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Lorenzo Natali in Europa

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<strong>Natali</strong> non era sconosciuto a Bruxelles. Anzi. I giornalisti, italiani e non, avevano<br />

imparato a conoscerlo qualche anno primo, quando, m<strong>in</strong>istro dell’Agricoltura, si era<br />

rivelato pugnace protagonista delle riunioni mensili. All’epoca l’agricoltura rappresentava<br />

la punta avanzata dell’<strong>in</strong>tegrazione europea. La scena di Bruxelles era ogni<br />

anno dom<strong>in</strong>ata dalla saga della fissazione annuale dei prezzi garantiti per i s<strong>in</strong>goli<br />

prodotti agricoli e dalle misure ad essi connesse. Ad <strong>in</strong>izio anno <strong>in</strong>iziava, sulla base<br />

delle proposte della Commissione, un aspro negoziato che si chiudeva normalmente<br />

qualche mese più tardi nella cosiddetta “maratona” f<strong>in</strong>ale, una riunione fiume cioè <strong>in</strong><br />

cui, alle prime luci di un matt<strong>in</strong>o, i m<strong>in</strong>istri, affaticati e soddisfatti, annunciavano un<br />

accordo complessivo sulle misure per la prossima campagna agricola.<br />

<strong>Natali</strong>, forse primo dei m<strong>in</strong>istri italiani, si era dist<strong>in</strong>to per il suo attivismo. Sostenitore<br />

forte della politica agricola comunitaria, aveva però difeso gli <strong>in</strong>teressi italiani con<br />

determ<strong>in</strong>azione, portando a casa successi di rilievo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di f<strong>in</strong>anziamenti comunitari.<br />

M<strong>in</strong>istro francese dell’Agricoltura era il giovane Jacques Chirac, quello tedesco<br />

il leader democristiano bavarese Ertl. <strong>Natali</strong> aveva alternato <strong>in</strong>telligenti alleanze e battaglie<br />

con ciascuno di loro, attirando su se stesso l’attenzione del mondo mediatico di<br />

Bruxelles. Il gruppo di corrispondenti italiani aveva apprezzato quel m<strong>in</strong>istro che<br />

rompeva con la tradizionale passività (se non impreparazione) dei rappresentanti di<br />

Roma. <strong>Natali</strong> stesso aveva capito quanto era importante l’arena mediatica e si era attivamente<br />

adoperato a spiegare le sue posizioni alla stampa italiana e non solo.<br />

In questo <strong>in</strong>izio di mandato da commissario egli aveva <strong>in</strong>vece contenuto i suoi contatti<br />

con i media di Bruxelles al m<strong>in</strong>imo <strong>in</strong>dispensabile. Non si era sottratto al doveroso<br />

<strong>in</strong>contro con l’<strong>in</strong>sieme dei giornalisti italiani per presentare le sue nuove competenze.<br />

Rispondeva alle rare telefonate dell’uno o l’altro corrispondente facendo prova di<br />

evasività a fronte delle loro domande. Aveva raccomandato ai suoi collaboratori massimo<br />

riserbo nei confronti dell’esterno. Unico tra i commissari non aveva attivato un suo<br />

ufficio stampa, riservandosi la scelta a tempo debito di un suo portavoce di fiducia.<br />

Privilegiava la comunicazione sulle proprie attività a Bruxelles tramite i suoi tradizionali<br />

canali romani e abruzzesi. Incontrava i giornalisti “amici” durante le sue quasi settimanali<br />

visite <strong>in</strong> Italia.<br />

Come ai tempi <strong>in</strong> cui era stato m<strong>in</strong>istro dell’Agricoltura, egli comprese rapidamente<br />

quanto fosse importante per la statura di un commissario la sua immag<strong>in</strong>e<br />

pubblica. Era necessario, aldilà della qualità della sua azione, praticare una buona<br />

comunicazione, a com<strong>in</strong>ciare dall’<strong>in</strong>fluentissimo microcosmo mediatico di Bruxelles.<br />

Osservò i benefici che il suo collega Etienne Davignon, molto attivo nel curare le relazioni<br />

pubbliche nei palazzi comunitari, traeva <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di immag<strong>in</strong>e e di autorità<br />

<strong>in</strong> seno alla Commissione. Il presidente Jenk<strong>in</strong>s, criticato per le sue discrim<strong>in</strong>atorie<br />

scelte di comunicazione, vedeva <strong>in</strong>vece la sua autorevolezza scossa dalle campagne<br />

stampa contro di lui <strong>in</strong> alcuni paesi. <strong>Natali</strong> realizzava che la sua competenza <strong>in</strong> materia<br />

di allargamento della Comunità a Grecia, Spagna e Portogallo aveva un rilievo

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