Lorenzo Natali in Europa
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aquilana di Santa Maria <strong>in</strong> Bagno. La vidi crollare<br />
per terra all’improvviso, credevo volesse<br />
giocare. Avevo sette anni».<br />
Suo padre si chiamava Giulio, sua madre<br />
Giulia, il suo primo amore Giuliana. «Giuliana<br />
era una ragazza del nord, mia compagna<br />
di liceo. Il padre era un ufficiale dell’esercito <strong>in</strong><br />
servizio all’Aquila. Sesso? Con lei certamente<br />
no: facevamo <strong>in</strong>term<strong>in</strong>abili passeggiate, grandi<br />
chiacchierate, sogni e progetti da adolescenti.<br />
Del resto, a quei tempi, il sesso non era un’ossessione<br />
come ora. Certo, ci reprimevano: l’educazione<br />
familiare, scolastica e religiosa era molto<br />
severa <strong>in</strong> proposito. Intendiamoci, non è che<br />
non si facesse l’amore o che io non abbia avuto<br />
le mie brave esperienze. Ne ho avute anche<br />
molte… Ma era tutta un’altra cosa da adesso. E<br />
poi, io almeno, pensavo soprattutto a studiare».<br />
Una carriera scolastica brillante, con uno<br />
sconcertante r<strong>in</strong>vio ad ottobre, <strong>in</strong> seconda liceo,<br />
<strong>in</strong> educazione fisica. «Pensi che ero campione<br />
abruzzese degli 800 metri. Praticavo anche<br />
il tennis e il calcio. Ero un atleta, <strong>in</strong>somma. Il<br />
fatto è che a scuola si faceva soprattutto g<strong>in</strong>nastica,<br />
ed io non amavo gli esercizi g<strong>in</strong>nici, mi piacevano<br />
gli sport agonistici. E così…».<br />
Torniamo a Gaspari. «Se ci tiene tanto…».<br />
Lei lo ha def<strong>in</strong>ito un carro armato, un<br />
uomo concreto e tenace. Ma quali sono, secondo<br />
lei, le vere qualità del suo antico rivale,<br />
quelle che gli hanno consentito di emergere?<br />
A parte i c<strong>in</strong>goli, naturalmente. «La tenacia e<br />
la concretezza».<br />
anno scolastico successivo alla sorpren-<br />
L’ dente bocciatura, il sedicenne <strong>Lorenzo</strong> si<br />
applica anche negli esercizi g<strong>in</strong>nici per evitare<br />
brutte sorprese. E così, a f<strong>in</strong>e anno, il padre gli<br />
regala una fiammante bicicletta Bianchi. «Impazzii<br />
di gioia, anche se l’Aquila non è la città<br />
più adatta per fare ciclismo».<br />
Il futuro m<strong>in</strong>istro ha qualche brusco impatto<br />
con il pavè delle ripide viuzze aquilane. A casa,<br />
ci pensa la domestica Assunt<strong>in</strong>a a curare le<br />
sbucciature del signor<strong>in</strong>o <strong>Lorenzo</strong>. «Assunt<strong>in</strong>a<br />
mi chiamava ancora <strong>Lorenzo</strong>, poi mi avrebbe<br />
chiamato avvocato, poi onorevole, poi non sapeva<br />
più nemmeno lei come chiamarmi».<br />
Assunt<strong>in</strong>a Benedetti, secca, scura, taciturna<br />
contad<strong>in</strong>a delle montagne pistoiesi («più povere<br />
allora di quelle abruzzesi» che aveva seguito il<br />
dottor Giulio e la signora Giulia f<strong>in</strong>o all’Aquila,<br />
a far da ‘tata’ a <strong>Lorenzo</strong> e Giancarlo. «Quando<br />
mia madre morì, furono lei e mia nonna ad occuparsi<br />
di noi. Di Assunt<strong>in</strong>a ricordo soprattutto i<br />
‘necci’, i dolci di castagne tipici del pistoiese».<br />
I coetanei di <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> ricordano ancora<br />
oggi Assunt<strong>in</strong>a per un altro motivo: la<br />
perfetta stiratura delle camicie dei maschi di<br />
casa <strong>Natali</strong>, causa di loro <strong>in</strong>vidia. «Mio padre<br />
era molto esigente nella cura della biancheria e<br />
dell’abbigliamento. Era molto elegante. Anche<br />
a me piaceva vestir bene. Ero molto alto per<br />
l’epoca, ma non ero una bellezza, perciò cercavo<br />
di rimediare con i bei vestiti, anche se spesso<br />
erano quelli rivoltati di mio padre. Ma allora si<br />
faceva anche nelle migliori famiglie».<br />
Nel luglio del ‘55 <strong>Natali</strong> viene nom<strong>in</strong>ato<br />
sottosegretario all’<strong>in</strong>formazione nel governo<br />
Segni. Il giorno dopo, nella casa paterna,<br />
all’Aquila, viene recapitato un televisore<br />
Magneti Marelli nuovo fiammante. «Volli fare<br />
contento mio padre con quel regalo. Fu il primo<br />
televisore apparso all’Aquila». Un modo di<br />
persuadere suo padre che la scelta della politica<br />
si stava rivelando v<strong>in</strong>cente? «Figurarsi se<br />
mio padre si faceva conv<strong>in</strong>cere da un regalo».<br />
Qualche tempo dopo, nello stesso anno, altra<br />
novità <strong>in</strong> casa <strong>Natali</strong>: l’onorevole si sposa.<br />
La moglie è Paola Speranza, una ragazza dell’Aquila,<br />
laureata <strong>in</strong> psicologia, conosciuta da<br />
<strong>Lorenzo</strong> sei anni prima.<br />
Un anno fortunato, <strong>in</strong>somma, quel 1955.<br />
Ma come si fa a diventare sottosegretario a soli<br />
32 anni? «Ero segretario del gruppo parlamentare<br />
dc quando Moro ne era presidente. Diventato<br />
m<strong>in</strong>istro, Moro mi volle con sé». Sarà