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Anno Anno LV LV - N. 19 19 - - 15 ottobre 2008 2008 - Rivista Rivista quindicinale quindicinale - kn kn 14,00 14,00 - EUR EUR 1,89 1,89 - Spedizione in in abbonamento postale postale a tariff tariff a a intera - Tassa Tassa pagata pagata ISSN-0475-6401<br />
ISSN-0475-6401<br />
<strong>Panorama</strong><br />
www.edit.hr/panorama<br />
Delitto Hodak: proiettile<br />
contro la democrazia
Ciao<br />
Anna
In primo Rubrica piano<br />
Il taglio previsto nel quadro della manovra del Governo di Roma<br />
Fondi, ingiusta penalizzazione<br />
di Mario Simonovich<br />
Minoranza e taglio dei fi -<br />
nanziamenti da parte italiana,<br />
questo il tema che<br />
negli ultimi giorni sta calamitando<br />
l’attenzione delle nostre istituzioni.<br />
La notizia che a Roma, nel<br />
quadro degli sforzi e della manovra<br />
del Governo, sono stati decisi<br />
tagli “ai fi nanziamenti annuali”<br />
a favore degli italiani di Croazia e<br />
Slovenia, di contro a quanto potrebbe<br />
sembrare, presenta non uno ma<br />
almeno due capitoli preoccupanti.<br />
Quello che, a lume di naso, dovrebbe<br />
creare i danni maggiori alla minoranza,<br />
è il secondo in quanto volto<br />
al futuro. Un futuro, come è stato<br />
annunciato, che dai sette milioni<br />
e rotti di euro annui fi no al 2011,<br />
sarà cadenzato dall’elargizione di<br />
cinque milioni scarsi, con una riduzione<br />
di uno scarso 32 per cento,<br />
ossia poco meno di un terzo. Neppure<br />
il primo però si presenta alieno<br />
da strascichi per niente piacevoli.<br />
Come altrimenti commentare la<br />
riduzione di poco meno di 600 mila<br />
euro, 597.000 per la precisione, dei<br />
fi nanziamenti in questi ultimi anni,<br />
dal 2004 al 2008?<br />
In altre parole, si stava e si sta<br />
piuttosto male e si starà sicuramente<br />
peggio, e il fatto che nel contempo<br />
non se la passeranno meglio né<br />
gli esuli né la minoranza slovena<br />
non “molce le cure” dei rimasti e<br />
delle loro istituzioni.<br />
La notizia, che ha dato il tono<br />
della riunione della Giunta UI di<br />
venerdì 10 ottobre a Fasana. giunge<br />
tanto più sgradita quando si pensi<br />
che solo poco più di due mesi fa,<br />
il 29 luglio, il Governo erogatore<br />
aveva inviato dalle nostre parti un<br />
sottosegretario che, come riportato<br />
nero su bianco dalla stampa nei<br />
suoi resoconti, aveva fatto sapere<br />
uffi cialmente ai vertici dell’Unione<br />
che non c’era alcuna intenzione di<br />
tagliare i fondi in favore della comunità<br />
nazionale, ma anzi, se possibile,<br />
di riportarli ai livelli a cui si<br />
trovavano negli anni 2002-2003,<br />
ossia a 5,2 milioni di euro circa.<br />
Ironia della sorte, l’informazione<br />
in merito all’incontro è stata esaminata<br />
ed approvata, si suppone con<br />
comprensibile soddisfazione, alla<br />
sessione della Giunta del 17 settembre.<br />
Alla stessa riunione, riportava<br />
“La Voce del Popolo” del giorno<br />
successivo, la Giunta aveva appoggiato<br />
in toto la richiesta della scuola<br />
“Bernardo Benussi” di Rovigno per<br />
aprire una sezione a Valle stanziando<br />
un fi nanziamento straordinario.<br />
Sempre nella stessa data, in prima<br />
pagina, la fotografi a d’apertura riprendeva<br />
il sindaco e il console italiano<br />
a Fiume all’apertura del primo<br />
asilo nido italiano. Un tanto per<br />
far capire, se ce ne fosse ancora bisogno,<br />
quali sono le attività che ci<br />
impegnano e quali, a chiunque non<br />
soffra di miopia, possono essere le<br />
direttrici lungo cui, si spera, si affermeranno<br />
ed evolveranno a favore<br />
delle generazioni a venire. Noi lo<br />
abbiamo capito da tempo, ora bisogna<br />
però farlo intendere anche al<br />
Governo della nazione madre.<br />
Una grande responsabilità, non<br />
aliena da passi che talvolta si eviterebbero<br />
volentieri, spetta in questo<br />
contesto anche all’Unione ed ai<br />
suoi enti e istituzioni. Una responsabilità<br />
che può essere sintetizzata<br />
come l’adoperarsi a fondo perché la<br />
divisione della torta in fette sempre<br />
più trasparenti avvenga all’insegna<br />
della massima correttezza, ossia<br />
che all’atto di ogni esborso venga<br />
sempre tenuta d’occhio la situazione<br />
generale di cassa. Si sa che lo<br />
stilare la lista dei “più bisognosi”<br />
è stato un compito improbo da che<br />
mondo è mondo. Bisogna però accingersi<br />
all’opera tenendo accuratamente<br />
conto delle priorità (e i casi<br />
citati sopra sono lampanti esempi<br />
positivi) e dei benefi ci per la Comunità,<br />
sacrifi cando tutto quello che,<br />
quale sia il modo con cui può essere<br />
presentato, a conti fatti ha un’importanza<br />
e un valore di secondo ordine.<br />
Non meno intensa dev’essere<br />
l’opera per il ripristino dello stato<br />
precedente. ●<br />
Costume<br />
e scostume<br />
Borse al tappeto?<br />
Banche in diffi coltà?<br />
Comprate case<br />
A livello di pensiero l’affermazione<br />
era nell’aria già da<br />
qualche giorno, a tradurla in parole,<br />
per quel che si sa, è stato<br />
un funzionario del governo Sanader.<br />
Al linguacciuto giornalista<br />
che tratteggiava il quadro<br />
nero in cui si trovano le Borse<br />
e l’altro, solo leggermente più<br />
chiaro entro cui operano le banche<br />
e gli chiedeva quindi come<br />
i piccoli risparmiatori avrebbero<br />
potuto tutelare il valore dei<br />
soldi, ha risposto, senza battere<br />
ciglio, che avrebbero dovuto<br />
compare case. Il solerte funzionario<br />
non è entrato nei dettagli,<br />
per cui non è chiaro come<br />
possa pensare a comprarsi non<br />
una casa ma anche il più sciatto<br />
monolocale quella stragrande<br />
maggioranza di cittadini della<br />
Croazia che ha depositato in<br />
banca il controvalore massimo<br />
di uno, due o tre metri quadrati.<br />
Noi qualche idea ce l’avremmo:<br />
gli interessati si potrebbero riunire<br />
in cooperative e comprarsi<br />
ciascuno un pezzetto dell’abitazione.<br />
Riunirsi in cooperative? A<br />
pensarci meglio, l’idea è da<br />
mettere nel dimenticatoio. Le<br />
cooperative sono forme di aggregazione<br />
decisamente superate<br />
e strettamente connesse a<br />
quel regime a cui non si intende<br />
assolutamente ritornare. Chi<br />
vuol essere sicuro e magari moltiplicare<br />
in tempi brevi i propri<br />
risparmi, oggi ha a disposizione<br />
forme e sistemi più moderni ed<br />
adeguati a questi tempi di libero<br />
mercato. Quali? Le azioni di<br />
borsa ad esempio, no?<br />
<strong>Panorama</strong> 3
<strong>Panorama</strong><br />
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PANORAMA esce con il concorso<br />
finanziario della Repubblica di Croazia<br />
e della Repubblica di Slovenia e viene<br />
parzialmente distribuita in convenzione<br />
con il sostegno del Governo italiano<br />
nell’ambito della collaborazione tra<br />
Unione Italiana (Fiume-Capodistria) e<br />
l’Università Popolare (Trieste)<br />
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Consiglio di amministrazione: Tatjana<br />
Petrazzi (presidente), Ezio Giuricin<br />
(vicepresidente), Luigi Barbalich, Carmen<br />
Benzan, Doris Ottaviani, Donald<br />
Schiozzi, Fabio Sfi ligoi<br />
4 <strong>Panorama</strong><br />
Sommario<br />
IN PRIMO PIANO<br />
Il taglio previsto nel quadro della manovra<br />
del Governo di Roma<br />
FONDI, INGIUSTA<br />
PENALIZZAZIONE ............................ 3<br />
di Mario Simonovich<br />
Rimpasto di governo e legge antimafi a<br />
riusciranno a fermare l’ondata di violenza<br />
che sconvolge il paese?<br />
DELITTO HODAK:<br />
IL PROIETTILE CHE HA COLPITO<br />
LA DEMOCRAZIA .............................. 6<br />
a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />
ETNIA<br />
Riunita a Fasana la Giunta Esecutiva UI<br />
DRASTICI TAGLI<br />
A SPESE ED ATTIVITÀ ...................... 8<br />
a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />
ATTUALITÀ<br />
Convegno al “Diamant” di Parenzo<br />
PSICOLOGIA, E GIORNALISMO<br />
MUTERANNO LA CULTURA? ....... 10<br />
a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />
SOCIETÀ<br />
Vladimir Kosic, Assessore alla Salute del<br />
Friuli-Venezia Giulia<br />
IL LAVORO È PER ME TERAPIA<br />
CHE NON HA EGUALI .................... 12<br />
di Marino Vocci<br />
PERSONAGGI<br />
Ernie Gigante Dešković, giovane scrittore,<br />
saggista,politico e critico di costume<br />
L’INTELLIGENZA? DA NOI<br />
È ASSAI POCO CONSIDERATA ..... 14<br />
di Marianna Jelicich-Buić<br />
ARCHITETTURA<br />
Oscar Niemeyer è autore di alcune delle<br />
più belle creazioni del secolo scorso<br />
CENT’ANNI PIENI<br />
DI SOGNI E PROGETTI ................... 18<br />
di Maurizio Franolli<br />
ARTE<br />
A Zagabria esposizione sul tema stećci<br />
MONUMENTI-PONTE<br />
FRA ISLAM E CRISTIANESIMO ... 20<br />
di Erna Toncinich<br />
CINEMA E DINTORNI<br />
“Il matrimonio di Lorna” di Luc e Jean-<br />
Pierre Dardenne, miglior sceneggiatura<br />
a Cannes<br />
IMMIGRAZIONE: L’INFERNO<br />
DEL MONDO D’OGGI ..................... 22<br />
di Gianfranco Sodomaco<br />
In copertina: foto di Ardea Velikonja<br />
N. 19 - 15 ottobre 2008<br />
STORIA<br />
Una pagina sconosciuta della Grande<br />
Guerra: il battaglione di disertori<br />
jugoslavi al fronte italiano<br />
AIUTARE GLI ITALIANI<br />
A SCONFIGGERE L’AUSTRIA ....... 24<br />
di Gino Sergi<br />
REPORTAGE<br />
A Spilimbergo studenti di tutto il mondo<br />
frequentano la Scuola mosaicisti<br />
LA TECNICA MUSIVA<br />
UN’ARTE MILLENARIA ................. 28<br />
di Ardea Velikonja<br />
LETTURE<br />
“LA CASA DEL VESCOVO” ........... 34<br />
di Gianfranco Sodomaco<br />
LIBRI<br />
“A occhi spenti” di Aljoša Curavić<br />
UMANITÀ DOLENTE<br />
PROCEDERE INFINITO ................... 38<br />
di Mario Simonovich<br />
MUSICA<br />
Mina e Ornella Vanoni, due miti che hanno<br />
festeggiato cinquant’anni di carriera<br />
LA REGINA DEGLI URLATORI<br />
E LA SIGNORA DELLA MALA ...... 44<br />
a cura di Bruno Bontempo<br />
SPORT<br />
Valentino Rossi, ottava volta iridato,<br />
secondo pilota più vittorioso in assoluto<br />
nella storia del mondiale di motociclismo<br />
IL FOLLETTO SI SCUSA<br />
DEL “RITARDO” E TORNA<br />
IMPERATORE .................................... 46<br />
Ai mondali di ciclismo a Varese, la<br />
mezzapunta Ballan succede a Bettini:<br />
terzo successo consecutivo dell’Italia<br />
“NON SO QUALE ALTRO CAPITANO<br />
AVREBBE FATTO COSÌ” ................. 48<br />
a cura di Bruno Bontempo<br />
MULTIMEDIA<br />
Grande inchiesta di PC Word sul<br />
fenomenomolto popolare (1)<br />
SOCIAL NETWORKING PERCHÉ<br />
È MEGLIO DEL PORNO .................. 52<br />
a cura di Igor Kramarsich<br />
RUBRICHE ........................................ 54<br />
a cura di Nerea Bulva<br />
IL CANTO DEL DISINCANTO<br />
LOTTA ALLA MAFIA:<br />
VOLERE È POTERE.......................... 58<br />
di Silvio Forza
È<br />
partita la nuova iniziativa del Settore Educazione e<br />
Istruzione dell’Unione Italiana, che, con l’adesione<br />
di tutte le scuole elementari della Comunità Nazionale<br />
Italiana, ha suscitato interesse e curiosità fra i bimbi<br />
e gli insegnanti delle classi inferiori. Il 10 ottobre la<br />
scuola di Momiano, sezione periferica della Scuola elementare<br />
italiana di Buie, ha ospitato la I edizione de “I<br />
colori dell’autunno”, un’iniziativa che vuol essere un<br />
momento di incontro, di gioco, ma pur sempre in dimensione<br />
didattica. È stata una giornata di studio interdisciplinare,<br />
con percorso didattico integrato per tutti<br />
gli alunni delle III classi delle SEI della Repubblica di<br />
Croazia e delle IV classi delle SEI della Repubblica di<br />
Slovenia. Quest’anno i partecipanti sono stati 174 con<br />
assente solo la scuola di Rovigno. L’anno prossimo a<br />
fare gli onori di casa sarà la scuola di Parenzo.●<br />
Grande manifestazione domenica, 5 ottobre, a Lussinpiccolo<br />
per festeggiare la “Giornata del pane”.<br />
Lungo tutta la Riva dei capitani lussignani c’erano delle<br />
bancarelle (un centinaio) sulle quali scuole ed artigiani<br />
di oltre 20 Regioni della Croazia, della Bosnia, Vojvodina<br />
ed Ungheria hanno esposto i loro prodotti. Anche<br />
la locale Comunità degli Italiani ha aderito per la prima<br />
volta a questa manifestazione. L’insegnante Mirta<br />
Širola si è occupata dell’addobbo della bancarella, e 25<br />
socie della CI, invitate dalla sig.ra Gabriella Haithun<br />
Kancijanić, hanno preparato con molto entusiasmo<br />
pane e dolci tipici. Di pasta di pane è stata fatta anche<br />
la scritta “Comunità Italiana”. Sia la gente locale che i<br />
turisti di varie nazioni si sono fermati volentieri e con<br />
interesse degustando i nostri prodotti. Alle ore 10 è iniziato<br />
il programma con il saluto del Sindaco Gari Cappelli,<br />
dopodiché si è formata una processione con i rappresentanti<br />
delle varie regioni i quali portavano i doni<br />
al Duomo della Natività della B. V. dove si è celebrata<br />
I<br />
Agenda<br />
«I colori dell’autunno»: riuscito laboratorio didattico<br />
Giochi delle Comunità: con qualche sottile polemica<br />
Giochi sportivi delle Comunità degli Italiani si sono svolti l’11<br />
ottobre presso la pittoresca oasi verde della Zelena Laguna a Parenzo.<br />
Alla 17.esima edizione hanno aderito ben 32 Comunità con<br />
la prima assoluta per Kutina e Draga di Moschiena.<br />
La splendida giornata di sole è stata dedicata tutta allo sport e<br />
agli incontri conviviali all’aria aperta. Tantissimi i partecipanti, 630<br />
in tutto, che si sono cimentati in 7 discipline sportive per un totale<br />
di 15 titoli.<br />
La manifestazione, purtroppo, si è consumata tra una miriade di<br />
polemiche legate al mancato rispetto del regolamento under e over<br />
nei tornei di pallavolo femminile e tennis da tavolo femminile. L’anno<br />
prossimo probabilmente il regolamento verrà “rivisitato”. ●<br />
A Lussino festeggiata la «Giornata del pane»<br />
la S. Messa. Terminato il rito sacro, tutti i partecipanti<br />
sono ritornati in centro facendo una sfi lata lungo la<br />
Riva. Il parroco, don Ivan Brnić, ha dato la benedizione<br />
a tutti i prodotti ed alla fi ne c’è stato il programma culturale<br />
con canti e danze di vari gruppi (dai bambini dell’asilo<br />
alle pensionate). Il coro femminile della Comunità<br />
degli Italiani di Lussinpiccolo si è esibito con “Inno<br />
a Lussino” del maestro Craglietto. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 5
6 <strong>Panorama</strong><br />
In Primo piano<br />
Rimpasto di governo e legge antimafi a riusciranno a fermare l’ondata di viole<br />
Delitto Hodak: il proiettile che ha colpito<br />
di Diana Pirjavec Rameša<br />
Delitto di mafi a in pieno centro<br />
a Zagabria. Ivana Hodak, una<br />
giovane donna di 26 anni, fi -<br />
glia di Ljerka Mintas Hodak, ex vicepresidente<br />
del Governo Tuđman<br />
ed ex ministro croato delle Eurointegrazioni,<br />
e di Zvonimir Hodak, noto<br />
avvocato, è stata freddata sui gradini<br />
di casa da un killer. E l’ammonimento<br />
di stampo mafi oso è stato recepito<br />
immediatamente. “Provate a immaginare<br />
chi l’ha uccisa” - si è lasciato<br />
andare il padre, Zvonimir Hodak,<br />
avvocato difensore del generale a riposo<br />
Vladimir Zagorec, sotto accusa<br />
per affari illeciti e traffi co d’armi,<br />
estradato in Croazia solo qualche<br />
giorno prima del delitto.<br />
Ma aldilà delle accuse lanciate<br />
da un padre affranto dal dolore<br />
gli inquirenti seguono alcune piste.<br />
Una delle ipotesi è il delitto di mafi<br />
a, una vendetta all’avvocato che<br />
difende Zagorec o un’avvertimento<br />
allo stesso ‘Zagi’ che non ha mai negato<br />
di temere per la propria incolumità<br />
nelle cerceri zagabresi e che, se<br />
decidesse di svelare alcuni segreti di<br />
stato legati all’acquisto di armamenti<br />
agli inizi degli anni Novanta, mette-<br />
rebbe in diffi coltà parecchie persone.<br />
Un’altra ipotesi è il delitto passionale,<br />
ma anche qui gli inquirenti vanno<br />
cauti e intanto scavano nella vita privata<br />
della vittima.<br />
Il delitto della giovane donna è<br />
stato recepito come un colpo infran-<br />
Il giovane corpo è stato traslato all’Istituto di Medicina legale della capitale<br />
solo dopo che la Scientifi ca ha fatto i primi prelievi<br />
Ivana Hodak con la madre Ljerka Mintas Hodak ad una partita. La ragazza,<br />
dopo esser stata colpita alla testa e al collo all’ingresso di casa, è<br />
spirata tra le braccia della madre<br />
to alla sicurezza del comune cittadino<br />
e alla labile democrazia croata<br />
che sta facendo grandi sforzi per<br />
stradicare la corruzione e avviare le<br />
tanto indispensabili riforme, in primo<br />
luogo quella della Giustizia.<br />
Ma come si fa a morire a Zagabria,<br />
sul pianerottolo di casa in pieno<br />
giorno e in un’area tapezzata da telecamere?<br />
È questa la domanda che<br />
si pongono i cittadini sconvolti dall’atroce<br />
omicidio di una ragazza che<br />
sognava di fare l’avvocato.<br />
Traffi co d’armi<br />
e preziosi trafugati<br />
In questa storia importante è capire<br />
chi sia Vladimir Zagorec, il cliente<br />
numero uno dell’avvocato Hodak.<br />
Zagorec ha vissuto per otto anni<br />
