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Lorenzo Natali in Europa

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32<br />

aquilana di Santa Maria <strong>in</strong> Bagno. La vidi crollare<br />

per terra all’improvviso, credevo volesse<br />

giocare. Avevo sette anni».<br />

Suo padre si chiamava Giulio, sua madre<br />

Giulia, il suo primo amore Giuliana. «Giuliana<br />

era una ragazza del nord, mia compagna<br />

di liceo. Il padre era un ufficiale dell’esercito <strong>in</strong><br />

servizio all’Aquila. Sesso? Con lei certamente<br />

no: facevamo <strong>in</strong>term<strong>in</strong>abili passeggiate, grandi<br />

chiacchierate, sogni e progetti da adolescenti.<br />

Del resto, a quei tempi, il sesso non era un’ossessione<br />

come ora. Certo, ci reprimevano: l’educazione<br />

familiare, scolastica e religiosa era molto<br />

severa <strong>in</strong> proposito. Intendiamoci, non è che<br />

non si facesse l’amore o che io non abbia avuto<br />

le mie brave esperienze. Ne ho avute anche<br />

molte… Ma era tutta un’altra cosa da adesso. E<br />

poi, io almeno, pensavo soprattutto a studiare».<br />

Una carriera scolastica brillante, con uno<br />

sconcertante r<strong>in</strong>vio ad ottobre, <strong>in</strong> seconda liceo,<br />

<strong>in</strong> educazione fisica. «Pensi che ero campione<br />

abruzzese degli 800 metri. Praticavo anche<br />

il tennis e il calcio. Ero un atleta, <strong>in</strong>somma. Il<br />

fatto è che a scuola si faceva soprattutto g<strong>in</strong>nastica,<br />

ed io non amavo gli esercizi g<strong>in</strong>nici, mi piacevano<br />

gli sport agonistici. E così…».<br />

Torniamo a Gaspari. «Se ci tiene tanto…».<br />

Lei lo ha def<strong>in</strong>ito un carro armato, un<br />

uomo concreto e tenace. Ma quali sono, secondo<br />

lei, le vere qualità del suo antico rivale,<br />

quelle che gli hanno consentito di emergere?<br />

A parte i c<strong>in</strong>goli, naturalmente. «La tenacia e<br />

la concretezza».<br />

anno scolastico successivo alla sorpren-<br />

L’ dente bocciatura, il sedicenne <strong>Lorenzo</strong> si<br />

applica anche negli esercizi g<strong>in</strong>nici per evitare<br />

brutte sorprese. E così, a f<strong>in</strong>e anno, il padre gli<br />

regala una fiammante bicicletta Bianchi. «Impazzii<br />

di gioia, anche se l’Aquila non è la città<br />

più adatta per fare ciclismo».<br />

Il futuro m<strong>in</strong>istro ha qualche brusco impatto<br />

con il pavè delle ripide viuzze aquilane. A casa,<br />

ci pensa la domestica Assunt<strong>in</strong>a a curare le<br />

sbucciature del signor<strong>in</strong>o <strong>Lorenzo</strong>. «Assunt<strong>in</strong>a<br />

mi chiamava ancora <strong>Lorenzo</strong>, poi mi avrebbe<br />

chiamato avvocato, poi onorevole, poi non sapeva<br />

più nemmeno lei come chiamarmi».<br />

Assunt<strong>in</strong>a Benedetti, secca, scura, taciturna<br />

contad<strong>in</strong>a delle montagne pistoiesi («più povere<br />

allora di quelle abruzzesi» che aveva seguito il<br />

dottor Giulio e la signora Giulia f<strong>in</strong>o all’Aquila,<br />

a far da ‘tata’ a <strong>Lorenzo</strong> e Giancarlo. «Quando<br />

mia madre morì, furono lei e mia nonna ad occuparsi<br />

di noi. Di Assunt<strong>in</strong>a ricordo soprattutto i<br />

‘necci’, i dolci di castagne tipici del pistoiese».<br />

I coetanei di <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> ricordano ancora<br />

oggi Assunt<strong>in</strong>a per un altro motivo: la<br />

perfetta stiratura delle camicie dei maschi di<br />

casa <strong>Natali</strong>, causa di loro <strong>in</strong>vidia. «Mio padre<br />

era molto esigente nella cura della biancheria e<br />

dell’abbigliamento. Era molto elegante. Anche<br />

a me piaceva vestir bene. Ero molto alto per<br />

l’epoca, ma non ero una bellezza, perciò cercavo<br />

di rimediare con i bei vestiti, anche se spesso<br />

erano quelli rivoltati di mio padre. Ma allora si<br />

faceva anche nelle migliori famiglie».<br />

Nel luglio del ‘55 <strong>Natali</strong> viene nom<strong>in</strong>ato<br />

sottosegretario all’<strong>in</strong>formazione nel governo<br />

Segni. Il giorno dopo, nella casa paterna,<br />

all’Aquila, viene recapitato un televisore<br />

Magneti Marelli nuovo fiammante. «Volli fare<br />

contento mio padre con quel regalo. Fu il primo<br />

televisore apparso all’Aquila». Un modo di<br />

persuadere suo padre che la scelta della politica<br />

si stava rivelando v<strong>in</strong>cente? «Figurarsi se<br />

mio padre si faceva conv<strong>in</strong>cere da un regalo».<br />

Qualche tempo dopo, nello stesso anno, altra<br />

novità <strong>in</strong> casa <strong>Natali</strong>: l’onorevole si sposa.<br />

La moglie è Paola Speranza, una ragazza dell’Aquila,<br />

laureata <strong>in</strong> psicologia, conosciuta da<br />

<strong>Lorenzo</strong> sei anni prima.<br />

Un anno fortunato, <strong>in</strong>somma, quel 1955.<br />

Ma come si fa a diventare sottosegretario a soli<br />

32 anni? «Ero segretario del gruppo parlamentare<br />

dc quando Moro ne era presidente. Diventato<br />

m<strong>in</strong>istro, Moro mi volle con sé». Sarà

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