />

è la storia di un uomo, temuto<br />

e rispettato, e dei luoghi che lo hanno<br />

reso celebre. Paolo Rumiz si imbarca<br />

in un viaggio che parte dalla<br />

Sardegna - “l’isola che profuma di<br />

Oriente” -, passa per il Rodano, il<br />

Trebbia, la leggenda delle Alpi e degli<br />

elefanti, l’inferno di Canne, e arriva<br />

fi no in Turchia, sulla tomba del<br />

condottiero.<br />

Annibale non è solo un viaggio<br />

nella memoria, è anche attualità: le<br />

contaminazioni culturali Occidente-Oriente,<br />

la scellerata gestione urbanistica<br />

nelle grandi città, l’inutilità<br />

della guerra, la globalizzazione,<br />

Nord Italia e Sud Italia.<br />

Libri<br />

Paolo Rumiz dà voce al passato<br />

attraverso la forza del mito e proietta<br />

nuova luce sui fatti dei nostri tempi.<br />

<strong>Edit</strong>ore Feltrinelli<br />

Pagine 189. Prezzo 16,00 euro<br />

Barbery Muriel<br />

ESTASI CULINARIE<br />

Monsieur Arthens, critico gastronomico<br />

di chiara fama è in punto di<br />

morte. Insopportabilmente cinico<br />

ed egocentrico, Arthens decide le<br />

sorti degli chef più prestigiosi con<br />

un semplcie suo giudizio. Prima di<br />

passare a miglior vita, Monsieur Arthens<br />

è tutto preso dalla ricerca affannosa<br />

di un sapore primordiale e<br />

sublime, il Sapore per eccellenza.<br />

Ha così inizio un viaggio gustoso e<br />

ironico che ripercorre la carriera di<br />

Arthens dall’infanzia ai fasti della<br />

maturità, attraverso la celebrazione<br />

di piatti poveri e sofi sticate prelibatezze,<br />

con momenti anche esilaranti:<br />

dalla indigesta cucina della nonna<br />

all’eterea raffi natezza del sushi giapponese,<br />

dalla freschezza inebriante<br />

del pomodoro alla suprema ricercatezza<br />

dell’ostrica. Fino al fi nale<br />

a sorpresa. A fare da contrappunto<br />

alla voce dell’arrogante critico c’è<br />

poi la nutrita galleria delle sue vittime<br />

(i familiari, l’amante, l’allievo, il<br />

gatto e anche la portinaia Renée, che<br />

ha conquistato i lettori de “L’eleganza<br />

del riccio”), ciascuna delle quali<br />

prende la parola per esprimere il<br />

suo punto di vista su un uomo, la cui<br />

grandezza pubblica è pari solo alla<br />

sua miseria privata.<br />

<strong>Edit</strong>ore E/O<br />

Traduttori Caillat E. - Poli C.<br />

Pagine 160. Prezzo 15,00 euro<br />

<strong>Panorama</strong> 39


58 <strong>Panorama</strong><br />

☺ Il canto del disincanto<br />

di Silvio Forza<br />

Lotta alla mafi a: volere è potere<br />

della giovane Ivana<br />

Hodak, uccisa in un agguato<br />

L’assassinio<br />

- in pieno giorno - all’interno<br />

del palazzo in cui abitava nel centro<br />

storico Zagabria, dovrebbe far scattare<br />

la molla per dare fi nalmente avvio ad<br />

una vera ed effi cace lotta alla criminalità<br />

organizzata in Croazia. La tragedia,<br />

avvenuta il 6 ottobre scorso, ha scosso<br />

l’opinione pubblica più dei 70 omicidi<br />

di stampo mafi oso fi nora rimasti<br />

irrisolti, più dell’aggressione (annunciata)<br />

al giornalista dello 'Jutarnji List'<br />

Dušan Miljuš che da anni denunciava<br />

i crimini della malavita, più dei pestaggi<br />

subiti dal Presidente della 'Privredna<br />

Banka' Božo Prka o dall’ex Direttore<br />

dell’azienda municipalizzata della<br />

capitale croata 'Zagrebačke ceste' Igor<br />

Rađenović; quest’ultimo, dopo un’analisi<br />

del revisore dal quale era emerso<br />

che in seno all’azienda c’era stata una<br />

truffa per ben 150 milioni di kune, si<br />

era rivolto all’USKOK, l’organismo<br />