in Austria. Era stato arrestato nel<br />
marzo del 2007 a Vienna in base ad<br />
un mandato di cattura internazionale.<br />
Stando ai capi d’imputazione, al momento<br />
di lasciare l’incarico di Ministro<br />
aggiunto della Difesa nel 2000,<br />
avrebbe trafugato preziosi da una<br />
cassaforte del Ministero della Difesa<br />
croato che, nel 1993, gli erano stati
nza che sconvolge il paese?<br />
la democrazia<br />
consegnati da un commerciante tedesco<br />
di armi, quale garanzia per cinque<br />
milioni di dollari destinati all’acquisto<br />
di armi. La storia dei preziosi<br />
trafugati è emersa durante il processo<br />
ad un altro malavitoso, Hrvoje<br />
Petrač, anch’egli coinvolto in affari<br />
poco chiari che qualche anno fa aveva<br />
rapito suo fi glio e che per questo<br />
ora si trova in carcere.<br />
Il caso Zagorec ha una particolare<br />
rilevanza nel paese per via delle sue<br />
implicazioni con il mondo politico e,<br />
come sottolineano i media in questi<br />
giorni, con il mondo della mafi a<br />
croata. Il generale, infatti, aveva già<br />
ricevuto delle minacce da parte del<br />
suo peggior nemico, Hrvoje Petrač,<br />
che in questi giorni vive sotto stretta<br />
vigilanza della polizia penitenziaria<br />
del carcere di Lepoglava.<br />
Un amore proibito?<br />
A difendere Petrač è l’avvocato<br />
Ljubo Pavasović Visković, proprio<br />
l’uomo con cui la giovane Ivana<br />
Hodak, laureata in giurisprudenza e<br />
impiegata presso l’uffi cio del padre,<br />
aveva una relazione e con cui, stan-<br />
La stampa croata e straniera si occupa<br />
da anni del misterioso trasferimento,<br />
avvenuto agli inizi degli<br />
anni Novanta, di ingenti somme di<br />
danaro dalle casse dello Stato a conti<br />
bancari all’estero.<br />
do ad indiscrezioni, aveva intenzione<br />
di sposarsi. Questo rende la storia più<br />
complicata e dà addito a supposizioni<br />
secondo cui Petrač risulterebbe in<br />
cima alla lista dei possibili mandanti<br />
di questo omicidio.<br />
L’hanno uccisa perché non parlasse?<br />
Non svelasse magari qualche<br />
segreto che le due parti in confl itto<br />
tenevano per sé? Indubbiamente legandosi<br />
sentimentalmente all’avvocato<br />
“dell’altra parte” la giovane Ivana<br />
ha suscitato le ire dei propri genitori<br />
e del loro principale cliente Zagorec<br />
il quale, in Croazia, nonostante<br />
la latitanza pare avesse parecchi affari<br />
in corso, soprattutto di tipo immobiliare<br />
e di cui l’avvocato Hodak era<br />
a conoscenza.<br />
Un amore proibito in un momento<br />
sbagliato. Una meta di facile bersaglio<br />
e senza alcuna protezione - come<br />
hanno fatto notare i media -. Ed è per<br />
questo che Pavasović ha evitato i media.<br />
Non ha potuto evitare la polizia<br />
che lo ha interrogato per due volte.<br />
Figlio di un noto avvocato spalatino<br />
il 36.enne Pavasović aveva dichiarato<br />
che Ivana era la donna della<br />
sua vita.<br />
Centinaia sono le persone sentite<br />
dalla polizia, ma nulla di concreto è<br />
ancora trapelato.<br />
“Questo non è il primo delitto del<br />
genere. A questo punto i cittadini in<br />
Fondi neri e conti segreti. Scopriremo mai la verità?<br />
L’alto prezzo dell’indipendenza<br />
Il generale in congedo<br />
Vladimir Zagorec<br />
Centinaia di milioni di euro -<br />
scrive il settimanale “Globus” - sono<br />
stati depositati da persone vicine ai<br />
vertici di governo presso banche<br />
straniere. Il denaro serviva all’acquisto<br />
di armi necessarie per la difesa<br />
del paese. La Croazia, ricordiamolo,<br />
in quegli anni si trovava sotto<br />
embargo e non poteva acquistare<br />
armi sul libero mercato, bensì ha deciso<br />
di mettersi nelle mani di loschi<br />
faccendieri. Di quanti soldi si tratta<br />
probabilmente mai lo sapremo con<br />
esattezza, anche se le fonti citate da<br />
“Globus” parlano di 150 milioni di<br />
euro destinati all’armamento. Altre<br />
fonti vicine all’Avvocatura di Stato<br />
escono con cifre da capogiro: 360<br />
milioni di dollari depositati in ben 77<br />
conti esteri. Per non parlare del dena-<br />
In primo piano<br />
Croazia hanno diritto di avere paura<br />
e spero che il Ministero degli Interni<br />
e tutte le istituzioni che tutelano<br />
la sicurezza della cittadinanza prenderanno<br />
le più energiche misure per<br />
risolvere questo caso”, ha dichiarato<br />
Elisabeth Rech, l’avvocato austriaco<br />
di Zagorec. “A questo punto - ha aggiunto<br />
la Rech - il processo nei confronti<br />
del mio cliente non potrà più<br />
essere equo. Noi comunque non lasceremo<br />
sicuramente nulla al caso”,<br />
ha dichiarato alla stampa.<br />
Tra i primi a reagire in Croazia è<br />
stato il presidente della Repubblica,<br />
Stjepan Mesić, il quale ha detto che<br />
si tratta di “un crimine tremendo” ed<br />
ha prontamente convocato il Consiglio<br />
di Stato per la difesa.<br />
“Non tollereremo più la criminalità<br />
organizzata, né gli assassini<br />
di stampo mafi oso. Si tratta di una<br />
tragedia che merita tutte le possibili<br />
condanne”, ha detto il premier Sanader.<br />
“Il governo ha deciso di fare i<br />
conti con qualsiasi forma di criminalità<br />
organizzata. Non c’è più tempo,<br />
dobbiamo agire in fretta”.<br />
Il mondo politico ha reagito con<br />
grande prudenza, a parte il leader<br />
dell’SDP Zoran Milanović che, vista<br />
la complessità della situazioni e il<br />
rischio sicurezza che il Paese sta affrontando,<br />
ha chiesto elezioni straordinarie.<br />
La Dieta Democratica Istria-<br />
Zvonimir Hodak<br />
ro entrato nelle casse dello Stato a titolo<br />
di vendita degli appartamenti di<br />
proprietà sociale e poi impiegati per<br />
pagare armi e materiale bellico.<br />
Il caso del generale Zagorec, uffi<br />
cialmente sotto inchiesta dal febbraio<br />
2007, che ha diretto l’azienda<br />
“RH Alan” che comperava armi, può<br />
essere inteso come il tassello di mosaico<br />
in cui sono racchiusi numerosi<br />
segreti di Stato e della classe politica<br />
che ha guidato il paese agli inizi degli<br />
anni Novanta. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 7
Ed anche se per settimane il premier<br />
ha cercato di evitare il rimpasto<br />
di governo, pur cosciente che<br />
l’opposizione stava facendo grandi<br />
pressioni, dopo l’assassinio della<br />
giovane Ivana Hodak, Sanader ha<br />
tirato fuori i nomi dei nuovi ministri<br />
e del capo della polizia. Gli Interni<br />
sono stati affi dati a Tomislav Karamarko<br />
il quale ha annunciato grandi<br />
8 <strong>Panorama</strong><br />
In primo piano<br />
na si è limitata a chiedere, invece, un<br />
Governo di unità nazionale, ma nemmeno<br />
questa proposta è stata accolta<br />
con interesse dalle forze d’opposizione.<br />
Purtroppo questi non sono intrighi<br />
di corte, ma la triste conferma che il<br />
sistema di sicurezza nazionale ha fatto<br />
“fl op” e che lo Stato e i suoi servizi<br />
non riescono a mettere sotto controllo<br />
l’espansione e la violenza del sottobosco<br />
mafi oso infi ltrato molto più<br />
in alto di quanto un comune cittadino<br />
possa immaginare.<br />
Il premier ha cercato di parare il<br />
colpo e salvarsi la faccia destituendo<br />
il ministro della Giustizia, Ana Lovrin,<br />
il direttore della Polizia, Marijan<br />
Benko, e il ministro dell’Interno,<br />
Berislav Rončević, considerati<br />
quali persone fi dabili ma incapaci<br />
di risolvere i grandi problemi della<br />
corruzione, della fuga di notizie, di<br />
fare i conti con la criminalità organizzata.<br />
Per il leader dell’HNS, Radimir<br />
Čačić, l’uccisione di Ivana Hodak<br />
non è un caso o una questione di rapporti<br />
personali, bensì un’altra dimostrazione<br />
del rapporto di connivenza<br />
tra potere e criminalità organizzata,<br />
che si trascina da diciotto anni a questa<br />
parte, con quattro anni di interruzione.<br />
Secondo Ćačić, l’omicidio<br />
va ricondotto ai rapporti tra Hrvoje<br />
Petrač, Vladimir Zagorec e il potere<br />
dell’ex presidente Tuđman e dell’HDZ.<br />
Il leader dell’SDP, Zoran<br />
Milanović, ha asserito che “è giunta<br />
l’ora di occuparsi della mafi a, prima<br />
che questa si occupi di noi”. Dura anche<br />
la reazione del sindaco di Zagabria,<br />
Milan Bandić, il quale ha indicato<br />
che “sarà necessario innalzare al<br />
massimo il livello di responsabilità,<br />
professionalità e serietà in tutti i settori<br />
- della famiglia, delle istituzioni,<br />
dell’amministrazione, della polizia e<br />
della magistratura. La notizia dei due<br />
cambiamenti all’interno del suo dicastero:<br />
“Ho intenzione si cambiare<br />
parecchie cose nel sistema di polizia.<br />
Chi non sarà in grado di adeguarsi<br />
dovrà andarsene”.<br />
Il ministero della Giustizia sarà<br />
guidato da Ivan Šimonović il quale<br />
dopo una breve pausa dalle attività<br />
diplomatiche ritorna in politica. Il<br />
omicidi a Zagabria - ha aggiunto - mi<br />
ha mi lascia allibito. Dobbiamo fare<br />
in modo che la sicurezza torni a regnare<br />
nelle strade”.<br />
Il relatore del Parlamento europeo<br />
per la Croazia, Hannes Swoboda, ha<br />
dichiarato che l’assassinio di Ivana<br />
Hodak “è un pesante colpo inferto<br />
alla Croazia e ai suoi sforzi nel combattere<br />
la criminalità organizzata”.<br />
Ha detto che “questa è pure l’occasione<br />
per intraprendere iniziative ancora<br />
più decise per fermare il dilagare<br />
della criminalità”. Krisztina Nagy,<br />
la portavoce del Commissario per<br />
l’allargamento dell’UE, Olli Rehn,<br />
ha ribadito che l’UE continuerà a<br />
supportare sia in chiave fi nanziaria<br />
che tecnica e politica gli sforzi croati<br />
nella realizzazione della riforma della<br />
Giustizia.<br />
Alla riunione del Consiglio di<br />
sicurezza nazionale convocata dal<br />
Capo dello Stato Stjepan Mesić e<br />
a cui ha partecipato pure il premier<br />
Rimpasto di governo, lo zampino di Mesić<br />
Ivan Šimonović, ministro<br />
della Giustizia<br />
Tomislav Karamarko, ministro<br />
dell’Interno, ha guidato per<br />
anni i servizi segreti<br />
Vladimir Faber, a capo della Polizia<br />
a seguito del rimpasto di governo<br />
capo della polizia sarà Vladimir Faber,<br />
vicinissimo a Karamarko e poliziotto<br />
con una grande esperienza.<br />
Dalle nuove nomine si capisce<br />
che il presidente Mesić ha “prestato”<br />
a Sanader alcuni dei suoi collaboratori<br />
migliori. ●
Sanader è stata annunciata l’approvazione<br />
di una legge antimafi a che<br />
dovrebbe facilitare la comunicazione<br />
tra le istituzioni preposte alla sicurezza<br />
del Paese. La legge prevede<br />
anche il rilevamento del DNA a tutti<br />
i condannati il che fi nora in Croazia<br />
non veniva applicato a differenza<br />
della prassi vigente in numerosi<br />
Paesi europei. Sanader ha rilevato<br />
che “si procederà anche all’elaborazione<br />
di una nuova legge sulle<br />
competenze degli organi di Polizia<br />
e verrà accelerato l’addestramento<br />
dell’amministrazione statale quando<br />
si tratta dell’applicazione del<br />
codice personale d’identifi cazione<br />
(OIB)”.<br />
Il compito del nuovo ministro degli<br />
Interni e del nuovo direttore della<br />
Polizia, ha aggiunto il premier, sarà<br />
quello di rendere più effi ciente il lavoro<br />
dell’Uffi cio nazionale per la<br />
lotta alla criminalità organizzata e<br />
alla corruzione. ●<br />
La 26.enne Ivana Hodak, fi glia di<br />
Ljerka Mintas Hodak e di Zvonimir<br />
Hodak, è stata assassinata il 6<br />
ottobre in pieno giorno a colpi d’arma<br />
da fuoco, nell’atrio del palazzo<br />
in cui vivevano i suoi genitori, uno<br />
stabile in pieno centro di Zagabria,<br />
in via Hatz. Una zona in cui ci sono<br />
rappresentanze diplomatiche, il Ministero<br />
degli Esteri, nonché alcuni<br />
uffi ci della Questura. È stata colpita<br />
alla testa e al collo. L'assassino conosceva<br />
i suoi movimenti e sapeva<br />
che quella mattina sarebbe prima<br />
uscita e poi rientrata per uscire una<br />
seconda volta prima di mezzogiorno:<br />
l'ha attesa all'ingresso e le ha<br />
sparato, come rilevano i quotidiani<br />
croati.<br />
Agli inizi di ottobre l’ex generale<br />
in congedo Vladimir Zagorec<br />
è stato estradato in Croazia e il<br />
suo avvocato, Zvonimir Hodak, ha<br />
smentito tutte le tesi stando a cui<br />
Zagorec potrebbe vestire i panni<br />
del pentito e raccontare la verità<br />
sui diamanti scomparsi. “Temevamo<br />
che sarebbe stato un defunto,<br />
ma pentito non lo sarà in nessun<br />
caso”, ha osservato l’avvocato all’uscita<br />
dall’uffi cio del giudice, ribadendo<br />
che il suo cliente durante<br />
il primo interrogatorio si è avvalso<br />
della facoltà di non rispondere.<br />
I gioielli che il generale in congedo,<br />
stando all’atto d’accusa,<br />
avrebbe trafugato dalla cassaforte<br />
del Ministero della Difesa quando<br />
ha lasciato l’incarico di ministro<br />
aggiunto sono stati defi niti da Ho-<br />
In primo piano<br />
Hodak: «Andremo fi no in fondo»<br />
L’avvocato Zvonimir Hodak<br />
dak “un alibi per avviare il procedimento<br />
nei confronti di Zagorec”. Il<br />
giorno dopo l’assasinio della fi glia<br />
Hodak ha sentito la necessità di dichiarare<br />
ai media: “Andremo fi no<br />
in fondo e dimostreremo chi, in<br />
questa storia sia la vera vittima”.●<br />
I tanti quesiti sulla dinamica dell’omicidio<br />
Ma le testimonianze dei testimoni<br />
sono contraddittorie.<br />
Una persona ha dichiarato di<br />
aver notato verso le 11 un uomo,<br />
dall’apparente età tra i 30 e i 35<br />
anni vestito di grigio, uscire in fretta<br />
e furia dal portone della casa e dileguarsi<br />
in bicicletta. Non avrebbe<br />
sentito, comunque, gli spari. I colpi<br />
sarebbero stati uditi, invece, da una<br />
donna che abita nella casa di fronte.<br />
Pure lei ha dichiarato di avere visto<br />
un uomo allontanarsi di corsa. Altri<br />
testimoni avrebbero dichiarato alla<br />
polizia di aver sentito qualcuno gridare<br />
intorno a quell’ora nell’androne<br />
del palazzo, come se qualcuno<br />
stesse litigando.<br />
Appresa la notizia la capitale è<br />
stata presidiata dalla polizia, ma<br />
è durato solo per qualche ora. Sul<br />
luogo del crimine si sono recati immediatamente<br />
i massimi funzionari<br />
della Direzione di Polizia, decine di<br />
poliziotti e appartenenti alle Unità<br />
speciali. Il centro di Zagabria è stato<br />
bloccato: pattuglie armate di fucili<br />
sono state posizionate alle uscite<br />
della città e per l’intera giornata<br />
la capitale è stata sorvolata da elicotteri.<br />
Via Pavao Hatz 2, il palazzo dove<br />
si è consumato il crudele assassinio<br />
Contraddittorie sono pure le informazioni<br />
relative all'arma con cui<br />
è stata uccisa la giovane donna. Rimane<br />
il fatto che dal luogo del delitto<br />
la Polizia scientifi ca ha portato<br />
via numerosi scatoloni con materiale<br />
che servirà a chiarire la dinamica,<br />
il movente e i dettagli di cui per ora<br />
si sa ben poco.<br />
Da rilevare che tutta la zona è<br />
tappezzata da telecamere visto che<br />
in quell'area si trovano importanti<br />
istituzioni, e forse queste aiuteranno<br />
gli inquirenti a far luce sull'omicidio.●<br />
<strong>Panorama</strong> 9
Potrebbero essere anni di piombo quelli che attendono<br />
la Comunità nazionale italiana nel prossimo triennio<br />
(2009-2011). La riduzione dei fi nanziamenti destinati<br />
alle attività delle istituzioni CNI saranno ridotti del 30 p.c.,<br />
il che inciderà profondamente sulla programmazione delle<br />
attività realizzate dalla Comunità Nazionale Italiana.<br />
Razionalizzazione, tagli, risparmi sulle voci di bilancio,<br />
saranno questi gli argomenti che i dirigenti delle istituzioni<br />
CNI dovranno affrontare nei prossimi anni. Le riduzioni<br />
dei fi nanziamenti derivano dalla decisione del Governo<br />
italiano il quale, nel preventivare la Finanziaria 2009, ha<br />
operato un taglio lineare del trenta per cento che tocca tutti<br />
i dicasteri, Esteri compreso. Di conseguenza la CNI, che<br />
in passato ha potuto contare su 7,24 milioni di euro l’anno,<br />
si dovrà accontentare di 4,96 milioni di euro a disposizione<br />
per il prossimo, ma anche per i due successivi anni fi scali.<br />
La Giunta dell’Unione Italiana, presieduta da Maurizio<br />
Tremul, ha preso atto e posizioni sullo scottante argomento<br />
in occasione della 32.esima convocazione dell’Esecutivo<br />
ospitata il 10 di ottobre presso la CI di Fasana.<br />
La diminuzione dei fi nanziamenti è la seguente: Cap.<br />
4062 del MAE (Legge 19/91 e successive modifi che) da<br />
4.650.000,00 a 3.090.000,00 euro (- 34 per cento); Cap.<br />
4063 del MAE (contributo ordinario, Piano Permanente<br />
UI-UPT): da 2.597.000,00 a 1.872.600,00 euro (- 28<br />
per cento); Cap.4065 del MAE (Esuli): da 1.550.000,00 a<br />
1.391.000,00 euro (- 10 per cento). E dai tagli non saranno<br />
risparmiate neppure le istituzioni di proprietà dell’UI o comunque<br />
la cui attività dipende dai suoi fi nanziamenti, vale<br />
a dire EDIT, CRS, Dramma Italiano, scuole, asili che benefi<br />
ciano dei mezzi stanziati dall’Unione Italiana.<br />
I vertici dell’UI intanto corrono ai ripari. Il presidente<br />
