Lorenzo Natali in Europa
Lorenzo Natali in Europa Lorenzo Natali in Europa
Una persona per bene Nota biografica 1944,18 luglio, nell’Ospedale da campo dove fu ricoverato dopo essere stato ferito durante la battaglia del Fiume Musone 15 “Una persona per bene”: è il ricordo che chiunque abbia conosciuto Lorenzo Natali conserva dell’uomo e del politico: “una persona fedele ai propri principi, ma capace di mediare”. Definizioni che possono suonare riduttive, per chi è stato nella sua vita soldato al fronte e padre di famiglia, avvocato e deputato, ministro a più riprese e vicepresidente della Commissione europea per dodici anni, ma che sono una sintesi semplice ed efficace di chi era davvero Lorenzo Natali e di quali impressioni suscitava nei suoi interlocutori. Lorenzo Natali Pierucci Bondicchi nasce a Firenze il 2 ottobre 1922, in un’Italia che di lì a poche settimane diventerà fascista con la marcia su Roma. La famiglia era
16 toscana: il padre Giulio e la mamma Giulia, entrambi di Colle di Buggiano, paesino medioevale in provincia di Pistoia, erano stati protagonisti di una storia d’amore d’altri tempi tra la contessina e il figlio del fattore che aveva studiato e s’era laureato in medicina. Lorenzo, primo di quattro figli, Gianfranco, Cristina e Giuliana, crebbe dall’età di tre anni in Abruzzo: la famiglia s’era trasferita all’Aquila dopo che il padre aveva vinto il concorso da primario dell’ospedale del capoluogo di regione. La figura del padre, un anti-fascista sempre legatissimo alla famiglia e ai figli, influenzò moltissimo Lorenzo, rimasto orfano di madre a sette anni, quando Giulia morì di parto a soli 29 anni dando alla luce la seconda bimba. Ragazzino, Lorenzo venne persino rimandato in ginnastica, perché, per sua ritrosia e con l’avallo paterno, non frequentava i raduni del regime. Dopo avere conseguito la maturità classica al liceo Domenico Cutugno, Lorenzo, studente di legge a Firenze, visse gli anni dell’Università ospite a Colle di Buggiano della zia Stefania. Studente in giurisprudenza, durante la guerra, nella clandestinità, è responsabile di gruppi giovanili delle organizzazioni cattoliche e dei movimenti giovanili della Dc aquilana, prima di arruolarsi come volontario nel Corpo di Liberazione italiano. A fianco degli Alleati, il giovane Lorenzo combatte per liberare l’Italia dal nazi-fascismo e riceve una decorazione al valore militare sul campo. Il suo foglio matricolare testimonia che il caporale Natali partecipò dal 16 giugno 1944 al 17 luglio, quando venne ferito, alle operazioni della Guerra di Liberazione, nelle fila del 4.o reggimento XXXIII battaglione Bersaglieri. Il 17 luglio 1944, sul Fiume Musone, nelle Marche, viene trafitto da una baionetta al braccio sinistro e colpito alla gamba sinistra e al piede destro. Soccorso ed evacuato dal teatro di battaglia, è trasferito e curato presso il 517.o ospedale da campo. Lorenzo, che aveva il terrore del sangue, sviene, sul lettino dell’ospedale, alla vista del suo vicino, che aveva subito l’amputazione di una gamba. Quando riapre gli occhi, vede, accanto a sé, la figura del padre, accorso al suo capezzale. La Croce al Valor Militare venne attribuita al caporale Natali il 27 aprile 1945, due giorni dopo la Liberazione, perché – recita la motivazione – “comandante di pattuglia, durante una rischiosa puntata esplorativa, rimaneva ferito mentre coraggiosamente precedeva i suoi uomini. Esempio di slancio e sprezzo del pericolo anche in precedente combattimento, Testa di Ponte Fiume Musone, 18 luglio 1944”. Avvocato, militante della Democrazia Cristiana, attento all’esempio cattolico di Giorgio La Pira, dopo la guerra Natali torna all’Aquila, cui lo legherà sempre “un vincolo di cuore” e vi ricopre incarichi sia amministrativi (assessore al comune dell’Aquila) che politici (segretario provinciale della Dc). Candidato al Parlamento per la prima volta il 18 aprile 1948, nelle prime elezioni politiche dell’Italia repubblicana, prepara l’appuntamento elettorale nonostante le riserve del padre, che non fa campagna a suo favore perché vedeva con diffidenza