anticorruzione fondato dallo stato. Ciò<br />

è bastato per prenderlo a sprangate di<br />

ferro. Neanche la morte incidentale di<br />

Zoran Domini, ucciso per caso quale<br />

vittima incolpevole e collaterale di un<br />

fallito attentato al "re delle slot machines"<br />

Vjeko Sliško, avvenuto nel 1999<br />

in quella stessa via Preradović (Cvjetni<br />

trg) dove Sliško verrà ammazzato quindici<br />

mesi dopo, neanche quella tragedia,<br />

dicevamo, aveva turbato tanto sia il<br />

mondo politico, sia la gente comune.<br />

L’efferato omicidio della giovane<br />

Hodak è particolare perché trasforma in<br />

vittima chi con la criminalità organizzata<br />

in prima persona non c’entra niente<br />

ma che comunque in qualche modo<br />

può rientrare - in una logica criminale<br />

e perversa - negli interessi della mafi a.<br />

Vediamo come. Quando si è saputo che<br />

il controverso generale Zagorec, appena<br />

estradato dall’Austria, ora agli arresti<br />

per reati legati al traffi co di armi,<br />

compresa un’occultazione di diamanti,<br />

è stato recentemente oggetto di minacce,<br />

sono stati molti ad ipotizzare la seguente<br />

vicenda: Ivana Hodak era fi glia,<br />

oltre che dell’ex vicepremier Ljerka<br />

Mintas Hodak, dell’avvocato Zvonimir<br />

Hodak, difensore del generale Vladimir<br />

Zagorec. In questa storia diventa<br />

rilevante il fatto che Zagorec nel 2004<br />

ha subìto il sequestro del fi glio, reato<br />

per il quale Hrvoje Petrač, businessman<br />

per niente illibato ed ex rappresentante<br />

del caffè Lavazza, spesso indicato tra i<br />

vertici della cupola mafi osa in Croazia,<br />

sta scontando la pena nel carcere di Lepoglava.<br />

Qui la storia, come spesso avviene,<br />

assume i connotati di una fi ction<br />

neanche tanto originale: pare infatti assodato<br />

che la ventiseienne Ivana Hodak<br />

avesse una relazione con Ljubo<br />

Pavasović Visković, avvocato difensore<br />

nientemeno che di Hrvoje Petrač, il nemico<br />

numero uno del cliente (Zagorec)<br />

del padre della povera ragazza. Stando<br />

a questa lettura, che proponiamo solo in<br />

quanto ipotesi tra le più accreditate a livello<br />

di media (non di inquirenti!), Ivana<br />

Hodak sarebbe una vittima collaterale<br />

all’interno di una resa dei conti o di<br />

un codice di messaggi intermafi osi. Ma<br />

anche se così non fosse, anche se la rete<br />

degli interessi non fosse quella descritta<br />

più su, a livello di percezione diffusa tra<br />

le gente - ed è questa quella che conta<br />

- quest’omicidio reclama una risposta<br />

dura da parte dello stato. In questi diciotto<br />

anni d’indipendenza, la Croazia<br />

è stata investita da un’infi nita serie di<br />

scandali - nella maggior parte dei casi<br />

mai chiariti e privi di esiti giudiziari -<br />

legati al traffi co d’armi e altre disgrazie<br />

riconducibili a vari profi ttatori di<br />

guerra, alla droga, alle privatizzazioni<br />

sospette, agli appalti truccati, alla speculazione<br />

edilizia. Spesso questi casi<br />

hanno avuto strascichi tremendi quali<br />

attentati, omicidi, violentissime aggressioni<br />

con mazze da baseball e spranghe<br />

di ferro, sequestri, ricatti. Spesso si è<br />

detto che questi casi non si potevano risolvere<br />

perché vi erano coinvolti personaggi<br />

della politica e strutture dello stato.<br />

E la gente non ne può più. La richiesta<br />

di giustizia che viene dalla strada e il<br />

diktat, che viene dall’Unione Europea e<br />

impone al Governo croato di arginare<br />

effettivamente la corruzione, sta già costringendo<br />