Maurizio Tremul ha infatti dichiarato che bisognerà promuovere<br />
un’azione politica fi nalizzata a scongiurare l’applicazione<br />
di queste riduzioni, o a limitarle al massimo. Ha<br />
rilevato, tuttavia, anche la necessità di “preparaci al peggio,<br />
10 <strong>Panorama</strong><br />
Rubrica Etnia<br />
Riunita alla CI di Fasana la Giunta Esecutiva dell’UI<br />
Drastici tagli a spese ed attività<br />
a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />
Fasana, la locale Comunità degli Italiani ha ospitato<br />
la riunione della Giunta Esecutiva dell’UI<br />
La riunione della Giunta Esecutiva ospitata a Fasana<br />
ovvero di comprimere i preventivi proprio nella misura del<br />
32 per cento ipotizzata. Nella fattispecie si chiede fi n da<br />
ora a tutte le istituzioni della CNI, vale a dire EDIT, CRS,<br />
Dramma Italiano, scuole, asili eccetera, che benefi ciano dei<br />
mezzi stanziati dall’Unione Italiana, di rivalutare i propri<br />
piani e programmi di lavoro entro certi limiti, e di comunicare<br />
all’UI quali sono i margini di contenimento delle spese<br />
che possono sopportare continuando a operare come hanno<br />
sempre fatto”.<br />
La situazione è “tragica e politicamente molto pesante”<br />
è stato il parere di Claudia Millotti, responsabile del settore<br />
Programmazione quadri, la quale ha aggiunto: “Si vive<br />
prevalentemente dell’appoggio fi nanziario e morale della<br />
madrepatria e se questo viene a mancare noi ne moriamo!<br />
Tutta la CNI risentirà in modo terribile di questa riduzione.<br />
Abbiamo creato un sistema effi ciente lavorando nel migliore<br />
dei modi. Insomma, se non ci sono prospettive all’orizzonte,<br />
sia convocata d’urgenza l’Assemblea ed espresso il<br />
nostro estremo disappunto perché il 32 per cento non signifi<br />
ca né razionalizzare né ottimizzare bensì operare tagli<br />
enormi alle attività di vitale importanza della nostra Comunità<br />
Nazionale.<br />
Primo effetto tangibile della prossima riduzione dei fi -<br />
nanziamenti all’Unione Italiana è la messa ad acta del Protocollo<br />
esecutivo di collaborazione tra i Dipartimenti per gli<br />
studi in lingua italiana e per la formazione di maestri dell’Università<br />
di Pola ‘Juraj Dobrila’, l’Università degli studi<br />
di Trieste, l’Unione Italiana e l’Università Popolare di Trieste.<br />
Pur essendo stato regolarmente approvato alla seduta<br />
di Fasana, non va considerato operativo dal momento che<br />
la Giunta UI non può assumersi l’impegno di sostenere la<br />
somma (100 mila euro, lordi) inizialmente preventivata”.<br />
La Giunta esecutiva UI ha accolto anche un’informazione<br />
sull’esito del recente appuntamento con le urne per<br />
il rinnovo del Parlamento in Slovenia, complimentandosi<br />
con Roberto Battelli per la rielezione al seggio specifi co<br />
della minoranza.●
Interessante convegno ospitato all’albergo «Diamant» di Parenzo<br />
Psicologia, etica e giornalismo<br />
cambieranno la nostra cultura?<br />
Psicologia-etica-giornalismo. Come interferisce e<br />
dove fi nisce la libertà e l’eticità dell’uno e dove inizia<br />
quella dell’altro? Che cos’è più importante: tutelare<br />
la vita di un individuo oppure aumentare la tiratura di<br />
un quotidiano? E come difendere il diritto di una scelta “individuale”<br />
di fronte al criterio di “audience”, comunemente<br />
adottati da giornalisti e redattori? La libertà dei media può<br />
far male alle persone? Lo si può evitare?<br />
Sono queste alcune delle domande che gli psicologi riuniti<br />
nell’Associazione nazionale di categoria hanno rivolto<br />
ai giornalisti, ai direttori di giornali ed ai docenti universitari<br />
invitandoli a rifl ettere a più voci su un tema che oggi<br />
emerge nella sua stridente attualità. A parlarne ad un convegno<br />
ospitato a Parenzo nei primi giorni di ottobre e promosso<br />
dalla Società croata degli psicologi sono stati personaggi<br />
di spicco quali Mila Jelavić, Tutore dell’infanzia, il<br />
presidente dell’Ordine dei giornalisti, Zdenko Duka, Inoslav<br />
Bešker, corrispondente del quotidiano “Jutarnji List”<br />
da Roma, il docente universitario Zoran Sušanj, psicologi<br />
clinici, ricercatori. Una miriade di professionalità a cui interessa<br />
difendere i diritti dell’individuo rispetto a tutte quelle<br />
sfi de che arrivano dall’invadenza dei media che senza alcun<br />
scrupolo scavano nel privato di grandi e piccini.<br />
Nella seconda giornata della conferenza annuale, dedicata<br />
in gran parte al tema dell’infl uenza dei media sull’opinione<br />
pubblica, tra i vari interventi c’è stato uno particolarmente<br />
interessante e ben fatto soprattutto dall’aspetto<br />
metodologico-scientifi co. Nell’intervento è stata presentato<br />
una ricerca nella quale si è cercato di vedere se le smentite,<br />
anche se pubblicate così come lo impone la legge, cosa che<br />
peraltro raramente avviene, possono essere, ed in quale misura,<br />
effi caci nel modifi care un atteggiamento negativo del<br />
pubblico nei confronti di una persona, suscitato da una notizia<br />
apparsa in precedenza sul giornale.<br />
La ricerca, nella sua prima parte, ha preso in considerazione<br />
l’infl uenza di due fattori: a) chi è l’autore della smentita<br />
(la persona danneggiata, una terza persona o l’autore<br />
dell’articolo stesso); e b) il contenuto della smentita (vengono<br />
smentite soltanto le informazioni negative oppure si<br />
L’albergo Diamant ha ospitato i lavori del convegno<br />
Attualità<br />
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Zdenko Duka<br />
aggiungono alla smentita anche delle informazioni positive<br />
sulla persona). I soggetti dell’esperimento, dopo aver letto<br />
la prima notizia, esprimevano il loro atteggiamento nei confronti<br />
della persona in questione su una scala contenente 25<br />
caratteristiche bipolari di tipo etico (es. buono-cattivo, onesto-disonesto,<br />
ecc. inserite ai due lati di una scala di 5 gradi),<br />
e poi, divisi in tre gruppi, lo rifacevano dopo aver letto<br />
la stessa smentita, fatta da tre persone diverse, oppure dopo<br />
aver letto smentite fatte da persone diverse e con modalità<br />
diverse, come presentato nella parte iniziale.<br />
Nella seconda parte si è cercato di vedere invece qual è<br />
l’effetto delle informazioni negative dette su una persona<br />
che in precedenza era già stata presentata sotto una luce positiva<br />
o negativa e qual è in tal caso l’effi cacia della smentita.<br />
I risultati hanno indicato che l’effi cacia della smentita<br />
è quasi nulla se fatta dalla persona danneggiata. Le cose<br />
vanno un po’ meglio se la smentita viene fatta da una terza<br />
persona ed è maggiore se l’autore della smentita è il giornalista<br />
stesso, e se magari non si limita soltanto a smentire le<br />
affermazioni negative, ma ci aggiunge anche qualche informazione<br />
positiva. Inoltre se una persona viene inizialmente<br />
presentata sotto una luce positiva, e poi se ne danno delle<br />
informazioni negative l’effi cacia della smentita è minore,<br />
mentre se la persona era inizialmente presentata sotto una<br />
luce negativa, l’effi cacia è maggiore.<br />
Al convegno si è parlato pure delle necessità di educare<br />
i fruitori dei mass media invogliandoli a non sviluppare un<br />
rapporto di passività ma di (com)partecipazione alla creazione<br />
dell’informazione. Dal convegno sono emerse alcune<br />
conclusioni pubblicate su tutti i principali mass media<br />
locali. Questi riguardano per esempio l’inesistenza di una<br />
legge a tutela della privacy che lede i diritti dell’individuo<br />
soprattutto quelli dei bambini. Uno dei punti chiave elaborati<br />
nelle conclusioni riguarda pure le forme di prevenzione<br />
della cultura della violenza tante volte presente sia nei media<br />
elettronici che su quelli cartacei. In tal senso gli psicologi<br />
croati hanno espresso pure il loro supporto ai giornalisti<br />
che troppo spesso devono contestare le richieste degli editori<br />
di sviluppare argomenti fanno audience ma che violano<br />
i diritti fondamentali dell’uomo. ● (De. S. - D. P. R.)<br />
<strong>Panorama</strong> 11
Vladimir Kosic, Assessore alla Salute e alla protezione sociale della Region<br />
Il lavoro è per me una terapia che n<br />
Avuta la conferma uffi ciosa della<br />
sua elezione a presidente della<br />
Regione Friuli Venezia Giulia,<br />
nella serata di lunedì 14 aprile, nella<br />
sua prima dichiarazione uffi ciale Renzo<br />
Tondo indicò immediatamente un<br />
solo nome di un probabile assessore e<br />
annunciò tra la sorpresa generale quello<br />
di Vladimir Kosic, che sarebbe stato<br />
nominato poi Assessore alla Salute e<br />
alla Protezione sociale.<br />
È nata proprio il quel preciso istante<br />
l’idea di fare un’intervista all’amico<br />
Miro. Era un momento per me di delusione<br />
per la sconfi tta di Riccardo Illy<br />
per il quale avevo votato ma del quale<br />
avevo purtroppo previsto la sconfi tta,<br />
ma anche di gioia e di apprezzamento,<br />
che ho espresso anche pubblicamente,<br />
per la scelta da parte di Tondo di una<br />
persona brava e onesta. Di questo mi<br />
sono pubblicamente complimentato.<br />
Poi i tempi della politica e il diffi cile<br />
avvio del lavoro istituzionale, ne hanno<br />
ritardato i tempi, ma oggi con Miro<br />
Kosic esce, in assoluto, la mia prima<br />
intervista per “<strong>Panorama</strong>”.<br />
Perché con Vladimir Kosic? Perché<br />
si è assunto un compito non certamente<br />
facile e perché è una persona con radici<br />
profonde nella nostra terra istriana<br />
che guarda con rispetto e lungimiranza<br />
al futuro<br />
La Sanità si occupa spesso di<br />
“soggetti deboli” (malati e/o persone<br />
a rischio) e “mangia” oltre la metà<br />
del bilancio della Regione FVG.<br />
Come garantire in futuro i diritti di<br />
questi “soggetti deboli”?<br />
“Il tema è: rinnovare i servizi in<br />
base ai bisogni reali della popolazione,<br />
di tutte le fasce di età. Tenendo ben<br />
presente che oggi la sfi da è l’aumento<br />
della vita media. È una cosa bellissima,<br />
beninteso, ma da essa derivano bisogni<br />
crescenti di persone che, con l’avanzare<br />
dell’età, appaiono sempre più deboli<br />
e bisognose di attenzioni da parte del<br />
sistema salute. Pertanto si tratta di fare<br />
una profonda rifl essione su un modello<br />
di servizi sanitari che, al momento, non<br />
ha ben intercettato questi aspetti e non<br />
li considera ancora una priorità.<br />
12 <strong>Panorama</strong><br />
di Marino Vocci<br />
Società<br />
L’impegno della Giunta regionale<br />
guidata dal presidente Renzo Tondo<br />
va proprio in questa direzione: elevare<br />
l’offerta di servizi sanitari ed assistenziali<br />
in Friuli Venezia Giulia, seguendo<br />
i progressi della scienza medica<br />
e delle tecnologie, garantendo le<br />
eccellenze dando risposte alla cronicità.<br />
Dobbiamo dimostrare competenza<br />
nell’affrontare le problematiche crescenti<br />
legate all’età, e dunque alle malattie<br />
croniche ed a quelle connesse alle<br />
persone con disabilità. Sono problemi<br />
la cui soluzione prevede l’intervento<br />
di una pluralità di ‘attori’, che nelle diverse<br />
fasi devono anche sapersi raccordare<br />
e coordinare sotto un’unica regia.<br />
Per questa ragione il nostro obiettivo è<br />
una forte integrazione tra sanità e sociale,<br />
che oggi viaggiano in maniera<br />
asincrona.<br />
Non basta. È anche fondamentale<br />
che le associazioni che rappresentano<br />
le persone più deboli sappiano passare<br />
dalla denuncia alla proposta, sappiano<br />
condividere progettualità, sappiano<br />
assumersi responsabilità sui contenuti.<br />
Insomma, da loro ci aspettiamo proposte<br />
che contribuiscano ad innovare i<br />
servizi, nell’interesse di tutti”.<br />
Come giustamente hai evidenziato,<br />
la nostra è una società sempre più<br />
vecchia, fatta spesso di vecchi che<br />
stanno proprio male. Una domanda<br />
diffi cile: vivono una vita che merita<br />
di essere vissuta?<br />
“Se considero la mia condizione<br />
(l’assessore Kosic è costretto su una<br />
sedia a rotelle da 44 anni per un incidente,<br />
ndr) dire che la vita non merita<br />
di essere vissuta sarebbe blasfemo: per<br />
quanto ci siano momenti di crisi nella<br />
vita di tutti, la vita merita di essere vissuta<br />
perché la morte non è un’alternativa,<br />
per defi nizione. Si tratta naturalmente<br />
di renderci conto che anche un<br />
vecchio che sta male è, prima di tutto,<br />
una persona, con le proprie emozioni,<br />
i propri sentimenti, le proprie sensibilità.<br />
E quindi queste persone, vanno<br />
valorizzate, vanno aiutate ad affrontare<br />
il peso dei loro problemi. Sono le<br />
premesse indispensabili per dare non<br />
solo ‘più anni alla vita, ma più vita agli<br />
anni’.”<br />
Vladimir Kosic (Assessore alla Salute<br />
e Protezione sociale)<br />
Spesa ospedaliera e spesa per la<br />
prevenzione, che spesso signifi ca un<br />
sistema territoriale adeguato: come<br />
intervenire?<br />
“È ovvio che non ci deve essere<br />
contrapposizione. Si tratta di creare<br />
percorsi virtuosi di presa in carico dei<br />
pazienti, partendo dall’ospedale per fi -<br />
nire nel territorio. C’è, invece, e non mi<br />
stanco di ripeterlo, un problema di comunicazione<br />
tra strutture. Solo garantendo<br />
il dialogo tra i diversi livelli - attraverso<br />
lo scambio di informazioni, di<br />
cartelle cliniche, di progetti terapeutici<br />
- si può assicurare la necessaria continuità<br />
gestionale ed organizzativa. In un<br />
percorso omogeneo, senza soluzione di<br />
continuità, che veda il coinvolgimento<br />
attivo e partecipe di tutte le diverse<br />
componenti del sistema: sanitario, e<br />
quindi ospedale e territorio; ma anche<br />
sociale, e dunque servizi dei Comuni,<br />
offerta residenziale, iniziative per favorire<br />
la permanenza a casa propria, in<br />
famiglia, di quei pazienti deboli di cui<br />
abbiamo appena parlato.<br />
Ripeto, la contrapposizione non<br />
ha senso, perché altrimenti si fi nisce<br />
per affrontare le urgenze nella maniera<br />
sbagliata e non si è in grado di sostenerle”.<br />
Il cittadino/consumatore e quindi<br />
portatore di diritti e di doveri come<br />
può essere coinvolto?<br />
“Prima di tutto dandogli informazioni<br />
adeguate, e anche la possibilità di<br />
esprimere il maggiore o minore gradimento<br />
per il servizio, attraverso la co-
e Friuli-Venezia Giulia<br />
on ha eguali<br />
siddetta ‘customer satisfaction’. Voglio<br />
sottolineare a questo proposito che la<br />
logica pianifi catoria e gestionale che ci<br />
sta guidando ha il suo valore aggiunto<br />
nella scelta del presidente Tondo di<br />
prestare maggiore ascolto alla comunità<br />
e ai suoi bisogni, cercando le risposte<br />
più opportune proprio attraverso il<br />
dialogo con i cittadini e le associazioni.<br />
Insomma, condividiamo le tecniche<br />
del ‘benchmarking’, quale strumento<br />
di miglioramento organizzativo basato<br />
sul confronto”.<br />
Viviamo lungo un confi ne che non<br />
c’è più, come dobbiamo adeguare la<br />
“politica” e gli “strumenti della politica?<br />
“Guardando insieme all’Europa e ai<br />
suoi valori. La strategia di Lisbona rimane<br />
secondo me il punto da cui partire<br />
e dal quale proseguire, perché vi<br />
sono indicati con chiarezza i percorsi<br />
per ogni sistema e per ogni settore. Rimane<br />
questo, per me, il momento fondante<br />
dell’Unione Europea…”<br />
… e la tua opinione sulla costituenda<br />
Euroregione?<br />
“È evidente che quando parliamo di<br />
Euroregione dobbiamo pensare ad una<br />
istituzione non declinata su modalità<br />
che negano le sovranità nazionali, perché<br />
il diritto internazionale va rispettato.<br />
È quindi una realtà da costruire con<br />
progetti ma anche con percorsi giuridici<br />
attenti all’aspetto internazionale.<br />
Detto questo, sono convinto che si possano<br />
concretizzare progetti importanti,<br />
anche su aree quali quelle della sanità,<br />
che a mio parere può diventare uno<br />
straordinario terreno di collaborazione.<br />
Una prospettiva che va perseguita con<br />
maggiore attenzione e soprattutto con<br />
una maggiore programmazione”.<br />
Da persona diversamente abile,<br />
come vivi questa tua importante<br />
sfi da politica di governo di una Regione?<br />
“La vivo come tutte le sfi de della<br />
mia vita. Cercando di studiare, di aggiornarmi,<br />
di imparare ciò che non so,<br />
di capire ciò che è più opportuno fare,<br />
entrando sempre nel merito delle questioni,<br />
senza condizionamenti ideologici<br />
che non consentono di trovare né<br />
la strada più adeguata né i compagni di<br />
strada migliori. Mi appoggio su validi<br />
collaboratori, indispensabili!<br />
Attraverso il lavoro riesco a dare<br />
un senso alla mia vita e alla mia condizione.<br />
Anzi, il lavoro ha rappresentato,<br />
in questi 44 anni di paralisi, la<br />
mia ‘terapia’. Mi ha salvato il ‘potermi<br />
impegnare’. Insomma, vivo questa<br />
esperienza con grande gioia, con entusiasmo,<br />
con soddisfazione, con tanta<br />
voglia di fare, cercando di non farmi<br />
condizionare troppo dalle mie diffi coltà<br />
