Lorenzo Natali in Europa
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Non mancava poi di appoggiare, <strong>in</strong> Commissione, le proposte di miglioramento<br />
sociale che riguardavano la costruzione di un dialogo strutturato tra padronato, s<strong>in</strong>dacati<br />
e Commissione, <strong>in</strong>serendo nell’Atto Unico miglioramenti per le condizioni di<br />
salute, igiene e sicurezza sui posti di lavoro e la proposta di una Carta dei Diritti dei<br />
lavoratori <strong>in</strong> collegamento con il Consiglio economico e sociale, approvata dal Consiglio<br />
europeo nel dicembre 1989.<br />
Una visione dell’<strong>Europa</strong><br />
Nel contesto attuale, dom<strong>in</strong>ato dall’oblio di ciò che ha provocato lo slancio verso<br />
un’<strong>Europa</strong> unita e dallo scetticismo, è bene ricordare la vita di un uomo <strong>in</strong>teramente<br />
dedita ai suoi ideali di solidarietà e fraternità.<br />
Dico spesso, rischiando di sembrare ossessivo: “i popoli che non hanno memoria<br />
non hanno avvenire”.<br />
<strong>Lorenzo</strong> conservava viva la memoria dell’ultima grande tragedia europea. Conosceva<br />
il valore e l’esigenza dell’impegno al servizio degli altri per costruire un mondo<br />
di pace e di reciproco rispetto fra i popoli.<br />
Oltre alle sue attività professionali e politiche si appassionò al sogno europeo, alla<br />
lotta <strong>in</strong>stancabile condotta da Altiero Sp<strong>in</strong>elli f<strong>in</strong>o all’adozione da parte del Parlamento<br />
europeo di un progetto di trattato che ispirò molti di noi.<br />
<strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> dava corpo a questa visione dell’<strong>Europa</strong>, condivisa da generazioni<br />
di costruttori celebri o misconosciuti, grazie alle sue qualità di discernere. Certo,<br />
era necessario fissare il f<strong>in</strong>e ultimo, ma anche le tappe, il come fare, scartare idee certamente<br />
generose, ma non praticabili.<br />
L’uomo che combatteva per l’uomo, l’attore europeo, faceva procedere le cose<br />
grazie alla sua apertura di spirito ma anche alla sua <strong>in</strong>telligenza nelle situazioni, e al<br />
suo buon senso.<br />
Manuel Mar<strong>in</strong>, un nostro collega, l’ha battezzato un giorno “Il Maestro”. Testimonianza<br />
di affettuosa ammirazione condivisa per un uomo che io chiamavo, nel<br />
profondo di me stesso, “il Saggio”.<br />
Ci manca, perché <strong>in</strong> assenza di memoria, di visione, di discernimento, la nostra<br />
<strong>Europa</strong> non ha mai avuto, come ora, tanto bisogno di saggezza. Facciamo fruttare<br />
questa eredità, trasmettiamola a coloro i quali, oggi come domani, vogliono un’<strong>Europa</strong><br />
<strong>in</strong>dipendente e al tempo stesso generosa.