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Lorenzo Natali in Europa

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litica agricola comune) ai produttori di grano duro, pr<strong>in</strong>cipalmente italiani, ma non<br />

solo, colpiti contemporaneamente dalla riduzione di prezzo e dalla perdita di<br />

un’esclusiva sull’impiego del loro prodotto? Si trovò la soluzione ricalcolando l’aiuto<br />

all’ettaro <strong>in</strong> modo molto più generoso secondo una formula che comb<strong>in</strong>ava resa teorica<br />

media di grano duro per ettaro e nuovo prezzo unitario, e questa “formula <strong>Natali</strong>”,<br />

come il metodo di calcolo fu subito battezzato dagli addetti agricoli dei commissari,<br />

rimase la regola (f<strong>in</strong>o ad ulteriori riforme) per tutte le proposte <strong>in</strong> materia di<br />

grano duro nei successivi “pacchetti prezzi” che la Commissione presentava prima<br />

dell’<strong>in</strong>izio di ogni campagna agricola.<br />

Un altro esempio del lavoro collegiale del vicepresidente <strong>Natali</strong> fu il sostegno offerto<br />

al presidente Delors e ai commissari Varfis (responsabile della politica regionale)<br />

e Sutherland (responsabile della politica di concorrenza) per far passare <strong>in</strong> Commissione<br />

la proposta di riforma dei Fondi strutturali e, <strong>in</strong> parallelo, la nuova classificazione<br />

delle regioni europee secondo il tipo e l’<strong>in</strong>tensità degli aiuti di stato che potevano<br />

essere autorizzati. Inutile ricordare che il risultato di questa collaborazione fu<br />

l’<strong>in</strong>clusione dell’Abruzzo, sulla base delle regole collegialmente def<strong>in</strong>ite e di dati statistici<br />

obiettivamente rilevati, tra le regioni del cosiddetto “Obiettivo 1” per l’<strong>in</strong>tervento<br />

dei Fondi, e tra quelle autorizzate a beneficiare delle migliori condizioni di sostegno<br />

sotto forma di aiuti di stato. Decisione v<strong>in</strong>cente, perché qualche anno dopo e<br />

grazie agli <strong>in</strong>terventi messi <strong>in</strong> atto a livello comunitario e nazionale l’Abruzzo poteva<br />

liberarsi della qualifica di “regione <strong>in</strong> ritardo di sviluppo”. Il recente terremoto imporrà<br />

naturalmente di riesam<strong>in</strong>are la situazione, e confido che l’<strong>Europa</strong> sarà ancora<br />

vic<strong>in</strong>a alla regione cara a <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> per aiutarla a sollevarsi da questa sciagura.<br />

Con l’avvento della Commissione Delors e scioltasi per mancata conferma di tre dei<br />

suoi membri la “banda dei quattro” (Davignon, Haferkamp, <strong>Natali</strong> e Ortoli, i quattro<br />

commissari forse più <strong>in</strong>fluenti durante il mandato della Commissione Thorn), <strong>Lorenzo</strong><br />

<strong>Natali</strong> ebbe a svolgere un ruolo chiave <strong>in</strong> seno al nuovo collegio. Vicepresidente anziano,<br />

ricco dell’esperienza dei due mandati precedenti e buon conoscitore della “casa” e<br />

delle sue gerarchie, fu subito apprezzato da Jacques Delors con cui stabilì un profondo<br />

rapporto politico e umano. Non solo il democristiano <strong>Natali</strong> e il socialista Delors si<br />

completavano a vicenda, ma grazie alla loro <strong>in</strong>tesa proiettavano anche, all’esterno e soprattutto<br />

presso il Parlamento europeo e i governi degli Stati membri, un’immag<strong>in</strong>e<br />

politicamente equilibrata e coesa della Commissione. E quante volte poi <strong>Natali</strong> volle o<br />

dovette svolgere il ruolo di mediatore, che Delors stesso tanto apprezzava se non addirittura<br />

richiedeva, tra il volontarismo del presidente e le resistenze o le ragioni di altri<br />

membri del collegio, per permettere poi alla Commissione di giungere a una decisione,<br />

se non all’unanimità a maggioranza, ma senza lacerazioni e contrapposizioni!<br />

Ricordare l’<strong>in</strong>teresse per il dialogo, la capacità di ascolto e l’arte della mediazione<br />

di <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> mi porta naturalmente a mettere <strong>in</strong> risalto l’attenzione da lui sempre<br />

rivolta alla dimensione umana nell’azione e nella costruzione europea.

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