motorie. Con questo intendo dire anche<br />
che è fondamentale garantire diritti<br />
e opportunità a tutte le persone con disabilità.<br />
Il diritto di far emergere le capacità<br />
residue, e quindi di studiare e di<br />
lavorare, e non solo il diritto di ottenere<br />
uno stato di salute accettabile e il dirit-<br />
L’Assessore durante una seduta<br />
to all’assistenza. Chi lavora non prende<br />
la pensione: paga le tasse ed è più felice.<br />
È il valore aggiunto della persona,<br />
essere protagonisti malgrado la sorte, a<br />
volte, avversa. Un valore che ‘gli ultimi’<br />
affermano con la loro ‘diversità’.”<br />
Tu non sei certamente un uomo<br />
di destra e sei nella Giunta di un governo<br />
regionale di centrodestra; cosa<br />
sono per te oggi destra e sinistra?<br />
“Perdonami ma su questo no, non ci<br />
sto. Sono temi di cui si poteva occupare<br />
Giorgio Gaber nelle sue canzoni di<br />
vent’anni fa. Per me sono veramente<br />
questioni fuori tempo, non mi interessano<br />
più, non hanno più senso. Perché<br />
le ideologie sono crollate per la zavorra<br />
negativa che si sono trascinate con<br />
sé: dove resistono ancora servono solo<br />
a ‘conservare’, non certo ad innovare.<br />
Bisogna sempre entrare nel merito delle<br />
questioni. Il confronto non può essere<br />
solo tra posizioni politico-faziose diverse,<br />
che in genere sono piene di pre-<br />
Società<br />
concetti. L’orizzonte è il mondo intero,<br />
non può esaurirsi su questioni di carattere<br />
ideologico né su questioni di schieramenti<br />
precostituiti.<br />
Il mondo ci insegna che le soluzioni<br />
migliori, quelle che hanno dato benessere<br />
ed equità, sono le scelte di merito<br />
che hanno saputo investire nell’intelligenza,<br />
nel sapere, nella scienza. Sono<br />
un uomo che fondamentalmente crede<br />
alla scienza e alle sue soluzioni. È<br />
la scienza che ha salvato l’uomo, non<br />
l’economia. L’economia stessa è scienza:<br />
Marx l’avevo capito, i suoi discepoli<br />
meno, molto meno”.<br />
Siamo come sommersi dalla solitudine,<br />
riesci a vivere l’amicizia?<br />
“Non ne potrei fare a meno. Tuttavia<br />
l’amicizia è stata sempre anche<br />
condivisione di progetti, di impegni di<br />
lavoro, di scelte. Ho molti amici con i<br />
quali ho condiviso percorsi che mi hanno<br />
riempito di soddisfazione. E credo<br />
di aver anche condiviso con Marino<br />
Vocci e gli amici del circolo Istria grandi<br />
speranze, orizzonti lungimiranti che<br />
ricordo sempre con entusiasmo. Ricordo<br />
una serata in una trattoria di via Madonna<br />
del Mare, nel ’94 credo, quando<br />
riaccompagnandomi alla macchina<br />
per aiutarmi a salire ci dicemmo che<br />
le dichiarazioni di Fini a Fiuggi aprivano<br />
una stagione politica nuova. Da<br />
allora in poi ho scoperto che, nel merito<br />
e con crescente frequenza, ero spesso<br />
d’accordo con Fini. Con altrettanta<br />
franchezza, ciò che non ho gradito nel<br />
Circolo sono stati alcuni (comprensibili)<br />
toni nostalgici, pittoreschi, a volte<br />
quasi caricaturali”.<br />
Le tue impressioni dopo i primi<br />
mesi alla guida di uno degli Assessorati<br />
più importanti?<br />
“Ho cercato di avviare processi di<br />
collaborazione, di responsabilizzazione<br />
e di confronto con gli enti locali,<br />
con le aziende, con i professionisti e<br />
con le associazioni. Credo che si tratti<br />
di ritrovare in questi incontri, in questi<br />
momenti di condivisione e di responsabilizzazione<br />
di ciascuno, le motivazioni<br />
per sostenere le scelte politiche che<br />
il Presidente Renzo Tondo proporrà e<br />
condividerà con la maggioranza e con<br />
Colleghi della Giunta, fi nora totalmente<br />
accolte. Per essere puntuali, tutte le<br />
delibere sono state votate all’unanimità,<br />
il che dimostra un grande coraggio,<br />
una grande coerenza, la conferma di essere<br />
‘connessi’ con i valori della nostra<br />
comunità regionale”. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 13
14 <strong>Panorama</strong><br />
Personaggi<br />
Ernie Gigante Dešković, giovane scrittore, saggista musicista, politico<br />
L’intelligenza? Da noi è assai poco<br />
di Marianna Jelicich-Buić<br />
Ho avuto il piacere e l’onore<br />
di conoscere Ernie Gigante<br />
Dešković di Abbazia al Simposio<br />
sull’Istria e l’Istrianità organizzato<br />
dall’Accademia istriana per<br />
le scienze e la cultura “Histrianitas<br />
XXI” a Umago.<br />
Pur essendo piuttosto informata<br />
sulle personalità<br />
e le “autorità” del mondo<br />
culturale nostrano, questo<br />
nome così imponente mi<br />
è risultato completamente<br />
nuovo. A questo nome<br />
aggiungete “culturologo e<br />
scrittore” ed ecco che nella<br />
mente si crea l’immagine<br />
di un signore in età avanzata,<br />
una bella barba bianca,<br />
che ha trascorso almeno<br />
una cinquantina d’anni<br />
in biblioteche desolate e<br />
polverosi archivi ad analizzare<br />
manoscritti medievali.<br />
Il che giustifi ca il fatto<br />
di non averne mai sentito<br />
parlare. Invece no: con<br />
grande sorpresa, mia e di<br />
chi (spero siate in pochi)<br />
ne sentono parlare per la<br />
prima volta, si tratta di un<br />
giovane di 29 anni ancora<br />
da compiere e dall’aspetto<br />
più che gradevole. La<br />
sorpresa sarà poi ancora<br />
maggiore sapendo che ha<br />
alle sue spalle la pubblicazione<br />
di diversi romanzi<br />
e saggi e che, se può sembrare<br />
poco, è attivo in diversi settori<br />
della vita politica e culturale. Sorpresi?<br />
Io molto ed è per questo che<br />
ho deciso di presentarlo anche a voi,<br />
cari lettori.<br />
A 22 anni il primo<br />
romanzo<br />
Inizieremo parlando della sua<br />
attività di scrittore. In questa, meglio<br />
che altre, si riconosce e si sente<br />
più appagato, ritenendola la sua<br />
vocazione primaria. Ernie ha ini-<br />
ziato a scrivere a 13 anni pubblicando<br />
il suo primo romanzo a 22.<br />
Creatio, questo il titolo, è un romanzo<br />
horror composto da due<br />
unità a sé stanti, “Pandora” e “Presenze”.<br />
L’azione prende il via dalla<br />
biografia fittizia del pittore fiam-<br />
Ernie Gigante Dešković<br />
mingo Hieronymus Bosch, il quale,<br />
usando il sangue di un neonato<br />
morto, dipinse il quadro intitolato<br />
“Pandora”, che diventerà fonte<br />
del male per tutti i suoi futuri proprietari,<br />
le cui tragiche disavventure<br />
vengono presentante attraverso<br />
cronache che si snodano lungo<br />
alcuni secoli. Presenze invece ci<br />
porta, a seguire le vicende di alcuni<br />
personaggi uniti da sottili legami<br />
di sangue secolari, ma anche da<br />
incubi, alla presenza inconscia ma<br />
anche materiale, di un demone.<br />
Quali sono i tuoi ricordi legati<br />
alla stesura di “Creatio”? Come<br />
valuti quest’opera a distanza di 6<br />
anni?<br />
“’Creatio’ è un tipico lavoro da<br />
principiante e mi fa più che altro sorridere.<br />
Se penso però all’età che avevo<br />
quando l’ho scritto, alla sua<br />
struttura e alla sua mole (333<br />
pagine!), comprendo che in<br />
realtà è stato un mio interessante<br />
intento di scrivere, ovviamente<br />
per me, un’opera<br />
monumentale che continuerà<br />
a snodarsi attraverso gran parte<br />
della mia attività letteraria.<br />
Cosa che, in effetti, sta accadendo”.<br />
Potresti identifi care “un<br />
modello”, un’opera o uno<br />
scrittore, che hanno infl uito<br />
in modo particolare sugli<br />
inizi del tuo percorso da<br />
scrittore?<br />
“Per ciò che riguarda i<br />
nomi noti, non ho un ‘modello’<br />
in particolare, tanto più<br />
che la gente ha l’abitudine di<br />
prendere a modello le persone<br />
che in realtà non conosce<br />
e di cui non sa niente. In questo<br />
caso parlerei piuttosto di<br />
stima verso l’opera piuttosto<br />
che verso l’autore (tralasciando<br />
il fatto che con l’importanza<br />
di un’opera si può manipolare<br />
molto abilmente). A<br />
proposito di questo, su di me<br />
ha infl uito il libro ‘Cosmos’<br />
di Carl Sagan che leggevo<br />
quand’ero tredicenne e che,<br />
in qualche modo, è stato uno stimolo<br />
aggiuntivo che mi ha portato<br />
a interessarmi di astronomia e letteratura.<br />
Infatti, la mia prima novella<br />
è stata di genere fantascientifi co, e<br />
il mio primo libro una sorta di copia<br />
di ‘Cosmos’. Ovviamente, non<br />
ho fatto pubblicare nessuno dei due.<br />
Un’altra cosa che mi ha affascinato<br />
particolarmente in questo mio periodo<br />
giovanile è stata la visione<br />
della scienza e del mondo di Christiaan<br />
Huygens, un genio poliedrico<br />
del XVII di cui leggevo con gran-
e critico di costume<br />
considerata<br />
de piacere le posizioni e considerazioni”.<br />
Ad un anno di distanza da<br />
“Creatio”, viene pubblicato “Caduti”<br />
(Posrnuli) che tratta di uno<br />
studente di medicina che, in seguito<br />
alla tragica morte dell’amata,<br />
sperimenta con un gruppo di<br />
amici la morte indotta. Da queste<br />
esperienze nell’aldilà di cui i protagonisti<br />
non serbano alcun ricordo<br />
al risveglio, affi orano nei loro<br />
sogni e incubi. Il desiderio di conoscenza<br />
li porterà a superare i limiti,<br />
conducendoli verso una tragica<br />
fi ne. Questa storia ricorda molto il<br />
fi lm “Linea mortale” di Joel Schumacher,<br />
con Julia Roberts e Kiefer<br />
Sutherland. Come mai?<br />
“Il tema certo non è nuovo, tanto<br />
che, oltre al fi lm, sono stati scritti<br />
altri sette romanzi sulla stessa falsariga.<br />
Io l’ho fatto per il semplice motivo<br />
che la storia mi è piaciuta e ho<br />
voluto interpretarla a modo mio. Mi<br />
sono preso un po’ di tempo e presto<br />
il romanzo era fi nito. Alcune persone<br />
se ne sono interessate reputandolo<br />
molto valido e l’opera è stata pubblicata”.<br />
Facciamo un salto temporale<br />
che ci porterà ai giorni nostri<br />
e alla recente pubblicazione del<br />
tuo ultimo romanzo, “L’enigma<br />
di Sereni”. Nel frattempo hai<br />
pubblicato una raccolta di saggi<br />
politologici e culturologici intitolata<br />
“Discrepatio” (2006), il<br />
romanzo breve “La scomparsa”<br />
(Iščeznuće) nonché numerosi racconti<br />
fantascientifi ci, diversi articoli<br />
e saggi. Molti dei tuoi scritti<br />
inoltre sono stati tradotti in varie<br />
lingue e anche premiati. Cosa<br />
vuol dire essere scrittore oggi,<br />
quali le diffi coltà e quali i piaceri<br />
del mestiere?<br />
La letteratura<br />
subordinata a mercato<br />
e marketing<br />
“Scrivere per me non è un lavoro,<br />
piuttosto una cosa che fa parte di<br />
me. È semplicemente quello che fac-<br />
Ernie Gigante Dešković è vicepresidente<br />
della Società letteraria<br />
croata OSVIT, con sede a Fiume<br />
la quale ha pubblicato recentemente<br />
la raccolta di saggi Fiume per<br />
i curiosi Fiumanologia I. In essa<br />
sono contenuti anche quattro saggi<br />
scritti di sua mano su fi gure caratteristiche<br />
della Fiume di ieri: il<br />
primo su Riccardo Gigante, che fu<br />
per lunghi anni sindaco di Fiume;<br />
l’altro su Antonio Grossich, politico<br />
e uomo di scienze fi umano di<br />
fama mondiale; poi D’Annunzio a<br />
Fiume e infi ne l’intrigante "Piccolo<br />
segreto fi umano" di Tin Ujević e<br />
Benito Mussolini.●<br />
Personaggi<br />
Quattro saggi sui protagonisti della Fiume del passato<br />
cio e per questo non ho una particolare<br />
visione sulle diffi coltà e i piaceri<br />
che lo scrivere comporta. I viaggi,<br />
gli incontri con i lettori e i diversi avvenimenti<br />
letterari, erano all’inizio<br />
qualcosa di veramente speciale, ma<br />
dopo un po’ di tempo, anche se tutto<br />
questo continua a far piacere, diventa<br />
qualcosa di consueto. In generale la<br />
cosa che mi sembra più avvilente oggigiorno<br />
è che la letteratura si sia alquanto<br />
sottoposta al capitalismo neoliberale<br />
che ne ha fatto un prodotto,<br />
dove nulla è importante se non un<br />
buon marketing”.<br />
Come hai detto poco prima, i<br />
motivi presenti in “Creatio”, continuano<br />
ad accompagnare il tuo lavoro<br />
letterario. Infatti ne “L’enigma”<br />
di Sereni ritroviamo il quadro<br />
“Pandora” di Bosch e alcuni personaggi<br />
noti ai lettori dei tuoi romanzi<br />
precedenti.<br />
“L’’Enigma di Sereni’ è nato<br />
come risposta all’attacco (presunto)<br />
di controversi (indubbiamente) bestseller,<br />
come ad esempio “Il codice<br />
da Vinci” e altri. È un romanzo scritto<br />
senza grandi pretese e visto che<br />
mi sono divertito molto a scriverlo,<br />
ha già soddisfatto tutte le mie aspettative.<br />
La prima idea sulla nascita<br />
di questo libro risale al 2001 e fi no<br />
al 2007 si protraeva costantemente<br />
come un insieme di frammenti, per<br />
questo non è strano che parte di questi<br />
frammenti siano presenti anche in<br />
altri miei lavori precedenti.<br />
Scrivere vuol dire...<br />
Anche se la domanda sembra<br />
semplice, nel corso del passato (e del<br />
presente) questa è stata motivo per la<br />
stesura di innumerevoli discussioni,<br />
saggi critici, premesse fi losofi che.<br />
Senza teorizzazioni superfl ue, credo<br />
che la scrittura sia un gioco intellettuale<br />
nel quale, accanto alla creazione<br />
e all’estetica, ci sono tanta passione<br />
e fatica”.<br />
Scrivere per sé o pensando al<br />
lettore?<br />
“Scrivere per il lettore è la creazione<br />
di un compromesso e la trasformazione<br />
dello scrittore in una<br />
fabbrica che crea un prodotto con<br />
lo scopo che il prodotto piaccia a<br />
un dato gruppo di persone che lo<br />
acquisteranno. A me non piace questo<br />
modo di scrivere e quindi scrivo<br />
per me stesso, ma non disdegno<br />
di esporre ciò che ho scritto alla luce<br />
del giorno. Allora il lettore entra in<br />
contatto con il mio lavoro e indipendentemente<br />
da come lo giudicherà, il<br />
mio lavoro è esposto dinanzi a lui in<br />
modo completamente sincero. Questo<br />
mi sembra corretto”.<br />
Ho letto da qualche parte che<br />
hai avuto diffi coltà nella pubblicazione<br />
dei tuoi scritti.<br />
“Questo è vero in parte. Quando<br />
ho iniziato a pensare alla pubblicazione,<br />
ho avuto diffi coltà a farlo in<br />
Croazia perché semplicemente non<br />
c’era spazio per un novo scrittore.<br />
Per questo motivo mi sono rivolto all’estero<br />
dove le cose si sono sistemate<br />
molto in fretta. I miei lavori veni-<br />
<strong>Panorama</strong> 15
16 <strong>Panorama</strong><br />
Personaggi<br />
vano pubblicati, arrivavano premi e<br />
contratti. Ovviamente, dopo questo,<br />
i miei lavori hanno iniziato a essere<br />
pubblicati anche in Croazia. Da quello<br />
che ne so, anche altri che si occupano<br />
d’arte o di scienza hanno avuto<br />
la stessa sorte. Sembra che da noi le<br />
cose debbano andare così, secondo il<br />
processo illogico dell’incapacità di<br />
tenersi i propri quadri”.<br />
Se il titolo del tuo libro fosse<br />
“Un giorno come un altro” di che<br />
cosa parlerebbe?<br />
“Sarebbe l’avventura di un ragazzo<br />
che è scappato di casa e ha compreso<br />
che il mondo è un luogo magico,<br />
ma qualcosa lo spinge a ritornare<br />
a casa sua. Una volta tornato, capirebbe<br />
che la sua casa non è più quella<br />
abitazione, ma tutto il mondo”.<br />
Passiamo ora alla politica. Sei<br />
vicepresidente del Consiglio della<br />
Dieta Democratica Istriana, presidente<br />
della sezione cittadina di Abbazia<br />
della stessa nonché membro<br />
del Consiglio cittadino. Come è iniziato<br />
il tuo percorso politico e come<br />
C ome<br />
si conciliano l’arte e la politica nel<br />
tuo mondo?<br />
“Ho iniziato a interessarmi all’impegno<br />
sociale prima della maggiore<br />
età e di fatti, una volta maggiorenne,<br />
mi sono iscritto al partito dove,<br />
lentamente, sono arrivato a ricoprire<br />
i ruoli elencati prima. La letteratura<br />
e la politica fanno entrambe parte<br />
dell’attività sociale, questo il motivo<br />
per il quale numerosi scrittori hanno<br />
la tendenza a dibattere e discutere sui<br />
temi che riguardano la società che li<br />
circonda e a occuparsi direttamente di<br />
politica. In un dato modo, le due cose<br />
sono inevitabilmente collegate”.<br />
Parlando di politica, parliamo<br />
di Abbazia, tua città natale. Tra<br />
voi, possiamo dire, c’è un rapporto<br />
d’amore-odio. Quali i motivi dell’uno<br />
e dell’altro?<br />
“Credo che tutti abbiano questo<br />
rapporto con la propria città natale.<br />
Le persone hanno l’abitudine di attribuire<br />
alle città caratteristiche umane:<br />
così a volte considero la mia città<br />
la più bella del mondo e a volte ho<br />
determinate aspettative nei suoi confronti<br />
che non sempre si realizzano, e<br />
allora, di conseguenza arriva la delusione.<br />
Accanto a ciò, è molto discutibile<br />
quello che che viene percepito<br />
come ‘la propria città’. Sono gli edifi<br />
ci, le persone, il senso di apparte-<br />
Abbazia: un ciarlatanesco revival austroungarico<br />
è cambiata Abbazia negli ultimi 20<br />
anni? Cosa ti manca per essere o tornare<br />
ad essere ciò che eri prima?<br />
“Abbazia è cambiata molto negli ultimi<br />
vent’anni. Da città dinamica è diventata periferia.<br />
Le idee con le quali si cerca di far rivivere la<br />
