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Lorenzo Natali in Europa

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suo autista. Lui rispose: “No grazie, mi accompagna Maria, con la sua vecchia macch<strong>in</strong>etta.<br />

So che ha preso qualche giorno di congedo… E poi guida piano, dolcemente,<br />

senza scossoni… Voi tutti dovete lavorare. Maria mi condurrà all’aeroporto”.<br />

Non è lungo il tragitto tra l’ospedale Erasmus e l’aeroporto di Zaventem, ma io<br />

avevo le g<strong>in</strong>occhia che mi tremavano e guardavo davanti a me impietrita, sperando<br />

che nessuno mi obbligasse a una frenata. Ero talmente concentrata che per ben due<br />

volte il prof. Le Zoche chiese: “Maria, ma mi sente?” Un’<strong>in</strong>fermiera di Europe Assistance<br />

era ad attenderlo alla porta pr<strong>in</strong>cipale dell’aeroporto con una sedia a rotelle:<br />

d’ist<strong>in</strong>to, l’onorevole la scansò, poi mi str<strong>in</strong>se la mano, mi fece una carezza. Non una<br />

parola, niente altro.<br />

Lo vidi, però, ritornare poco dopo – io avevo fatto una piccola sosta per controllare<br />

che l’aereo non avesse ritardi – con una rosa <strong>in</strong> mano. Me la porse con un sorriso<br />

e se ne andò per sempre. La rosa è <strong>in</strong> un mio libro da vent’anni.<br />

Potrei cont<strong>in</strong>uare e cont<strong>in</strong>uare. Potrei dire come difendeva la l<strong>in</strong>gua e la cultura<br />

italiana… Ma mi fermo qui. Mi permetto solo di riscrivere il piccolo biglietto che lasciai<br />

nella chiesa dell’Aquila il 30 agosto 1989, perché lo scrissi a mano, di getto, per<br />

lui e la sua famiglia, che mi onorò d’un affetto che non potrò mai dimenticare!<br />

Gentile Presidente, Lei mi ha <strong>in</strong>segnato che:<br />

“ La miglior ricompensa per una vita è quella di aver toccato il cuore di molte persone,<br />

di avere degli amici che diventano una famiglia e questa famiglia diventa un l<strong>in</strong>guaggio<br />

universale di forza e tenerezza. Lei è stato un membro della Commissione europea<br />

straord<strong>in</strong>ario, pieno di coraggio, d’<strong>in</strong>telligenza, di diplomazia, ma anche d’umorismo.<br />

Si potrebbe ripetere mille volte questa frase, come si ripete una preghiera, per trovare<br />

la quiete, ma tutti i nostri pensieri oggi giocano con l’emozione e si perdono <strong>in</strong> un<br />

sentimento vero: Lei non c’è più. Era già partito da Bruxelles e ci aveva lasciati soli, ma<br />

non orfani perché potevamo ancora contattarla. Da oggi le nostre domande non avranno<br />

più risposte e questo ci addolora tutti. ConoscerLa e lavorare per Lei è stato un privilegio.<br />

Privilegio di essere stati accanto ad una persona che sulla scena della vita ha <strong>in</strong>terpretato<br />

il nostro tempo, ha dato molto a noi, all’Italia e all’<strong>Europa</strong> <strong>in</strong>tera. Lei non ha<br />

mai gridato la sua tristezza di fronte ad un corpo asservito, dom<strong>in</strong>ato dalla malattia – alcuni<br />

non si sono nemmeno accorti della fatalità biologica che La attanagliava, la portava<br />

come una sfida, un coraggio straord<strong>in</strong>ario, direi che ci aveva conv<strong>in</strong>to che avrebbe<br />

v<strong>in</strong>to… v<strong>in</strong>to ancora una volta la malattia senza senso, senza colore, senza espressione,<br />

<strong>in</strong> un camm<strong>in</strong>o senza f<strong>in</strong>e.<br />

Le chiediamo <strong>in</strong>terceda per la Sua meravigliosa famiglia, ma anche per noi, questa<br />

famiglia nata nel mondo del lavoro, non per trovare la monotonia della rassegnazione,<br />

ma per trovare la forza di cont<strong>in</strong>uare il camm<strong>in</strong>o lum<strong>in</strong>oso che Lei ha tracciato. Che la<br />

terra Le sia lieve Presidente <strong>Natali</strong>.”<br />

Maria

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