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Lorenzo Natali in Europa

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e aveva dato orig<strong>in</strong>e a un diffuso sentimento di malessere da parte di alcuni settori<br />

dell’op<strong>in</strong>ione pubblica dei paesi membri fondatori, <strong>in</strong> maggioranza paesi del nord,<br />

dove vi era un chiaro scetticismo verso i paesi del sud.<br />

Era qu<strong>in</strong>di comprensibile che i negoziati di adesione del Portogallo e della Spagna<br />

avessero <strong>in</strong>izio <strong>in</strong> un quadro cauto e esigente. La Commissione delegò il difficile<br />

compito e responsabilità di “leader” dei negoziati al vicepresidente <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>.<br />

Quando il processo portoghese (e quello spagnolo) giunsero al term<strong>in</strong>e, nel 1985, il<br />

sentimento collettivo unanime era che il successo evidente di tale difficile missione<br />

fosse da attribuirsi <strong>in</strong> primo luogo a <strong>Natali</strong>.<br />

Ho avuto l’opportunità di essere testimone diretto di ciò. Al tempo di quei lunghi<br />

negoziati ero una persona attiva nella politica portoghese, sia nel parlamento che nel<br />

governo. Ciò mi ha provvisto della capacità di seguire l’evoluzione del processo, a volte<br />

caratterizzato da una lentezza esasperante, e di partecipare attivamente alla sua concretizzazione<br />

dopo la mia onorata nom<strong>in</strong>a a primo membro della Commissione di nazionalità<br />

portoghese, <strong>in</strong>carico che ho ricoperto durante i due primi mandati del presidente<br />

Jacques Delors.<br />

Ho potuto godere, per anni, di condizioni oggettive di coesistenza stretta con <strong>Lorenzo</strong><br />

<strong>Natali</strong>, nella quotidianità dei lavori della Commissione, laddove all’<strong>in</strong>credibile<br />

avventura collettiva degli anni d’oro dell’<strong>Europa</strong> comunitaria si associava una crescente<br />

ammirazione – e una reale amicizia – con <strong>Natali</strong>.<br />

Senza avventurarmi <strong>in</strong> considerazioni sulla sua personalità politica e professionale –<br />

altri sono <strong>in</strong> una posizione migliore per testimoniare su questo – vorrei riferirmi <strong>in</strong> modo<br />

particolare alle qualità umane, che sempre ho avuto modo di apprezzare negli anni<br />

<strong>in</strong> cui ebbi l’opportunità di condividere con lui le vicende comunitarie a Bruxelles.<br />

La sua stessa personalità <strong>in</strong>vitava alla cooperazione, e il suo buonsenso era molto<br />

spesso un elemento essenziale che qualificava i dibattiti nel collegio. Nel mio caso particolare,<br />

non nascondeva il suo affetto per le mie org<strong>in</strong>i. Anni di contatti con la realtà<br />

portoghese da una posizione privilegiata come quella di negoziatore pr<strong>in</strong>cipale gli<br />

avevano <strong>in</strong>stillato una conoscenza profonda del mio paese.<br />

La partecipazione di <strong>Natali</strong> ai lavori della Commissione era costante, e molto rispettata.<br />

Apportava sempre parole di buonsenso, commenti pacificatori, osservazioni<br />

amichevoli che spesso concludevano i dibattiti. La s<strong>in</strong>tonia tra <strong>Natali</strong> e il presidente<br />

Delors, che non esitava a sollecitare la sua op<strong>in</strong>ione o il suo arbitraggio quando le<br />

posizioni opposte restavano divergenti, e ciò era normale vista la complessità dell’impresa<br />

e l’eterogeneità dei partecipanti, era evidente.<br />

Considero <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> una degli elementi determ<strong>in</strong>anti del successo, riconosciuto,<br />

delle “Commissioni Delors”. Lo ricordo con nostalgia e rispetto.

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