città sono sbagliate. I motivi di ciò, come al solito,<br />
sono le persone sbagliate al posto sbagliato.<br />
Non ho paura di dire chiaramente che buona parte<br />
di queste persone hanno un potenziale intellettuale<br />
molto limitato e, vista la funzione che ricoprono,<br />
si comportano in modo molto maleducato<br />
e presuntuoso, e il risultato è una città inerte. Abbazia<br />
è cambiata dal punto di vista demografi co,<br />
culturale e sociologico in modo tale da renderla,<br />
per molti aspetti, una città più (diciamola così)<br />
balcanica. I giovani non si ritrovano nei rock-bar<br />
perché i rock-bar non ci sono più. Ora ci sono, letteralmente,<br />
ritrovi sotterranei in cui si ascoltano i<br />
‘narodnjaci’. Una città con 24 ore di vita al giorno<br />
è stata sostituita da una città-museo con abitanti<br />
come statue di cera. Il rapporto tra la città e i suoi<br />
abitanti è pessimo, e al posto di creare idee nuove<br />
e sane che facciano riattivare la città si cerca di<br />
perpetuare in maniera ciarlatanesca e irresponsabile<br />
la storia austroungarica di Abbazia. La cosa si<br />
dimostra essere una gran stupidaggine. Per dirla in<br />
breve, Abbazia si trova in un momento di crisi dal<br />
quale bisogna risvegliarla”. ●
nenza o qualcos’altro? (chi l’avrebbe<br />
detto che la cosa è così complicata,<br />
vero?)”.<br />
Ecco un altro tema: sei stato<br />
eletto presidente della fi liale per<br />
l’Istria, il Quarnero e la Lika della<br />
Mensa, ossia l’associazione internazionale<br />
che riunisce le persone<br />
che hanno un altissimo quoziente<br />
d’intelligenza. Quindi, in parole<br />
povere, sto parlando con una persona<br />
che fa parte dell’1% della popolazione<br />
mondiale il cui QI supera<br />
150…<br />
“Se non fossi stato a capo della<br />
Mensa per un periodo, e quindi presente<br />
pubblicamente, credo che non<br />
avrei mai detto di avere un QI superiore<br />
alla media, per il semplice fatto<br />
che siamo una società che reputa<br />
queste cose una vanità oppure, per<br />
altri, una cosa di poco conto. Ovviamente<br />
a questo c’è una spiegazione<br />
perché è molto frustrante trovarsi<br />
davanti a qualcosa su cui le persone<br />
NON possono infl uire, e l’intelligenza<br />
è una di queste. Ma ormai il danno<br />
è fatto e ora padroneggio con questo<br />
dato come con ogni mio altro dato<br />
personale”.<br />
Ultimo capitolo che tratteremo<br />
è quello legato all’attività dell’Accademia<br />
istriana per le scienze e la<br />
cultura “Histrianitas XXI”, dalla<br />
quale è nato questo nostro incontro.<br />
Ho letto un tuo saggio che mi<br />
è piaciuto molto e che parla della<br />
“sindrome istriana”.<br />
La «Sindrome istriana»<br />
nasce dai grandi traumi<br />
“Questa è una questione molto<br />
complessa ed è diffi cile spiegarla in<br />
un paio di frasi. In breve, questa sindrome<br />
(la chiamo così in mancanza di<br />
un termine migliore) è lo stato di oppressione<br />
presente nelle società che<br />
hanno subito grandi traumi. L’Istria,<br />
solo durante lo scorso secolo, ha vissuto<br />
qualcosa di simile a più riprese:<br />
negli anni 1918, 1943, 1945, 1947,<br />
1991. Traumi di questo tipo portano<br />
al disinteresse per alcuni ‘grandi’<br />
temi e hanno come conseguenza<br />
il ritiro delle persone nel quotidiano,<br />
nel vivere tranquillo e appartato. Qui<br />
si inserisce la questione del frequente<br />
mutamento dei sistemi statali dove<br />
nel corso di una vita si susseguono<br />
l’uno all’altro. Dopo un po’ di tem-<br />
po, l’individuo non sente nessuno di<br />
questi come proprio ma li percepisce<br />
come qualcosa di passeggero, fragile<br />
e addirittura pericoloso in cui è meglio<br />
non immischiarsi. Qui arriviamo<br />
anche alla questione dell’identità<br />
perché sembra che in momenti come<br />
questi il fulcro venga posto sulla terra<br />
natia, e non più su una di queste<br />
condizioni di passaggio. In teoria qui<br />
si riconoscono gli elementi del colonialismo,<br />
dei discorsi nazionali, ecc.<br />
Questo è un tema molto grande che<br />
non è stato ancora suffi cientemente<br />
elaborato e che sto appunto approfondendo<br />
per un mio lavoro futuro”.<br />
Hai parlato a più riprese di società.<br />
Qual è il male maggiore del<br />
nostro tempo?<br />
“Tutto quello che ostruisce l’acquisizione<br />
del cosiddetto ‘sapere<br />
puro’, o, per dirla con gli illuministi,<br />
la ‘repubblica del sapere’, perché<br />
il sapere è l’unica cosa che porta<br />
al progresso, e con il progresso o si<br />
arriverà a un mondo migliore o all’autodistruzione<br />
del genere umano.<br />
Perciò mi sembra non ci siano grosse<br />
possibilità di scelta. Questa non è<br />
una questione solo del nostro tempo,<br />
è una cosa che segue il genere umano<br />
dall’inizio”.<br />
Già che abbiamo parlato di società,<br />
parliamo di un suo segmento<br />
molto importante, i giovani.<br />
Secondo te, è vero che ai giovani<br />
d’oggi non interessa più niente?<br />
“No, non sono d’accordo. I giovani<br />
di ogni tempo sono esattamente<br />
così come esige e permette loro di essere<br />
il tempo in cui vivono. Dunque<br />
non si tratta di interesse o meno, bensì<br />
di possibilità”.<br />
La tua più grande speranza?<br />
“Mi consolerò dicendo che questa<br />
sarà una dichiarazione molto coraggiosa:<br />
che Dio non esiste, perché,<br />
se così non è, abbiamo dei seri problemi.<br />
Conformemente al mondo<br />
nel quale viviamo questo vorrebbe<br />
dire che siamo nelle mani di un’entità<br />
con dei seri disturbi psichici con<br />
tendenze sadistiche che non ha la<br />
più pallida idea di cosa sia l’etica, la<br />
morale e l’umanità. Mi sembra più<br />
probabile e più sopportabile che sia<br />
la stupidità umana, in effetti, il problema<br />
cruciale di questo mondo”.<br />
Prima di porti l’ultima domanda,<br />
volevo ringraziarti per il tempo<br />
concesso formulandoti i migliori<br />
Personaggi<br />
auguri di ancora tanti successi nella<br />
tua vita professionale e, perché<br />
no, anche privata.<br />
Cito qui Ingrid Benussi che nella<br />
presentazione de “L’enigma di<br />
Sereni”, parlando di tutte le cose<br />
che fai, conclude con “più che suffi<br />
ciente anche per una persona con<br />
il doppio della sua età”. C’è comunque<br />
qualcosa che vorresti fare<br />
e che non sei riuscito ancora a realizzare?<br />
“Da bambino avevo tre sogni. Il<br />
primo era diventare scrittore, il secondo<br />
suonare in una rock band, e<br />
il terzo diventare astronauta - cosa<br />
che probabilmente sogna di diventare<br />
ogni bambino. Dopo un numero<br />
considerevole di libri pubblicati e<br />
anni dedicati alla letteratura, gli altri<br />
hanno iniziato a chiamarmi scrittore,<br />
e dunque probabilmente lo sono.<br />
Quand’ero adolescente suonavo attivamente<br />
in diversi gruppi musicali,<br />
ho avuto qualche concerto e ho persino<br />
registrato qualcosa sicché ho provato<br />
in una certa misura il fascino del<br />
rock in prima persona. L’unica cosa<br />
che mi rimane è il viaggio al di fuori<br />
della Terra. Ho letto recentemente<br />
che i biglietti di classe turistica per<br />
questo tipo di viaggi hanno subito<br />
dei forti ribassi e quindi ho di nuovo<br />
iniziato a sperare (sorride). In effetti,<br />
credo che la cosa più importante sia<br />
non rinunciare ai propri sogni, perché<br />
questi, in una certa misura, fanno<br />
di noi degli uomini”. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 17
Oscar Niemeyer è uno degli architetti<br />
viventi più carismatici,<br />
autore di alcune delle più belle<br />
creazioni architettoniche del XX secolo<br />
sparse per le principali città del Brasile<br />
e del mondo. Elegantemente fuori<br />
moda, eroico paladino della modernità,<br />
politicamente impegnato, ha scritto un<br />
pezzo della storia dell’architettura e a<br />
cent’anni compiuti continua a far parlare<br />
di sé.<br />
Nato nel quartiere delle Laranjeiras<br />
a Rio de Janeiro il 14 dicembre 1907,<br />
si laurea in architettura alla Scuola Nazionale<br />
di Belle Arti nel 1934. Professionalmente<br />
si forma nello studio del<br />
suo amico Lucio Costa, che acquistò<br />
fama mondiale come urbanista vincendo<br />
nel 1957 il concorso internazionale<br />
per la nuova capitale del Paese, Brasilia.<br />
Inizialmente razionalista di ispirazione<br />
Lecorbusiana, Niemeyer ha<br />
sviluppato nel tempo uno stile inedito<br />
e personale che ha accompagnato le<br />
sue realizzazioni durante tutto il secolo<br />
passato; ha conosciuto Le Corbusier<br />
nel 1936, quando il maestro svizzerofrancese<br />
venne invitato in veste di consulente<br />
alla costruzione del nuovo Ministero<br />
dell’Educazione e della Sanità a<br />
Rio. Da Le Corbusier, con il quale proseguirà<br />
la collaborazione per la realizzazione<br />
del Palazzo delle Nazioni Unite<br />
di New York, apprende l’uso del cemento<br />
armato. Con Lucio Costa costruì<br />
il padiglione brasiliano per l’esposizione<br />
mondiale di New York del 1939, ma<br />
si espresse al pieno della sua personalità<br />
solo nel 1942, quando realizza una<br />
18 <strong>Panorama</strong><br />
Architettura<br />
Oscar Niemeyer è autore di alcune delle più belle creazioni del secolo scorso<br />
Cent’anni pieni di sogni e progetti<br />
di Maurizio Franolli “Non è importante l’architettura, importante è la vita, importanti sono gli<br />
amici e la nostra voglia di cambiare questo mondo sbagliato”<br />
Oscar Niemeyer<br />
serie di edifi ci che s’ispirano al barocco<br />
brasiliano: casinò, club e chiesa di Sao<br />
Francisco a Pampulha. Saranno questi<br />
infatti i primi edifi ci al mondo a distaccarsi<br />
dal razionalismo internazionale,<br />
tendenza dominante dell’architettura<br />
moderna europea negli anni ‘30.<br />
Niemeyer all’epoca ha meno di<br />
40 anni ed è già considerato un eretico.<br />
Afferma infatti che “l’architettura<br />
non deve essere funzionale, ma bella”.<br />
Prende per mano la Rio de Janeiro barocca,<br />
incastonata in uno dei paesaggi<br />
naturali più belli al mondo e la restituisce<br />
alla contemporaneità. Niemeyer interpreta<br />
l’architettura in modo del tutto<br />
inedito, su basi consapevolmente<br />
non utilitaristiche, usando un linguag-<br />
Piazza dei Tre Poteri (Brasilia)<br />
Cattedrale (Brasilia)<br />
gio estremamente espressivo che ben<br />
si adatta al contesto brasiliano; una<br />
sorta di rifi uto del razionalismo che si<br />
riscontra pure negli edifi ci di Le Corbusier<br />
successivi alla seconda guerra<br />
mondiale.<br />
Nel 1945 Niemeyer aderisce al partito<br />
comunista, nel 1955 fonda la rivista<br />
Modulo, nel 1956 viene nominato<br />
consulente architettonico dell’organizzazione<br />
Nova Cap istituita per realizzare<br />
la nuova capitale del paese e nel<br />
1957 ne divenne architetto in capo. Ha<br />
progettato oltre 600 edifi ci sparsi in tutto<br />
il mondo, ma è l’unico architetto ad<br />
aver progettato in pratica una capitale<br />
intera, Brasilia, l’invenzione, il progetto<br />
politico di Juscelino Kubitschek<br />
e urbanistico di Lucio Costa. Brasilia<br />
sorge su un altopiano desertico nello<br />
stato di Golas, dove fu eretto un gigantesco<br />
cantiere nel quale lavorarono migliaia<br />
di operai che in meno di tre anni<br />
presentarono al mondo la realizzazione<br />
di un sogno. “Brasilia sorge come una<br />
magia - racconta oggi Niemeyer - noi<br />
dicevamo lì il Congresso, là un teatro,<br />
e quelli crescevano. Lavorammo molto.<br />
Ogni progetto era buttato giù in pochi<br />
giorni e il lavoro cominciava subito<br />
con la pianta delle fondamenta indi-
Oscar Niemeyer<br />
spensabili. Ricordo con nostalgia tutto<br />
ciò, la terra rossa che ci entrava nella<br />
pelle e quella determinazione che gli<br />
ostacoli rendevano ancor più ostinata.<br />
Ci sentivamo come in una grande<br />
crociata: costruire la Capitale di questo<br />
paese”.<br />
Un’operazione costata circa due<br />
miliardi di dollari, per dirigere la quale<br />
e per aver progettato la maggior parte<br />
degli edifi ci importanti (il Congresso<br />
Nazionale, il Palazzo del Planalto,<br />
la Corte Suprema Federale, il Palazzo<br />
Arcos, la Cattedrale e il Museo Juscelino<br />
Kubitschek) Niemeyer percepì non<br />
una parcella ma lo stipendio di un normale<br />
impiegato. Culmine della composizione<br />
architettonica della capitale è la<br />
piazza dei Tre Poteri, con i palazzi delle<br />
due Camere, il primo dotato di cupola,<br />
l’altro di una copertura a forma di<br />
ciotola aperta verso l’alto, e i due grattacieli<br />
per uffi ci che vi sono interposti.<br />
Niemeyer continua a lavorare a<br />
Brasilia fi no al 1964, quando a seguito<br />
del golpe militare, la sua appartenenza<br />
politica al Partito Comunista<br />
lo costringe a trascorre diversi anni in<br />
esilio, andando a vivere a Parigi, dove<br />
apre uno studio. Sarà questa una nuova<br />
e importante fase della sua vita durante<br />
la quale realizzò alcune delle sue opere<br />
più importanti fuori dall’amato Brasile;<br />
la Sede del Partito Comunista Francese<br />
a Parigi, la sede della Mondadori<br />
a Milano, l’Università di Costantino<br />
ad Algeri. Opere che creando sorpresa<br />
divennero punto di attrazione architettonica.<br />
Alla fi ne degli anni ‘60 con la<br />
fi ne della dittatura in Brasile e dopo più<br />
di dieci anni di esilio, Niemeyer viene<br />
richiamato a lavorare per la capitale e<br />
ad insegnare all’Università di Rio de<br />
Janeiro.<br />
Le sue opere sono state oggetto di<br />
molte esposizioni internazionali, nel<br />
corso della sua vita ha ricevuto moltis-<br />
simi premi prestigiosi, fra cui il Premio<br />
Pritzker per l’architettura nel 1988, il<br />
Praemium Imperiale per l’architettura<br />
nel 2004, il Premio Lenin per la pace.<br />
Il mondo di Niemeyer è precedente<br />
al mondo dello star-system, dell’immagine,<br />
delle teorizzazioni fumose;<br />
appartiene piuttosto al mondo dei rapporti<br />
personali, delle amicizie con Le<br />
Corbusier, con Kubitschek, P. L. Nervi,<br />
Arnoldo e Giorgio Mondadori. Come i<br />
suoi maestri Lucio Costa e Le Corbusier,<br />
Niemeyer è un Modernista, ma la<br />
sua ricerca di architettura grandiosa legata<br />
alle radici della sua terra, lo porta<br />
a elaborare nuove forme per un inedito<br />
lirismo architettonico; forme leggere,<br />
pronte a spiccare il volo, complesse<br />
e sofi sticate, anche se basate sulla<br />
composizione di geometrie elementari.<br />
Una volta costruite, sembrano semplici<br />
e spontanee, al pari dei ponti e degli<br />
acquedotti romani a cui nel profondo<br />
sembrano ispirarsi. In realtà questa apparente<br />
semplicità richiede competenze<br />
altamente specializzate, tecniche sofi<br />
sticate, realizzazioni millimetriche.<br />
Il materiale con il quale Niemeyer<br />
ha sviluppato il suo stile scultoreo<br />
creando strutture sensazionali come<br />
quello che molti considerano uno dei<br />
suoi capolavori, il Museo di arte contemporanea<br />
di Niteroi, progettato a 89<br />
anni, è il cemento armato; “il cemento<br />
è il nostro materiale preferito: fl essibile,<br />
generoso, adatto ad ogni fantasia.<br />
Per esprimere queste possibilità l’architettura<br />
dovrà essere varia, differente,<br />
imprevedibile. Mai ripetitiva, fredda<br />
e rigida...”.<br />
Niemeyer è l’architetto che forse<br />
più di ogni altro ha dedicato la propria<br />
vita all’architettura; con passione,<br />
con la consapevolezza dell’importanza<br />
del ruolo sociale dell’architetto e<br />
Architettura<br />
con la preoccupazione di creare bellezza,<br />
da sempre in stretta relazione con<br />
l’architettura. “Quando mi ordinano il<br />
progetto di un edifi cio pubblico, cerco<br />
di farlo il più bello possibile, differente,<br />
che susciti sorpresa. Perché so bene<br />
che i più poveri non avranno modo di<br />
approfi ttarne, ma perlomeno potranno<br />
fermarsi a guardarlo, e voglio dar loro<br />
un attimo di piacere, di sorpresa. Questo<br />
è un modo in cui l’architettura può<br />
rendersi utile”.<br />
Il progetto di trasformazione della<br />
società attraverso la bellezza è accaduto<br />
veramente e come la maggior parte<br />
delle utopie e delle ideologie poetiche<br />
e rivoluzionarie era destinato a fallire<br />
ma, di questa sconfi tta, Niemeyer non<br />
si cura e continua a lavorare nel suo<br />
studio di Copacabana, a Rio de Janeiro,<br />
in uno dei luoghi più incantevoli al<br />
mondo, dal quale si ammirano le curve<br />
delle montagne, delle onde del mare,<br />
delle donne belle e sensuali che tanto<br />
lo hanno inspirato. Forse la miglior<br />
defi nizione del pensiero e dell’opera di<br />
Niemeyer è quella dello scrittore uruguayano<br />
Eduardo Galeano: “Si sa che<br />
Museo di arte contemporanea (Niteroi)<br />
Oscar Niemeyer odia il capitalismo e<br />
odia l’angolo retto. Contro l’angolo<br />
retto ha creato un’architettura lieve<br />
come le nuvole, libera, sensuale, simile<br />
ai paesaggi delle montagne di Rio de<br />
Janeiro, montagne che sembrano corpi<br />
di donne sdraiate, disegnate da Dio<br />
in un giorno che Dio pensava di essere<br />
Niemeyer”.<br />
“Oscar, tu hai le montagne di Rio<br />
negli occhi”, gli disse un giorno Le<br />