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toscana: il padre Giulio e la mamma Giulia, entrambi di Colle di Buggiano, paes<strong>in</strong>o<br />
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dall’età di tre anni <strong>in</strong> Abruzzo: la famiglia s’era trasferita all’Aquila dopo che il padre<br />
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La figura del padre, un anti-fascista sempre legatissimo alla famiglia e ai figli, <strong>in</strong>fluenzò<br />
moltissimo <strong>Lorenzo</strong>, rimasto orfano di madre a sette anni, quando Giulia<br />
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non frequentava i raduni del regime.<br />
Dopo avere conseguito la maturità classica al liceo Domenico Cutugno, <strong>Lorenzo</strong>,<br />
studente di legge a Firenze, visse gli anni dell’Università ospite a Colle di Buggiano<br />
della zia Stefania. Studente <strong>in</strong> giurisprudenza, durante la guerra, nella clandest<strong>in</strong>ità,<br />
è responsabile di gruppi giovanili delle organizzazioni cattoliche e dei movimenti<br />
giovanili della Dc aquilana, prima di arruolarsi come volontario nel Corpo di Liberazione<br />
italiano.<br />
A fianco degli Alleati, il giovane <strong>Lorenzo</strong> combatte per liberare l’Italia dal nazi-fascismo<br />
e riceve una decorazione al valore militare sul campo. Il suo foglio matricolare<br />
testimonia che il caporale <strong>Natali</strong> partecipò dal 16 giugno 1944 al 17 luglio, quando<br />
venne ferito, alle operazioni della Guerra di Liberazione, nelle fila del 4.o reggimento<br />
XXXIII battaglione Bersaglieri.<br />
Il 17 luglio 1944, sul Fiume Musone, nelle Marche, viene trafitto da una baionetta<br />
al braccio s<strong>in</strong>istro e colpito alla gamba s<strong>in</strong>istra e al piede destro. Soccorso ed evacuato<br />
dal teatro di battaglia, è trasferito e curato presso il 517.o ospedale da campo.<br />
<strong>Lorenzo</strong>, che aveva il terrore del sangue, sviene, sul lett<strong>in</strong>o dell’ospedale, alla vista<br />
del suo vic<strong>in</strong>o, che aveva subito l’amputazione di una gamba. Quando riapre gli occhi,<br />
vede, accanto a sé, la figura del padre, accorso al suo capezzale.<br />
La Croce al Valor Militare venne attribuita al caporale <strong>Natali</strong> il 27 aprile 1945,<br />
due giorni dopo la Liberazione, perché – recita la motivazione – “comandante di pattuglia,<br />
durante una rischiosa puntata esplorativa, rimaneva ferito mentre coraggiosamente<br />
precedeva i suoi uom<strong>in</strong>i. Esempio di slancio e sprezzo del pericolo anche <strong>in</strong><br />
precedente combattimento, Testa di Ponte Fiume Musone, 18 luglio 1944”.<br />
Avvocato, militante della Democrazia Cristiana, attento all’esempio cattolico di<br />
Giorgio La Pira, dopo la guerra <strong>Natali</strong> torna all’Aquila, cui lo legherà sempre “un<br />
v<strong>in</strong>colo di cuore” e vi ricopre <strong>in</strong>carichi sia amm<strong>in</strong>istrativi (assessore al comune dell’Aquila)<br />
che politici (segretario prov<strong>in</strong>ciale della Dc).<br />
Candidato al Parlamento per la prima volta il 18 aprile 1948, nelle prime elezioni<br />
politiche dell’Italia repubblicana, prepara l’appuntamento elettorale nonostante le<br />
riserve del padre, che non fa campagna a suo favore perché vedeva con diffidenza