Lorenzo Natali in Europa
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icchimento umano e culturale…«A me sta a<br />
cuore più d’ogni altra cosa. Non sono mai stato<br />
un “totus politicus”, ho sempre difeso i miei<br />
spazi privati, il tempo per le mie letture, per la<br />
mia passione teatrale, per il mio divertimento».<br />
Qualcuno, <strong>in</strong> anni non preistorici, la ricorda,<br />
già deputato, divertirsi come un ragazz<strong>in</strong>o<br />
all’autoscontro del luna park dell’Eur…«Mi<br />
piace da matti l’autoscontro e ho<br />
una vera passione per le macch<strong>in</strong>e. Di recente<br />
ho fatto una vera e propria<br />
follia comprando<br />
un’Alfa 164. Del resto, fu<br />
una follia anche la mia<br />
prima macch<strong>in</strong>a, quarant’anni<br />
fa».<br />
Nel 1949, quando<br />
compra la sua prima<br />
auto, una Topol<strong>in</strong>o<br />
blu notte, <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong><br />
è un giovane avvocato di<br />
27 anni, già di buon nome.<br />
Ma la sua carriera forense<br />
non avrà vita lunga.<br />
«Nel ‘44, appena tornato<br />
dal fronte, dove avevo<br />
combattuto nelle formazioni regolari del Corpo<br />
di liberazione, ed ero stato gravemente ferito alle<br />
gambe <strong>in</strong> un’azione di guerra nelle Marche, venni<br />
chiamato dall’allora Vescovo dell’Aquila,<br />
monsignor Confalonieri. Mi disse che noi giovani<br />
cattolici avevamo il dovere di impegnarci nell’attività<br />
politica. Ubbidii e mi iscrissi alla Dc».<br />
All’Aquila molti giurano che nell’<strong>in</strong>cendio della<br />
sede comunista, durante la rivolta per il capoluogo<br />
del febbraio del ‘71, sia andata distrutta<br />
anche la copia orig<strong>in</strong>ale della sua domanda<br />
di iscrizione al Pci, presentata nel<br />
‘44…«Falso. È vero <strong>in</strong>vece che un amico propose<br />
a me e a mio fratello Giancarlo di avvic<strong>in</strong>arci<br />
ai comunisti, di studiare il marxismo, ma noi rifiutammo<br />
senza esitazione».<br />
Dopo la guerra dunque, <strong>Natali</strong> si butta a capofitto<br />
nell’attività politica. Nella campagna<br />
31<br />
elettorale della primavera del ‘46, all’Aquila,<br />
sfida <strong>in</strong> contraddittorio nientemeno che Umberto<br />
Terrac<strong>in</strong>i, uno dei massimi dirigenti nazionali<br />
del Pci. «Il comizio comunista si svolgeva<br />
all’Albergo Centrale. La sala era piena zeppa.<br />
Ricordo ancora i bagliori rossastri dell’<strong>in</strong>segna<br />
al neon che campeggiava sopra il palco. Mi feci<br />
avanti e dibattei animatamente con Terrac<strong>in</strong>i.<br />
Non posso dire di essermela cavata molto bene<br />
di fronte a quella vecchia volpe, io avevo solo 24<br />
anni, ma il mio gesto mi<br />
accattivò molte simpatie».<br />
Scusi, onorevole, vogliamo<br />
parlare ancora<br />
un po’ di Gaspari? I folti<br />
baffoni di <strong>Natali</strong> si alzano<br />
a scoprire un sorriso divertito.<br />
«È proprio un’ossessione<br />
la sua…». Ce n’è<br />
qualche motivo, non crede?<br />
«Be’, non posso che<br />
ripetermi: nel lavoro è un<br />
carro armato, un uomo<br />
concreto e…». E? «Tenace».<br />
Agli <strong>in</strong>izi della sua carriera politica, <strong>Natali</strong><br />
ha un fermo oppositore. «Mio padre. Voleva<br />
che facessi il notaio. Durante la campagna<br />
elettorale del ‘48, arrivò al punto di dissuadere i<br />
suoi amici dal votarmi. Il fatto è che lui era spaventato<br />
dalla politica, da quando era stato pesantemente<br />
<strong>in</strong>timidito dai fascisti. Nel ‘22 gli<br />
avevano sparato perché era un militante del Partito<br />
popolare di don Sturzo. Anche i massoni ce<br />
l’avevano con lui, tanto che fu costretto a lasciare<br />
la Toscana, dove <strong>in</strong>segnava medic<strong>in</strong>a all’università<br />
di Firenze, e a venire all’Aquila».<br />
In Abruzzo, la famiglia <strong>Natali</strong> arriva nel<br />
‘24. <strong>Lorenzo</strong> ha due anni: è nato il primo ottobre<br />
del ‘22 a Firenze. La madre veniva da<br />
una famiglia dell’aristocrazia terriera. «Era<br />
molto bella, ben fatta, piena di vita. Me la vidi<br />
morire davanti agli occhi nella nostra casa