Corbusier. E con le montagne di Rio<br />
negli occhi, Niemeyer continua a lavorare<br />
e pensare che “l’architettura<br />
e il comunismo siano i due strumenti<br />
migliori per costruire un mondo migliore”.<br />
●<br />
<strong>Panorama</strong> 19
Dopo tre anni di lavoro, a Zagabria aperta fi no a novembre una grande esposizione<br />
Monumenti-ponte fra l’islam e il cr<br />
di Erna Toncinich<br />
Il breve viaggio compiuto in Bosnia<br />
il maggio scorso, mi ha visto<br />
per parecchie ore girare per<br />
le sale del Museo Nazionale di Sarajevo.<br />
Gli stećci, pietre sepolcrali di<br />
origine non ancora completamente<br />
accertata, pietre squadrate con ornamenti<br />
ed epitaffi o dalle facce nude,<br />
unici del genere in Europa, sparsi su<br />
prati, pascoli e monti della Bosnia,<br />
da me visti, “scoperti”, per la prima<br />
volta più di trent’anni fa, hanno<br />
continuato negli anni a destare la<br />
mia curiosità (tanto da inserirli come<br />
motivo dei miei lavori fi gurativi e da<br />
leggere tutto ciò che li riguarda). Ed<br />
eccomi a sostare, per prima cosa, appena<br />
entrata nell’edifi cio museale,<br />
dinanzi a questi singolari sarcofagi,<br />
molto a lungo dinanzi a quello che è<br />
ritenuto il più bello, il più noto, il più<br />
ornamentato, ma privo di qualsiasi<br />
iscrizione, quello di Donja Zgošća<br />
(località presso Kakanj), purtroppo<br />
danneggiato in uno dei numerosi attacchi<br />
che durante l’ultimo confl itto<br />
hanno devastato tanto la bella capitale<br />
bosniaca.<br />
Masso squadrato a due spioventi,<br />
dal peso intorno alle trenta tonnellate,<br />
lo stećak di Donja Zgošća, proba-<br />
20 <strong>Panorama</strong><br />
Arte<br />
bilmente tomba sepolcrale di qualche<br />
personaggio importante, quasi<br />
sicuramente di quel Sefano I fondatore<br />
della dinastia dei Kotromanić,<br />
è tramato, su tutte le sue facce, da<br />
ornamenti ricorrenti in questi monumenti<br />
medievali: rosette, spirali,<br />
motivi geometrici, cavalli e cervi e<br />
alberi e case, fi gure animali e umane<br />
in scene di caccia, danze, tornei, il<br />
tutto ordinato entro fregi che abbracciano<br />
l’intero volume.<br />
Il più bello, il più noto, il più ornamentato, ma privo di qualsiasi iscrizione,<br />
è quello di Donja Zgošća (località presso Kakanj)<br />
Oggigiorno, l’aspetto originario<br />
di questo sarcofago lo possiamo conoscere,<br />
purtroppo, solo attraverso<br />
fotografi e e la copia in gesso, perfetta,<br />
eseguita decenni or sono e custodita<br />
in permanenza, tra le copie<br />
di tanti altri, a Zagabria, nella Gipsoteca<br />
(Gliptoteka) dell’Accademia<br />
croata delle Arti e delle Scienze.<br />
Cosa sono gli stećci, a quando<br />
risale la loro apparizione in queste<br />
zone, che sono soprattutto quelle<br />
della Bosnia ed Erzegovina, dove<br />
si trova il novanta per cento di tutte<br />
queste pietre giunte fi no ai nostri<br />
giorni (si tratta di circa sessantamila<br />
esemplari, poco più di cinquemila<br />
quelli ornati), l’altro dieci per cento<br />
in Croazia, alle spalle della Dalmazia,<br />
in Montenegro ed in Serbia?<br />
Diverse le risposte a queste domande,<br />
nessuna di esse defi nitiva.<br />
Dagli epitaffi , qualche centinaio<br />
scritti in cirillico, altri nella cosiddetta<br />
bosančica, si può dedurre con<br />
certezza quale era la religione professata<br />
dal defunto, quella cattolica,<br />
ortodossa o la religione della chiesa<br />
bosniaca. Molti studiosi ritengono il<br />
fenomeno stećci opera dei bogomili,<br />
i “cari a Dio” cristiani del medioevo,<br />
originari, probabilmente, dell’Asia<br />
Minore e trapiantati nella penisola
sul tema dei misteriosi stećci<br />
istianesimo<br />
balcanica intorno al X secolo. Ipotesi<br />
sostenuta per il loro uso di seppellire<br />
i defunti in natura, lontano dagli<br />
insediamenti abitativi. Questi bogomili<br />
appartenevano alla chiesa bosniaca,<br />
non riconoscevano il potere<br />
di Cristo né i simboli della cristiani-<br />
tà, la croce, i sacramenti, le immagini<br />
sacre e le reliquie, erano contrari<br />
ad ogni forma di ricchezza, negavano<br />
l’esistenza sia della Chiesa cattolica<br />
che di quella protestante, credevano<br />
in un Dio, pregavano rivolti al<br />
sole ben cinque volte al giorno e rispettavano<br />
i digiuni. E questi erano<br />
in effetti i principi della religione<br />
islamica. Interessato dal fenomeno<br />
stećci, lo scrittore Miroslav Krleža<br />
vedeva negli elementi scolpiti di<br />
Un momento della mostra dedicata<br />
agli “stećci” ai Klovićevi Dvori<br />
di Zagabria<br />
queste lapidi sepolcrali chiare attinenze<br />
con l’antica scultura del Baltico,<br />
del Caucaso e di quella degli Sciti<br />
e dei Sarmati.<br />
Una grande esposizione sul tema<br />
degli stećci è in atto a Zagabria (dal<br />
4 settembre al 2 novembre) presso<br />
i Klovićevi dvori dove sono esposti<br />
otto pezzi provenienti esclusivamente<br />
da località della Croazia,<br />
mentre altri quattordici sono perfette<br />
copie in gesso dei più noti dislocati<br />
nella Bosnia Erzergovina, esposti<br />
permanentemente nella Gipsoteca<br />
dell’Accademia croata delle Arti e<br />
delle Scienze, a Zagabria. Un’ottantina<br />
di reperti appartenenti ai corredi<br />
funerari trovati nelle stesse sepolture,<br />
bracciali, orecchini, collane, spade<br />
ed altre armi, completano l’immagine<br />
del mondo degli stećci; per<br />
la prima volta poi, in assoluto, viene<br />
presentato fuori della Bosnia un corredo<br />
funerario completo proveniente<br />
dalla tomba del re bosniaco Tvrtko,<br />
prestigioso prestito del Museo Nazionale<br />
di Sarajevo.<br />
A conoscere vieppiù questi curiosi<br />
monumenti del lontano medioevo<br />
hanno contribuito numerose, ottime<br />
fotografi e, opera di due eccellenti<br />
autori, Damir Fabijanić e Toso Dabac,<br />
quest’ultimo con una ventina<br />
Arte<br />
Jasminka Poklečki Stošić<br />
ha curato la mostra<br />
di lavori eseguiti in situ molti anni<br />
or sono.<br />
La mostra, curata da Jasminka<br />
Poklečki Stošić, del museo che ospita<br />
l’esposizione, ha richiesto una<br />
lunga preparazione, ben tre anni di<br />
intenso e complesso lavoro, di studi<br />
sul tema stećci in suolo croato<br />
ce ne sono pochi e poco approfonditi.<br />
L’esposizione zagabrese, oltre<br />
a far conoscere questa importante<br />
e poco nota eredità culturale, vuole<br />
anche lanciare un grido d’allarme<br />
per la situazione di degrado in cui la<br />
maggior parte dei monumenti si trova,<br />
sottoposti come sono a deleteri<br />
fattori meteorologici e a noncuranza<br />
umana, causa del loro lento ma inesorabile<br />
degrado. O sparizione. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 21
Nell’introdurre Il matrimonio<br />
di Lorna, dei fratelli Luc e<br />
Jean-Pierre Dardenne (Belgio,<br />
2008, premio a Cannes per la migliore<br />
sceneggiatura), dichiaro il mio accordo<br />
totale con Roberto Nepoti (‘la<br />
Repubblica’, 19 settembre): “Poche<br />
volte abbiamo visto rappresentare con<br />
tanta forza sullo schermo la tragedia<br />
dell’immigrazione, il traffi co di corpi<br />
e identità, la nuova schiavitù che<br />
coinvolge tante vittime e tanti carnefi -<br />
ci in uno dei peggiori inferni del mondo<br />
globalizzato”. Con una precisazione<br />
dei due, ormai, Maestri (dopo aver<br />
vinto la Palma d’Oro a Cannes per ben<br />
due volte con “Rosetta” e “L’enfant”):<br />
“Nonostante la dimensione drammatica<br />
della storia, ci teniamo a sottolineare<br />
che c’è una dolcezza che viene<br />
dalla scelta dell’attrice albanese, Arta<br />
Dobroshi. Il suo viso, la sua voce, la<br />
sua andatura, il suo accento particolare<br />
quando parla francese, danno un<br />
tocco di speranza”.<br />
Cioè a dire, insomma, che siamo<br />
nel pieno della problematica contemporanea<br />
e che i registi la rappresentano<br />
partendo da una precisa scelta realistica,<br />
“una forma di realismo anche<br />
interiore alta, mai vista prima” (Lietta<br />
Tornabuoni, ‘L’espresso’, 25 settembre).<br />
La storia. Lorna (Arta Dobroshi)<br />
è una giovane albanese immigrata<br />
a Liegi. Per ottenere la cittadinanza<br />
si è messa nelle mani del malavitoso<br />
italiano (italiano!) Fabio (Fabrizio<br />
Rongione). Costui le ha procurato un<br />
matrimonio con Claudy (Jerémie Renier),<br />
un ragazzo tossicodipendente, e<br />
Lorna ha ottenuto ciò che desiderava.<br />
Ora vorrebbe poter aprire un bar con<br />
il suo fi danzato Sokol (Alban Ukaj)<br />
che è sempre via, fa il pendolare da<br />
una frontiera all’altra impegnato in<br />
traffi ci facilmente intuibili. Per ottenere<br />
la somma necessaria deve però<br />
portare a compimento il piano di Fabio,<br />
deve cioè poter ottenere un rapido<br />
divorzio per risposarsi nuovamente:<br />
questa volta con un mafi oso russo<br />
22 <strong>Panorama</strong><br />
Il matrimonio di Lorna di Luc e Jean-Pierre Dardenne, miglior scene<br />
Immigrazione: l’inferno del mon<br />
di Gianfranco Sodomaco<br />
Cinema e dintorni<br />
I fratelli Dardenne registi de “Il<br />
silenzio di Lorna”, premiato al Festival<br />
di Cannes come miglior sceneggiatura<br />
che ha, a sua volta, bisogno della cittadinanza<br />
belga. Le procedure rischiano<br />
però di essere troppo lente a causa di<br />
Claudy, che cerca di uscire dal tunnel<br />
della droga, ha crisi dolorose di astinenza,<br />
ha bisogno di tutto, e comincia<br />
ad aver bisogno veramente di lei fi no a<br />
pensare di veramente amarla (tra l’altro,<br />
la giovane ritiene di essere incinta<br />
di Claudy, non lo nasconde a nessuno<br />
e inizia a rifi utare l’ipotesi di un aborto,<br />
scontrandosi con Fabio). A questo<br />
punto Fabio mette in atto la soluzione<br />
che già aveva in mente: eliminare<br />
Claudy con un’overdose. E infatti... lei<br />
mantiene il silenzio con la polizia ma<br />
subirà il rimorso per l’azione criminale<br />
di cui è stata complice comprendendo,<br />
inoltre, che l’unica persona che<br />
l’ha veramente amata non è il fi danzato<br />
Sokol (che a un certo punto rivela<br />
tutto il suo maschilismo “balcanico”)<br />
ma il disgraziato Claudy. Fabio, siccome<br />
Lorna continua a vaneggiare sulla<br />
sua maternità (le fa fare una visita<br />
medica e si scopre che non è incinta),<br />
temendo che “parli”, medita l’uccisione<br />
anche della giovane che però riesce<br />
ad intuirlo e scappa: in campagna, tra<br />
i boschi, rifugiandosi in una casupola<br />
di legno perché, dice parlando da sola,<br />
deve salvare il suo bambino... Fine.<br />
Ragazzi e pubblico, numeroso, ammutolito.<br />
Ma, con i Dardenne, è sempre<br />
così: pugno allo stomaco, respiro<br />
affannoso, voglia di piangere frenata<br />
dal bisogno di capire freddamente,<br />
passando per l’apparente “freddezza”<br />
stilistica, il messaggio. I Dardenne<br />
parlano dell’”andatura” di Lorna/<br />
Arta: ebbene Lorna, durante tutto il<br />
fi lm, non sta ferma un minuto, deve rispondere<br />
ai bisogni, soprattutto fi nanziari,<br />
dei quattro uomini della sua vita<br />
(Fabio, il protettore, che fa il tassista<br />
e non la molla mai, considerandola la<br />
sua fonte di ricchezza; il russo che pagherà<br />
bei soldi; il marito drogato che<br />
ha bisogno di tutto compresi i soldi;<br />
l’innamorato albanese che è talmente<br />
innamorato che... non muove un dito<br />
per farle cambiar vita, in attesa anche<br />
lui della sua parte di torta), deve correre<br />
a prendere le medicine per i crampi<br />
allo stomaco dell’astinente Claudy<br />
che non ce la fa neanche ad uscire di<br />
casa (farà anche l’amore con lui, inebetito,<br />
per “scuoterlo”!), deve ballare<br />
con il russo perché li vedano assieme<br />
e nessuno possa sospettare il (futuro)<br />
matrimonio combinato, ecc. ecc., e fa<br />
tutto ciò per comprarsi il bar che ha<br />
già individuato e già immagina come<br />
“addobbarlo”, conquistarsi il suo posto<br />
al sole, il suo diritto ad un pizzico<br />
di felicità. Ma non servirà a nulla: ripeto,<br />
andrà fuori di testa e si “curerà”<br />
da sola, illudendosi di avere dentro di<br />
sé una sua creatura. Non lo vediamo,<br />
ma fi nirà male, se qualcuno non la ucciderà<br />
si perderà, per difendere la “sua<br />
creatura” continuerà a mettere a repentaglio<br />
la sua vita fi no alle estreme<br />
conseguenze.<br />
Viene in mente, inevitabilmente (il<br />
Belgio confi na con la Francia...), la<br />
“Mouchette” (1967) di Robert Bres-
ggiatura a Cannes<br />
do d’oggi<br />
son (da Bernanos) , Maestro “cattolico-esistenzialista”<br />
dei due “laici”<br />
maestri (amatissimo dal sottoscritto,<br />
che appena può lo cita), la ragazza di<br />
campagna che, maltrattata dal padre e<br />
violentata da un bracconiere, orfana di<br />
madre e diventata subito vittima dei<br />
pettegolezzi di paese, si lascia rotolare<br />
nel fi ume quasi per gioco: insomma,<br />
fi n dall’inizio, giovane vittima predestinata<br />
della cattiveria degli uomini<br />
adulti, nel senso di maschi....<br />
Dire che il fi lm è una storia fatta di<br />
solitudine, tristezza, disperazione, che<br />
i due fratelli fi lmano con uno sguardo<br />
profondamente umano, con tutta la<br />
volontà di comprendere e nessuna di<br />
giudicare... è ancora poco. Vengono in<br />
mente tante cose, tante immagini che<br />
riguardano (come ricordava Nepoti all’inizio)<br />
l’immigrazione ed io ho associato<br />
il fi lm ad una splendida inchiesta<br />
televisiva (ovviamente RaiTre) del<br />
giornalista Riccardo Iacona su “La<br />
guerra infi nita”, su quella guerra balcanica<br />
che continua in altre forme, le-<br />
L’Istituto Italiano di Cultura di<br />
Zagabria, in collaborazione con altri<br />
Istituti Italiani di Cultura dell’area<br />
dell’Europa centro-orientale<br />
e la Fondazione Festival Pucciniano<br />
bandisce il concorso “Voci Nuove<br />
Pucciniane”, in occasione del<br />
150.esimo anniversario della nascita<br />
di Giacomo Puccini.<br />
Sono invitati a partecipare giovani<br />
cantanti lirici di nazionalità croata<br />
che alla data del 30 ottobre 2008<br />
non abbiano superato il 35°.esimo<br />
anno di età.<br />
Al concorso si partecipa inviando<br />
(via posta o recapitate a mano)<br />
entro e non oltre il 30 ottobre<br />
2008 all’Istituto Italiano di Cultura<br />
- Preobraženska 4 - 10000 Zagabria:<br />
a) scheda di adesione, scaricabile<br />
dal sito www.iiczagabria.esteri.it,<br />
debitamente compilata;<br />
Jèremie Renier (Claudy) ed Arta<br />
Dobroshi (Lorna)<br />
gata al traffi co di droga, armi, persone<br />
umane, in particolare nel Kosovo, e<br />
che lega la “Balcania” con l’Afghanistan<br />
(l’antica “via della seta” sostituita<br />
dalla “via dell’oppio”), dove niente ormai<br />
è sicuro, dove gli amici di ieri possono<br />
diventare i nemici di oggi, dove i<br />
“cattivi” di ieri (serbi) sono diventati i<br />
perseguitati di oggi (dai kosovari indipendentisti<br />
fi loalbanesi), dove la Serbia<br />
vuole ulteriormente fare a pezzetti<br />
la regione formando un Kosovo del<br />
nord serbo e uno del sud indipendente,<br />
dove i cuori sono “spezzettati” ormai<br />
da quasi vent’anni, dove non si scappa<br />
solo perché non c’è più un soldo per<br />
poterlo fare, dove convivi con la disperazione<br />
ormai senza accorgertene,<br />
sennò vai fuori di testa, ti lasci andare<br />
giù per una collina...<br />
b) curriculum artistico del concorrente<br />
e repertorio;<br />
c) spartito per pianoforte di ciascun<br />
brano presentato;<br />
d) fotocopia di un documento di<br />
identità valido.<br />
Le selezioni avverranno nei giorni<br />
5 e 6 novembre 2008, presso il<br />
Museo Mimara di Zagabria, Roosveltov<br />
Trg. (II piano) l’orario sarà<br />
comunicato in seguito. Le spese di<br />
viaggio e di eventuale soggiorno a<br />
Zagabria saranno a carico dei partecipanti.<br />
Ciascun candidato dovrà presentare<br />
tre brani del repertorio pucciniano<br />
per una audizione complessiva<br />
della durata massima di<br />
15/20 minuti. L’organizzazione<br />
garantisce la presenza di un pianista<br />
accompagnatore, tuttavia i candidati<br />
possono presentarsi con un<br />
proprio pianista.<br />
Cinema e dintorni<br />
Concorso «Voci Nuove Pucciniane» 2008<br />
Ecco, Lorna/Arta, è capace di comunicare,<br />
indirettamente, tutto questo<br />
“entroterra” storico-politico e psicologico,<br />
di far comprendere che la<br />
gran parte degli immigrati che ormai<br />
da tutto il mondo arrivano in Europa<br />
(e in Italia) questo semplicemente<br />
vogliono: un lavoro (tutti quei lavori<br />
che noi occidentali, “rincoglioniti” da<br />
consumismo, ecc. ecc., non vogliamo<br />
più fare), una casa, un riconoscimento,<br />
prima ancora che di cittadinanza, di<br />
“umanità”, nel loro desiderio di “abitare<br />
il mondo”, di farsi una vita senza<br />
tagliare le radici con quella terra dove<br />
una vita non è stato permesso loro di<br />
farsela. Ma questo desiderio semplice<br />
diventa immediatamente complicato<br />
per la semplice ragione che l’Occidente,<br />
dagli immigrati vagheggiato come<br />
“terra promessa”, è già “ammalato” di<br />
suo e dunque è assai poco disponibile<br />
alla semplice accoglienza ed integrazione.<br />
