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Lorenzo Natali in Europa

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stica e del credito navale. Nei governi successivi fu titolare dei lavori pubblici, dove<br />

operò attivamente <strong>in</strong> materia urbanistica di edilizia popolare e di piani autostradali;<br />

m<strong>in</strong>istro del Turismo e dello spettacolo e, dal 1970 al 1973, m<strong>in</strong>istro dell’Agricoltura.<br />

In quest’ultima veste, ricordo <strong>in</strong> particolare il suo impegno per il varo delle leggi<br />

per la difesa dalle calamità atmosferiche e per i f<strong>in</strong>anziamenti delle regioni <strong>in</strong> materia<br />

agricola, nonché la sua <strong>in</strong>telligente attività, già ricordata, <strong>in</strong> seno al Consiglio dei m<strong>in</strong>istri<br />

dell’Agricoltura della Comunità europea.<br />

Agli <strong>in</strong>izi degli anni ‘70 svolse <strong>in</strong> sede comunitaria un lavoro assai significativo per<br />

negoziare la prima, complicata revisione della politica agricola comune. L’obiettivo<br />

che perseguiva era quello di <strong>in</strong>trodurvi correttivi <strong>in</strong> grado di rafforzare la politica<br />

delle strutture a favore della parte più svantaggiata dell’agricoltura europea e specie<br />

di quella italiana.<br />

Conv<strong>in</strong>to assertore degli ideali europei, fu profondamente consapevole dell’importanza,<br />

specie negli anni ‘70, dell’<strong>in</strong>tegrazione agricola per la realizzazione della<br />

Comunità economica. La sua azione di m<strong>in</strong>istro dell’Agricoltura fu qu<strong>in</strong>di sempre<br />

ispirata ad una attenzione particolare a che il settore agricolo non si ponesse come<br />

ostacolo o remora, ma come forza traente dello sviluppo della Comunità europea nel<br />

doveroso riconoscimento dei differenti <strong>in</strong>teressi, ma anche della comune vocazione<br />

europea degli Stati membri. In questa ottica va vista la sua azione diretta al miglioramento<br />

delle strutture produttive, all’adozione di misure per <strong>in</strong>centivare gli operatori<br />

agricoli a non abbandonare le loro terre, i tentativi di dotare la Comunità dei primi<br />

meccanismi equilibratori di <strong>in</strong>tegrazione dei redditi.<br />

<strong>Natali</strong> <strong>in</strong>vitava perciò con vigore – e con spirito lungimirante – a superare le difficoltà<br />

di funzionamento del mercato agricolo che impediscono all’<strong>Europa</strong> di presentarsi<br />

con posizioni unitarie ai grandi appuntamenti <strong>in</strong>ternazionali.<br />

Certo, egli si rendeva ben conto delle critiche che attribuivano alla politica agricola<br />

comune la crisi del processo di costruzione europea. Ma a chi stigmatizzava il funzionamento<br />

distorto dei meccanismi f<strong>in</strong>anziari della Cee, lamentando ad esempio<br />

che l’Italia pagasse a favore dell’agricoltura francese, <strong>Natali</strong> rispondeva, come fece al<br />

congresso della Democrazia cristiana nel 1973, con parole premonitrici che cito:<br />

“non si può pretendere di fare l’<strong>Europa</strong> unicamente come noi stessi la vorremmo, bisogna<br />

<strong>in</strong>vece partecipare alla sua costruzione operando con <strong>in</strong>sistenza ma dall’<strong>in</strong>terno,<br />

perché essa si <strong>in</strong>dirizzi sulla l<strong>in</strong>ea che noi stessi suggeriamo”.<br />

Negli anni successivi <strong>Natali</strong> ritenne dunque di dare una più ampia dimensione e<br />

proiezione alle sue qualità politiche, facendo valere il suo ruolo nell’<strong>Europa</strong> comunitaria.<br />

Nel 1977, venne chiamato alla Commissione, assumendo l’<strong>in</strong>carico di vicepresidente.<br />

Nello stesso tempo egli non r<strong>in</strong>unciava a partecipare da sostenitore, non più da<br />

candidato, alle campagne elettorali italiane che si susseguirono nel corso dei suoi 12<br />

anni alla Commissione, anzi aggiungendoci anche una partecipazione alla prima

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