l’esecutivo di Sanader a correre<br />

ai ripari. Anche se c’è stata unanimità<br />

di consenso (tanto pubblico quanto<br />

parlamentare) sulla nomina di Tomislav<br />

Karamarko a Ministro degli Affari<br />

interni (al posto di Berislav Rončević) e<br />

di Vladimir Faber a Capo della Polizia<br />

(sostituisce Marijan Benko), non si può<br />

non notare che i due nuovi incaricati<br />

hanno fatto fi nora parte dell’entoura-<br />

ge del presidente Mesić che, approssimandosi<br />

la fi ne del suo ultimo mandato<br />

presidenziale, sta già preparandosi ad<br />

assumere il ruolo di futuro leader dell’opposizione:<br />

dell’opposizione a Sanader,<br />

con il quale la convivenza, nell’ultimo<br />

periodo, sta dando grossi segni<br />

di cedimento. Dunque, se affi dando al<br />

collaudato e relativamente super partes<br />

Ivan Šimonović l’incarico di Ministro<br />

della Giustizia (al posto di un’incolore<br />

Ana Lovrin) Sanader ha puntato a<br />

colpo sicuro, nei casi di Karamarko<br />

e Faber ha ingoiato il rospo. Ora sarà<br />

importante vedere come il governo piloterà<br />

la corazzata in questa prima crociata<br />

antimafi a, specie alla luce di alcune<br />

indiscrezioni che giungono da parte<br />

della polizia e delle procure e in base<br />

alle quali, se giungesse un segnale politico,<br />

le forze dell’ordine sarebbero in<br />

grado di individuare e fermare nel giro<br />

di ventiquattr’ore tutti i sospettati per<br />

legami con la criminalità organizzata.<br />

Ora il segnale è arrivato, è stato lo stesso<br />

Sanader a dichiarare che "questo è<br />

assolutamente il momento in cui bisogna<br />

colpire la mafi a, indipendentemente<br />

da chi si tratti". E mentre Milanović<br />

e l’SDP chiedono elezioni anticipate e<br />

lo "zupano" istriano Jakovčić invoca un<br />

nuovo governo straordinario interpartitico<br />

di unità nazionale, il Parlamento si<br />

prepara ad approvare fi nalmente le leggi<br />

antimafi a. Come aveva fatto l’Italia,<br />

che dopo l’assassinio del prefetto Carlo<br />

Alberto Dalla Chiesa (1982), introdusse<br />

la legge Rognoni-La Torre (e c’era<br />

voluto anche l'omicidio di Pio La Torre,<br />

suo proponente) con la quale s’introducevano<br />

la nuova fi gura di reato di "associazione<br />

di stampo mafi oso" e misure<br />

quali il sequestro e la confi sca dei beni<br />

ai mafi osi. Dopo gli omicidi dei giudice<br />

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,<br />

sulla scia della loro esperienza, venne<br />

tradotto in legge anche il decreto Martelli<br />

che prevedeva per i mafi osi il carcere<br />

duro ma anche i "benefi ci premiali"<br />

per i collaboratori di giustizia. Sono<br />

strumenti che possono essere ripresi benissimo<br />

in un sistema che, imbavagliato<br />

dai "favori" risalenti alla guerra d’indipendenza<br />

e all’embargo internazionale<br />

sulle armi, fi no ad oggi la criminalità<br />

organizzata non l’ha mai combattuta<br />

seriamente. ●


Così nel 1972 venne presentata<br />

a prima festa dei marroni<br />

Complice il bel sole alla prima edizio- edizione<br />

della Festa dei marroni di Laura-<br />

na era presente tantissima gente<br />

A 30 kune il chilo (crude) o 10 kune un misurino di caldarroste<br />

La Festa<br />

dei<br />

marroni<br />

anno 35<br />

Dolci di tutte le forme, però tutti con i marroni<br />

La sfi lata iniziata dall’albergo Bristol<br />

si è conclusa nella Piazza centrale<br />

Anche i bimbi dell’asilo hanno voluto dimostrare<br />

di saper qualcosa sulle castagne

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