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Lorenzo Natali in Europa

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davano i grandi meriti del defunto, robusto padrone politico e benefattore dell’Aquila<br />

e d<strong>in</strong>torni, m<strong>in</strong>istro democristiano potentissimo, negli ultimi anni leader di successo<br />

nella <strong>Europa</strong> comunitaria. Estromesso dall’agone politico europeo da otto mesi,<br />

lontano dal potere locale da molti anni, <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> ispirava, defunto, nobili parole<br />

di rimpianto. Gli oratori si succedevano nell’elogiare la sua personalità e i grandi<br />

successi della sua vita pubblica, sottol<strong>in</strong>eando la sua dedizione alla causa europea.<br />

Jacques Delors, allora presidente della Commissione europea (già con i titoli per<br />

entrare nel Pantheon dei grandi dell’<strong>Europa</strong> unita), aveva voluto – e non era stato facile<br />

– essere presente. Aveva conosciuto a f<strong>in</strong>e 1984 <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>, vicepresidente<br />

della Commissione già da sette anni, abile pilota della delicata operazione di ampliamento<br />

della Comunità a Grecia, Spagna e Portogallo. Delors, uomo di visione, impaziente<br />

realizzatore dagli umori alterni, si era affezionato a ‘Lorenzò’. Ne aveva apprezzato<br />

la lealtà, la raff<strong>in</strong>ata capacità di operatore del potere politico e l’impegno<br />

appassionato per la causa europea. <strong>Natali</strong> era diventato, oltre che confidente e amico,<br />

il suo alter ego nella conduzione della Commissione europea, permettendo a lui,<br />

Jacques Delors, di concentrarsi sulle grandi <strong>in</strong>iziative europee… .<br />

Delors osservava dal palco la piazza dell’Aquila. Dom<strong>in</strong>ava la distesa delle coppole<br />

degli uom<strong>in</strong>i abruzzesi, dal portamento austero di (ex) contad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> lutto. La famiglia<br />

di <strong>Natali</strong> stava raccolta <strong>in</strong> un angolo appartato. Gli esponenti delle Istituzioni europee<br />

erano sparsi <strong>in</strong> piccoli gruppi, corpi estranei <strong>in</strong> quella folla. Nelle prime file stavano<br />

i rappresentanti delle Istituzioni e dei partiti, soprattutto quello democristiano,<br />

arrivati <strong>in</strong> gran numero con dispiegamento di auto blu. Confabulavano compunti, visibilmente<br />

soddisfatti di ritrovarsi dopo le vacanze. Mentre gli oratori cont<strong>in</strong>uavano a<br />

vantare le qualità del defunto, le loro fila e il loro chiacchericcio aumentavano.<br />

Delors con il suo scarso italiano capiva a fatica. C’era però qualcosa <strong>in</strong> quell’atmosfera<br />

che lo irrritava. Il suo rigore e il suo affetto per <strong>Natali</strong> erano feriti da quelle lodi<br />

sperticate. L’umore rilassato da primo giorno di scuola lo urtava. Si chiedeva che cosa<br />

ci faceva lui, venuto a onorare l’amico europeista <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>, <strong>in</strong> quell’ambiente<br />

distratto. Guardava perplesso quella folla, soffermandosi sui ranghi cerimoniosi degli<br />

uom<strong>in</strong>i pubblici. Aveva previsto di leggere una breve allocuzione, <strong>in</strong> buona parte <strong>in</strong><br />

italiano, <strong>in</strong> cui avrebbe ricordato <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i forti e commossi l’amicizia e le qualità del<br />

defunto. Avrebbe altresì sottol<strong>in</strong>eato come <strong>Natali</strong> facesse parte di quella schiera di italiani<br />

che avevano onorato il loro Paese per il contributo dato all’<strong>Europa</strong> unita.<br />

Venne il suo turno di parlare. Egli estrasse i foglietti del suo discorso <strong>in</strong> italiano.<br />

Com<strong>in</strong>ciò a leggerlo con un pesante accento francese che si perse nel brusio della<br />

piazza. Alzò gli occhi, guardò quelle prime file di volti disattenti. No, non poteva farsi<br />

complice dei torti fatti da quei notabili al suo amico ‘Lorenzò’. La sua voce si impennò,<br />

passò al francese, depose i suoi foglietti. Gli europei di quella piazza ascoltarono<br />

sorpresi quella voce imperiosa, che improvvisamente diventava crudamente critica<br />

contro l’Italia rappresentata <strong>in</strong> quella piazza. I notabili volsero <strong>in</strong>terrogativi i lo-

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