Nessuna semplifi cazione del<br />
problema, anzi, ma la constatazione<br />
che Europa ed America, insomma<br />
la società capitalistica, siano implosi<br />
per l’illusione di poter creare ricchezza<br />
senza lavorare, senza sporcarsi le<br />
mani, è davanti agli occhi di tutti. Povera<br />
Lorna, per assurdo ma mica tanto,<br />
l’abbiamo tutti sulla coscienza...●<br />
Il vincitore<br />
del concorso<br />
avrà l’opportunità<br />
di esibirsi una volta nel corso<br />
della stagione 2008-09 nella trasmissione<br />
Box Opera della HRT e potrà<br />
partecipare alla selezione internazionale<br />
per la scelta del vincitore assoluto<br />
del concorso. La sede e i tempi<br />
della fase fi nale del concorso verranno<br />
indicati successivamente. Le spese,<br />
da Zagabria verso la sede di svolgimento<br />
della fase fi nale del concorso<br />
saranno a carico dell’Istituto Italiano<br />
di Cultura di Zagabria.<br />
Il vincitore assoluto verrà invitato<br />
ad esibirsi in occasione della edizione<br />
2009 del Festival Pucciniano di<br />
Torre del Lago che si terrà dal 10 luglio<br />
al 22 agosto.<br />
A tutti i partecipanti al concorso<br />
sarà rilasciato un attestato di partecipazione.<br />
<strong>Panorama</strong> 23
A Spilimbergo studenti di tutto il mondo frequentano la Scuola mosaicisti<br />
La tecnica musiva, un’arte millennaria<br />
testo e foto di Ardea Velikonja<br />
In ogni società ci sono ragazzi con<br />
un particolare estro artistico che<br />
magari non hanno modo di esprimersi.<br />
In Croazia esistono scuole superiori<br />
di arte applicata, accademie d’arte<br />
e disegno però non c’è una scuola professionale<br />
in cui un ragazzo potrebbe<br />
approfondire il proprio amore per<br />
l’arte. Forse non tutti sanno che l’unica<br />
scuola professionale per mosaicisti<br />
in Italia si trova a Spilimbergo, ad una<br />
trentina di chilometri da Udine, quindi<br />
vicinissima all’Istria ed alla regione litoranea.<br />
E qui si ritrovano ragazzi appassionati<br />
di mosaico provenienti da<br />
tutto il mondo.<br />
“Attualmente la scuola mosaicisti<br />
ha 90 studenti facenti capo a oltre 20<br />
nazioni diverse che vanno dalla Corea<br />
agli Stati Uniti all’Australia, e in questi<br />
ultimi anni sono ben rappresentati i<br />
paesi dell’Est europeo che prima non<br />
conoscevano la nostra scuola”, ci ha<br />
raccontato molto cordialmente il presidente<br />
Alido Gerussi. “Sto parlando<br />
di Slovenia, Croazia, Bulgaria, Romania,<br />
Polonia e Repubblica Ceca. Quest’anno<br />
abbiamo avuto delle nuove entrate<br />
che sono la Russia, la Moldava e<br />
l’Uzbekistan. Il nostro non è un’istituto<br />
28 <strong>Panorama</strong><br />
Il maestro mentre taglia il marmo<br />
Reportage<br />
d’arte ma è una scuola per professionisti<br />
in quanto da qui escono i professionisti<br />
del mestiere, quelli che poi nella<br />
vita si guadagneranno da vivere facendo<br />
il mosaicista. La nostra scuola negli<br />
ultimi anni ha subito una trasformazione<br />
notevole in quanto mentre una volta<br />
era una scuola destinata agli studenti<br />
che poi facevano i piastrellisti oppu-<br />
Il presidente Alido Gerussi<br />
re altro ancora, quelli che comunque<br />
non ce la facevano in altre scuole. Negli<br />
anni questa scuola ha avuto anche<br />
400 studenti, ma solo un’esigua mino-<br />
ranza di essi facevano quindi i mosaicisti.<br />
Oggi invece quasi l’80 per cento<br />
dei nostri studenti prima prendono una<br />
diploma di scuola superiore o addirittura<br />
una laurea e poi vengono qui. Questa<br />
una volta era una scuola maschilista in<br />
un modo incredibile: la prima studentessa<br />
che abbiamo avuto, una signora<br />
danese che oggi ha ottant’anni, mi<br />
ha raccontato che il maestro le aveva<br />
detto: ‘Mi raccomando venga dopo le<br />
cinque quando i maschi hanno fi nito’.<br />
Anche gli insegnanti avevano questo<br />
pregiudizio. Oggi invece sono i maschi<br />
che sono in minoranza, ci sono 70 per<br />
cento di donne e devo dire anche con<br />
ottimi risultati. L’unica diffi coltà che<br />
una donna può incontrare e nell’installare<br />
il mosaico che viene messo in un<br />
cantiere di lavoro, ma nell’esecuzione<br />
devo dire che sono bravissime.<br />
Noi siamo una scuola per professionisti,<br />
in Italia esistono ancora<br />
la scuola del mosaico di Ravenna e<br />
quella di Monreale. Questi sono Istituti<br />
d’arte. Qual è la differenza sostanziale:<br />
noi privilegiamo la pratica<br />
rispetto alla teoria, la differenza è che<br />
le nostre ore di pratica tra mosaico e<br />
terrazzo e le ore di laboratorio sono<br />
circa 23 su 38 ore settimanali di lezione,<br />
invece in un Istituto d’arte le<br />
ore di pratica sono 5 alla settimana.<br />
Questa è la differenza, e diciamo che
La Pietà di Michelangelo<br />
riprodotta in mosaico<br />
Slovenia<br />
L’emblema originale della scuola che risale al 1922, è stato<br />
portato nei nuovi ambienti<br />
La maestra Evelina Della Vedova, che ci ha gentilmente fatto<br />
fare il giro della scuola<br />
Entro la scuola c’è pure una galleria con i lavori dei ragazzi che<br />
si possono acquistare<br />
<strong>Panorama</strong> 29
Nelle aule ci sono tutti i lavori dei ragazzi<br />
Si inizia così, sul cartoncino<br />
Il secondo corso è molto impegnativo<br />
Ascolto musica e lavoro, cosa si vuole di più dalla vita<br />
Il martelletto fa anche venire i calli<br />
Il terzo corso è quello fi nale in cui si lavora con lo<br />
smaltato<br />
I saggi fi nali possono venir portati a casa o lasciati<br />
in mostra a scuola<br />
Il primo corso appena iniziato<br />
Clara Kinkela (in piedi) è una delle ragazze della<br />
Croazia che ha iniziato quest’anno<br />
Ragazze e ragazzi di tutte la nazionalità parlano la<br />
stessa 30 <strong>Panorama</strong> lingua: il mosaico<br />
Tra gli studenti alla fi ne vengono scelti i sei migliori<br />
per un quarto corso<br />
Un tempo la scuola veniva frequentata da soli maschi<br />
mentre oggi le ragazze non hanno paura di sporcarsi<br />
le mani<br />
<strong>Panorama</strong> 31
I vari materiali usati per il mosaico sono in mostra<br />
ovunque<br />
I terrazzi o pavimenti si distinguono da corridoio<br />
a corridoio<br />
Bella la combinazione tra opaco e lucido<br />
Non si direbbe che questo è un pavimento in vetro<br />
32 <strong>Panorama</strong><br />
Il pavimento originale del 1922 è stato “portato”<br />
nella nuova sede<br />
Colori ovunque<br />
I corriodoi sono una vera galleria
chi esce da quelle scuole sa tutto sul<br />
mosaico, ma ho dei dubbi che sappia<br />
farlo.<br />
La scuola è organizzata in tre anni<br />
di corso, poi abbiamo un quarto corso<br />
che noi chiamiamo l’anno di perfezionamento,<br />
che è destinato però solo ad<br />
un massimo di sei studenti. Vengono<br />
selezionati i migliori delle terze. È un<br />
anno che addirittura non solo è gratis<br />
come del resto i primi tre anni (si paga<br />
solo 200 euro la tassa d’iscrizione) ma<br />
gli studenti hanno anche una borsa di<br />
studio di 500 euro al mese per frequentare<br />
questo ultimo corso. Quello che<br />
ci manca attualmente è una scuola di<br />
restauro, ed io che sono il presidente<br />
del Consiglio di amministrazione della<br />
scuola cercherò di lavorare in questo<br />
senso. Siamo riconosciuti a livello<br />
mondiale come mosaicisti e molti dei<br />
nostri ex allievi hanno anche fatto restauri”.<br />
La maestra di mosaico Evelina Della<br />
Vedova ci ha fatto fare il giro di tutta<br />
la scuola spiegandoci tutti i corsi e i<br />
mosaici che riempiono i corridoi, addirittura<br />
anche i servizi. “Per quanto riguarda<br />
i soggetti da realizzare, ci ha<br />
spiegato cordialmente la signora, c’è<br />
una programmazione didattica. Chiaramente<br />
andando avanti con la conoscenza<br />
si amplia anche il margine<br />
di libertà che si può concedere ad un<br />
alunno. Hanno anche la possibilità di<br />
partecipare a dei concorsi con le loro<br />
idee. Nel terzo anno c’è un programma<br />
abbastanza rigido ma nel contesto molto<br />
creativo. Qui sono liberi di affrontare<br />
il saggio fi nale con un tema a loro<br />
scelta e qui si vedono le differenze di<br />
stile, di capacità. Nel primo anno i ragazzi<br />
imparano ad utilizzare il materiale,<br />
nel secondo sono già esperti mentre<br />
nel terzo si affi nano a lavorare lo smaltato.<br />
Il materiale lo abbiamo da Carrara,<br />
da Verona, tutti materiali naturali. E<br />
poi abbiamo il nostro fornitore classico,<br />
che è il fi ume Tagliamento dove periodicamente<br />
andiamo a fare una scelta<br />
dei sassi colorati o meno. Da Venezia<br />
invece ci forniscono i vetri di Murano<br />
per i nuovi pavimenti”, ha concluso la<br />
maestra Della Vedova.<br />
Da rilevare infi ne che presso la<br />
Scuola mosaicisti di Spilimbergo si<br />
può anche frequentare un corso estivo<br />
di una settimana in cui tutti coloro che<br />
anno l’hobby del mosaico o vogliono<br />
imparare a farlo possono frequentarlo<br />
senza limiti di età. ●<br />
Reportage<br />
Un centro di formazione<br />
di fama internazionale<br />
La Scuola Mosaicisti del Friuli è nata a Spilimbergo nel 1922. Qui e<br />
non altrove per la radicata tradizione del mosaico e del terrazzo presente<br />
nel mandamento. Infatti per tutto il ‘500, il ‘600, il 700 e l’800 dallo<br />
Spilimberghese ci fu una forte emigrazione stagionale a Venezia, bivio<br />
artistico per eccellenza tra Oriente ed Occidente, tra Roma e Bisanzio e<br />
quindi naturale erede della tradizione musiva romana e bizantina che qui<br />
mirabilmente si fondono. La Serenissima offrì alle maestranze friulane<br />
un lavoro e diede loro anche un’idea brillante: utilizzare i sassi dei loro<br />
fi umi. Con questi gli artigiani di Sequals, Colle, Solimbergo, Arba, Fanna,<br />
Cavasso Nuovo e Spilimbergo - dopo averli raccolti e selezionati sui<br />
greti del Meduna e del Tagliamento - partivano verso Venezia. Dalla prima<br />
metà dell’800 i mosaicisti cominciarono ad andare oltre Venezia: dalla<br />
Francia agli Stati Uniti; dal Canada al Venezuela; dall’Argentina all’Australia...<br />
Molti di loro fecero grandi fortune. Basti pensare agli impresari<br />
come gli Odorico, i Ciani, i Del Turco, i Tramontin ed in particolar modo<br />
quel Gian Domenico Facchina che, nato a Sequals nel 1826, operò inizialmente<br />
a Venezia dove fondò anche una fabbrica per la produzione di<br />
“smalti veneziani” (le tessere che servono per fare un mosaico).<br />
Successivamente trasferitosi a Parigi eseguì opere di grande prestigio<br />
che andarono ad abbellire municipi, chiese, moschee, palazzi a Bucarest,<br />
l’Aia, a Smirne, a Lourdes, a Buenos Aires, a Tokio oltre che al Teatro<br />
Operà a Parigi.<br />
Sin dagli esordi la Scuola Mosaicisti del Friuli ottenne un primo importante<br />
riconoscimento: l’assegnazione del diploma d’onore della Prima<br />
Mostra Internazionale Arti decorative di Monza per una fontana eseguita<br />
su cartone dell’architetto Raimondo D’Aronco. Successivamente fu<br />
chiamata ad eseguire tutto il ciclo musivo del Foro Italico a Roma: quasi<br />
10.000 metri quadri eseguiti su cartoni di Angelo Canevari, Giulio Rosso,<br />
Gino Severini e Achielle Capizzano. In epoca più recente importanti<br />
furono le realizzazioni musive del Monastero di Sant’Irene vicino ad Atene<br />
(oltre 1000 metri quadri), del Kawakyu Hotel in Giappone ed i lavori<br />
di restauro dei mosaici del Foro Italico in Roma. Tutte opere realizzate<br />
in collaborazione con i laboratori musivi gestiti da ex allievi della Scuola<br />
di Spilimbergo. Il rivestimento musivo della cupola del Santo Sepolcro a<br />
Gerusalemme (345 metri quadri circa) è invece un’opera interamente realizzata<br />
all’interno della scuola. ●<br />
Il mosaico del Foro Italico a Roma di quasi 10.000 metri quadrati<br />
<strong>Panorama</strong> 33
Collana «Lo scampo gigante»: A occhi spenti di Aljoša Curavić<br />
Umanità dolente: procedere infi nito<br />
La conosce quando viene incaricato<br />
da una delle tante tv<br />
commerciali nate come funghi<br />
dopo la pioggia di farle un'intervista<br />
per cui lei chiede subito d'essere pagata,<br />
400 euro, precisa. Maria ha 24<br />
anni, capelli corvini, seno pronunciato<br />
ma, pare, quel che al momento lo<br />
colpisce di più sono le sopracciglia<br />
affi late come rasoi. Mezz'ora di colloquio<br />
gli frutteranno un'intervista da<br />
teletrasmettere, una nuova conoscenza<br />
e, un mese dopo, come puntualizza,<br />
un incontro intimo.<br />
Maria, anzi Mariuška, come si addice<br />
a un diminutivo-vezzeggiativo<br />
di stampo sloveno, sarà la fi gura in<br />
cui per diversi aspetti s'annodano i<br />
fi li che compongono la trama di A occhi<br />
spenti il libro di "storie" di Aljoša<br />
Curavić, terzo della collana Lo scampo<br />
gigante con cui l'<strong>Edit</strong> si adopera<br />
a dare nuovo maggior respiro a quell'attività<br />
editoriale che costituisce una<br />
delle due colonne portanti che so-<br />
stengono tutta la sua attività. Maria<br />
che ha lasciato la seppur benestante<br />
natia Žalec per muovere alla volta di<br />
Lubiana e poi si fa intervistare dopo<br />
aver fatto una puntata fi no in California<br />
dove s'era guadagnata da vivere<br />
dapprima lavorando nei locali notturni,<br />
poi girando pellicole hard e anche,<br />
si direbbe, facendosi pagare le interviste.<br />
Di Maria s'innamorerà Mikele<br />
(occhio ai nomi, Mikele, non Michele),<br />
un uomo che sta perdendo progressivamente<br />
la vista, ben cosciente<br />
38 <strong>Panorama</strong><br />
Libri<br />
che è un processo che lo condurrà al<br />
buio completo. Sarà proprio lui che<br />
ricostruirà in maniera piuttosto discontinua<br />
ma non per questo meno<br />
drammatica, il susseguirsi di fatti che<br />
portano, illuminando di volta in volta<br />
singoli episodi, a costruire una piccola<br />
ma organica "storia di vita". Un costante<br />
movimento concentrico di personaggi<br />
provenienti da parti anche discoste<br />
della vecchia compagine statale,<br />
di cui in genere in Slovenia poco<br />
o nulla si sapeva nei decenni della<br />
"non democrazia", tranne che era da<br />
"da lì" che arrivavano quelli che nel<br />
nuovo ambiente "nordico"per decenni<br />
s'arrabattarono a vivere, posti forse<br />
sì all'interno della società, ma vicinissimi<br />
ai suoi margini, anzi con un piede<br />
ancora fuori.<br />
In questo schema l'autore inserisce<br />
una serie di fi gure che se hanno<br />
quale caratteristica dominante - ma<br />
non assoluta - di far capo a quella che<br />
Verga ha defi nito molto bene come la<br />
categoria dei "vinti", dall'altra si adoperano<br />
con mille artifi ci, incontrandosi,<br />
scontrandosi e allontanandosi,<br />
proprio come le palle del biliardo,<br />
gioco qui più volte citato, a mostrare<br />
la loro sanguigna diversità, a scoprire<br />
quel fondo d'umanità dolente, quella<br />
volonta d'essere in armonia con se<br />
stessi che non riescono a raggiungere.<br />
Riandando ai fatti della loro vita<br />
reale come si è snodata realmente all'interno<br />
di questa società di benpensanti,<br />
rendono sicuramente più diffi -<br />
cile e franta la quotidianità di tale società,<br />
mostrando che è sempre aperto<br />
nei loro confronti il suo debito di<br />
attenzioni e sensibilità che prima ha<br />
completamente trascurato sforzandosi<br />
al massimo di favorire un'assimilazione<br />
da cui era essa e non loro a trarre<br />
i maggiori utili. Del resto, dei loro<br />
reali problemi, dei travagli e diffi coltà,<br />
si è occupata poco o nulla.<br />
Su quest'onda di una diversità che<br />
fi nora era tenuta accuratamente in<br />
sottofondo, come su un tavolo di biliardo<br />
di cui talvolta si rileva fi nanco<br />
la collocazione nel panorama, si incrociano<br />
Mišo, il marittimo ungherese,<br />
Azmir, musulmano proveniente<br />
da una Bosnia in cui "il primo Maggio<br />
si festeggiava due giorni", Djuro,<br />
un magnaccia che, evviva i nomi,<br />
proviene pure dalla Bosnia, Antonio,<br />
che a cinquantacinque anni è stufo di<br />
insegnare letteratura e che, da tempo<br />
divorziato, si è visto scaricare anche<br />
dalla fi glia in cui, come si suol dire<br />
aveva riposto le sue compiacenze,<br />
Franjo, il gastarbeiter (bella parola,<br />
eh?) che, unito da una specie di<br />
sindrome di Stoccolma nei confronti<br />
della madre, era riuscito a far fortuna<br />
come odontoiatra in Germania,<br />
per mollare tutto e ritirarsi in pensione<br />
già a cinquant'anni, il benzinaio<br />
Mirko con le sue irremovibili fi ssazioni<br />
per la toponomastica, Tadeo<br />
(niente doppie, eh), costretto a vivere<br />
con madre, sorella e padrigno, fi ero<br />
"come un falco della sua nidiata" di<br />
tutti i tipi di cactus che aveva raccolto<br />
nella sua collezione, e alcuni esponenti<br />
della nuova-vecchia classe politica.<br />
In questo quadro, quasi come una<br />
patina che ammorbidisce i concetti,<br />
ma senza privarli dell'intrinseca<br />
drammaticità e della "pietas", si stendono<br />
le rifl essioni dello scrittore, che<br />
all'apparenza distante e disincantato,<br />
di fatto esprime una partecipazione e<br />
un coinvolgimento tanto intellettuali<br />
che etici. ● M. S.
