Lorenzo Natali in Europa
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campagna elettorale spagnola nel ‘77 chiamato dai democristiani del partito nazionalista<br />
basco.<br />
Non fu comoda la sua posizione né la sua attività alla Commissione. Incaricato<br />
del negoziato di ampliamento a tre paesi mediterranei concorrenti degli agricoltori<br />
mediterranei dell’Italia pen<strong>in</strong>sulare e della Francia provenzale e sud occidentale, <strong>Natali</strong><br />
dovette imbarcarsi <strong>in</strong> una lenta opera di evangelizzazione sulla bontà politica ed<br />
economica di questi tre ampliamenti. E dovette farlo salvaguardando la sua credibilità<br />
sul piano europeo e al contempo la sua base di leader di forze politiche italiane<br />
evidentemente legate all’agricoltura mediterranea.<br />
Chi ha avuto occasione di frequentare il mondo agricolo francese del sud-ovest<br />
può immag<strong>in</strong>are quali poteri di predicazione occorrano per conv<strong>in</strong>cere un agricoltore<br />
francese a non allarmarsi dell’apertura delle frontiere con la Spagna del v<strong>in</strong>o, della<br />
frutta e degli ortaggi. Non che tali poteri non dovesse esplicarli anche altrove, ma<br />
<strong>in</strong>contrò diffidenze un po’ meno coriacee: <strong>in</strong> Italia specialmente, <strong>in</strong> Sicilia e nelle Puglie<br />
(dove era più temuta la Spagna dell’olio e degli agrumi), nello stesso Abruzzo e<br />
<strong>in</strong> Toscana. E perf<strong>in</strong>o <strong>in</strong> Marocco, <strong>in</strong> Tunisia, <strong>in</strong> Algeria, <strong>in</strong> Israele, <strong>in</strong> Turchia e <strong>in</strong> Jugoslavia<br />
quando nell’81 <strong>Natali</strong> curò anche la politica mediterranea della Comunità,<br />
precisamente nella prospettiva dell’ampliamento.<br />
All’<strong>in</strong>terno della Commissione, egli si trovò ad affrontare le realtà politiche di un<br />
organo collegiale mult<strong>in</strong>azionale. Per un membro di sette legislature nel Parlamento<br />
italiano, c<strong>in</strong>que volte m<strong>in</strong>istro, non si trattava di un meccanismo sconosciuto. Ciò<br />
nonostante, il primo tentativo di fare passare un documento di politica negoziale generale,<br />
sull’imm<strong>in</strong>ente apertura della trattativa di adesione spagnola e portoghese, fu<br />
un fiasco memorabile, malgrado l’appoggio del presidente Jenk<strong>in</strong>s.<br />
Tuttavia l’episodio segnò anche l’<strong>in</strong>izio del ruolo di mediatore, tante volte qui ricordato<br />
stasera, che <strong>Natali</strong> com<strong>in</strong>ciò a sviluppare <strong>in</strong> tutti i dibattiti nei confronti di<br />
importanti sottoposti al collegio, non solo quelli che lo riguardavano direttamente<br />
per competenza o m<strong>in</strong>istero (oltre all’ampliamento, l’ambiente, i rapporti con il Parlamento<br />
europeo, la politica mediterranea, la cooperazione allo sviluppo nei paesi<br />
Acp). Se, per questi ultimi, si era f<strong>in</strong>almente accesa una luce di speranza lo si deve<br />
anche e soprattutto al suo <strong>in</strong>cessante e faticoso pellegr<strong>in</strong>are, che ha lasciato tracce <strong>in</strong>delebili<br />
sul piano politico e su quello umano.<br />
Dall’opera di mediazione nacquero alleanze con membri della commissione Jenk<strong>in</strong>s<br />
e della commissione Thorn che, con colorite mitizzazioni, furono chiamate di<br />
volta <strong>in</strong> volta la banda dei tre o dei quattro o dei c<strong>in</strong>que, alleanze alle quali, lungi dal<br />
costituire premesse a spartizione di potere, rappresentarono soltanto espedienti manageriali<br />
per accrescere la capacità decisionale del collegio.<br />
Inf<strong>in</strong>e, negli anni <strong>in</strong> cui fu responsabile della politica comunitaria di cooperazione<br />
allo sviluppo, <strong>Natali</strong> poté dedicarsi a tessere una ampia rete di relazioni con i governi<br />
ed i capi di stato dei paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico e su questa re-