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Lorenzo Natali in Europa

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la Moreria”, nel cuore antico di Madrid. Ci eravamo stati già una volta e avevamo <strong>in</strong>contrato<br />

la stella del “tablao” Blanca del Rey, dopo lo spettacolo, nel suo camer<strong>in</strong>o.<br />

Avevamo parlato della sua Andalusia e <strong>Lorenzo</strong> le aveva ricordato il succedersi cont<strong>in</strong>uo<br />

di grandi coll<strong>in</strong>e coperte di uliveti che sembravano non f<strong>in</strong>ire mai che all’epoca<br />

preoccupavano non poco Bruxelles. Quando due anni più tardi ritornammo a vederla,<br />

Blanca stava ballando. Appena f<strong>in</strong>ito ci vide nel tavolo accanto al palcoscenico.<br />

Tese le mani come per salutare e ad alta voce disse: “Dò il benvenuto all’uomo<br />

che ci porterà <strong>in</strong> <strong>Europa</strong>....” E quando la luce si accese tutti lo applaudirono.<br />

L’“amigo <strong>Lorenzo</strong>” nei suoi viaggi che gli organizzavo all’<strong>in</strong>terno del paese affrontava<br />

i temi che <strong>in</strong> seguito il governo spagnolo doveva portare a Bruxelles al tavolo<br />

del negoziato. Erano il problema della pesca specie nel paese basco, del latte <strong>in</strong><br />

Galizia, del v<strong>in</strong>o nella “meseta” di Castiglia, l’olio <strong>in</strong> Andalusia, gli agrumi nella zona<br />

di Valencia... Così cercava di esam<strong>in</strong>are i problemi e formulare ipotesi di soluzione<br />

con gli uom<strong>in</strong>i radicati nel territorio, presidenti di regione, s<strong>in</strong>daci, confederazioni<br />

agricole, esportatori.<br />

Queste campagne di comunicazione e di ricerca delle realtà locali davano a <strong>Natali</strong>,<br />

al ritorno a Bruxelles, un’idea concreta delle cose, spesso diversa dalle presentazioni<br />

“diplomatiche” delle autorità spagnole. Proprio per questo il nostro approccio<br />

pragmatico non era particolarmente apprezzato dal m<strong>in</strong>istro per gli affari europei e<br />

negoziatore Manuel Mar<strong>in</strong>, un centralista di vecchio stampo – anche se giovanissimo<br />

– nella più pura tradizione spagnola. Ma il peso di <strong>Natali</strong> nella Commissione europea,<br />

i suoi rapporti di amicizia con il Primo m<strong>in</strong>istro Gonzalez, il suo grande prestigio<br />

presso l’op<strong>in</strong>ione pubblica fece sì che le tensioni non venissero mai alla luce e i<br />

brontolii si fermassero nel mio ufficio <strong>in</strong> Calle Serrano.<br />

Amicizia profonda e identita di vedute<br />

157<br />

Ho conosciuto <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> praticamente solo durante il colloquio di selezione<br />

per la Rappresentanza a Madrid da aprire ex-novo nell’ambito del negoziato di adesione<br />

con la Spagna. Lo avevo sporadicamente <strong>in</strong>contrato <strong>in</strong> riunioni comunitarie,<br />

non avevamo contatti né amicizie <strong>in</strong> comune, appartenevamo a due mondi anche politici<br />

diversi. L’<strong>in</strong>carico era molto ambito e tra i candidati c’era anche un democristiano<br />

resposabile del partito a Bruxelles e nelle Istituzioni europee. Giocavano a mio favore<br />

la lunga esperienza nel servizio diplomatico della Commissione, tre anni nel Gab<strong>in</strong>etto<br />

del commissario responsabile delle Relazioni esterne e 5 anni come capo dell’ufficio<br />

ad Ankara. Come tutti sanno questo tipo di nom<strong>in</strong>e si basa o su una forte solidarietà<br />

fatta di amicizia e di lavoro comune o da scelte politiche dettate da Roma.<br />

Ma <strong>Natali</strong> durante il colloquio mi sorprese per la sua <strong>in</strong>dipendenza di giudizio. Si era<br />

naturalmente <strong>in</strong>formato su di me, sapeva che ero attivo nel partito socialista e facevo<br />

parte di un gruppo transnazionale di analisi critica e di comunicazione chiamato<br />

Agenor, il mitico padre di <strong>Europa</strong>. Da parte mia ho voluto evidenziare ogni attività

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