Lorenzo Natali in Europa
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e delle F<strong>in</strong>anze (Giac<strong>in</strong>to Bosco). Ricordo l’episodio per sottol<strong>in</strong>eare la complessità<br />
dei problemi che i m<strong>in</strong>istri italiani dell’Agricoltura dovevano affrontare a Bruxelles.<br />
<strong>Natali</strong> cont<strong>in</strong>uò quell’azione di riequilibrio a favore delle produzioni mediterranee<br />
e per le strutture agricole (che sarà poi ripresa con vigore da Giovanni Marcora),<br />
riuscì a stabilire rapporti di amicizia <strong>in</strong> particolare con Jacques Chirac, all’epoca m<strong>in</strong>istro<br />
dell’Agricoltura.<br />
Giunto a Bruxelles nel 1977 aveva qu<strong>in</strong>di, oltre al bagaglio politico della sua attività<br />
parlamentare e di governo, anche questa diretta esperienza del funzionamento<br />
della macch<strong>in</strong>a dei Consigli comunitari.<br />
Come testimoniano i suoi collaboratori dell’epoca, scelse di tenere un profilo basso<br />
alla sua entrata nella Commissione, senza proclami, né promesse roboanti. Ma<br />
emerse gradualmente con una personalità affidabile, concreta, un punto di riferimento<br />
sicuro <strong>in</strong> seno alla Commissione.<br />
La tragica vicenda del rapimento e dell’assass<strong>in</strong>io di Moro lo scosse profondamente,<br />
come tutti gli italiani, specialmente coloro che avevano lavorato con il grande<br />
Statista. Moro aveva partecipato con autorità a tante riunioni brussellesi ed aveva<br />
presieduto i Consigli dei M<strong>in</strong>istri del 1971 e del 1975 – compresi due dei primi Consigli<br />
europei di Capi di Stato e di governo.<br />
Come ricorda nella sua testimonianza Chevallard, <strong>Natali</strong> si adoperò, con la sua<br />
carica europea, per far valere l’<strong>in</strong>transigente azione ed i successi dell’Italia nella lotta<br />
al terrorismo – allora <strong>in</strong>terno! – nel rispetto della legalità democratica.<br />
<strong>Natali</strong> si impegnava a fondo per i suoi <strong>in</strong>carichi nella Commissione, non solo per<br />
quelli la cui importanza era evidente – come quello per l’ampliamento a Grecia, Spagna<br />
e Portogallo – ma anche ad un portafoglio, allora considerato “m<strong>in</strong>ore” come l’ambiente.<br />
Eravamo alla f<strong>in</strong>e degli anni settanta. Ma l’uomo politico di grande esperienza<br />
– e che sapeva ascoltare – si rese conto che l’ambiente sarebbe diventato uno dei temi<br />
più importanti per le relazioni <strong>in</strong>ternazionali e per lo stesso avvenire dell’umanità.<br />
Con l’elezione diretta del Parlamento europeo nel 1979, <strong>Natali</strong> diventò il commissario<br />
Responsabile per le relazioni con Strasburgo e poté assistere da vic<strong>in</strong>o ad<br />
uno dei primi atti politici del Parlamento eletto: il resp<strong>in</strong>gimento del bilancio della<br />
Comunità nel 1980. L’onere di ricucire lo “strappo” spettò alla Presidenza italiana<br />
del primo semestre 1980. Me ne dovetti occupare personalmente, come presidente<br />
di turno del Comitato dei Rappresentanti permanenti aggiunti (che allora si occupava<br />
di bilancio) e ricordo l’<strong>in</strong>faticabile sua azione nei contatti con i pr<strong>in</strong>cipali leaders<br />
politici del Parlamento eletto. Era consapevole che dietro la fastidiosa gestione di<br />
una Comunità senza bilancio (con i dodicesimi provvisori) vi era stato un primo atto<br />
politico che avrebbe portato, <strong>in</strong> futuro, a modificare gli equilibri fra le Istituzioni europee.<br />
Ricordo anche la sua soddisfazione personale per come la Presidenza italiana<br />
fronteggiò la difficile situazione, giungendo ad una <strong>in</strong>tesa ed alla approvazione del<br />
bilancio a f<strong>in</strong>e giugno 1980.