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Lorenzo Natali in Europa

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dei denari non usati dall’Italia f<strong>in</strong>irono <strong>in</strong> Spagna, utilizzati f<strong>in</strong>o all’ultima peseta per<br />

colmare il divario che la separava ancora dall’<strong>Europa</strong>.<br />

Facciamo ora un passo <strong>in</strong>dietro. Dal 1980 f<strong>in</strong>o all’adesione dell’86 abbiamo creato<br />

24 centri di <strong>in</strong>formazione, formazione, documentazione nelle varie regioni spagnole.<br />

Collegati alle maggiori Università e alle dipendenze dei Rettori (questo ci assicurava<br />

<strong>in</strong>dipendenza politica e cont<strong>in</strong>uità nel tempo), i centri erano (e sono) diretti<br />

da giovani professori che avevamo scelto e <strong>in</strong>viato a Bruxelles per analizzare dal di<br />

dentro la macch<strong>in</strong>a e le procedure della Comunità, specie <strong>in</strong> materia di progetti e di<br />

gestione di fondi.<br />

I direttori dei centri utilizzavano ricercatori e studenti per analizzare i vari aspetti<br />

della legislazione europea con particolare riferimento agli <strong>in</strong>teressi presenti e futuri<br />

delle regioni di appartenenza. Preparavano tra l’altro un bollett<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> genere mensile,<br />

che <strong>in</strong>viavano a quelli che sarebbero stati i dest<strong>in</strong>atari immediati della realtà europea.<br />

I centri non erano f<strong>in</strong>anziati dalla Comunità perché dovevano essere espressione<br />

di realtà locali.<br />

Con un paziente lavoro di dialogo e di persuasione condotto spesso <strong>in</strong> prima fila<br />

da <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> siamo riusciti a collegare al nucleo universitario, quando possibile,<br />

le regioni, le associazioni di <strong>in</strong>dustriali e agricoltori, i comuni. Erano queste strutture<br />

che provvedevano a contribuire alla vita dei centri, che richiedevano e utilizzavano<br />

le ricerche, la documentazione e le <strong>in</strong>formazioni provenienti da Bruxelles. E<br />

con la nostra attività si realizzava un altro obiettivo: far convergere <strong>in</strong> funzione di un<br />

<strong>in</strong>teresse comune, l’<strong>in</strong>tegrazione all’<strong>Europa</strong>, realtà sociali e persone fortemente polarizzate<br />

e divise dalla ancora recente lunga notte della dittatura franchista.<br />

Come spiegava il vicepresidente, grande amante del calcio “bisogna che la Spagna<br />

acquisti presto tecnica, visione di gioco ed esperienza per far parte della squadra<br />

europea. Se no perderemo tutti e due la partita”. Era un messaggio semplice. Ed il<br />

lungo e spesso oscuro lavoro dei centri europei ha contribuito alla preparazione della<br />

Spagna. Migliaia di giovani formati da questa <strong>in</strong>iziativa sono oggi funzionari europei,<br />

nazionali e regionali, professori esperti <strong>in</strong> questioni europee. È un piccolo esercito<br />

di persone che sanno “come usare l’Unione europea”, che conosce i suoi meandri<br />

e i suoi misteri. Cosa che purtroppo non è successa nel nostro paese e che sta alla<br />

base del successo della Spagna nell’<strong>Europa</strong> di oggi.<br />

Ciao <strong>Lorenzo</strong>, uomo vero. Sarai sempre con noi.

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