Paulo Coelho<br />
BRIDA<br />
“In Brida, il mio terzo romanzo<br />
che ho scritto appena dopo ‘L’Alchimista’,<br />
racconto l’iniziazione di una<br />
ragazza al mondo della magia attraverso<br />
diverse tradizioni esoteriche.<br />
In esso esploro svariati temi che mi<br />
sono cari, come la Grande Madre, le<br />
religioni pagane e l’amore. Quando<br />
ho scritto ‘Brida’ e l’ho pubblicato in<br />
Brasile più di 18 anni fa, alcune tematiche<br />
come il volto femminile di<br />
Dio erano ancora estranee alla maggior<br />
parte delle persone. Tuttavia ho<br />
notato, con il passare del tempo, un<br />
cambiamento della percezione, una<br />
crescente apertura della gente nei<br />
confronti di un approccio intuitivo<br />
alla conoscenza, accompagnata da<br />
una maggiore insofferenza verso le<br />
rigide regole sociali. Come ho scritto<br />
nel libro, ‘la cosa più nobile che<br />
un essere umano può sperimentare<br />
è l’accettazione del mistero’. Ho la<br />
sensazione che il mondo stia sempre<br />
più prendendo coscienza del mistero,<br />
così, cari lettori, vi faccio oggi<br />
dono della storia di questa giovane<br />
donna”: Paulo Coelho.<br />
La storia si svolge in Irlanda e<br />
prende avvio dall’incontro di una<br />
giovane di ventun’anni di nome Brida<br />
con il mago di Folk, Maestro nella<br />
Tradizione del Sole, che vive in<br />
solitudine nella foresta, sulle montagne<br />
non lontano da Dublino. A lui<br />
si rivolge Brida nella sua ricerca spirituale,<br />
affi nché le insegni la magia,<br />
quel ponte che collega il mondo visibile,<br />
la realtà, con ciò che è irreale.<br />
Novità in libreria<br />
Il Mago le spiega che ciascun essere<br />
umano deve scoprire da solo il proprio<br />
cammino per attraversare quel<br />
ponte, e che esistono due modi: la<br />
Tradizione del Sole, che insegna i<br />
segreti attraverso lo spazio e le cose<br />
che ci circondano; e la Tradizione<br />
della Luna, che insegna i segreti attraverso<br />
il Tempo e le cose che sono<br />
imprigionate nella memoria<br />
<strong>Edit</strong>ore Bompiani<br />
Pagine 263. Prezzo 18,00 euro<br />
Paolo Rumiz<br />
ANNIBALE. UN VIAGGIO<br />
Quanto pesano le ceneri di Annibale?<br />
Si chiedevano i romani al<br />
termine della seconda guerra punica.<br />
Niente, era la risposta. Eppure<br />
lo spauracchio si trasformò in eroe,<br />
l’eroe in mito e il mito in leggenda.<br />
Ed è questa leggenda che invade il<br />
Mediterraneo fi no a lambire le porte<br />
dell’Asia. Quella che ci viene incontro<br />
è la storia di un uomo, temuto<br />
e rispettato, e dei luoghi che lo hanno<br />
reso celebre. Paolo Rumiz si imbarca<br />
in un viaggio che parte dalla<br />
Sardegna - “l’isola che profuma di<br />
Oriente” -, passa per il Rodano, il<br />
Trebbia, la leggenda delle Alpi e degli<br />
elefanti, l’inferno di Canne, e arriva<br />
fi no in Turchia, sulla tomba del<br />
condottiero.<br />
Annibale non è solo un viaggio<br />
nella memoria, è anche attualità: le<br />
contaminazioni culturali Occidente-Oriente,<br />
la scellerata gestione urbanistica<br />
nelle grandi città, l’inutilità<br />
della guerra, la globalizzazione,<br />
Nord Italia e Sud Italia.<br />
Libri<br />
Paolo Rumiz dà voce al passato<br />
attraverso la forza del mito e proietta<br />
nuova luce sui fatti dei nostri tempi.<br />
<strong>Edit</strong>ore Feltrinelli<br />
Pagine 189. Prezzo 16,00 euro<br />
Barbery Muriel<br />
ESTASI CULINARIE<br />
Monsieur Arthens, critico gastronomico<br />
di chiara fama è in punto di<br />
morte. Insopportabilmente cinico<br />
ed egocentrico, Arthens decide le<br />
sorti degli chef più prestigiosi con<br />
un semplcie suo giudizio. Prima di<br />
passare a miglior vita, Monsieur Arthens<br />
è tutto preso dalla ricerca affannosa<br />
di un sapore primordiale e<br />
sublime, il Sapore per eccellenza.<br />
Ha così inizio un viaggio gustoso e<br />
ironico che ripercorre la carriera di<br />
Arthens dall’infanzia ai fasti della<br />
maturità, attraverso la celebrazione<br />
di piatti poveri e sofi sticate prelibatezze,<br />
con momenti anche esilaranti:<br />
dalla indigesta cucina della nonna<br />
all’eterea raffi natezza del sushi giapponese,<br />
dalla freschezza inebriante<br />
del pomodoro alla suprema ricercatezza<br />
dell’ostrica. Fino al fi nale<br />
a sorpresa. A fare da contrappunto<br />
alla voce dell’arrogante critico c’è<br />
poi la nutrita galleria delle sue vittime<br />
(i familiari, l’amante, l’allievo, il<br />
gatto e anche la portinaia Renée, che<br />
ha conquistato i lettori de “L’eleganza<br />
del riccio”), ciascuna delle quali<br />
prende la parola per esprimere il<br />
suo punto di vista su un uomo, la cui<br />
grandezza pubblica è pari solo alla<br />
sua miseria privata.<br />
<strong>Edit</strong>ore E/O<br />
Traduttori Caillat E. - Poli C.<br />
Pagine 160. Prezzo 15,00 euro<br />
<strong>Panorama</strong> 39
58 <strong>Panorama</strong><br />
☺ Il canto del disincanto<br />
di Silvio Forza<br />
Lotta alla mafi a: volere è potere<br />
della giovane Ivana<br />
Hodak, uccisa in un agguato<br />
L’assassinio<br />
- in pieno giorno - all’interno<br />
del palazzo in cui abitava nel centro<br />
storico Zagabria, dovrebbe far scattare<br />
la molla per dare fi nalmente avvio ad<br />
una vera ed effi cace lotta alla criminalità<br />
organizzata in Croazia. La tragedia,<br />
avvenuta il 6 ottobre scorso, ha scosso<br />
l’opinione pubblica più dei 70 omicidi<br />
di stampo mafi oso fi nora rimasti<br />
irrisolti, più dell’aggressione (annunciata)<br />
al giornalista dello 'Jutarnji List'<br />
Dušan Miljuš che da anni denunciava<br />
i crimini della malavita, più dei pestaggi<br />
subiti dal Presidente della 'Privredna<br />
Banka' Božo Prka o dall’ex Direttore<br />
dell’azienda municipalizzata della<br />
capitale croata 'Zagrebačke ceste' Igor<br />
Rađenović; quest’ultimo, dopo un’analisi<br />
del revisore dal quale era emerso<br />
che in seno all’azienda c’era stata una<br />
truffa per ben 150 milioni di kune, si<br />
era rivolto all’USKOK, l’organismo<br />
anticorruzione fondato dallo stato. Ciò<br />
è bastato per prenderlo a sprangate di<br />
ferro. Neanche la morte incidentale di<br />
Zoran Domini, ucciso per caso quale<br />
vittima incolpevole e collaterale di un<br />
fallito attentato al "re delle slot machines"<br />
Vjeko Sliško, avvenuto nel 1999<br />
in quella stessa via Preradović (Cvjetni<br />
trg) dove Sliško verrà ammazzato quindici<br />
mesi dopo, neanche quella tragedia,<br />
dicevamo, aveva turbato tanto sia il<br />
mondo politico, sia la gente comune.<br />
L’efferato omicidio della giovane<br />
Hodak è particolare perché trasforma in<br />
vittima chi con la criminalità organizzata<br />
in prima persona non c’entra niente<br />
ma che comunque in qualche modo<br />
può rientrare - in una logica criminale<br />
e perversa - negli interessi della mafi a.<br />
Vediamo come. Quando si è saputo che<br />
il controverso generale Zagorec, appena<br />
estradato dall’Austria, ora agli arresti<br />
per reati legati al traffi co di armi,<br />
compresa un’occultazione di diamanti,<br />
è stato recentemente oggetto di minacce,<br />
sono stati molti ad ipotizzare la seguente<br />
vicenda: Ivana Hodak era fi glia,<br />
oltre che dell’ex vicepremier Ljerka<br />
Mintas Hodak, dell’avvocato Zvonimir<br />
Hodak, difensore del generale Vladimir<br />
Zagorec. In questa storia diventa<br />
rilevante il fatto che Zagorec nel 2004<br />
ha subìto il sequestro del fi glio, reato<br />
per il quale Hrvoje Petrač, businessman<br />
per niente illibato ed ex rappresentante<br />
del caffè Lavazza, spesso indicato tra i<br />
vertici della cupola mafi osa in Croazia,<br />
sta scontando la pena nel carcere di Lepoglava.<br />
Qui la storia, come spesso avviene,<br />
assume i connotati di una fi ction<br />
neanche tanto originale: pare infatti assodato<br />
che la ventiseienne Ivana Hodak<br />
avesse una relazione con Ljubo<br />
Pavasović Visković, avvocato difensore<br />
nientemeno che di Hrvoje Petrač, il nemico<br />
numero uno del cliente (Zagorec)<br />
del padre della povera ragazza. Stando<br />
a questa lettura, che proponiamo solo in<br />
quanto ipotesi tra le più accreditate a livello<br />
di media (non di inquirenti!), Ivana<br />
Hodak sarebbe una vittima collaterale<br />
all’interno di una resa dei conti o di<br />
un codice di messaggi intermafi osi. Ma<br />
anche se così non fosse, anche se la rete<br />
degli interessi non fosse quella descritta<br />
più su, a livello di percezione diffusa tra<br />
le gente - ed è questa quella che conta<br />
- quest’omicidio reclama una risposta<br />
dura da parte dello stato. In questi diciotto<br />
anni d’indipendenza, la Croazia<br />
è stata investita da un’infi nita serie di<br />
scandali - nella maggior parte dei casi<br />
mai chiariti e privi di esiti giudiziari -<br />
legati al traffi co d’armi e altre disgrazie<br />
riconducibili a vari profi ttatori di<br />
guerra, alla droga, alle privatizzazioni<br />
sospette, agli appalti truccati, alla speculazione<br />
edilizia. Spesso questi casi<br />
hanno avuto strascichi tremendi quali<br />
attentati, omicidi, violentissime aggressioni<br />
con mazze da baseball e spranghe<br />
di ferro, sequestri, ricatti. Spesso si è<br />
detto che questi casi non si potevano risolvere<br />
perché vi erano coinvolti personaggi<br />
della politica e strutture dello stato.<br />
E la gente non ne può più. La richiesta<br />
di giustizia che viene dalla strada e il<br />
diktat, che viene dall’Unione Europea e<br />
impone al Governo croato di arginare<br />
effettivamente la corruzione, sta già costringendo<br />
l’esecutivo di Sanader a correre<br />
ai ripari. Anche se c’è stata unanimità<br />
di consenso (tanto pubblico quanto<br />
parlamentare) sulla nomina di Tomislav<br />
Karamarko a Ministro degli Affari<br />
interni (al posto di Berislav Rončević) e<br />
di Vladimir Faber a Capo della Polizia<br />
(sostituisce Marijan Benko), non si può<br />
non notare che i due nuovi incaricati<br />
hanno fatto fi nora parte dell’entoura-<br />
ge del presidente Mesić che, approssimandosi<br />
la fi ne del suo ultimo mandato<br />
presidenziale, sta già preparandosi ad<br />
assumere il ruolo di futuro leader dell’opposizione:<br />
dell’opposizione a Sanader,<br />
con il quale la convivenza, nell’ultimo<br />
periodo, sta dando grossi segni<br />
di cedimento. Dunque, se affi dando al<br />
collaudato e relativamente super partes<br />
Ivan Šimonović l’incarico di Ministro<br />
della Giustizia (al posto di un’incolore<br />
Ana Lovrin) Sanader ha puntato a<br />
colpo sicuro, nei casi di Karamarko<br />
e Faber ha ingoiato il rospo. Ora sarà<br />
importante vedere come il governo piloterà<br />
la corazzata in questa prima crociata<br />
antimafi a, specie alla luce di alcune<br />
indiscrezioni che giungono da parte<br />
della polizia e delle procure e in base<br />
alle quali, se giungesse un segnale politico,<br />
le forze dell’ordine sarebbero in<br />
grado di individuare e fermare nel giro<br />
di ventiquattr’ore tutti i sospettati per<br />
legami con la criminalità organizzata.<br />
Ora il segnale è arrivato, è stato lo stesso<br />
Sanader a dichiarare che "questo è<br />
assolutamente il momento in cui bisogna<br />
colpire la mafi a, indipendentemente<br />
da chi si tratti". E mentre Milanović<br />
e l’SDP chiedono elezioni anticipate e<br />
lo "zupano" istriano Jakovčić invoca un<br />
nuovo governo straordinario interpartitico<br />
di unità nazionale, il Parlamento si<br />
prepara ad approvare fi nalmente le leggi<br />
antimafi a. Come aveva fatto l’Italia,<br />
che dopo l’assassinio del prefetto Carlo<br />
Alberto Dalla Chiesa (1982), introdusse<br />
la legge Rognoni-La Torre (e c’era<br />
voluto anche l'omicidio di Pio La Torre,<br />
suo proponente) con la quale s’introducevano<br />
la nuova fi gura di reato di "associazione<br />
di stampo mafi oso" e misure<br />
quali il sequestro e la confi sca dei beni<br />
ai mafi osi. Dopo gli omicidi dei giudice<br />
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,<br />
sulla scia della loro esperienza, venne<br />
tradotto in legge anche il decreto Martelli<br />
che prevedeva per i mafi osi il carcere<br />
duro ma anche i "benefi ci premiali"<br />
per i collaboratori di giustizia. Sono<br />
strumenti che possono essere ripresi benissimo<br />
in un sistema che, imbavagliato<br />
dai "favori" risalenti alla guerra d’indipendenza<br />
e all’embargo internazionale<br />
sulle armi, fi no ad oggi la criminalità<br />
organizzata non l’ha mai combattuta<br />
seriamente. ●
Così nel 1972 venne presentata<br />
a prima festa dei marroni<br />
Complice il bel sole alla prima edizio- edizione<br />
della Festa dei marroni di Laura-<br />
na era presente tantissima gente<br />
A 30 kune il chilo (crude) o 10 kune un misurino di caldarroste<br />
La Festa<br />
dei<br />
marroni<br />
anno 35<br />
Dolci di tutte le forme, però tutti con i marroni<br />
La sfi lata iniziata dall’albergo Bristol<br />
si è conclusa nella Piazza centrale<br />
Anche i bimbi dell’asilo hanno voluto dimostrare<br />
di saper qualcosa sulle castagne